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lunedì 23 febbraio 2015

HTC M9: 5 giorni al lancio!

Anche se la data prevista per il lancio del nuovo top di gamma HTC One M9 è fissata per l'1 marzo, è inevitabile che la rete si sia data da fare per far trapelare indiscrezioni curiose. Ovviamente si tratta di pure indiscrezioni e senza conferme ufficiali rimangono tali.


Questa volta arrivano dalla Germania, in particolare dal sito Mobile Geeks, che ha pubblicato presunti render ufficiali, lista delle specifiche tecniche e prezzi. Non sono previste molte novità sul piano estetico, tuttavia HTC sembra interessata a correggere il tiro su quello che ha rappresentato il più grosso difetto di HTC One M8.

Sul fronte delle specifiche tecniche infatti spicca una fotocamera principale con sensore da 20 megapixel, che va a sostituire la UltraPixel da 4 megapixel del precedente modello, vero e proprio tallone d'Achille di uno smartphone che per molti altri versi rappresentava lo stato dell'arte della sua generazione. Sotto la scocca troveremo un processore Qualcomm Snapdragon 810 octa-core da 2GHz supportato da 3GB di RAM, 32GB di spazio d'archiviazione espandibili e una batteria da 2.900mAh.

Secondo i tedeschi One M9 (il nome non è ancora ufficiale) costerà 749 € in Germania e verrà proposto nativamente con Android 5.0 Lollipop personalizzato con la nuova Sense 7 proprietaria.

Resteranno invece invariate le caratteristiche del display, ancora una volta da 5" e a risoluzione Full HD. Si tratta di una scelta che ci sentiamo di premiare: risoluzioni superiori sono quasi del tutto inutili su diagonali così risicate, e fermarsi ai 1080p permette di guadagnare sia in performance che in efficienza energetica.

Sul piano estetico ci troviamo di fronte ad uno smartphone molto simile al suo predecessore, con una scocca in alluminio unibody sostanzialmente identica (ma colori diversi, e varianti a due toni) e tasto d'accensione spostato sul lato, come su molti dispositivi concorrenti.

Cambiano notevolmente i connotati estetici della fotocamera posteriore, che per il modello di prossima generazione sarà leggermente sporgente rispetto alla scocca, e non avrà bisogno del supporto del doppio sensore per l'aggiunta dei numerosi effetti in post-produzione tipici del precedente modello taiwanese.


Al link seguente (QUI - Mobile Geeks), l'intera gallery del nuovo HTC One M9.

Per la presentazione ufficiale, invece, dovremo attendere il Mobile World Congress di Barcellona. L'ultima indiscrezione riguarda la commercializzazione, che è attesa per il 9 aprile 2015.
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venerdì 13 febbraio 2015

Xiaomi pronta per conquistare l'Occidente

Apple, Samsung, HTC e Sony, ma forse le sorprese più grandi, ce le riserveranno i nuovi colossi cinesi.


E' ormai evidente l'immenso potenziale delle aziende cinesi come Lenovo e la stessa Xiaomi, oggetto del nostro post di oggi.

L'ex di Google, Hugo Barra, ha rivelato ufficialmente i piani di quest'ultima per il mercato occidentale. Il produttore cinese si appresta ad aprire uno store Mi.com negli Stati Uniti, in cui inizialmente verranno commercializzati solamente accessori, come auricolari o fitness band. Il negozio virtuale sarà lanciato entro la fine dell'anno, ma non ci sono piani per la vendita dei celebri smartphone della società per il prossimo futuro.

Quello che sembra un primo timido approdo sul suolo occidentale da parte di Xiaomi, potrebbe avere dietro un piano ben più solido e definito. Se da una parte la vendita di accessori non è comparabile al mercato degli smartphone, dall'altra è ormai evidente che Xiaomi sta puntando agli USA, e la vendita di accessori non potrebbe essere che una prima pallida mossa per un più vasto piano d'assedio nei mercati occidentali.

Bisogna riconoscere a Xiaomi un notevole coraggio nel proporre dispositivi assolutamente comparabili ai top di gamma di Samsung e HTC a prezzi notevolmente inferiori.

