giovedì 31 maggio 2012

Apple acquisisce Redmatica (startup italiana dedita all' editing musicale)

Secondo una serie di informazioni che circolano in rete in queste ore pare che Apple abbia acquisito (o per lo meno sia prossima a concludere un accordo di acquisizione) Redmatica, una piccola software house di Correggio (Reggio Emilia), specializzata nello sviluppo di applicativi per editing musicale.


L'informazione è emersa da un bollettino dell'AGCOM pubblicato questa settimana, dove viene indicato che il gigante di Cupertino ha intenzione di acquisire la software house italiana mediante un trasferimento di asset. Si legge nel bollettino:
Oggetto di acquisizione è un ramo di azienda della società Redmatica S.r.l. (di seguito, ramo d’azienda Redmatica) costituito da un insieme di cespiti (inclusi i software e i relativi diritti di proprietà intellettuale nonché i contratti di licenza esistenti) e relativo alle attività di ricerca, sviluppo, assistenza, vendita, offerta, concessione in licenza, commercializzazione e distribuzione di software per la produzione ed elaborazione di musica digitale.
Redmatica realizza una serie di applicazioni musicali, tra cui possiamo segnalare Keymap Pro, AutoSample, ProManager e GBSamplerManager. I software di sampling di Redmatica sono compatibili con EXS24, Kontakt 3 e 4, Structure e Reason, oltre a GarageBand per iOS. Tutti i prodotti di Redmatica sono sviluppati per Mac OS X.

L'acquisizione di Redmatica da parte di Apple potrebbe portare gli sviluppatori software della compagnia ad integrarsi nel team di Logic Pro, il software professionale di editing musicale sviluppato da Apple. L'operazione potrebbe inoltre consentire di andare a rafforzare il team di sviluppo di GarageBand per Mac OS X e iOS.

Il fatturato di Redmatica è di circa 100 mila euro, con un utile di 26 mila euro, il che renderebbe l'operazione non particolarmente costosa per Apple. E' comunque opportuno considerare che il bollettino dell'AGCOM non indica l'avvenuta acquisizione, segno che l'accordo potrebbe essere ancora non definitivamente chiuso.

Attualmente il sito web di Redmatica è ancora raggiungibile e non viene fatta menzione dell'accordo.

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mercoledì 30 maggio 2012

Fable The Journey: ulteriori passi avanti nell'integrazione con Kinect

Grazie all'impiego delle tecniche sperimentate con Milo, il nuovo sistema integrato con Kinect, progettato da Lionhead, per il nuovo Fable (The Journey) si è realizzato un significativo passo in avanti per quanto riguarda il gameplay dei prodotti destinati a sfruttare il motion sensing della periferica Microsoft.

Con Forza (motorsport) ci si deve sedere sul bordo del proprio divano. Ma è materiale di un anno fa, quindi abbiamo avuto altri 12 mesi per sperimentare", ha dichiarato Carr. "In Journey è possibile muoversi. Non c'è bisogno di preoccuparsi del vostro tavolino, non è necessario fare spazio. Si tratta di un cambiamento importante: la gente non deve allargare il proprio salotto. Se pensate alle case qui a Guildford, in Inghilterra o in Giappone, dove gli spazi del soggiorno sono piccoli, si deve dare la possibilità di potersi sedere, un concept che proviene proprio da Milo.
Ecco da dove sono partiti i programmatori Lionhead: Project Milo

Penso che con Kinect ci saranno alcuni cambiamenti che rinnoveranno tali giochi. E uno di questi aspetti riguarda il gameplay da seduti. Molti sviluppatori stavano aspettando una tecnologia di questo tipo. E' più semplice per noi da sviluppare, perché siamo un team first party, godiamo del supporto di Microsoft. Non è semplice per le terze parti scrivere questo genere di tecnologia. Serve tempo, nel nostro caso ci ha richiesto due anni e mezzo.
Quanto precede è tratto da un intervista a Gary Carr, creative director di Lionhead.

Vi ricordiamo che The Journey è confermato su Xbox 360 per il 4 settembre.

