mercoledì 30 settembre 2015

Google annuncia New Chromecast

Nella giornata di ieri, Google ha presentato i nuovi smartphone Nexus, declinati in due versioni, rispettivamente Nexus 5X, Nexus 6P e il nuovo tablet Pixel C. 


Insieme ai nuovi devices già citati, è stata presentata anche la nuova Chromecast. La prima novità che balza all'occhio è l'aspetto estetico, notevolmente rivoluzionato rispetto al predecessore: il dongle HDMI ha adesso un form factor circolare ed è proposto in tre colori differenti, nero, rosso e giallo.

Anche qui, come sulla nuova Apple TV, manca il supporto per lo stream 4K, la risoluzione massima supportata è la Full HD. 

L'applicazione Chromecast per iOS e Android viene ampiamente ridisegnata per far sì che la ricerca (anche vocale) dei contenuti sia più semplice rispetto al passato. I contenuti possono essere trasmessi con più efficacia al dongle grazie al supporto della funzionalità "Fast Play" e al supporto di reti Wi-Fi 802.11ac anche a 5GHz. Il dongle può inoltre scegliere dinamicamente quali antenne utilizzare fra le tre disponibili, in modo da garantire sempre la migliore ricezione possibile.

Il nuovo Chromecast consente inoltre di riprodurre in streaming i giochi da un dispositivo mobile, sia iOS che Android. Sarà possibile anche visualizzare contenuti differenti sul TV e sul display del dispositivo esterno, in modo da utilizzare quest'ultimo come controller di gioco. Con un singolo dongle HDMI collegato al televisore possono giocare fino ad un massimo di quattro utenti contemporaneamente.

Il nuovo Chromecast viene fornito con un cavo d'alimentazione da 1,75 metri, pesa 39 grammi e ha due porte: una HDMI per la connessione al TV e una micro-USB per l'alimentazione. Il device è dotato di RAM a 512MB DDR3L,  supporto alla risoluzione Full HD e la più vasta compatibilità con le connessioni wireless.

Nonostante le novità, il nuovo Chromecast è disponibile, in Italia,  allo stesso prezzo del predecessore, ovvero € 39. Lo stesso sarà disponibile sin da subito attraverso il Google Play Dispositivi.

La stessa Google, in occasione del lancio di Chromecat, ha lanciato sul mercato un nuovo dispositivo, denominato Chromecast Audio.

Si collega ad un impianto stereo tradizionale via jack da 3,5mm e consente di inviare l'audio via wireless anche a impianti di vecchia concezione ma non per questo poco validi sul fronte sonoro. 

Se Chromecast trasforma in Smart TV i televisori più vecchi, Chromecast Audio rende più smart gli stereo tradizionali.


Chromecast Audio deve essere comunque collegato ad una fonte d'alimentazione esterna e dispone di un accesso guest per eventuali ospiti non collegati alla rete Wi-Fi domestica.

In futuro arriverà anche il supporto per l'audio multi-room, con cui gestire facilmente più impianti collegati ad altrettanti dongle. I due dispositivi condividono il prezzo, con Chromecast Audio che è già disponibile anche in Italia al prezzo di € 39 su Google Play Dispositivi.
Leggi l'intero articolo

martedì 29 settembre 2015

Mac App Store: eliminate vecchie app. Utenti insorgono!

Stamattina, dal Mac App Store, sono state rimosse, forse nel tentativo di fare un po' d'ordine e pulizia da parte di Apple, tutte le vecchie versioni di OS X e le app abbandonate nella sezione Acquistati del Mac App Store. 


Inutile dire che, un'orda di utenti inferociti si è ribellata, infestando social network e siti come Reddit, con messaggi inequivocabili. Risultato? Apple è dovuta tornare sui propri passi, ripristinando Aperture, iPhoto, OS X Lion, OS X Mountain Lion, e OS X Mavericks.

Il problema è che non tutti hanno aggiornato (o potuto aggiornare) all'ultima versione dell'OS, e magari continuano ad usare con profitto le vecchie app. Vecchie app che in molti casi sono state pagate profutamente: quindi perché Apple si arroga il diritto di toglierle dalla circolazione?

In ogni caso, ricordiamo che App come Aperture, rimane compatibile persino con OS X El Capitan, in uscita nella giornata di domani.


Per fortuna, sono bastate le rimostranze degli utenti arrabbiati a far capire l'antifona ad Apple, infatti,  tutti i software sono tornati al loro posto, dove potranno essere scaricati, si spera, per molto tempo ancora.
Leggi l'intero articolo

lunedì 28 settembre 2015

Windows 10 su Raspberry Pi 2? Da oggi sarà più facile installarlo!

Non è di certo una novità che Windows 10 possa essere installato sul piccolo Raspberry Pi 2 nella versione IoT, tuttavia le procedure per l'installazione potrebbero non essere per tutti.


