giovedì 27 giugno 2013

Rinviata l'uscita di Nvidia Shield

Forse vi ricorderete, tempo fa vi avevamo parlato del progetto videoludico di Nvidia. Vi chiederete, probabilmente, il motivo per il quale ne stiamo parlando proprio oggi.


La console portatile Shield di Nvidia, che come sapete è basata su Android, non uscirà prima di luglio ed è molto attesa sia dai fan dei videogames che dagli amanti di Nvidia.

In realtà avrebbe dovuto uscire oggi, ma la Società di Santa Clara ha dichiarato di essere stata costretta a rimandare il lancio per via di "problemi meccanici" tali da non rendere possibile la commercializzazione del dispositivo.

Per rinfrescarci la memoria, vi ricordiamo le caratteristiche: display da 5 pollici e 720p, processore quad core, naturalmente Tegra 4, GPU da 72 core, 2GB di RAM, 16GB di storage interno, slot microSD e, come detto, Android 4.2.2. Insieme al dispositivo saranno venduti anche due joystick analogici, un D-Pad e tutti i pulsanti che servono.

Il costo previsto è di 299 dollari (244 euro circa). A questo punto però, c'è da sperare che entro la data indicata, i "problemi meccanici" siano rientrati.
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mercoledì 26 giugno 2013

Microsoft: si prospetta un'importante ristrutturazione dell'azienda

In tempi di crisi, anche le società più quotate si preparano a riorganizzazioni aziendali. Alcune più profonde  di altre.


Sicuramente, uno dei marchi più in vista è quello di Microsoft che negli ultimi tempi ha cercato di dare un taglio diverso ai propri sistemi operativi e ha cercato di consolidare alleanze e ricercare nuovi partner. Non solo però; la società di Redmond sembra essere pronta ad operare una importante ristrutturazione che potrebbe essere svelata al pubblico il prossimo lunedì 1 luglio.

Stando alle informazioni disponibili, riportate dal sito web All Things D, sembra che la riorganizzazione sia portata avanti dal CEO Steve Ballmer senza la partecipazione di alcuno degli altri executive del colosso di Redmond.

I cambiamenti potrebbero essere piuttosto corposi e, secondo quanto riferito da fonti vicine e interne all'azienda, sembrano preoccupare alcuni executive per le rispettive posizioni e per i piani della compagnia nel suo complesso. I cambiamenti sono stati definiti "titanici" e potrebbero inoltre essere legati a ciò che Ballmer lascerà in eredità alla compagnia.

E' la prima volta dopo lungo tempo che pare vi siano grossi cambiamenti, inclusa qualche dipartita

ha affermato una "gola profonda" all'interno della compagnia.

Secondo le indiscrezioni Ballmer avrebbe in mente una nuova struttura formata da quattro divisioni separate (enterprise business, hardware, applications e services) più un gruppo focalizzato sui sistemi operativi. Il sito Bloomberg aveva indicato in precedenza che il gruppo relativo ai sistemi operativi sarebbe stato coordinato in maniera congiunta dal responsabile Windows Phone Terry Myrson e dal responsabile delle attività di progettazione di Windows Julie Larson-Green. Fonti vicine al colosso di Redmond riferiscono che la nuova struttura si concentrerà in particolare sull'allineamento dei sistemi operativo Windows e Windows Phone.

Se la riorganizzazione pensata da Ballmer dovesse realmente avere luogo si tratterebbe del primo mutamento strutturale che abbraccia l'intera compagnia sin da quando Ballmer è salito al comando, succedendo al fondatore Bill Gates nel mese di gennaio 2000. E' comunque evidente che l'azienda di Redmond si stia preparando ad una fase di importante cambiamento, con lo stesso Ballmer che ha avuto modo di sottolineare più volte un "cambiamento fondamentale" nel business dell'azienda con il passaggio verso una realtà che non propone più solamente software ma anche hardware, come ad esempio i dispositivi Surface.

Intanto nei prossimi giorni si terrà a San Francisco il Build 2013, l'annuale conferenza degli sviluppatori Microsoft. L'azienda di Remdond si prepara a presentare le novità legate a Windows 8, con l'aggiornamento Windows 8.1, e molto probabilmente qualche sorpresa per quanto riguarda i dispositivi della linea Surface, probabilmente con l'introduzione di nuovi modelli per il periodo back-to-school o per la stagione delle festività di fine anno.
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martedì 25 giugno 2013

E3 2013: c'è crisi anche in questo settore?

Da ormai molti anni, a contendersi lo scettro della fiera internazionale del videogames si Los Angeles (E3) sono Sony, Microsoft ed infine Nintendo. I due colossi asiatici a sfidare la potenza di Redmond.


Le due aziende che più si sono esposte durante l'evento sono la nipponica madre di Super Mario e l'erede legittima della discendenza Gates. Sony, invece, ha più che altro dato l'appuntamento al gamescom 2013, affermando di avere in sviluppo 30 giochi per PlayStation 4, 20 dei quali usciranno nel primo anno di vita della console. Un po' poco rispetto alle rivali.

Detto ciò, è doveroso sottolineare che nemmeno Nintendo si trova in una posizione tanto agevole, soprattutto dopo il mezzo flop della propria console di punta. Mentre le vendite del Wii U stentano a decollare, a Los Angeles, l'attenzione di tutti è concentrata ovviamente sulle nuove console di Microsoft e Sony. Nintendo è così costretta a un E3 senza troppi clamori: la tradizionale conferenza stampa è stata annullata e ha lasciato posto a un evento più intimo, per circa 300 giornalisti, che si è svolto questa mattina nello stand in fiera, un paio d'ore prima dell'apertura dell'E3. Un evento in cui Reggie Fils Aime, presidente di Nintendo America, ha intrattenuto il pubblico per alcuni minuti, rassicurando sul futuro del Wii U e poi invitando sul palco Shigeru Miyamoto, il papà diSuper Mario, e altri sviluppatori per presentare tutte le novità per Wii U e per il portatile 3DS.

La lista dei titoli annunciati è lunga. Si parte con Pikmin 3: un titolo che non è certo una novità e che ormai è pronto ad arrivare nei negozi, verso la fine di luglio in Italia. Uno strategico unico, con un sistema di controllo davvero immediato e tante situazioni assurde, da affrontare spremendo un po' le meningi. Un titolo che, sicuramente, farà la gioia degli appassionati.

Dopo una breve dimostrazione del picchiaduro Super Smash Bros U, che finalmente dovrebbe arrivare la prossima primavera, è poi la volta di scoprire il nuovo Super Mario 3D World: tra le novità, un improbabile costume da felino che permette a Mario e soci di correre a quattro zampe e graffiare i nemici.


Mario Kart 8 è il nuovo racing game con protagonisti gli eroi Nintendo: questa volta i kart sono antigravitazionali, quindi possono correre anche a testa in giù. Confermato l'arrivo di un gioco di ruolo dal team Monolith, quelli dello splendido Xenoblade Chronicles, conosciuto per ora col nome in codice X. Donkey Kong Country: Tropical Freeze è un platform coloratissimo con protagonista il mitico gorillone Nintendo. Arriverà a novembre.