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Keynote 2012 per il prossimo 11 giugno

La Worldwide Developers Conference (WWDC), è per tutti gli appassionati del mondo Apple uno degli eventi più importanti dell’anno: è in quest’occasione infatti che nel 2010 Steve Jobs in persona svelò iPhone 4, mentre nel 2011 è stata la volta di OS X Lion, ultima release del sistema operativo Mac.


Lecita dunque una sorta di "attesa nell’attesa" per il keynote che la società di Cupertino tiene ogni volta in occasione della WWDC. Secondo quanto riportato da Theverge.com, Apple avrebbe confermato il keynote anche per l’edizione 2012 dell’evento, fissato per il prossimo 11 giugno alle ore 10:00 locali, le (19:00 in Italia). Tante voci sparate nel mucchio animano l'attesa di questo grande evento; qualche settimana fa si era diffusa la voce secondo la quale il keynote sarebbe stato il palcoscenico di presentazione dei nuovi modelli iMac con Retina Display e della nuova versione del sistema operativo, Mountain Lion,. E' però evidente che il più atteso sembra essere sempre iPhone 5.

Ricordiamo che la conferenza si terrà a Los Angeles dall’11 al 15 giugno.

Facciamo notare che gli Apple Store del mondo presentano in homepage il seguente messaggio: 
We´ll be back. We´re busy updating the Apple Store for you and will be back soon.
ovvero "Torniamo subito. Siamo alle prese con l’aggiornamento dell’Apple Store e presto saremo di nuovo online."


Questo il più delle volte è presagio di nuovi aggiornamenti dei prodotti in vista ma altre volte (a memoria storica) si è trattato di un semplice aggiornamento del sito. In prossimità del keynote, peraltro, ci sembra strana la prima ipotesi. Staremo a vedere; nelle prossime ore riveleremo l'arcano.

AGGIORNAMENTO: Come previsto, al ritorno in linea dello store Apple, non rileviamo evidenti novità.

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martedì 29 maggio 2012

Flame: Kaspersky Lab lancia l'allarme

La rete è da sempre la culla in cui proliferano virus, trojan e altri "microrganismi digitali nefasti". All'inizio erano i virus inviati via mail a preoccupare gli utenti, poi i più infidi trojan, capaci di rubarbi le informazioni sensibili e ultimamente i bagle, che si insinuano sui nostri pc attraverso le comunicazione P2P. 


Nella giornata di ieri, però,  Kaspersky Lab (leader degli antivirus e dei sistemi di sicurezza informatica) ha lanciato l'allarme per una nuova e preoccupante minaccia informatica. Si tratta di Flame, un malware assai complesso e articolato che ha più a che fare con il concetto di "arma informatica" rispetto alle più classiche problematiche a cui siamo abituati.

Eugene Kaspersky (CEO e co-fondatore di Kaspersky Lab), ha dichiarato:
Il rischio di una guerra informatica è uno degli argomenti più popolari degli ultimi anni. Stuxnet e Duqu appartenevano ad una sola catena di attacchi che ha sollevato non poche preoccupazioni in tutto il mondo. Il malware Flame sembra appartenere ad un'altra fase di questa guerra, ed è importante rendersi conto che le armi informatiche possono essere utilizzate per attaccare qualsiasi paese. A differenza di una guerra convenzionale, i paesi più sviluppati sono in realtà i più vulnerabili in questo caso.
Flame pare essere studiato principalmente per azioni di spionaggio informatico, furto di informazioni e azioni simili. È in grado di acquisire tali informazioni sulle macchine infette, come anche accedere alle informazioni visualizzate sul display o registrazioni audio per procedere poi all'invio delle stesse a un server remoto. Kaspersky non ha remore nel definire Flame come uno dei più avanzati e completi "attack-toolkit" mai scoperti prima d’ora. Rimane ancora molto da scoprire in merito a Flame, come ad esempio non è ancora completamente noto quale sia il vettore principale di infezione. Si sospetta la possibilità che anche questo complicato malware possa sfruttare lo stesso metodo usato da Stuxnet attraverso la porta USB, ma ci sono sicuramente altre modalità.