A semplificarle ci pensa la stessa Microsoft che, in collaborazione con Adafruit, ha rilasciato un kit apposito in cui offre tutto il necessario fra cui sensori, cavetti ed anche una scheda SD con il sistema operativo Windows 10 IoT Core e il software indispensabile.

Windows IoT Core Starter Kit viene proposto in due versioni diverse, una con Raspberry Pi 2 e l'altra senza.

Il prezzo è a nostro modo di vedere proibitivo, ma giustificabile in alcuni casi: 115 dollari con il piccolo sistema incluso, 75 dollari nel caso in cui si disponga già di Raspberry Pi 2. Si tratta di una spesa che supera di gran lunga quella dell'intero sistema, e questo solo per installare Windows 10 IoT. 

L'intera piattaforma si rivolge naturalmente ai maker, i quali con il supporto di un sistema operativo come Windows 10 possono realizzare dispositivi complessi sfruttando la compatibilità software del sistema operativo di Redmond. Certo è che, nonostante il kit voglia semplificare le procedure, le operazioni per l'installazione non sono praticabili da tutti, ed è comunque necessaria una certa perizia con il saldatore.


Insieme a tutti i componenti vengono comunque fornite le istruzioni da seguire alla lettera, con il kit che fa di fatto risparmiare all'utente varie sessioni sui forum per la ricerca del componente pienamente compatibile con le esigenze di Windows 10 IoT.

Il kit è disponibile a questo indirizzo anche se al momento in cui scriviamo le scorte sono esaurite. È possibile comunque inviare i propri dati per ricevere un'email non appena il kit sarà nuovamente acquistabile.
Leggi l'intero articolo

sabato 26 settembre 2015

Black Berry Priv: Android addicted!

Il successo di BlackBerry sembra ormai solo un ricordo passato, le aziende li hanno ormai sostituiti con i più blasonati iPhone o con gli Android di ultima generazione. 


I gap nelle tariffe BB sono stati colmati dalle varie offerte dei provider di servizi telefonici, pertanto   la leadership indiscussa del gruppo canadese nella categoria business si è assottigliata, fino ad essere inghiottita dalla concorrenza.

Come da tempo si vocifera, però, il destino di BlackBerry incrocerà presto quello di Android, almeno stando a quanto rivelato dalla stessa società, durante il rilascio dei risultati finanziari del secondo trimestre dell'anno.

Il dispositivo arriverà entro la fine dell'anno e si chiamerà Priv, e non Venice come si era vociferato.

La società non ha rivelato altro del dispositivo, se non che verrà venduto attraverso store fisici e online, probabilmente con l'avvicinarsi della stagione natalizia. Lo smartphone sarà ancora una volta rivolto ad un pubblico aziendale e, secondo John Chen, offrirà la sicurezza "migliore possibile" con Android for Work su piattaforma BES12.

Ulteriori dettagli su specifiche tecniche e caratteristiche software verranno annunciati nelle prossime settimane.

La Società canadese ha sottolineato che BlackBerry OS non verrà abbandonato, tutt'alto, infatti  il prossimo mese di marzo debutterà la nuova release.

Priv si configura come un dispositivo fuori dagli schemi in un settore che ad oggi non propone parecchi guizzi in fatto di creatività. Stando alle indiscrezioni trapelate, lo smartphone avrà infatti una tastiera fisica a scorrimento abbinata ad un ampio display con bordi arrotondati 2.5D e potrebbe scombinare il settore sperando soprattutto nelle adozioni in ambito aziendale, target che da anni vede BB protagonista. 
Leggi l'intero articolo

venerdì 25 settembre 2015

Data di rilascio di Android 6.0 Marshmallow

Un documento appartenente a Telus, grosso operatore telefonico canadese, avrebbe rivelato la data in cui avrà inizio la distribuzione di Android 6.0 Marshmallow.


Stando a quanto trapelato, sarà il 5 ottobre che i primi dispositivi Nexus compatibili riceveranno l'aggiornamento via OTA, con il roll-out che potrebbe concludersi in pochi giorni. È inoltre probabile che il sistema operativo verrà rilasciato anche via factory image nella stessa data.

Al momento è invece difficile prevedere quando l'ultimo aggiornamento arriverà anche sui dispositivi di terze parti, visto che sarà cura dei produttori prepararlo e "personalizzarlo", e dei vari operatori telefonici diffonderlo agli utenti finali.

Le varie società, come Samsung, HTC, Sony ed LG potrebbero annunciare i piani del rilascio di Marshmallow sui propri dispositivi rilascio nelle prossime settimane, con i primi aggiornamenti importanti che dovrebbero arrivare entro la fine dell'anno.