I cinesi puntano a guadagnare sull'ecosistema che sussiste intorno agli smartphone venduti, grazie ad una piattaforma che almeno in Oriente è stata in grado di reggersi da sola e a produrre proventi per la società.

A prescindere dalle qualità intrinseche dei prodotti, però, è difficile prevedere la reazione del pubblico occidentale agli smartphone cinesi.

Dopo alcune società, come Huawei, adesso anche Xiaomi prova a conquistare il mercato occidentale, ma al momento è molto difficile prevedere quale sarà il futuro del brand che, anche se è stato in grado di mettere sotto scacco Apple e Samsung in Cina, potrebbe faticare molto per ottenere risultati paragonabili anche fuori dai propri confini nazionali.

Riuscirà la Cina ad allontanare da sé il luogo comune (il più delle volte suffragato da prove inequivocabili e incontrovertibili) che la vorrebbe fabbrica dei cloni? Riuscirà ad imporsi per i suoi prodotti qualitativamente all'altezza della concorrenza?
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sabato 20 dicembre 2014

Sony: la prossima line-up di smartphone presentata in James Bond Spectre?

Cosa ne pensate degli smartphone Sony? Performanti? Ergonomici? Per quanto i designer e i progettisti giapponesi abbiano sempre puntato ad un'identità riconoscibile, associandosi spesso ai film di James Bond (uno dei volti più brillanti del cinema), nulla di tutto ciò è riuscito a proiettare la line-up Sony nell'olimpo degli smartphone, con gli omologhi di Apple, Samsung e HTC.


Ancora una volta, il nuovo smartphone made in Tokyo potrebbe essere abbinato all'ultimo episodio della saga di James Bond: Spectre; ovvero l'ultima avventura della spia inglese, interpretata da Daniel Craig (Sony Pictures ancora una volta lo produce).

Le immagini sono trapelate nel recente flusso di dati da Sony ed era allegata ad una email interna che il CEO di Sony Pictures Entertainment aveva mandato al vicepresidente esecutivo George Leon. 


Nella mail, erano inclusi anche i disegni preliminari di altri prodotti da posizionare, potenzialmente, nel film e i possibili guadagni che Sony Pictures Entertainment avrebbe potuto ottenere proprio da questi posizionamenti.

Un'immagine di Craig che usa il telefono, può fruttare circa 5 milioni di dollari, secondo quanto riportato nella mail.

La caccia è aperta!
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giovedì 9 ottobre 2014

I PC nel 2014

Se in questo momento ci state leggendo, probabilmente lo starete facendo da un PC e, anche se i più lo davano per spacciato, dopo l'arrivo di smartphone e tablet, il buon vecchio personal computer resiste e si reinventa.


Ma dopo qualche anno buio di flessione e di abbandoni illustri, come se la passano i produttori di PC?

Questo mercato si muove a due velocità: le "regioni mature" sono in parte tornate a riscoprire questa tipologia di prodotti, dopo aver rivolto l'interesse verso tablet e dispositivi mobile negli ultimi anni, le realtà emergenti, invece, sembrano maggiormente attratti dai nuovi dispositivi (quali tablet e smartphone) sottovalutando il potenziale dei tradizionali PC.

Questa è una dinamica già verificata nel corso del secondo trimestre dell'anno, giustificata nei mercati maturi da una diffusione dei tablet che ha raggiunto indicativamente il 50% dei consumatori. Nelle regioni in via di sviluppo, viceversa, la diffusione di tablet continua ad essere contenuta per considerazioni legate ai costi d'acquisto inferiori di questi ultimi rispetto ai tradizionali PC.

Nel complesso, secondo Gartner, le vendite registrate nel corso del terzo trimestre 2014 hanno mostrato una contrazione dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, per un totale di 79,4 milioni di pezzi.

Lenovo continua a mantenere la prima posizione tra i produttori di PC a livello globale, con una quota di mercato del 19,8%. Seguono HP, con il 17,9%, e Dell con il 12,8% mentre Acer è al quarto posto con l'8,6%. Al quinto posto Asus, con il 7,3%, mentre tutti i retanti produttori sommati assieme contribuiscono a circa il 33,6% delle vendite di PC globali.

Se i primi 5 produttori mondiali hanno tutti registrato un incremento nelle vendite di PC nel corso del terzo trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, questo non può essere detto come cumulato dei restanti produttori che hanno registrato un calo medio del 15,5.