Un mese prima, verso metà ottobre, potremo invece mettere le mani sulla versione in alta definizione dello splendido The Legend of Zelda: Wind Waker HD. Avrà un nuovo sistema di controllo pensato per sfruttare le potenzialità del Wii U e del suo controller-tablet. Da Platinum Games arriva invece Bayonetta 2, frenetico action che racconta la storia di una strega molto sexy capace di mosse acrobatiche ai limiti del possibile. L'originale, uscito su Xbox 360 e Playstation 3, è stato uno dei migliori giochi d'azione della passata (o quasi) generazione. Da quello che abbiamo visto, il seguito sembra essere ancora più estremo. Sempre da Platinum Games arriva invece The Wonderful 101, gioco d'azione che ricorda il film Gli Incredibili della Pixar. Vestiremo i panni di Wonder Red, leader di un gruppo di super eroi un po' imbranati alle prese con una razza aliena che vuole dominare il mondo. Debutterà il 23 agosto in digital delivery: se volete invece il gioco confezionato, dovrete attendere il 31 agosto.

Wii Fit U è stato confermato e uscirà, dopo un rinvio di qualche mese, a dicembre. Per chi ama giocare in compagnia c’è Wii Party U: 80 minigame per sfide di gruppo, in arrivo a ottobre. Per il portatile 3DS invece ci sono le versioni giocabili di Pokemon X e Y, in arrivo il 12 ottobre, e l’annuncio di una versione di Super Smash Bros che arriverà nel 2014.

Inutile negarlo: nella lotta senza esclusione di colpi tra Sony e Microsoft, Nintendo non sembra avere la forza necessaria per entrare in gioco. È una console diversa, che però a differenze del "vecchio" Wii non gode del supporto degli sviluppatori multipiattaforma. Da qui a Natale usciranno solo 10 giochi per il Wii U: Assassin's Creed IV: Black Flag, Batman Arkham Origins, Deus Ex Human Revolution, Disney Infinity, Disney Planes, Just Dance 2014, Rayman Legends, Scribblenauts Unmasked: A DC Comics Adventure, Skylanders Swap Force, Sonic Lost World, Splinter Cell Blacklist e, per finire, Watch Dogs.

Tra i titoli più attesi e più apprezzati, sicuramente compare Destiny, l'attesissimo nuovo titolo di Activision realizzato dai Bungie, già autori della popolarissima saga di Halo. Il gioco è di difficile definizione, in quanto gli sviluppatori hanno voluto rimarcare che non è uno sparatutto fantascientifico innestato nell'impianto di un gioco di ruolo di massa. Ma sembrerebbe proprio così. In attesa quindi di poterne scoprire di più dai criptici programmatori americani, quello che possiamo commentare è uno sparatutto in prima persona futuristico dalla grafica d'eccezione nel quale dovremo combattere delle minacciose razze aliene da soli o in compagnia di altre persone, in un mondo persistente perennemente online e scegliendo una delle tre classi di combattenti disponibili. 


La risposta di Electronic Arts si chiamerà invece Titanfall, il primo gioco dei Respawn Entertainment, nome dietro il quale si cela nientemeno che uno dei due creatori della serie di Call of Duty. Il contesto è anch'esso fantascientifico e ci vedrà combattere a piedi o a bordo di minacciosi mech, in un gioco che fonderà il single player con l’online. 



Azione e adrenalina saranno le componenti principali di un titolo tecnicamente impressionante che inizialmente sarà possibile provare solo su Xbox One e PC. Un bonus va quindi a Microsoft.

Da Sony rispondono con l'unico nuovo titolo per PlayStation 4 presentato all'E3, ovvero The Order: 1886. Il progetto, concepito tre anni fa e lasciato in sospeso in attesa di una generazione di console abbastanza potente da muoverlo, ci vedrà impegnati in una Londra vittoriana riproposta in chiave steampunk, al cui interno dovremo combattere delle misteriose quanto feroci creature.


Interessante anche la possibilità di interagire con personaggi storici realmente esistiti. Altro non è possibile dire e aspettiamo che Sony decida di alzare il sipario su questa nuova produzione dei Ready at Dawn, già autori delle versioni portatili di God of War.

Per gli appassionati dell'horror, il consiglio è di non farsi scappare The Evil Within, il nuovo titolo di Bethesda realizzato nientemeno che da Shinji Mikami. Il quale, per chi non lo sapesse, è la mente dietro Resident Evil. Anche questa volta ci troveremo a lottare per la sopravvivenza, con la differenza che non ci muoveremo per le strade di Raccoon City bensì di un manicomio invaso da feroci forze demoniache. Il confronto sarà ai limiti della follia e proporrà situazioni sconsigliabili ai deboli di cuore.


Il comparto tecnico infine è di prim'ordine, vantando l'utilizzo dell’ultima versione dell'id Tech 5, il motore grafico di John Carmack, il creatore di Quake e Doom, che verrà utilizzato anche per il prossimo Wolfenstein: The New Order.

La vera novità, però, paare essere Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain, che è stato presentato prima durante la convention pre E3 di Konami e successivamente sul palco della conferenza di Microsoft dedicata a Xbox One.

Il titolo è stato forse uno dei pochi mostrati, durante l'Expo di Los Angeles, ad avere realmente un aspetto "nex generation" a 360 gradi.

Dotato di un enorme "Open World", di un comparto grafico di altissimo livello e di una trama assolutamente coinvolgente, Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain promette di essere il migliore e il più vasto titolo della saga.

Per la seconda volta Metal Gear farà il suo debutto anche sulla piattaforma Microsoft, e proprio in merito a ciò, Hideo Kojima, in una recente videointervista, ha espresso il suo parere sulla nuova Xbox One, affermando che il sistema estremamente potente e la grafica sorprendente contribuirà al successo del gioco.


Oltre che sulla nuova periferica Microsoft, Kojima fa molto affidamento anche sulle capacità di SmartGlass, dichiarando che è di fondamentale importanza portare parte del gameplay sui diversi tipi di dispositivi, in modo d'aumentare notevolmente l'esperienza di gioco. Metal Gear Solid 5: The Phantom Pain sarà rilasciato su PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360 e Xbox One nel 2014.

Infine, ecco il capitolo più atteso dagli amanti della console made in USA: Halo 5; un videogame sviluppato dalla software house 343 Industries (società costituita da parte dei dipendenti della Bungie fedeli a Microsoft, già autrice di Halo 4) e pubblicato da Microsoft Game Studios in esclusiva su Xbox One.

Si tratta del secondo capitolo nella seconda trilogia per la serie sparatutto (ma non devo certo spiegarvelo io data la fama che lo precede), presentato con il primo trailer:


Grazie all'hardware della console next-gen, l'engine grafico che gestisce il rendering di texture e modelli poligonali garantisce un framerate costante pari a 60 fps, mentre le funzionalità di cloud computing messe a disposizione della piattaforma ne arricchiscono il gameplay.

L'ultima notizia, invece, riguarda le prevendite delle due console più desiderate al mondo, le nuove piattaforme next-gen. Come probabilmente saprete, l'industria dei videogames sta attraversando il tornado seguendo una spirale verso il basso e il lancio della PlayStation 4 e della Xbox One, che usciranno sul mercato in autunno, è visto come l'ultima chance per dare nuova vitalità al settore. E potrebbe davvero essere così considerati i dati diffusi da Amazon secondo la quale per entrambe le console c'è una grossa richiesta.

Secondo l'azienda di Bezos, infatti, i sistemi di Sony e Microsoft hanno registrato la più grossa prenotazione per settimana di tutti i tempi: 2.500 per la Xbox One e per PlayStation 4 al minuto durante la settimana dell'Electronic Entertainment Expo.