I primi smartphone a ricevere Android 6.0 Marshmallow già dal 5 ottobre saranno Nexus 5 e Nexus 6, oltre ai nuovi LG Nexus 5X e Huawei Nexus 5P che lo avranno ovviamente installato già al primo avvio.


Google lancerà i due smartphone il 29 settembre all'interno di un evento già ufficializzato, in cui la società potrebbe togliere i veli anche da un nuovo modello di Chromecast ed altri dispositivi non ancora rivelati al pubblico.
Leggi l'intero articolo

giovedì 24 settembre 2015

Google Brotli da una spinta ad Internet

Con i siti e i servizi del web che diventano sempre più complessi, la necessità di migliorare gli algoritmi di compressione delle pagine sta diventando sempre maggiore, soprattutto in ambiente mobile.


Ed è con questa premessa che Google vuole offrire la soluzione migliore, che prende il nome di Brotli.

Nonostante il nome poco accattivante, si tratta di un algoritmo open-source, in grado di offrire un'efficienza del 20-26% superiore rispetto a quanto possibile con Zopfli (il confronto sul piano dei nomi, se non altro, è raffrontabile!), il precedente modello della società.

Proprio come il suo predecessore, anche Brotli è stato progettato con l'unico scopo di rendere il caricamento delle pagine web più efficiente. Si Secondo Google, di un "formato lossless che comprime i dati utilizzando una combinazione dell'algoritmo LZ77 e del codice Huffman, con un'efficienza comparabile a quella dei migliori sistemi di compressione generici disponibili attualmente".

Secondo i dati rilasciati da Google, Brotli dovrebbe essere più veloce dell'implementazione di Deflate più efficace.

Nei test condotti su Linux 3.13.0 su un Intel Xeon Eg-1650 v2 operante alla frequenza di 3,5GHz, i ricercatori Google affermano che Brotli viene eseguito con un rapporto di compressione 3.381:1 ad una velocità di compressione di 98,3MB/s e decompressione di 334MB/s.

Sulla stessa macchina, l'implementazione di Deflate più veloce riesce a comprimere a 93,5MB/s e decomprimere a 323MB/s, ma con un rapporto di compressione meno preciso pari a 2.913:1.

Google ha sviluppato il nuovo Brotli nella speranza che venga introdotto all'interno di parecchi browser per la navigazione online, ma è chiaro che la tecnologia è soprattutto rivolta in ambiente mobile.

Un algoritmo di compressione più efficace si traduce in caricamenti più rapidi da una parte, ma dall'altra potrebbe consentire miglioramenti sensibili nella durata della batteria dei dispositivi e un traffico internet inferiore a parità di contenuti.
Leggi l'intero articolo

mercoledì 23 settembre 2015

1 milione di dollari per espugnare iOS 9

Una società di sicurezza offre 1 milione di dollari al primo hacker che riuscirà a scardinare la sicurezza di iOS 9 e a trovare una falla, tipo quelle usate per il Jailbreak. 


Zerodium, una società specializzata "nell'acquisizione di falle zero-day" come dicono loro, ha fatto la sua puntata, e scommette tutto sul Jailbreak: fino a 3 milioni di dollari per chi riuscirà a scovare altrettante falle in iOS 9 che consentano l'esecuzione di codice da remoto.

Ovviamente non si tratta di un insidioso piano diabolico ai danni del colosso di Cupertino, bensì di un investimento molto dispendioso atto a monetizzare con la vendita delle preziose informazioni alle Società concorrenti, Agenzie governative (e non solo).

Trovata di marketing? Forse però, al contempo, pare un irresistibile calamita per tutti quei cracker che  da anni si divertono a trovare falle in iOS, per creare tool gratuiti di Jailbreak. Partendo dal presupposto che è la sfida in sé ad animare gli animi dei programmatori, un deterrente simile cosa potrebbe scatenare?

Le facce della medaglia sono duplici: se da un lato, la spinta spasmodica alla ricerca di bug da parte di cracker veterani farà emergere le vulnerabilità del sistema, spingendo Apple ad incrementare i propri sforzi, dall'altro, la community in trepidante attesa di poter sbloccare iOS 9 potrebbe rimanere a bocca asciutta.
Leggi l'intero articolo

martedì 22 settembre 2015

Titan Project: Apple anticipa la data di lancio (forse un po' ambizioso)

Apple accelera lo sviluppo sul suo progetto dell'auto elettrica, almeno da quanto riporta il Wall Street Journal, che sottolinea come la società abbia iniziato a definire una possibile data di lancio per il prodotto. Si parla del 2019!


Per velocizzare il processo di sviluppo del veicolo Apple sta espandendo il gruppo di persone coinvolte nel progetto, fino a triplicarne il numero di membri. Il tutto dopo mesi in cui Apple ha portato a termine una serie di assunzioni aggressive di manager ed ex-dipendenti dei produttori del settore automotive (Tesla in testa al gruppo).