Una dinamica di questo tipo evidenza come il mercato dei PC stia nuovamente cambiando, con un contesto competitivo sempre più difficile per i produttori minori e con le aziende più grandi in grado di riuscire a mantenere volumi e margini adeguati.

I tablet offrono "un po' tutto", sicuramente sufficiente a sopperire alle esigenze di un utente medio, ma con in più la portatilità che i notebook gli invidiano. Gli utenti più esigenti però, non possono certo rinunciare ai vecchi PC. Questo è evidente! 
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mercoledì 10 settembre 2014

iPhone sei fa il bis: display da 4,7" e 5,5"

4" è la dimensione perfetta! Queste parole, che all'epoca suonarono alquanto spocchiose, almeno per quanti riguarda gli utenti Android e Windows Phone, ora sono ancor più ridicole.


Anche il capostipite di tutti gli smartphone, per come li conosciamo ora, ha dovuto cedere il passo all'intraprendenza della concorrenza. Non è più Apple a dettare lo standard, bensì si adatta alle strategie, già adottate da tempo da Samsung, HTC, Sony, Nokia e tutti gli altri produttori a seguire. 

Dopo 7 anni dall'esordio del primo esemplare di iPhone, il 2014 sembra rappresentare il primo vero punto di rottura, nella catena evolutiva. Dopo anni di lotta per imporre il proprio standard dimensionale, ieri sera sono state presentate le due versioni dello smartphone più famoso di sempre.

Insieme al neonato Apple Watch, infatti, sono stati presentati i nuovi modelli dello smartphone made in Cupertino: si chiamano  iPhone 6 e iPhone 6 Plus, e sono rispettivamente contraddistinti da un display da 4,7" e da 5,5" (diagonale).

Non solo il form factor cambia, anche la risoluzione passa dai 1136x640 pixel di iPhone 5S ai 1334x750 del nuovo iPhone 6, fino ad arrivare con il Plus alla Full HD (1920x1080, finalmente uno standard per Apple).


Il passaggio da una risoluzione all'altra avviene in maniera assolutamente trasparente per l'utente in ognuna delle tre risoluzioni disponibili sugli smartphone, partendo dagli attuali iPhone 5C e 5S, per arrivare progressivamente alla Full HD (Retina HD) di iPhone 6 Plus passando per iPhone 6. Il 6 Plus ha il 185%$ di pixel in più rispetto al 5S, mentre iPhone 6 da 4,7" il 38% in più rispetto all'attuale generazione. Sul fronte delle dimensioni, iPhone 6 è 6,8mm, mentre 6 Plus 7,1, pochi decimi di millimetri in meno rispetto al 5S (7,6mm).

L'interfaccia grafica di iPhone 6 Plus sarà un ibrido fra quella degli smartphone della Mela e quella di iPad, sfruttando alcune feature come la suddivisione in colonna di alcune applicazioni. iPhone 6 Plus sfrutta inoltre la visuale in landscape anche nella schermata Home, come su iPad.

La tastiera si impreziosisce, sul modello più grande, di alcune scorciatoie (per copiare e incollare) e di altri tasti accessori. Per usare il display con una sola mano, Apple ha introdotto una feature chiamata "reachability": toccando due volte il tasto Home, l'intera schermata si abbasserà in modo che potranno essere raggiunti facilmente le parti superiori.

All'interno dello smartphone abbiamo un processore Apple A8 dotato di due core logici, compatibile ancora una volta con set di istruzioni a 64bit. Caratteristiche che porteranno, secondo quanto diffuso nel corso dell'evento, ad un miglioramento delle prestazioni che si aggirerà intorno al 25%, mantenendo però inalterate le sue prestazioni anche dopo lunghi periodi operativi, a differenza di altre soluzioni del settore. A8 ha al suo interno 2 miliardi di transistor, stipati grazie ad un processo produttivo a 20nm.

È il 13% più piccolo di A7 ed è progettato per funzionare all'unisono con Metal, l'ambiente di programmazione grafica iper-ottimizzato di iOS 8.



