venerdì 24 ottobre 2014

Il 4K? Parola ai registi

Se siete soliti fare capatine al centro commerciale con "visita obbligata" al negozio di elettronica di riferimento, forse (anzi sicuramente), avrete notato che negli ultimi tempi, una sempre più ampia metratura dello store viene dedicata ai televisori mastodontici 4K.


Ovviamente sono sempre più di moda, hanno un design accattivante e dei prezzi esorbitanti, eppure, quanto sono utili?

Chi potrebbe essere più autorevole di un regista? Geoff Boyle, Rodney Charters e Bill Benett sono molto scettici a riguardo. Ultra HD? Viene spinto dall'industria della ripresa e della riproduzione video, ma non rappresenta una reale esigenza dei registi e dei direttori della fotografia. 

Non mi importa nulla della risoluzione: ho passato la mia vita a mettere retine, calze, filtri di diffusione davanti e dietro le ottiche perché generalmente è tutto troppo nitido. Quello che mi interessa veramente sono la gamma dinamica e la resa dei colori 

questa l'opinione di Geoff Boyle (Mutant Chronicles [2008], Street Fighter - La leggenda [2009] and Dark Country [2009]).

Sono argomenti simili a quelli utilizzati da Tarantino, Nolan e Abrams che si sono schierati per salvare le pellicole cinematografiche Kodak e poter girare film ancora negli anni a venire utilizzando questo mezzo al posto del digitale.

Sulla stessa linea anche Rodney Charters ( 24 [2001], Venerdì 13 [1987]) che rincara la dose dicendo che tutta quella risoluzione porta sullo schermo dettagli che possono anche avere un effetto negativo, ad esempio distraendo lo spettatore dalla vera scena che il regista voleva mettere davanti ai suoi occhi.

Bill Benett (Kiss or Kill [1997], In a Savage Land [1999] and Tentazione mortale [2001]) fa poi una considerazione molto pratica:

Spesso lavoriamo con attrici sulla cinquantina, molto brave e molto pagate: nessuna di loro vuole vedere puntata verso di sé una videocamera 4K (o 6K o 8K) senza che di fronte ad essa ci sia un filtro di diffusione. Nel momento in cui aggiungi qualunque forma di diffusione non hai più una cinepresa 4, ma ti porti dietro comunque tutto il carico di dati che questa comporta.

La gamma dinamica è uno degli aspetti chiave per i direttori della fotografia e al momento c'è molto lavoro attorno a questo tema nell'ambiente, anche perché all'occhio umano immagini con un migliore contrasto e una gamma dinamica aumentata danno l'impressione di maggiore nitidezza.

Addirittura Boyle è coinvolto in alcuni esperimenti per girare con due cineprese Arri in parallelo, non per ottenere immagini 3D, ma per arrivare a una gamma dinamica di 20 stop. Un altro elemento chiave sono i colori: in molti si sono resi conto che lo spazio colore Rec 709, utilizzato come standard per le TV ad alta definizione, faccia perdere moltissime informazioni di gamma cromatica.

Se si trova il modo invece di riuscire a portarle agli occhi degli spettatori l'impatto delle immagini in movimento può essere molto maggiore, ma servono nuovi standard nell'industria. Dolby è al lavoro su qualcosa di simile con la sua tecnologia Dolby Vision.



Se avete una mezz'ora di tempo potete guardarvi tutta l'interessante tavola rotonda a questo indirizzo o cliccando sul video incorporato qui sotto. 

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