Il via libera è arrivato dopo che la società ha indagato sulla fattibilità di una vettura a marchio Apple per più di un anno [...] Ci sono state anche riunioni con due gruppi di funzionari governativi in California. I leader del progetto, noto al momento come Titan, hanno dato il permesso di triplicare il team a 600 persone

scrive il Journal.

Apple sta esplorando la possibilità di introdurre tecnologie di guida autonoma per i prossimi progetti, tuttavia il primo modello che verrà immesso sul mercato avrà bisogno di un conducente.

Le prove del possibile interesse di Apple nei confronti del segmento non sono poche, con sempre più tasselli che si aggiungono con il passare del tempo. Non è ancora chiaro se Apple stia valutando o meno la possibilità di iniziare da una base già pronta o realizzare un'automobile da zero.

In quest'ultimo caso anche le fonti del Journal appaiono scettiche soprattutto perché progettare e realizzare una vettura da zero richiede parecchio tempo, e la società potrebbe facilmente sforare le tempistiche previste.

Pare che Apple abbia di recente lanciato alcune trattative con BMW a riguardo di una possibile partnership per l'uso degli asset della i3 come base per Titan, tuttavia le due compagnie non sembrano aver raggiunto un accordo. Il giornale statunitense sostiene che il 2019 possa non essere la data di lancio del prodotto, bensì un periodo nel quale gli ingegneri della società saranno in grado di confermarne le specifiche e le feature di base.


Osserviamo un gran numero di cose e possibilità, ma decidiamo di stanziare le nostre energie solo su poche fra queste

ha dichiarato il CEO di Apple.

L'auto di Apple ci sarà davvero? I dubbi sull'argomento diventano sempre meno ma vista la complessità del prodotto è comunque certo che, se un giorno Apple ne parlerà, passeranno ancora parecchi anni.
Leggi l'intero articolo

lunedì 21 settembre 2015

Apple Store sotto attacco: pulizie autunnali a Cupertino

Nella giornata di ieri, Apple ha provveduto alla pulizia di una serie di applicazioni per iPhone e iPad,. Tali App erano alla base di quello che è stato definito come il primo attacco in larga scala al marketplace virtuale dell'azienda di Cupertino.


L'operazione sarebbe stata avviata dopo la scoperta di un numero indefinito di app infettate da un software malevolo chiamato XcodeGhost, come riportato da parte di un gruppo di società specializzate in sicurezza.

Anche un ecosistema chiuso e controllato come quello di Apple può essere dunque oggetto di attacchi da parte di malintenzionati, anche se prima di oggi erano state appena cinque le app rimosse dallo Store virtuale a detta dell'azienda Palo Alto Networks. Per riuscire nel loro attacco, gli hacker avrebbero convinto gli sviluppatori a usare una versione contraffatta del software che Apple fornisce agli sviluppatori per iOS e Mac, vale a dire Xcode.

Christine Monaghan, portavoce di Apple, ha commentato così la rimozione delle app:

Abbiamo tolto queste dall'App Store una serie di app che sappiamo essere state create con questo software falsificato. Stiamo lavorando con gli sviluppatori per assicurarci che usino la versione giusta di Xcode per usare le loro app.

Attualmente, la preoccupazione maggiore per i possessori di iPhone e iPad è trovare un modo per stabilire se i loro dispositivi sono infetti.

Ora il tasto dolente: la stessa Apple non ha fornito indicazioni in merito, motivo per il quale bisognerà aspettare per capire cosa fare. Incrociamo le dita (anche se non è il metodo più scientifico che possiamo ipotizzare!
Leggi l'intero articolo

sabato 19 settembre 2015

HTC Aero (A9): fascia alta o media?

Alcuni giorni fa Evan Blass ha riportato su Twitter (vedi sotto) le probabili specifiche tecniche del nuovo HTC Aero (One A9), rivelando uno smartphone di fascia media che, secondo precedenti rumors, dovrebbe rivoluzionare il design della gamma One.


Stando alle voci di queste ore, però, il prezzo di questo nuovo smartphone potrebbe non essere adeguato ad un device di tale fascia.

Secondo un rivenditore olandese, il nuovo HTC Aero dovrebbe arrivare sul mercato ad un prezzo di € 706,64.

A questo punto, bisogna capire quale delle due fonti sia fuorviante: EvLeaks (solitamente attendibile)  o la fonte olandese?

Ne sapremo di più durante l’evento del 29 Settembre!


Leggi l'intero articolo

venerdì 18 settembre 2015

Istituti finanziari alla ricerca del blockchain di BitCoin



Questi nove grandi istituti bancari mondiali starebbero traendo ispirazione dal mondo delle criptovalute. Da tempo, avrebbero infatti iniziato una collaborazione con R3 CEV, allo scopo di sviluppare di tecnologie di "distributed ledger", simili a quelle della blockchain di bitcoin. 