Per ora ciò che è noto è che Flame è costituito da più moduli e si compone di diversi megabyte di codice eseguibile totalmente e questo lo rende circa 20 volte più grande di Stuxnet, inoltre sono stati infettati anche sistemi Windows 7 correttamente aggiornati con le più recenti patch di sicurezza. Dalle informazioni ad oggi disponibili Flame non ha un preciso target di utenti: sono stati infettati PC di singoli, ma anche sistemi aziendali o computer all'interno di organizzazioni governative. Tra le aree di maggior attività viene identificato l'Iran.

Flame è stato individuato nell'ambito di una ricerca condotta da ITU (International Telecommunication Union) e Kaspersky Lab che hanno iniziato ad approfondire l'argomento dopo una serie di incidenti avvenuti a causa di un altro, ancora sconosciuto, programma nocivo, denominato Wiper, che ha cancellato i dati su un elevato numero di computer nella regione dell’Asia Occidentale.



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Da Foxconn le TV Apple da testare

Secondo una fonte attendibile del China Business News, la produzione dei primi esemplari del televisore Apple (al secolo iPanel) sarebbe già stata avviata in un impianto della Foxconn a Shenzhen, che tipicamente viene utilizzato per la realizzazione dei dispositivi di pre-serie.


A quanto pare quindi, Apple avrebbe commissionato a Foxconn l’assemblaggio di alcuni esemplari del televisore per effettuare i consueti test che precedono l’avvio della produzione vera e propria, in modo da verificare il corretto funzionamento del dispositivo e le relative procedure di fabbricazione. Un paio di settimane fa l’ufficio stampa di Foxconn aveva diramato un comunicato ufficiale per smentire la notizia riportata dal China Daily, secondo la quale Terry Gou, CEO di Foxconn, aveva annunciato i preparativi per l’avvio della produzione del futuro televisore Apple, sostenendo che le parole del CEO erano state travisate.

Secondo le indiscrezioni la produzione del televisore Apple dovrebbe arrivare a regime entro la fine dell’anno in modo da poter essere lanciato in tutto il mondo nei primi mesi del 2013, probabilmente dopo il tradizionale evento di marzo nel quale potrebbe rubare la scena all’iPad di quarta generazione.

fonte: appleinsider.
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lunedì 28 maggio 2012

Facebook punta sul nuovo Smartphone per contrastare Apple e Google

Secondo il New York Times, Mark Zuckerberg (per i pochi che ancora non lo sanno stiamo parlando del patron di Facebook) sarebbe già in contatto con alcuni ingegneri software e hardware coi quali avrebbe parlato dettagliatamente di smartphone. 


Queste era la notizia circolata qualche tempo fa; ora però abbiamo saputo che, in barba agli accordi di "no-poaching" presi sottobanco da Jobs, Facebook sarebbe a caccia di ex-ingegneri Apple per portare avanti la progettazione di un proprio smartphone, previsto (secondo le voci) per l’anno prossimo. Per chi si forse perso qualche passaggio,  ci riferiamo ai presunti accordi stipulati sottobanco da Google ed Apple secondo cui le due rispettive società si impegnavano a non ostacolarsi a vicenda nelle assunzioni del personale impegnato nei progetti delle due aziende. Questo tacito accordo prende il nome di "no-poaching" e viola parecchie leggi antitrust tra cui lo Sherman Act e il Cartwright Act.

Tornando ai progetti di Zuckerberg, il nuovo smartphone (nome in codice "Buffy") è in lavorazione da  almeno un paio d’anni, probabilmente contro le aspettative della stessa Facebook. La strategia iniziale doveva prevedere una progettazione ex novo attingendo esclusivamente alle risorse interne, in un secondo tempo però, devono essere sopraggiunte delle incombenze non superabili attraverso il know-how già in possesso della società. Lo racconta il Times, in un recente articolo:
La società ha già assunto circa mezza dozzina di ex ingegneri software e hardware Apple che hanno lavorato sull’iPhone, e uno che ha lavorato sull’iPad; lo hanno confermato gli impiegati stessi e quelli a conoscenza dei progetti. Un ingegnere che prima aveva lavorato sull’iPhone presso Apple ha detto di aver incontrato Mark Zuckerberg, il CEO di Facebook, che lo ha investito di domande sul funzionamento degli smartphone. Non sembrava semplicemente curiosità intellettuale fine a se stessa, ha detto l’ingegnere; Zuckerberg chiedeva di dettagli intricati, incluso quali chip usassero. Un altro ex dipendente hardware Apple è stato assunto da un dirigente Facebook ed è stato messo a parte delle esplorazioni sull’hardware della società.
La mossa ha certamente senso, soprattutto se consideriamo gli attriti tra Facebook ed Apple che hanno portato Twitter, e non il portale blu, ad integrarsi profondamente con iOS. Ma dal Web si solleva in generale un coro di dubbi, peraltro dissuadendo gli investitori dal sostenere il progetto.