L'azienda ha anche sottolineato che le prenotazioni durante l'E3 sono il doppio delle vendite di videogiochi registrati dalla piattaforma durante l'ultimo Black Friday. Peccato non avere il numero totale o le cifre delle singole console. Che dire se non "in bocca al lupo".
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lunedì 24 giugno 2013

Ancora guai per la privacy: Facebook diffonde 6 milioni di dati privati grazie a un bug e Zuckergerg rassicura

Alcuni di voi avranno ricevuto una mail da Facebook durante il week end che parlava del possibile accesso da parte di terzi non autorizzati ai vostri dati relativi al contatto email e telefonico.


Stando a un post pubblicato sul blog sulla sicurezza di Facebook stesso, un bug nel sistema che raccomanda amici agli utenti ha permesso ad altri soggetti di accedere alle informazioni sui contatti di circa 6 milioni di utenti.

Il bug esiste da circa un anno ma l'azienda se n'è resa conto solo adesso e gli utenti interessati hanno ricevuto una email che li avvisava del problema, anche se Facebook ha dichiarato che non ci sono prove che questo bug sia stato utilizzato con intenzioni malevole da alcuno. Ciò però temo non rassicuri alcun soggetto direttamente o indirettamente interessato.

Il post pubblicato da Facebook recita:

La spiegazione del bug è altamente tecnica, ma desideriamo spiegare cosa e' successo. Quando le persone caricano una lista di contatti o una rubrica telefonica su Facebook, cerchiamo di stabilire una corrispondenza tra tali dati e le informazioni di contatto pubblicate da altre persone su Facebook per generare suggerimenti di amicizia. Il bug ha fatto in modo che gli indirizzi e-mail e i numeri di telefono usati per generare questi suggerimenti di amicizia e ridurre il numero di inviti mandati indesiderati venissero memorizzati negli account Facebook degli utenti, accanto ai contatti da loro caricati. Di conseguenza, quando una persona scaricava un archivio delle informazioni presenti nel suo account Facebook mediante l'apposito strumento che mettiamo a disposizione, tale archivio includeva i suoi contatti scaricati. E' durante questo processo che le persone potrebbero aver ottenuto indirizzi e-mail o numeri di telefono aggiuntivi.

Al momento Facebook ha disabilitato lo strumento che permette il download delle proprie informazioni. Pare che il bug non permetta di fatto che i dati degli utenti restino ulteriormente accessibili a terzi da qualche parte nella rete, ma serve comunque come promemoria del fatto che non si può mai pensare che i propri dati online siano al sicuro.

Prima veniamo controllati dai "giganti della rete", poi Facebook non si accorge per un anno dei malfunzionamenti del proprio social network a discapito di parte degli utenti iscritti. Chi ci garantisce la nostra privacy? Vi rassicurano le giustificazioni di Zuckergerg o del CEO di turno? 
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sabato 22 giugno 2013

Trova i bug Microsoft potrebbe non essere più così frustrante

Microsoft ha indetto un concorso a premi: scopri nuovi bug in Windows 8.1 e vinci fino a 100.000 dollari


Non si tratta di uno scherzo, bensì della nuova iniziativa della società per migliorare la sicurezza del sistema operativo e di Internet Explorer 11. 

A partire dal 26 giugno aprirà il contest, suddiviso in tre sezioni:

  1. Mitigation Bypass Bounty: si vincono fino a 100.000 dollari se si scoprono "nuove tecniche contro le protezioni usate nell'ultima versione del nostro sistema operativo (anteprima Windows 8.1)".
  2. BlueHat Bonus for Defense: fino a 50.000 dollari verranno aggiunti se colui che scopre un nuovo modo di arginare le protezione idea anche una modalità per risolvere tale vulnerabilità.
  3. Internet Explorer 11 Preview Bug Bounty: "Microsoft pagherà fino a 11.000 dollari per vulnerabilità critiche che affliggono l'anteprima di Internet Explorer 11 nell'ultima versione di Windows (anteprima Windows 8.1)". A differenza delle altre due competizioni, questa ha una durata limitata: dal 26 giugno al 26 luglio, i primi 30 giorni dell’anteprima del browser.

I nostri nuovi programmi aggiungono fresca profondità e flessibilità ai programmi della community già esistenti

si legge sulla pagina ufficiale dei Bounty Programs.

Avere queste nuove iniziative offre un modo per sfruttare l'intelligenza e le capacità collettive dei ricercatori di sicurezza per aiutare a migliorare la protezione dei consumatori.
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venerdì 21 giugno 2013

Instagram e la nuova feature video

Instagram, sin dal suo esordio, riuscì a catalizzare l'attenzione di un pubblico molto vasto, che gli permise di accattivarsi l'interesse di svariate società dal forte impatto mediatico e dallo spiccato senso per gli affari. 


Dopo una lunga trattativa, Facebook riuscì ad aggiudicarselo per una cifra considerevole: si parla di circa un miliardo di dollari. Dalla sua creazione, però, è rimasto fedele a se stesso, non introducendo ahinoi grosse novità.

Ora però tutto lascia presagire un "cambio di passo", in quanto sarà introdotta una nuova feature, tutt'altro che banale. Con il prossimo upgrade, Instagram potrà essere utilizzato per girare video, dando quindi vita alle atmosfere retrò tipiche delle immagini condivise con questo strumento sui maggiori social network.

La funzionalità video di Instagram prevede l'utilizzo di tutti i filtri già presenti per le immagini, mentre le riprese potranno durare da 3 a 15 secondi. Da segnalare anche l'integrazione di uno stabilizzatore che promette di fare miracoli, che va sotto il nome di Cinema, al fine di rendere al meglio l'esperienza di ripresa.

Questa funzionalità, ricorda un po' quella nativa per HTC One (HTC Zoe™), introdotta dalla società di Taiwan proprio con l'ultima versione della Sense.

L'applicazione è disponibile sia per iOS che per Android, nelle quali compare ora un pulsante virtuale rosso a forma di videocamera; tenendo premuto questo pulsante si darà il via alla ripresa video, come è possibile osservare nel filmato che riportiamo qui sotto.


Instagram, con la propria funzionalità video, intende andare oltre a quanto offerto da Vine; concettualmente molto differente, Vine non prevede stabilizzazione e postproduzione, così come i video sono limitati a 3-6 secondi. Zuckerberg e Systrom, quest'ultimo cofondatore di Instagram, si dicono convinti che la visual experience sia il cuore dei social network e che le funzionalità video di Instagram permetteranno di esplorare nuovi settori della creatività. Per ora non sarà possibile porre dei tag all'interno dei video, ma non è escluso che si potrà farlo nel giro di poco tempo.
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giovedì 20 giugno 2013

La nuova frontiera delle etichette alimentari si chiama laser

Nei prossimo giorni, stando a quanto riporta il Telegraph, l'UE inizierà a permettere alle aziende che lo vogliono di applicare etichette e codici a barre direttamente sul prodotto, grazie all'uso dei laser (vedi foto successive).


La legge, che ha impiegato tre anni ad essere approvata, è stata proposta a un'azienda spagnola che si chiama Laser Food e che ha, guarda caso, sviluppato la tecnologia per incidere marchi e scritte direttamente sul cibo.

Dalle banane ai pomodori, la tecnologia spagnola permette di "etichettare" la stragrande maggioranza del cibo in vendita senza arrecare nessun danno e mantenendo la possibilità di essere letta dagli scanner di codici a barre.




Al momento la più veloce delle macchine prodotte dalla Laser Food è in grado di incidere 54.000 pezzi di frutta in un'ora, che non è male. Ora rimane da trovare un modo per convincere i produttori ad investire in una tecnologia che sicuramente non sarà economica. Questa tecnologia è in grado di limitare i costi e gli sprechi di etichette e inchiostri vari da un lato e dall'altro ridurrebbe i costi di contraffazione.