David Rutter, CEO di R3, ha commentato:

I nostri partner bancari riconoscono la promessa che risiede nelle tecnologie di registro distribuito e il loro potenziale di trasformare le piattaforme tecnologiche del mercato finanziaro, dove gli standard devono essere sicuri, scalabili e adattabili. 

Oltre alla collaborazione sulle tecnologie di base, il gruppo ha intenzione di stabilire standard e protocolli utili ad incoraggiare un'ampia adozione dei registri distribuiti. 

Il settore finanziario ha a lungo mostrato un forte interesse in ciò che il concetto di blockchain, il registro decentralizzato di transazioni verificate, specialmente per la possibilità di ridurre i costi di infrastruttura di 15-20 miliardi di dollari all'anno.

Precedentemente nel corso dell'anno Westpack Banking Corporation e Australia and New Zealand Banking Group hanno rivelato di aver avviato una serie di test su tecnologie simili alla blockchain. 

Nel Regno Unito invece Barclays, tra l'altro la prima banca ad accettare bitcoin, sta lavorando con una serie di startup per esplorare possibili evoluzioni e ramificazioni della tecnologia. 

Questa nuova iniziativa rappresenta quella che ad oggi è la più grande collaborazione di ricerca in questo campo. Kevin Hanley, direttore della Royal Bank of Scotland, ha commentato a tal proposito: 

Proprio ora si assiste ad una grande impiego di risorse sull'esplorazione di queste tecnologie, in un modo frammentato che manca di una visione strategica e coordinata per avere successo. Il modello R3 sta cambiando le carte in tavola.
Leggi l'intero articolo

Il mercato delle stampanti 3D è in espansione. Parola di Canalys

Si parla tanto di Stampanti 3D e del loro potenziale, ma ormai la diffusione, seppur non di certo capillare, inizia a raggiungere diversi uffici e diverse abitazioni.


Ma chi meglio di una Società specializzata in analisi di mercato, con particolare focus sul mondo delle stampanti 3D, potrebbe aiutarci a capire come si stanno diffondendo e, soprattutto, quali sono i prodotti più validi? 

Ebbene, Canalys, la Società in questione, afferma che il volume di consegne di questa categoria di prodotti è cresciuto del 52% nella sola prima metà 2015 e che, nel complesso, sono state consegnate 88 mila stampanti 3D in tutto il mondo. 

Secondo la Società di analisi, l'incremento di vendite di quest'anno, è rappresentativo della domanda proveniente sia dal mercato consumer, sia dal mercato business, che cerca di trovare un modo di integrare la stampa 3D nelle proprie attività.

Tutto ciò ha portato il valore di mercato complessivo derivato dalle vendite di stampanti 3D, materiali consumabili e servizi a crescere del 21%. Nella prima metà del 2015 il settore è cresciuto a 1,8 miliardi di dollari e Canalys si aspetta che il mercato 3D arrivi a 20,2 miliardi di dollari per il 2019. 

A detenere il primato per quanto riguarda i volumi di consegne è XYZprinting, con un market share del 22%, ovvero poco meno di 19 mila e 400 pezzi venduti. La ragione del successo di XYZprinting è da ricercare, secondo Canalys, nella varietà dell'offerta del produttore taiwanese. La compagnia ha pochi anni alle spalle ma ha già rilasciato sei stampanti 3D accessibili, con tre nuovi modelli tra cui una stampante per uso alimentare in arrivo. 

La linea Da Vinci è velocemente divenuta popolare come una stampante 3D di partenza, per i consumatori che cercano di entrare nel mondo della stampa 3D, senza dissestare sensibilmente i propri risparmi.

La vasta varietà di opzioni disponibili include un modello di base, un modello con due testine di stampa, una versione Junior e presto un modello professionale che non richiederà i filamenti proprietari. 

Le stampanti XYZprinting rappresentano un'alternativa meno costosa alle stampanti 3D di marchi più blasonati, con ovviamente un prezzo da pagare in termini di funzionalità.

Sebbene le stampanti da Vinci non hanno alcune delle caratteristiche "per palati fini" che molte delle stampanti dei grandi player enfatizzano, è comunque evidente che un'ampia parte dei consumatori non siano interessati a questo genere di particolarità. 

Joe Kempton, analista per Canalys, ha commentato a tal proposito:

Si tratta di una tendenza evidente nel settore della stampa 3D, dove molte aziende piccole e medie stanno sperimentando il passaggio dai player di grandi dimensioni a vendor più piccoli e locali che promettono la stessa qualità a prezzi sensibilmente inferiori.
Leggi l'intero articolo

mercoledì 16 settembre 2015

HP: 30 mila posti di lavoro in esubero

A partire dal prossimo 1 novembre, HP darà il via in forma effettiva e ufficiale alla separazione in HP Inc. e Hewlett-Packard Enterprise, rispettivamente dedicate al mondo consumer e al mondo enterprise.