Il nuovo smartphone Facebook però, presumibilmente, sarà destinato a una fascia di mercato più ampia: quella degli smartphone middle-low cost. Anche se non è ancora detta l'ultima parola, il competitor che più si dovrebbe preoccupare è Google con il suo gioiello Nexus.

Dopo la quotazione in borsa, ora staremo a vedere come andrà l'esordio del "FacebookPhone". Sarà l'ennesima sorpresa negativa o riuscirà a stupire tutti? Staremo a vedere.

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sabato 26 maggio 2012

Spreco di un miliardo di dollari per una cattiva abitudine dei videogiocatori USA

Secondo l’ultimo studio dell’Università statunitense Carnegie Mellon le console dei cittadini statunitensi, nel 2010, avrebbero consumato circa 16 terawatt-ora, cioè quasi l’uno percento dell’intera richiesta nazionale.


Ovviamente quando le console rimangono accese nel menù principale non consumano la stessa energia richiesta durante il gioco, ma la percentuale è molto alta e si aggira fra il 75% e il 94% del consumo massimo. Un valore che aumenterebbe il consumo energetico di una famiglia, di dieci volte rispetto a chi spegne la console dopo averla usata.

Se il problema fosse ristretto a un numero di persone non si parlerebbe di uno spreco di elettricità molto rilevante, ma questa brutta abitudine sembra interessare il 30% dei possessori di console statunitensi. I ricercatori specificano che questo dato è stato ottenuto da indagini informali e "spiando" lo status online degli utenti su Xbox Live e PlayStation Network, dunque stiamo parlando di una stima grossolana, ma al tempo stesso abbastanza indicativa. Ipotizzando che questi dati siano corretti nel 2010 il 68% di tutta l’elettricità consumata dalle console arriva dai periodi di riposo in cui ci si dimentica il dispositivo acceso. Una sbadataggine che è costata 1,24 miliardi e un consumo totale di 10,8 terawatt-ora di energia. Fortunatamente ora Xbox 360 include un timer che dopo un’ora di inattività spegne la console, mentre su PS3 esiste da sempre la possibilità di impostare l’autospegnimento, anche se non è attivo in modalità predefinita. Secondo i ricercatori basterebbe un semplice aggiornamento firmware per far risparmiare 9,3 TWh di energia ogni anno e 1,1 miliardi di dollari.

In attesa di scoprire se Sony e Microsoft ascolteranno questo appello il nostro consiglio è di evitare di lasciare accese le console se non state giocando. Il vostro dispositivo durerà più a lungo e la bolletta sarà sicuramente meno salata.

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venerdì 25 maggio 2012

Le quotazioni del titolo Facebook fanno riflettere: gli investitori fuggono.

L'esordio in borsa non è stato certo come si aspettavano Zuckerberg e i suoi prodi collaboratori e sicuramente nemmeno come auspicavano quei piccoli investitori annebbiati dalla fama del brand Facebook che vedevano nel titolo un investimento sicuro.


E' passata una settimana (da 18 maggio 2012) dal suo battesimo sul Nasdaq e l'andamento del titolo è ancora in difficoltà tanto che, Morgan Stanley, ovvero la principale banca che ha curato il collocamento in borsa di Facebook, nel corso della conference call con i broker che si è tenuta ieri sera, ha detto che regolerà i prezzi degli scambi avvenuti venerdì scorso, per assicurarsi che nessuno paghi più di 43 dollari per azione.