Sul fronte dell'autonomia dovrebbero esserci buoni miglioramenti con il modello da 4,7", mentre sarà iPhone 6 Plus a godere dei vantaggi più sostenuti. A8 sarà accompagnato da M8, la nuova generazione del coprocessore di movimento. M8 sarà in grado di percepire differenze di altitudine e se si sta andando in bici o a piedi, mentre includerà anche un barometro.

Il SoC supporterà fino a 20 bande LTE contemporaneamente, più di ogni altro smartphone a detta di Apple, e sfrutterà le tecnologie di "carrier aggregation" per migliorare la velocità di download. Supportato anche il protocollo Wi-Fi 802.11ac e le chiamate Wi-Fi, che logicamente dovranno essere compatibili con il proprio operatore telefonico.

La fotocamera utilizzerà un nuovo sensore da 8 MP con pixel da 1,5µ con flash True Tone e obiettivo da f/2.2 di apertura di diaframma. Apple ha sviluppato un chip per l'elaborazione delle immagini sfruttando tecnologie proprietarie, che permettono una riduzione del rumore più efficace ed altre migliorie che approfondiremo in un secondo momento. Il rilevamento dei volti è più rapido, le panoramiche da 43MP, i video a 1080p a 30 o 60fps, mentre si arriva fino ad un massimo di 240fps per lo Slo-Mo. Solamente iPhone 6 Plus avrà uno stabilizzatore ottico delle immagini, mentre per il modello da 4,7" sarà digitale.


I cambiamenti più evidenti sono però nell'aspetto esteriore del dispositivo. Resta l'alluminio il materiale più utilizzato nella scocca ma cambiano le forme, molto più arrotondate e, ovviamente, le dimensioni, direttamente condizionate dalla misura dei display.

Il design richiama quello dei modelli precedenti ma offre comunque un buon grado di cambiamento, come del resto era lecito aspettarsi da un modello completamente nuovo. Ritroviamo le bande in plastica che prima caratterizzavano alcuni frammenti della cornice; inserti necessari a permettere una migliore ricezione da parte delle antenne che circondate da solo alluminio fornirebbero prestazioni sicuramente peggiori. Il logo posteriore è in acciaio inossidabile (niente Liquidmetal).






Nella parte frontale troviamo ancora il sensore di riconoscimento delle impronte digitali, sempre integrato nel tasto centrale di ritorno alla home. Ci saremmo aspettati forse una cornice meno ingombrante per quanto riguarda il display, a favore di dimensioni più contenute in relazione all'ampliamento del display.

Anche la disposizione dei tasti fisici è immutata con il tasto di accensione e spegnimento posizionato nella parte alta del terminale, jack per le cuffie e connettore lightining nella parte di cornice completamente opposta e tasti di controlli del volume e switch per la selezione delle modalità sul lato sinistro. Resta sul lato destro anche la slitta per l'inserimento della nano-SIM.

Il sistema operativo in dote è evidentemente iOS 8, già presentato in occasione della WWDC tenutasi lo scorso giugno.


La gamma di terminali Apple si estende, vantando così una scelta più variegata, ma sempre elitaria. Il Iniziamo da iPhone 5C, gratis sotto contratto di due anni in versione da 8GB; iPhone 5S, a partire da 99$ in contratto; iPhone 6 e iPhone 6 Plus che costeranno rispettivamente 199 e 299$ sotto contratto.

I due modelli saranno proposti in tre varianti, da 16, 64 e 128GB, ciascuna con un aumento di 100$ sul prezzo del versione precedente. Viene abbandonato, pertanto, il modello da 32GB, che lascia spazio a quello da 128GB. I nuovi dispositivi saranno disponibili a partire dal 19 settembre negli Stati Uniti, e possono essere preordinati a partire da questo venerdì.
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sabato 12 luglio 2014

L'equo compenso "miete le prime vittime"

Politica e tecnologia sembrano non andare d'accordo. Mai come in questi ultimi mesi, però, l'intervento statale in una questione delicata come quella inserita nell'ordine del giorno da SIAE e Ministero dei beni e delle attività culturali.


Ne avevamo parlato qualche giorno fa e ora, quasi tre settimane dopo, cerchiamo di fare il punto della situazione.