La decisione era stata presa ormai quasi un anno fa, allo scopo di dare vita a due realtà più agili e competitive.

L'imminente scissione, però, implicherà un caro prezzo da pagare in termini di personale e di operazioni di ristrutturazione. 

Tim Stonsifer, che sarà nominato CFO di Hewlett-Packard enterprise, ha infatti affermato che l'azienda prevede un taglio di circa 25-30 mila posti di lavoro (già, avete capito bene, non è un errore di battitura) sulle 300 mila posizioni ad oggi presenti in azienda. La maggior parte dei tagli sarà a carico della divisione Enterprise Services.

Il costo delle operazioni di ristrutturazione sarà di 2,7 miliardi di dollari, che permetteranno tuttavia di poter conseguire risparmi annuali di pari entità.

Gli Enterprise Services costituiscono attualmente il 40% del fatturato della nuova Hewlett-Packard Enterprise, sebbene in calo negli ultimi anni. Il responsabile del gruppo, Mike Nefkens, ha illustrato un piano per spostare un maggior numero di impiegati in poche sedi al di fuori degli USA allo scopo di avere, entro il 2018, il 60% della forza lavoro della divisione Enterprise Services assunta in paesi con un minor costo del lavoro. 

Il nuovo piano di riduzione del personale è solamente l'ultimo di una serie condotta nei mesi passati da quando Meg Withman è arrivata al timone di HP nel 2012. Con un costo complessivo di 5,5 miliardi di dollari saranno 85 mila i posti di lavoro persi sotto la conduzione Whitman.

Meg Whitman sarà presidente e CEO di Hewlett-Packard Enterprise e siederà inoltre nel consiglio di amministrazione di HP Inc.

Infine, anche per quest'ultima è previsto un taglio di personale di circa 3300 unità.
Leggi l'intero articolo

martedì 15 settembre 2015

A breve le scarpette autoallaccianti di Nike

Da quando è uscito Ritorno al Futuro II, i fan del film aspettano con ansia di vedere diventare realtà una serie di gadget futuristici come l'Hoverboard e le scarpe autoallaccianti. Queste ultime forse potrebbero arrivare presto grazie a Nike.


La notizia arriva da un tweet di un ex direttore artistico dell’agenzia publicitaria Wieden+Kennedy di Portland, corredato da un’immagine che ritrae le calzature.

Parliamo dell’agenzia che ha reso celebre Nike nel mondo, per cui possiamo ampiamente accreditare la fonte come più che attendibile.

Si sa da tempo che Nike ed altri marchi stanno lavorando a questo tipo di calzature sportive dotate di allacciamento automatico.



Tinker Hatfield, designer di Nike, ha più volte ribadito che, malgrado lo scetticismo generalizzato, vedrà la luce nell'arco di quest’anno.

Il tweet in questione indica addirittura una data: 21 Octobre 2015, la data di Ritorno al Futuro. Coincidenza, trovata pubblicitaria o cos'altro?
Leggi l'intero articolo

lunedì 14 settembre 2015

Rollei presenta ePano Selfie: il Selfie 2.0

Al solo sentire la parola "selfie" vi viene l'orticaria? Ebbene, non siete i soli, eppure, la moda dell'autoscatto ossessivo impazza ormai da un paio d'anni, per la gioia dei cultori dell'ego.


Ovviamente c'è una categoria ancora più bizzarra, quella che possiamo ammirare in prossimità di punti d'interesse storici, artistici o semplicemente ludici: i possessori di selfie stick. 

Quando si capisce che un gadget tecnologico diventa un must have? Probabilmente quando viene copiato in tutte le salse, mi vien da dire. Ma, qual è stato il gadget più venduto sulle spiagge italiane (e non solo)? Proprio lui, il "bastone per i selfie"!

Ma ora è giunto il momento di compiere un balzo in avanti. Nelle immagini sotto riportate, presentiamo ePano Selfie, il device che permette di realizzare autoscatti panoramici, a 360 gradi.


Prodotto da Rollei, ePano Selfie, è dotato di testa rotante (pesa solo 100 grammi) e si monta facilmente su qualsiasi asta telescopica, grazie alla vite da mezzo pollice. Può sostenere smartphone e Actioncam pesanti sino 500 grammi.

ePano Selfie può anche essere utilizzato come supporto da tavolo grazie ai tre piedini a scomparsa.


Se questo non bastasse, c’è anche il telecomando a infrarossi incluso che permette un controllo fino a 5 metri di distanza. La velocità di rotazione di Rollei ePano Selfie è regolabile da 2 a 5 giri al minuto. 