Secondo indiscrezioni di stampa americana, la banca d'affari ha infatti spiegato ai broker che gli ordini di vendita sulle azioni a un minimo di 43 dollari dopo l'IPO del social network non saranno realizzati, visti i bassi volumi a quella fascia di prezzo il giorno del debutto. In tale data, a causa dell'avvio ritardato degli scambi e di altri intoppi nel corso della seduta, ci sono stati problemi tecnici sugli ordini di acquisto, vendita o cancellazione: alcuni ordini possono essere stati così realizzati male, rovinando così l'IPO nel primo giorno di contrattazione. Intanto le perdite dei quattro principali trader al Nasdaq sul'Ipo di Facebook probabilmente superano i 100 milioni di dollari.

Morgan Stanley, dopo la rivolta degli investitori, pronta a regolare i prezzi delle azioni Facebook scambiate il giorno dell'IPO; infatti, durante la conference call tenutasi ieri sera, la banca la banca in questione si è dichiarata disposta a rimborsare chiunque abbia pagato più di 43 dollari, dati gli scarsi volumi di scambio sul titolo realizzati a quel prezzo.

Fino a qui ci siamo limitati ad osservare i fatti di questa settimana ma ora, forse, ci dovremmo porre il problema di spiegare i motivi di un "quasi fallimento" borsistico (riferendoci all'Ipo, sia chiaro) di un "colosso della rete; perché è questo che Facebook rappresenta per centinaia di milioni di utenti: un colosso economico. Ma un colosso di cosa? E' solo fumo o c'è di più? 

Interessante, a nostro giudizio, è l'opinione di Rich Karlgaard (editore di Forbes):
Mi piacciono Google, Intel, Cisco, IBM, Oracle, EMC e SAP perché l’economia mondiale dipende da loro. Certo possiamo vivere senza di loro, ma subiremmo enormi sconvolgimenti. I costi di transizione sarebbero estremamente alti. [...] Facebook non è integrata nell’economia globale e il suo marchio di tendenza sta rapidamente sbiadendo.
Questa incertezza sulla sua reale utilità di aziende come Facebook (per le imprese che ci fanno pubblicità, innanzitutto) inizia a pesare e,  General Motors ha deciso, poco prima della quotazione in borsa di Facebook, di tagliare completamente le spese per gli spazi pubblicitari a pagamento sul social network (circa 10 milioni di dollari dei 40 finora investiti). Senza contare che tutti i principali fondi di investimento e azionisti pre-IPO (Initial public offering) hanno deciso di liquidare grosse fette delle loro partecipazioni azionarie, anche fino al 50% del proprio pacchetto. La quotazione della società sembra quindi si stia dimostrando un'azione autolesionista, forse perché sta evidenziando i limiti del progetto di Zuckerberg.

Il limite più grosso, a nostro avviso pare la mancanza di un progetto preciso, frutto di un successo tanto improvviso (ed esplosivo), quanto inaspettato. Le potenzialità enormi fra le mani di Zuckerberg non hanno colto la potenzialità di cambiamento limitandosi a portare avanti qualcosa che già c'era; si sta lasciando sfuggire l'occasione di diventare un' "incubatrice" di nuovi contenuti. Avrebbe attratto numerose startup e non da escludere anche società più affermate, attratte da prospettive di guadagno elevate, garantendo così un evoluzione naturale del flusso d'innovazione e di rigenerazione tecnologica, in cambio di una percentuale sugli utili. A questi ricavi, avrebbe aggiunto la possibilità di sfruttare i dati (volontariamente) ceduti dagli utenti, per cucire loro addosso delle pubblicità personalizzate.

Siamo tutti d'accordo nell'affermare che è il contenuto, e non il contenitore, a fornire il "valore aggiunto" che attrae la pubblicità e, l’unico "valore aggiunto" che Facebook (che resta un contenitore e basta) potrebbe apportare è la sua attuale posizione dominante sul mercato, dovuta in parte all'essere diventato uno strumento utile per comunicare a costo zero. Gli investitori, evidentemente, devono aver pensato che è  troppo poco per vederci un business stabile e quindi per investire le proprie risorse (oggi spese in modo più oculato che mai).