Quest'ultimo punto potrebbe diventare il deterrente, in grado di spingere le aziende a optare per questo cambio di rotta.
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mercoledì 19 giugno 2013

Gli USA credono nell'energia solare: copre il 50% del fabbisogno

Un primo trimestre da record per il solare USA. Nonostante la crescita del mercato dello shale gas, le rinnovabili continuano a svolgere un ruolo importante all'interno del mix energetico a stelle e strisce e il solare sta frantumando record su record.


Secondo il Solar Market Insight, la consueta ricerca effettuata dalla Solar Energy Industry Association (SEIA) in collaborazione con GTM Research, quasi il 49% della nuova capacità elettrica installata negli Stati Uniti nel primo trimestre del 2013 è arrivata dal solare.

Un dato eccezionale: i 723 MW installati a inizio 2013 rappresentano infatti una crescita del 33% rispetto ai 544 MW del primo trimestre del 2012. Una crescita sostenuta in particolar modo dal mercato residenziale che, soprattutto in Arizona e California, ha fatto registrare eccelsi livelli di crescita. Addirittura in California, per la prima volta, il mercato residenziale è stato superiore a quello non residenziale.

Altro dato molto interessante da sottolineare riguarda il prezzo dell'energia. Si evidenzia da più parti come lo shale gas abbia fatto diminuire il prezzo del gas, ma si evidenzia troppo poco quanto sia diminuito anche il prezzo del solare. Secondo il Solar market Insight, infatti, il prezzo medio di un impianto fotovoltaico residenziale negli Stati Uniti è sceso sotto i 6 dollari per watt, mentre quello degli impianti non residenziali si è abbassato a meno di 4 dollari per watt.

Nel complesso, secondo il report, il fotovoltaico dovrebbe continuare a crescere: altri 4,4 GW dovrebbero essere installati entro la fine del 2013 con una crescita annuale di circa 9 GW fino al 2016. Meno poderosa la crescita del solare a concentrazione, anche se entro la fine dell'anno dovrebbero essere installati 900 MW. 

Insieme queste due tecnologie dovrebbero dunque portare entro la fine dell'anno all'installazione di 5,3 GW di energia solare un quantitativo sufficiente per soddisfare i fabbisogno di circa 960.000 famiglie americane. 

Siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione solare negli Usa guidata dalla rapida espansione della generazione distribuita

ha dichiarato Shayle Kann, vicepresidente della ricerca presso GTM.

Rhone Resch, presidente e CEO della SEIA, ha invece sottolineato che l'attuale potenza cumulata di energia elettrica solare installata negli Stati Uniti può soddisfare il fabbisogno di 1,3 milioni di famiglie americane, una crescita che ha permesso all'industria solare americana di creare migliaia di posti di lavoro e di fornire energia pulita e conveniente.

Questa crescita, semplicemente, non si sarebbe verificata in assenza di politiche coerenti e di lungo termine che hanno contribuito a garantire un ambiente di lavoro stabile per 5.600 aziende solari della nostra nazione. Molte delle quali piccole imprese

ha concluso Resch. 

Fare parallelismi con l'Italia sarebbe davvero come sparare sulla Croce Rossa. Di sicuro il sole non è una risorsa scarsa. Forse, invece che pensare regolamentare la tassazione del gas importato dalla Siberia, piuttosto che dalla Libia, dovremmo puntare sulle fonti alternative. Sicuramente il territorio utile italiano è modesto, se paragonato agli Stati Uniti, ma è anche vero che la popolazione autoctona è decisamente più limitata e quindi, pure il fabbisogno energetico locale. Senza dimenticare l'alta professionalità degli ingegneri energetici italiani, che non hanno nulla da invidiare ai colleghi d'oltreoceano.

Ora come sempre la palla passa alla politica, che da sempre riesce a complicare le cose più semplici. Sarà in grado la burocrazia italiana di incentivare la diffusione dell'energia solare? Non è necessario essere pessimisti per arrivare alla medesima conclusione, anche perché fino ad ora non ci pare abbia fatto molto.
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martedì 18 giugno 2013

Yahoo parla della privacy (Governo USA)

Due settimane fa, vi avevamo parlato del caso che coinvolgeva il Governo USA e le principali aziende operanti nel settore IT.  Google, Apple, Microsoft e Yahoo, infatti, pare siano tutte coinvolte.


Il caso sembra assumere una portata sempre più imponente; Yahoo ci aiuta a fare un po' il punto della situazioni attraverso le dichiarazioni dell'Amministratore Delegato.

A tal proposito, infatti,  il CEO di Yahoo Marissa Mayer ha deciso di rilasciare una dichiarazione in cui rivela i dati e i numeri delle richieste del governo.

"Abbiamo lavorato per anni per guadagnarci la fiducia dei nostri utenti, si legge nella dichiarazione, e lotteremo per preservarla. A questo scopo diffondiamo i dati delle richieste di dati degli utenti inoltrate dalle forze dell'ordine in Usa tra il primo dicembre 2012 e il 31 maggio 2013. In questo periodo, abbiamo ricevuto tra le 12.000 e le 13.000 richieste. Le più comuni di queste richieste riguardano frodi, omicidi, rapimenti e altre indagini su crimini".

Yahoo fa sapere anche che sta facendo di tutto perché lo stato riconsideri i suoi programmi sulle questioni relative alla privacy. L'azienda intende, inoltre, mantenere la fiducia degli utenti rilasciando per la prima volta il report sulle richieste inoltrate globalmente dalle forze dell'ordine e aggiornandolo due volte all'anno.
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lunedì 17 giugno 2013

Apple cambia già le "nuove" icone di iOS 7: cambiamento in corsa?

Se qualcuno aveva bisogno di un promemoria riguardo al fatto che quella che abbiamo visto una settimana fa, in fondo, è solo una beta di iOS 7, sul sito di Apple in questi giorni sono apparsi alcuni aggiornamenti nel design delle icone.


A notare la cosa per primo è stato il blog 9to5Mac secondo il quale la comparsa delle icone sul sito di Apple si dovrebbe ad una svista.

Dal momento che iOS 7, però, è tecnicamente ancora in fase di sviluppo, forse possiamo prendere questo come un segno del fatto che Apple abbia deciso di prendere in considerazione le rimostranze fatte da alcuni utenti e correggere la rotta in corso d’opera.

In più, questo potrebbe significare che la versione definitiva di iOS 7 potrebbe essere anche molto diversa da quella vista al Moscone Center.


L'icona del meteo, ad esempio, sembra che mostrerà direttamente la temperatura attuale senza che l'utente debba aprire l'app, a differenza di quella vista durante la presentazione. Molti dei cambiamenti, comunque, sembrano essere minimi e riguardano soprattutto i colori, mentre le uniche che mostrano qualche differenza più sostanziale sono Reminders, Newsstand e Passbook.
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venerdì 14 giugno 2013

6 anni di storia dell'OS made in Cupertino

2007: Bulgaria e Romania entrano a far parte dell'Unione europea, The Departed di Martin Scorsese vince l'Oscar per il miglior film, la Svizzera aderisce al trattato di Schengen, la Corte di Cassazione si pronuncia definitivamente sulla strage di Ustica (i due generali dell'Aeronautica finiti sotto processo per alto tradimento vengono assolti), la Slovenia adotta l'euro e, infine, dopo 50 anni rinasce la Fiat 500. 