Rollei ePano Selfie può essere utilizzato sia con iOS (5.0 o superiore), che con Android (2.3.6 o superiore) ed è compatibile con Bluetooth 3.0 e Bluetooth 4.0.

Per coloro che fossero interessati, a partire dalla seconda metà del mese di ottobre sarà disponibile a 54,99 Euro.
Leggi l'intero articolo

sabato 12 settembre 2015

Fire Phone fuori catalogo!

Vi ricordate il "trionfante" esordio dello smartphone di Amazon? Forse "trionfante" non è l'aggettivo più adeguato, infatti di sin dal principio destò non pochi dubbi il suo futuro.


Se nei giorni scorsi Amazon operava dei dolorosi tagli al personale, nella fattispecie rinunciava ai propri ingegneri impiegati nello sviluppo del progetto Fire Phone, dando un segnale forte, e impietoso sul destino dello smartphone di casa, in questi ultimi giorni è arrivo il colpo di grazia.

Il device prodotto dalla società di Seattle non è più in commercio. Amazon, interpellata da alcune testate statunitensi, ha riferito di aver finito le scorte, ma ha aggiunto che la produzione è bloccata e che quindi non renderà il prodotto nuovamente disponibile. E se cercate il device sullo store, troverete un inequivocabile "Currently unavailable".

Il sogno di Bezos di inseguire Apple si conclude qui, dopo appena 14 mesi di (dis)onorata carriera. Il Fire Phone era stato lanciato in un mega evento il 18 giugno del 2014.

Fire Phone introduceva una fotocamera intelligente, effetti 3d al prezzo di 649 dollari. Collocazione ideale? No di certo, dato che solo due mesi dopo, a Seattle avevano pensato bene di  abbatterlo, proponendolo a 230 dollari. Pensate a quei poveri "curiosi" che avevano sborsato la cifra intera!

Nonostante questa manovra disperata, stentò sempre a decollare fino all'epilogo poc'anzi raccontato.

Non abbiamo in programma di ricostituire lo stock in questo momento

ha dichiarato Kinley Pearsall, portavoce di Amazon, a Bloomberg.

Magra consolazione per gli stoici utenti possessori del device che continueranno a ricevere il supporto di Amazon. Per consolarsi il colosso trainato da Bezos sta per lanciare una nuova Fire Tv, sulla scia del lancio della Apple Tv, sperando che anche questa scia non si trasformi in un drammatico fiasco.
Leggi l'intero articolo

venerdì 11 settembre 2015

Prezzi iPhone in Italia: brutte sorprese!

Solcando il palco del Bill Graham Civic Auditorium di San Francisco, un orgoglioso Tim Cook annunciava che i prezzi di iPhone 6S e iPhone 6S Plus sarebbero stati gli stessi degli attuali modelli top di gamma.


Partendo da questo assunto, fatichiamo a comprendere il motivo per il quale in Europa, il device verrà distribuito ad un prezzo superiore.

Riportiamo i prezzi di iPhone 6S e iPhone 6S Plus nelle due tabelle di seguito, con quelli del Regno Unito corrisposti in euro e approssimati secondo il cambio attuale della sterlina con l'euro.

iPhone 6
Francia
Germania
Regno Unito
16 GB
749,00
739,00
739,00
64 GB
859,00
849,00
849,00
128 GB
969,00
959,00
959,00
iPhone 6s
Francia
Germania
Regno Unito
16 GB
859,00
848,00
848,00
64 GB
969,00
959,00
959,00
128 GB
1.079,00
1.069,00
1.069,00

Senza stare ad analizzare i motivi dei rincari o valutare ogni situazione, appare sin da subito evidente l'aumento di prezzi, sostanzialmente paragonabile in proporzioni nei tre paesi.

In Francia, ad esempio, il modello base di iPhone 6 costava al lancio 40 € in meno, 50 nella sua variante da 128 GB. Anche in Germania il ricarico è parecchio simile, anche se ogni versione costa - come del resto l'anno scorso - 10€ in meno rispetto agli store francesi. Anche in Regno Unito si registra un aumento simile nel prezzo.

Va bene che la crisi è finita ma, facendo le dovute proporzioni, Apple potrebbe arrivare a richiedere da 769-789 a 1099-1119 € nel nostro mercato italiano. Sono forse troppi per uno smartphone che, a prescindere da tutte le novità in arrivo, viene dotato ancora una volta di 16 GB di storage integrato.
Leggi l'intero articolo

iPhone 6 vs iPhone 6s

Ieri Apple ha aggiornato la sua line-up iPhone e, nonostante l'apparente (e forse non solo apparente) somiglianza al vecchio modello, ha presentato delle piccole ma importanti differenze.