Basta dare un'occhiata ai social network per capire quanto controverso sia questo fantomatico #equocompenso (perché, questo è uno dei tag più quotati su Twitter). Il dibattito sul decreto Franceschini non si placa, anzi, dopo le motivazioni addotte alla propria ragion d'essere (al limite del ridicolo aggiungiamo noi, e non solo noi), l'ira degli utenti e delle categorie interessate (perché dovete sapere che coinvolge non solo i produttori di devices elettronici, bensì giornalisti e altre categorie). 

A difendere con maggior forza il decreto è proprio la SIAE, ma questo non stupisce, soprattutto alla luce del fatto che sia il primo organo a giovarne. 
In ogni caso sono due i "filoni difensivi" pro equo compenso:

  1. il primo è uno strillo a gran voce che invoca un adeguamento all'Europa, che nel legislatore è privata di 26 stati lasciando solo Francia e Germania, le uniche usate per fare una media e dimostrare di conseguenza che le tasse Bondi-Franceschini italiane sono non solo accettabili, ma legittime.
  2. il secondo, vero piedistallo della "difesa", riguarda un assurdo di microeconomia. Il decreto, questo è innegabile, prevede l'imposizione della tassa ai produttori, e il ministro Franceschini lo dice a chiare lettere nella nota ministeriale del 20 giugno 2014


GARANTITA LA CREATIVITÀ

"Con questo intervento si garantisce il diritto degli autori e degli artisti alla giusta remunerazione delle loro attività creative, senza gravare sui consumatori."



Sempre il Ministro, nel video dell'audizione del 7 maggio 2014, porta come esempio che "come sapete tutti, la gran parte dei tablet e degli smartphone sono a prezzo fisso", come ad esempio iPhone (sono parole sue, qui il link per sentire al minuto corretto le parole precise).

Eppure i fatti sono lì sotto gli occhi di tutti, tranne di chi non vuol vedere o è stato consigliato male.

Sembra un invito a nozze: andiamo sul sito Apple e simuliamo l'acquisto di un prodotto fra quelli soggetti all'equo compenso (uno smartphone iPhone) e di una borsa per PC, miracolosamente scampata al decreto, poiché permette di trasportare potenzialmente un dispositivo che potenzialmente può essere usato per fare una copia privata (si lo so, fa ridere anche solo a leggerlo).

iPhone 5s


IVA e oneri di legge inclusi. Non viene indicato quali siano questi oneri di legge, ma è facile intuirlo. Si potrebbe però pensare che vi possa essere qualcos'altro, magari legato a particolari politiche commerciali di Apple, allora vediamo un po' se scegliendo un articolo differente, non soggetto all'equo compenso, le cose cambiano.

Pochette per iPhone 5s e borsa per MacBook Pro


Nel prezzo finale, in questo caso, è inclusa solo l'IVA. Vi invitiamo a ripetere l'operazione, per verificare personalmente la controversia. Per questioni di tempo, abbiamo riportato un solo esempio, tratto dall'Apple Store, ma potrete verificare che anche tutti gli altri produttori fanno ricadere l'equo compenso sull'utente finale.

Scorrendo la pagina dell'acquisto fino in fondo, nelle famose righe in piccolo, si legge poi una cosa interessante:


Avete letto bene, si: "I prezzi comprendono la tassa sul copyright e il contributo per il riciclo, se applicabili", tutto è scritto, basta leggere.

C'è un'ultima possibilità: il nuovo decreto entra in vigore fra qualche giorno, motivo per cui saremmo davvero contenti di vedere che questi prezzi non cambieranno, confermandoci che il Ministero è davvero riuscito ad imporre ai produttori di accollarsi la tassa (che, ricordiamo, per un hard disk da 2TB esterno è di ben 20 Euro, considerando che ogni GB implica un contributo di € 0,01).

Per farvi un'idea più precisa delle implicazioni economiche che avrà questo contributo (a carico di produttori e importatori di prodotti elettronici che sono in grado di registrare o riprodurre contenuti protetti da diritto d'autore), potete consultare la gazzetta ufficiale all'articolo 2.

Non ci rimane che tenere monitorati i prezzi e illuderci che il Ministero abbia fatto un buon lavoro. C'è da augurarsi, almeno, che quest'ultimo abbia firmato l'accordo mal consigliato e, quindi, in buona fede.
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