Sicuramente un anno rilevante dal punto di vista storico. Gli amanti di tecnologia, però, ricorderanno con maggior interesse la nascita di un vero status symbol che rivoluzionò il modo di comunicare, l'apripista degli smartphone moderni.

Ovviamente parliamo di iPhone. Da allora ad oggi molto (forse) è cambiato, basta guardare la home di iOS. All'inizio della sua storia, quando non si chiamava neanche iOS, non si potevano avere app di terze parti e neanche spostare le app da una parte all'altra. Ora c'è uno schermo più grande e tutte quelle icone nuove.


E' impressionante vedere la coerenza, se così la vogliamo chiamare, che Apple ha profuso alle home dei propri upgrade. L'utente di Reddit iKurac ha preparato quest'immagine per mostrare il graduale cambiamento e l'evoluzione del sistema operativo mobile di Apple negli anni. Fino all'ultima versione, in realtà, sono solo state aggiunte nuove app o poco più. Ma con l'uscita di iOS 7, tutto quello che è stato tra la primissima versione e la sesta sarà archiviato come storia, nella capsula del tempo insieme ad Android 1.0, BlackBerry, Palm e Windows Mobile.
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giovedì 13 giugno 2013

Ecco i nuovi uffici Google a Tokyo

La policy di Google richiede che ogni sede sparsa per il mondo venga arredata e decorata tenendo in considerazione gli elementi della cultura popolare della città in cui sorgono.


A Zurigo, per esempio, ci sono le piste da sci, mentre a Pittsburgh ci sono le foto delle acciaierie e così via. A volte questa policy ha portato a design piuttosto discutibili, ma altre volte dà frutti davvero divertenti. E' il caso dei nuovi uffici di Tokyo, l'ultimo aperto da Big G.

Progettato dallo studio di architetti di Tokyp Klein Dytham Architecture, gli uffici sono collocati nel complesso di Roppongu Hills, nel cuore della città. All'inizio gli architetti avevano proposto uno schema di colori basato sui colori tradizionali giapponesi, ma pare non fosse abbastanza per Google che aveva chiesto una "rievocazione più vivida della cultura giapponese".

Senza scadere in facili cliché, gli architetti hanno incluso elementi sorprendenti come uno yatai (il tradizionale carretto del cibo da strada) a dimensione reale e la tipica carpa giapponese, che accolgono le persone a uno degli ingressi principali: grazie a dei sensori, la carpa proiettata sul pavimento si muove quando arriva qualcuno, come per ricevere del cibo. Molte, poi le integrazioni con il logo di Android, compresa una in bikini davvero niente male. Kitsch? Decisamente, ma altrettanto divertente. 

Per chi di voi lavora in un ambiente non altrettanto stimolante (la maggior parte di voi temo), consiglio di dare un'occhiata alle immagini a seguire. 








E' ora di fare due chiacchiere con il vostro titolare?


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mercoledì 12 giugno 2013

WWDC 2013: il giorno dopo

Tornando a ieri sera (WWDC 2013) e allo scetticismo per il nuovo design di iOS 7, dobbiamo aggiungere, per dovere di cronaca, che durante i vari upgrade, mai come ora, la mano del designer si fa notare. Se Cupertino voleva cambiare pelle ad iOS, ha fatto bene ad affidarlo a Jony Ive.


La caratteristica sicuramente più impressionante sembra essere, però, l'effetto di parallasse che si vede nella GIF in basso, quell'effetto tipico delle figurine speciali che si trovano nelle collezioni Panini e affini.

Secondo la presentazione di ieri sera dal Moscone Center di San Francisco, infatti, quando iOS 7 sarà disponibile per gli utenti è questo l'effetto che si produrrà inclinandolo leggermente da un lato o dall'altro. Forse può non apparire così utile come altre funzioni presentate da Apple, ma in realtà può servire a distinguere i diversi livelli delle informazioni mostrate, dando un senso dello spazio all'utente.


Ma chi vogliamo prendere in giro, è l'ennesimo intervento lezioso all'interno di una "rivoluzione" poco rivoluzionaria. 

La nostra attenzione, a dispetto di quanto scritto fin'ora, è stata catalizzata da qualcosa di cui avevamo realmente bisogno: un notebook che ci potesse accompagnare per quasi tutta la giornata, "senza tradirci sul più bello".
E' stato Phil Schiller a fare le presentazioni ufficiali: parliamo dei nuovi MacBook Air che arrivano con una linea del tutto aggiornata. Punto di forza? Senz'altro la batteria che secondo Apple durerà un'intera giornata. Questo si deve al fatto che i nuovi Air si basano su Haswell ULT "un ottimo processore per le batterie" spiega Schiller. Il nuovo 11 pollici durerà 9 ore, mentre il 13 pollici arriverà a 12 ore, fino a 10 ore di riproduzione di film da iTunes. Sbalorditivo, non c'è che dire.


Le 12 ore di autonomia della batteria del nuovo MacBook Air hai impressionato anche quelli di iFixit che hanno riunito la loro task force per dare un'occhiata al nuovo ultrabook di Apple, sostanzialmente simile al modello precedente. La batteria che si sono trovati davanti smembrando il nuovo MacBook Air è da 7150 mAh e 7,6V. Questo, a dire la verità, sorprende non poco dato che si rivela un miglioramento non così grosso rispetto alla batteria del modello precedente che era da 7,3V e 6700 mAh. E’ probabile che altri fattori contribuiscano alla maggiore durata, come il flash drive più piccolo, che ha dimensioni pari alla metà di quello del modello precedente. Quelli di iFixit hanno anche trovato una scheda Airport aggiornata che, come sappiamo, supporta la connessione wi-fi 802.11ac, due microfoni e un nuovo stabilizzatore del calore.

I nuovi Air sono disponibili immediatamente ai seguenti prezzi: da 999 dollari per l'11 pollici e da 1.099 per il 13 pollici, a seconda della capacità dello storage.

Infine, altra novità, meno eclatante ma degna di menzione, riguarda AirPort con un nuovo design (passerà da 4 a 6 pollici) e Time Capsule con capacità aumentata (dai 2 TB attuali ai 3 TB).
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martedì 11 giugno 2013

In sintesi, ecco le novità Apple presentate al WorldWide Developer Conference '13

Niente iPhone 5S, né iPad di quinta generazione. Dopo le voci che si sono rincorse in questi ultimi mesi, la risposta di Apple sembra essere: "sappiamo ancora sorprendervi!".


Nonostante gli assenti illustri, sono state presentate una quantità enorme di novità, e ognuna di esse ha cambiato radicalmente i concept cui eravamo abituati.

Ora che sappiamo cosa non vedremo negli store nelle prossime settimane, cerchiamo di capire la portata di questo evento. La novità che più attendevano i puristi Apple, infatti, tra le novità presentate in occasione della conferenza inaugurale della Worldwide Developers Conference 2013, spicca in particolare il nuovo sistema Mac Pro, oggetto di una profonda revisione progettuale che ha permesso alla Società di Cupertino di creare un sistema di dimensioni compatte e dall'inusuale aspetto cilindrico. 

Phil Schiller, presentando il nuovo Mac Pro ha esordito affermando "Can't innovate anymore, my ass", il cui significato è facilmente intuibile. Il nuovo chassis, in alluminio, di Mac Pro ha dimensioni di 25 centimetri di altezza e 16 centimetri di diametro, per un ingombro volumetrico pari ad 1/8 rispetto all'attuale generazione di sistemi Mac Pro.