Le dimensioni aumentano sensibilmente (come si evince dalla tabella sotto riportata), così come il peso che, dopo l'upgrade, passa da 129g di iPhone 6 a 143g di iPhone 6S, mentre iPhone 6S Plus raggiunge ora i 192g.

Le novità interne, fra cui 3D Touch e Taptic Engine, hanno sicuramente avuto un impatto diretto sulle caratteristiche riportate, tuttavia il peso in più viene abbinato alla riduzione della capacità della batteria integrata che, a parte qualche magheggio su Apple A9 o lato software, dovrebbe condurre a un'autonomia operativa inferiore rispetto al passato.

Cambiano anche le fotocamere, adesso da 12 megapixel e in grado di registrare a 4K, così come il SoC integrato. 

Apple non riporta da nessuna parte il quantitativo di memoria di sistema dei nuovi dispositivi, che potrebbe a questo punto rimanere invariato a 1 GB (ma attendiamo i primi teardown di Apple A9 per una conferma definitiva).


iPhone 6S
iPhone 6S Plus
iPhone 6
iPhone 6 Plus
OS nativo
iOS 9
iOS 8
CPU
Apple A9 64-bit + M9 Always-on
Apple A8 64-bit + M8
RAM
Attualmente non dichiarata
1 GB
Display
4,7" LCD IPS
Retina 3D Touch
5,5" LCD IPS
Retina HD 3D Touch
4,7" LCD IPS
Retina
5,5" LCD IPS
Retina HD
Risoluzione
1334x750 px
1920x1080 px
1334x750 px
1920x1080 px
Pixel
326 PPI
401 PPI
326 PPI
401 PPI
Storage
16 / 64 / 128 GB
16 / 64 / 128 GB
Fotocamera Anteriore
5 MP f/2.2 
Retina Flash 
1,2MP BSI
Fotocamera Posteriore
12 MP
pixel da 1,22µm
Flash LED TrueTone
Video 4K 30 fps 
Video Full HD 120 fps
Video HD 240fps
Video HDR
Stabilizzazione digitale
12 MP
pixel da 1,22µm
Flash LED TrueTone
Video 4K 30 fps 
Video Full HD 120 fps
Video HD 240fps
Video HDR
Stabilizzazione ottica anche in video
8 MP
pixel da 1,5µm
Flash LED TrueTone
Video Full HD 60 fps
Video HD 240fps
Video HDR
Stabilizzazione digitale
8 MP
pixel da 1,5µm
Flash LED TrueTone
Video Full HD 60 fps
Video HD 240fps
Video HDR
Stabilizzazione ottica
Rete cellulare
Fino a LTE 300 Mbps (fino a 23 bande)
VoLTE
Chiamate Wi-Fi
Fino a LTE 150Mbps (fino a 20 bande)
VoLTE
Chiamate Wi-Fi
Wi-Fi
802.11 b/g/n/ac
802.11 b/g/n/ac
Bluetooth
4.2
4.0
Sensori
Accelerometro
Prossimità
Giroscopio
Luce ambientale
GPS, A-GPS, GLONASS
Touch ID
Barometro
NFC
Batteria
1715 mAh
2750 mAh ?
1810 mAh
2915 mAh
Dimensioni
138,3 x 67,1 x 7,1 mm
158,2 x 77,9 x 7,3 mm
138,1 x 67 x 6,9 mm
158,1 x 77,8 x 7,1 mm
Peso
143 g
192 g
129 g
172 g
Colori
Grigio siderale
Argento
Oro
Oro rosa
Grigio siderale
Argento
Oro
Oro rosa
Grigio siderale
Argento
Oro (non più in vendita)
Grigio siderale
Argento
Oro (non più in vendita)
Prezzi
Non ancora annunciati
Non ancora annunciati
16 GB: € 729
64 GB: € 839
128 GB: € 949
16 GB: € 839
64 GB: € 949
128 GB: € 1.059

Il prezzo per il mercato italiano è ancora sconosciuto, ma potrebbe rimanere invariato (speriamo!): si partirà quindi da € 729 per il modello base da 4,7" e 16 GB di storage e € 839 per il modello Plus da 5,5". Il top di gamma sarà il Plus da 128GB, che probabilmente verrà proposto alla ragguardevole somma di € 1.059.

Negli Stati Uniti Apple ha annunciato un'interessante offerta per acquistare i nuovi iPhone 6S in leasing a partire da $ 32 mensili e ricevere ogni anno il nuovo modello presentato.

Sul mero piano economico conviene sempre rivendere il modello ottenuto sul mercato dell'usato, ma la proposta di Apple ci scorpora apparentemente da vincoli con eventuali operatori telefonici e ci risparmia l'ansia della vendita. L'offerta sarà "presto" espansa anche negli altri mercati, e ne sapremo sicuramente di più nelle prossime settimane.
Leggi l'intero articolo
 
Tecnodiary2 © 2011