La rete, già pochi minuti dopo la presentazione, ha iniziato ad etichettarlo per il suo design più simile a un "aspirapolvere" che a un Mac professionale. In alcuni commenti, gli utenti si esprimono in questi termini: "È un giocattolo nato dalla vanità distruttiva dei designer". Diamo tempo al tempo; i commenti a caldo sono spesso impietosi e non sempre rispecchiano il successo di un prodotto. 


Un case cilindrico impone una completa riorganizzazione della componentistica interna: ecco che le principali schede logiche di Mac Pro vengono assicurate ad un dissipatore a forma di prisma, che Apple denomina "unified thermal core". In questo modo è possibile usare una sola ventola di raffreddamento, collocata sulla parte superiore dell'unità che crea un flusso d'aria dal basso verso l'alto, lasciando così uscire l'aria calda dalla parte superiore del cilindro.

Sul fronte hardware non sono stati rilasciati dettagli specifici, con le configurazioni definitive che verranno annunciate in occasione del rilascio effettivo sul mercato. Il nuovo Mac Pro farà uso di processori Intel Xeon E5 che permetteranno di arrivare a configurazioni "da combattimento" fino a 12 core. Il nuovo Mac Pro supporta la tecnologia PCI Express di terza generazione che porta la bandwidth fino a 40GBps, con velocità di lettura e scrittura fino a 1,25GBps e 1,0GBps. Il sottosistema memoria prevede l'impiego di moduli ECC DDR3 di tipo four-channel, che operano alla frequenza di 1866MHz e permettono così di ottenere una bandwidth di 60GB/s.

Novità anche per quanto riguarda le GPU, con la presenza di due schede AMD FirePro con 6GB di memoria VRAM dedicata, in grado di esprimere una potenza computazionale fino a 7 teraflop. Mac Pro ha la possibilità, in questo modo, di supportare anche display di tipo 4K.

Per quanto riguarda il comparto storage Apple sceglie di affidarsi esclusivamente a soluzioni PCI e flash a 1250MB/s, mandando in pensione definitivamente gli hard disk interni di tipo magnetico/meccanico. Per le esigenze di storage di massa gli utenti dovranno affidarsi a unità esterne, che possono essere collegate al sistema mediante la nuova tecnologia di interfaccia Thunderbolt 2, recentemente annunciata da Intel.

Ampliate considerevolmente le possibilità di collegamento a periferiche esterne, con la presenza di ben sei porte Thunderbolt 2, quattro porte SuperSpeed USB, due connettori Gigabit Ethernet, connettore HDMI 1.4 e connettori audio in/out. La nuova interfaccia Thunderbolt 2, lo ricordiamo, ha la capacità di supportare un throughput di 20GBps e fino a sei periferiche collegate daisy-chain su ciascuna porta.

Il nuovo Mac Pro, almeno stando alle informazioni attualmente disponibili, sembra essere sprovvisto di qualsivoglia unità ottica: anche in questo caso gli utenti dovranno affidarsi a soluzioni esterne. La disponibilità è prevista prossimamente nel corso dell'anno, presumibilmente per il prossimo autunno. Prezzi e configurazioni definitive non sono stati comunicati.

Apple ha inoltre rilasciato poco fa il comunicato stampa ufficiale attraverso il quale da il benvenuto alla nuova arrivata iTunes Radio:

SAN FRANCISCO - 10 giugno 2013 - Apple ha annunciato oggi iTunes Radio, un servizio di Internet radio gratuito con oltre 200 stazioni e un incredibile catalogo di musica dall’iTunes Store, collegato a funzioni che solo iTunes è in grado di offrire. Quando l’utente si sintonizza su iTunes Radio dall’iPhone, iPad, iPod touch, Mac, PC o Apple TV, potrà accedere a stazioni ispirate alla musica che ascolta abitualmente, a Stazioni in Evidenza curate da Apple e a stazioni suddivise per genere, personalizzate in base ai suoi gusti. iTunes Radio cambia in base alla musica che l’utente ascolta e scarica. Più usi iTunes Radio e iTunes, più la radio capirà cosa ti piace ascoltare e più personalizzata diventa la tua esperienza. iTunes Radio offre inoltre anteprime esclusive con “primi ascolti” degli artisti più famosi, integrazione con Siri e la possibilità di taggare o acquistare qualsiasi cosa si ascolti con un solo clic.



Infine parliamo di iOS 7, l'atteso sistema operativo della mela morsicata. Già prima del WWDC 2013, dopo l'esonero di Scott Forstall e il passaggio della supervisione del team iOS a Jonathan Ive, era chiaro che il vice presidente senior del Design Industriale di Apple avrebbe rimesso mano all'interfaccia grafica e soprattutto riorganizzato il look&feel e la coesione dell'OS mobile di Cupertino col resto dell'ecosistema. Il risultato è un design piatto, sofisticato ma molto minimalista, con alcune idee molto originali ed eleganti, e altre che sembrano ispirate direttamente agli altri OS. Insomma Ive rabbrividisce al solo sentir pronunciare la parola sheamorfismo.

In linea di massima si può dire che iOS 7 è tutt'altro che rivoluzionario, rappresenta più che altro un sano cambiamento di paradigma che lenirà i malumori di stampa specializzata e investitori e che dimostra la propensione al rischio di Apple. E fateci caso: per quale ragione Tim Cook avrebbe snocciolato i dati sul gradimento dell'iPhone se non fosse preoccupato sul serio di perdere la bandiera di società innovatrice? E per quale motivo Schiller avrebbe ironizzato sul Mac Pro con, "pensate ancora non sia innovativo?" (traduzione gentile del più aspro “Can’t innovate anymore my ass” a cui facevamo riferimento in testa all'articolo).

È come se, per la prima volta nella sua storia, Apple fosse davvero in apprensione per la percezione che di lei ha il pubblico, e per questo ostentasse una nervosa sicumera.

D’altro canto, non è che ci fossero molte altre possibilità: statistiche alla mano, l’iPhone piace alla maggior parte dei suoi utenti, ma è anche vero che iOS ha sacrificato per troppo tempo l’usabilità sull’altare dell’apparenza estetica. L’intervento di Ive, insomma, non si poteva proprio rimandare.

Parliamo ora delle novità: il nuovo Multitasking con l'anteprima delle app, per esempio, somiglia sinistramente ad alcuni hack di Cydia o meglio ancora alle Cards di WebOS e a Windows Phone 7. Il Centro di Controllo e il Centro Notifiche migliorato esistono su Android dalla notte dei tempi; le animazioni traslucide e gli effetti di sistema, invece, sembrano la rivisitazione di Apple del Sense 5 di HTC.

Che dire poi della rinnovata app di meteo? Bellissima, per carità, ma un filo troppo somigliante a Yahoo Weather, lanciata neppure un paio di mesi fa. Tralasciamo poi le questioni di carattere personale, tipo la scomparsa dei pulsanti in favore delle semplici diciture; figuratevi che, sullo stile di Ive, oramai ci sono pure i siti canzonatori.

E ad affondare il coltello nella piaga, si potrebbe pure dire che AirDrop costituisce il calafataggio di una lacuna esistente sin da quando i telefonini si scambiavano file con l'infrarosso. Da questo punto di vista, Apple ha sempre scientemente scelto di complicare la vita dell’utente: il timore, infatti, era che la pirateria prendesse il sopravvento in un periodo in cui la mela cercava di convincere Major e produttori di contenuti a fare il salto su iTunes.

E se i bravi artisti copiano e i grandi artisti rubano, allora forse Cupertino l'ha imbroccata ancora una volta, creando un sistema che "va bene sia per il nerd che per la mamma." In un bell'articolo su ReadWrite, Noah Kravitz scrive:

Oggi Apple ha mostrato di non essersi dimenticata degli utenti come me che vogliono smanettare coi propri telefoni. E lo ha fatto alla maniera sua, scimmiottando le innovazioni apparse nel mondo non-iPhone, e offrendole rielaborate in un modo che non complicassero a dismisura la vita degli utenti alle prime armi.

A livello di funzionalità i sistemi concorrenti rincorrono l'iPhone con sempre minor distacco, ma su un elemento non potranno averla vinta né tra 6 mesi né tra 2 anni. Parliamo dell'ecosistema nel suo complesso, quella ragionata mescolanza di software, hardware e servizi che rende l'esperienza su Mac e iOS inconfondibile. Sarà per quello che perfino il responsabile dello sviluppo di Android, Sundar Pinchai, ha rivelato in un tweet di "morire dalla voglia di provare iOS 7".

Nella gallery qui di seguito, riportiamo gli scatti più interessanti dell'installazione di iOS 7 e gli screenshot più significativi tra quelli raccolti da 9to5Mac.


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lunedì 10 giugno 2013

Anche sul catalogo Amazon compaiono le prime stampanti 3D

Le stampanti 3D diventano sempre più popolari, ed è un trend destinato a crescere se Amazon ha deciso di aprire una sezione dedicata proprio a questi dispositivi.


Sulla pagina 3D Printers del sito statunitense, infatti, è possibile acquistare stampanti 3D e i filamenti che servono per realizzare le vostre creazioni.

L'azienda ha scelto di vendere i seguenti modelli: MakerBot Replicator 2, Afinia 3D Printer H-Series, 3D Systems’ Cubify (non disponibile al momento), fabbster 3D Printer, Airwolf3D e un paio di modelli cinesi. Per quanto riguarda le materie prime, invece, si trovano sia le ABS che la PLA. Si possono anche acquistare libri e software CAD e altri accessori utili.

E’ un passo verso la diffusione di questo sistema di stampa. Certo non significa che le stampanti 3D siano improvvisamente diventate più economiche, ma di sicuro non è mai stato così facile comprarne una.
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sabato 8 giugno 2013

Il Governo Obama e le violazioni della privacy. Utenti avvisati

Una vera e propria bufera si è abbattuta sulla Casa Bianca, uno scandalo che potrebbe riguardare milioni di cittadini, forse gran parte della popolazione di internet. Nessuno può stare tranquillo.


Il caso è scoppiato nelle ultime 48 ore, quando il quotidiano britannico The Guardian pubblicava il contenuto di un documento segreto del tribunale federale degli Stati Uniti a proposito di raccolta di dati sensibili in violazione della legge della privacy. Secondo il documento rinvenuto dal Guardian, la National Security Agency (NSA) stava raccogliendo milioni di tabulati e metadati telefonici dagli abbonati Verizon.

Ma si tratta solamente del preludio dello scandalo che è invece scoppiato nella giornata di ieri. Secondo un nuovo rapporto del Guardian, supportato dal Washington Post e da altri quotidiani statunitensi, la NSA si avvarrebbe anche di un programma segreto chiamato Prism per impossessarsi dei dati di utilizzo dei server privati della maggior parte delle grandi aziende del mondo della tecnologia, come Apple, Google, Microsoft, Facebook e altri ancora.

Si tratta di dati provenienti dagli scambi digitali tra gli utenti che accedono ai servizi web messi a disposizione da questi colossi. Informazioni private su spostamenti, abitudini, necessità, partecipazioni a eventi sociali, e molto altro ancora, che finiscono direttamente nelle mani dell'agenzia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

Ma è una questione principalmente politica, visto che l'Amministrazione Obama sembra aver dato rinnovato vigore a un modo di procedere che era stato inaugurato da George W. Bush all'indomani dei tragici fatti dell'11 settembre. Non solo Obama non avrebbe calmierato le procedure invasive della precedente amministrazione, ma le avrebbe confermate e addirittura ulteriormente rinvigorite. "L'amministrazione ha perso credibilità", afferma il New York Times, tradizionalmente vicino a Obama. Ma l'attacco all'attuale amministrazione non si ferma qui, visto che il quotidiano parla anche di "abuso di potere che richiede vere spiegazioni". Secondo il New York Times l'amministrazione non è in grado di reagire in maniera ferma alle accuse, adducendo "banalità" come risposte agli attacchi che sta ricevendo in queste ore da tutti i giornali d'oltreoceano.

Gli attacchi all'amministrazione attuale provengono da ogni parte e colpisce soprattutto come Obama stia ripercorrendo una strada, quella intrapresa dalla precedente amministrazione repubblicana, che lui stesso aveva fortemente criticato in campagna elettorale. "George W. Obama" titola l'Huffington Post, che riesce a far vacillare anche i più ferventi sostenitori ed elettori del presidente nero.

Sembra che Obama stia riprendendo e affinando un programma iniziato da Bush, a quei tempi supportato anche da Microsoft. Le aziende acquisiscono immunità contro eventuali azioni legali aprendo i loro server alle autorità governative. Per ottenere questo "status" devono ottenere una direttiva dal procuratore generale e dal direttore nazionale dell'intelligence. Non tutti i giganti del mondo della tecnologia avrebbero aderito spontaneamente anzi, secondo il Washington Post, Apple avrebbe resistito per anni alle lusinghe governative.

Google sostiene di trasmettere i dati al governo "nel rispetto della legge", mentre tutti gli altri grandi colossi coinvolti nello scandalo hanno respinto ogni ipotesi. Secondo un comunicato ufficiale, infatti, Apple "non sa di cosa si stia parlando".

Le relazioni del Guardian e del Washington Post sono basate su una presentazione sulla sicurezza da 41 pagine fornita, a quanto pare, da un ufficiale in servizio che si è detto inorridito da quanto aveva scoperto. Secondo l'ufficiale, il programma avrebbe delle capacità enormi nella misura in cui riesce a incunearsi dappertutto. Prism, così, diventa una parte fondamentale delle azioni di intelligence degli Usa.

Secondo voci riferite successivamente dalla Reuters, che avrebbe sentito un "alto funzionario del governo", il programma verrebbe utilizzato solo per controllare cittadini non americani non residenti negli Stati Uniti. Insomma, sembra un modo per calmierare le assidue polemiche che stanno riguardando gli Usa in queste ore, ma il resto del mondo non merita forse lo stesso livello di rispetto della privacy?

La Reuters sostiene che il programma sarebbe stato recentemente nuovamente autorizzato, dopo che veniva praticato già dai tempi dell'amministrazione Bush. Sono servite "ampie udienze e un lungo dibattito" per ottenere la nuova autorizzazione. Il Washington Post aggiunge che il programma va "ben al di là" delle leggi vigenti che richiedono alle aziende tecnologiche di fornire i dati sensibili sugli utenti ai tribunali degli Stati Uniti o al governo stesso in caso di particolari necessità. La NSA avrebbe piuttosto accesso diretto ai server privati di Facebook , Microsoft, Yahoo, Google, AOL, Apple, PalTalk, Skype e Youtube.

Come dicevamo, tutte queste aziende hanno ufficialmente smentito le indiscrezioni che stanno emergendo. Google ha ammesso di aver lasciato aperta una "back door" verso i propri dati per le esigenze governative, ma ha prontamente aggiunto che adesso non esiste più un lasciapassare del genere. Microsoft, che presumibilmente è stata la prima ad aderire al programma già ai tempi di Bush, ha detto che non partecipa volontariamente a nessun tipo di raccolta dati del governo e che accetterà solamente richieste su "specifici account".

La presentazione che prima abbiamo riportato, quindi, sembra contraddire sia le aziende tecnologiche sia il governo, ribadendo che l'NSA raccoglie una grande quantità di dati sui cittadini attraverso il programma Prism, anche se non necessariamente questi dati vengono esaminati e utilizzati. Solo nel momento in cui un'indagine sia stata avviata, il programma "intercetta" i dati su posta in arrivo e inviata, o altri tipi di dati sensibili appartenenti al sospettato o ad altre figure a lui vicine.

Il direttore della National Intelligence James R. Clapper ha detto che ci sono "numerose inesattezze" nei report del Guardian e del Washington Post sul programma Prism, ma non ha fatto esempi concreti. Si è limitato a dire che "le informazioni raccolte attraverso questo programma sono tra le informazioni di intelligence più importanti tra quelle che provengono dall'estero, e vengono usate per proteggere la nostra nazione da diversi tipi di minacce". Aggiunge che la "divulgazione non autorizzata di informazioni su questo fondamentale e del tutto legale programma è riprovevole e rischia di provocare importanti ripercussioni sulla sicurezza degli americani".

Naturalmente queste rivelazioni non sono completamente sorprendenti nella misura che sembrano configurarsi come un'evoluzione di precedenti programmi, come il famoso programma di monitoraggio satellitare Echelon in vigore negli anni '60. O come l'accordo tra amministrazione Bush e AT&T per intercettare comunicazioni di posta elettronica sospette a seguito degli attacchi dell'11 settembre. Si dice che il governo degli Stati Uniti disponga di un centro dati in Utah capace di gestire dati nell'ordine degli yottabyte (ossia 1 milione di miliardi di gigabyte).

La senatrice della California in carica dal 1992, eletta per il Partito Democratico, Diane Feinstein, ha respinto le accuse che le sono state mosse in seguito allo scandalo Verizon, dicendo che quello che il governo degli Usa sta facendo è "difendere l'America", e aggiungendo che il programma ha avuto a cuore la salvaguardia della vita privata dei cittadini. Il senatore Saxby Chambliss, Repubblicano eletto in Georgia, ha sostenuto la posizione della Feinstein, ribadendo che il programma analizza solamente dati su cittadini già indagati.

Stando alle slide trafugate, il 98% delle informazioni appartenenti al programma Prism provengono da Microsoft, Google e Yahoo. I funzionari del governo che hanno fatto trapelare le informazioni hanno anche aggiunto che i nomi dei partner privati che aderiscono all'iniziativa Prism sono uno dei segreti più sensibili del programma e che si era temuto che queste società si sarebbero potute ritirare dal programma se le loro identità fosse stata rivelata. Il Washington Post definisce i dati del Prism come il contributo più prolifico per il briefing quotidiano del presidente, con circa 1500 elementi al vaglio per ogni giorno. Il Prism è diventata la fonte di informazioni più importante per l'NSA, e il suo contribuito è in continua crescita.

L'Amministrazione Obama ribadisce che si tratta di "procedure specificamente approvate dal giudice, che riguardano solo persone non statunitensi che risiedono al di fuori degli Stati Uniti". Per ciascuna delle indagini svolte dal governo con questo metodo, c'è una probabilità del 51% che i dati coinvolti provengano dall'esterno rispetto agli Usa. Accidentalmente, secondo le fonti del Post, ogni trimestre arriva qualche segnalazione riguardante contenuti provenienti dall'interno degli Usa.

Il documento sostiene che gli inquirenti dell'NSA possono raccogliere informazioni estensive "con un semplice click, mentre basta un debole accostamento a fatti di terrorismo, spionaggio o proliferazione nucleare". Questi agenti hanno un accesso molto più ampio a questi dati rispetto alle normali attività di marketing, con Facebook e Skype che tendono a diventare degli strumenti sempre più efficaci in questa ottica. Per gli utenti di Skype, il Post riferisce anche di un controllo vocale nel caso di conversazioni che riguardino anche entità considerate sospette dal sistema. Monitoraggi simili vengono fatti anche attraverso gli strumenti di Google come GMail, le chat vocali, Google Drive, le librerie Picasa e altri servizi messi a disposizione dal gigante dei motori di ricerca.

Come nel classico film di spionaggio americano, ciò che arriva in maniera netta e precisa ai cittadini è una minima parte della realtà. Ciò che sta dietro il programma Prism e i suoi predecessori è conosciuto, nella sua interezza, solo dai funzionari governativi più addentro al sistema. Però i giornali d'oltreoceano hanno iniziato a scavare e hanno portato alla luce l'esistenza di un sistema che, se per certi versi è senza dubbio fondamentale nella lotta al terrorismo internazionale, d'altra parte pone una serie di problematiche sul piano della privacy.
Si tratta di misure di sicurezza giustificabili? Un cittadino innocente potrebbe pensare: "Io non ho niente da nascondere, quindi possono controllare pure. L'importante è che chi ordisce strani e pericolosi piani sia individuato prima dell'atto e bloccato per tempo". D'altra parte, molto spesso gli stessi media che stanno criticando l'operato del governo affondano le accuse anche quando quest'ultimo non riesce ad anticipare e a reagire prontamente alle azioni dei terroristi.

Ma chiaramente Prism viola alcune leggi sulla privacy del diritto internazionale e del sistema giuridico europeo, che sembra completamente ignorato dalla stampa americana e nelle dichiarazioni a difesa di Prism dell'amministrazione Obama. Teoricamente il sistema può sondare informazioni dettagliate sugli spostamenti, i gusti, le abitudini, le relazioni affettive, le questioni di lavoro, e molto altro ancora, della totalità dei cittadini. E questo potrebbe non piacere a qualcuno. E' questa la libertà propugnata dalla cultura americana?

Questa è la notizia, riportata dai maggiori quotidiani statunitensi e non, ma noi piccoli fruitori della rete non possiamo far altro che seguire la vicenda che ci riguarda da vicino e sensibilizza l'opinione pubblica. Una riflessione però è d'obbligo quando si tratta di società come Facebook, Google, Apple: essere controllati per scopi commerciali è davvero meno grave che essere sotto la lente per garantire la nostra sicurezza? La privacy non è pur sempre privacy?

Gli ads di Google che si intromettono nella nostra vita e interpretano i nostri gusti e le nostre scelte commerciali sono sufficientemente indiscreti da violare la nostra privacy?
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venerdì 7 giugno 2013

E se la pizza ve la portasse un drone?

Il vostro pony pizza di fiducia vi consegna sempre la vostra pietanza preferita in ritardo e già tiepida? Probabilmente non sei l'unico a lamentare questa "defezione".


Dalla Gran Bretagna, però, arriva la soluzione: mai più cibi freddi a domicilio, grazie al "drone-fattorino"; un elicottero telecomandato che consegna la pizza direttamente davanti al portone di casa.

Simile a Call of Duty, ma con pizze invece di mitragliatrici, in Gran Bretagna Domino's sperimenta la consegna a domicilio con il "pizza-copter". Il velivolo controllato a distanza permette di seguire il volo della borsa termica. Un mezzo sicuro che riesce ad elevarsi per centinaia di metri (garantisce la catena di ristorazione), per evitare traffico e distribuire cibo ancora caldo.

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