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Sharp condivide tecnologie con Foxconn a vantaggio di Apple per iPhone 5?

La tecnologia di Sharp approderà a Huai’an, sede della fabbrica di Foxconn dove Apple sta investendo per allestire una nuova linea di produzione.


Questa manovra va collegata all’investimento di Hon Hai Precision sulla produzione di pannelli LCD Sharp a Sakai in Giappone: a marzo, Hon Hai Precision comprò 46,5% della fabbrica di Sakai e circa 706 milioni di euro di azioni Sharp, corrispondente all’11% della compagnia. Foxconn è l’azienda collegata a Hon Hai Precision e che adesso intende sfruttare questa partnership con Sharp per migliorare le proprie linee di produzione.

Reuters, citando il quotidiano giapponese Nikkei business daily, precisa che:
l’azienda giapponese Sharp Corp fornirà le conoscenze tecnologiche alla fabbrica cinese di Hon Hai Precision, la quale produrrà schermi per i nuovi iPhone di Apple.
 Indiscrezioni indicano Sharp come uno dei principali fornitori di display LCD per il prossimo iPhone 5.

Sharp ha inaugurato la produzione dei display IGZO da destinare alle smart HDTV di futura generazione, compresa la iTV. Potrebbe essere questa la tecnologia che Sharp porta in dote a Foxconn, tanto più che la stessa tecnologia IGZO potrebbe essere adottata dai prossimi MacBook Pro ed Air, secondo quanto prevede l’analista Richard Shim.

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giovedì 24 maggio 2012

La realtà aumentata a "portata di mano"

Torniamo a parlare di realtà aumentata. Gli ingegneri che prestano il solo servizio presso il MIT media lab hanno portato avanti un progetto denominato T(ether). Si tratta di una tecnologia in grado di disegnare e manipolare oggetti 3D, da soli o con altri, nello spazio circostante attraverso l’uso congiunto d’un iPad e uno speciale guanto.


T(ether) è un originale display dotato di consapevolezza spaziale che supporta l’interazione intuitiva con dati volumetrici. Il display agisce come una finestra in grado di fornire agli utenti una vista prospettica dei dati tridimensionali attraverso il tracciamento della posizione della testa e dell’orientamento. T(ether) crea una mappa 1:1 tra le coordinate spaziale reali e virtuali, fornendo un’esplorazione immersiva dei due domini assieme. Il nostro sistema crea uno spazio di lavoro condiviso in cui gli utenti -nella stessa stanza o remoti- possono collaborare sia nel mondo virtuale che reale. Il sistema consente l’input attraverso il tocco capacitivo sul display e un guanto per il motion tracking. Quando è posizionata dietro al display, la mano dell’utente si estende nel mondo virtuale, consentendogli di interagire direttamente cogli oggetti.
Se vi volete fare un'idea delle potenzialità di T(ether) guardate un po' qui sotto:


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mercoledì 23 maggio 2012

Record di vendite per il titolo Blizzard

Era inevitabile, l'arrivo di Diablo III non poteva che lasciare un solco nel panorama dei videogames per pc, soprattutto per gli amanti del mondo degli RPG. Le cifre parlano chiaro: 3,5 milioni di copie vendute in 24 ore. 


Questi numeri non vi dicono nulla? Allora ve lo spieghiamo noi, Diablo III ha raggiunto nell'arco di una sola giornata il record di vendite. I dati arrivano direttamente da Activision Blizzard e dai suoi partner commerciali.  C'è da tener presente che questa cifra non tiene conto delle 1,2 milioni di copie date a coloro che hanno sottoscritto l'abbonamento annuale a World of Warcraft. Questi ultimi, infatti, hanno ottenuto Diablo III gratuitamente. Se ci si riferisce alla prima settimana di disponibilità, le copie vendute di Diablo III diventano 6,3 milioni, dunque altre 1,6 milioni di copie sono state vendute dopo il giorno d'esordio sugli scaffali fisici e virtuali degli store di tutto il mondo.

Non potevano mancare le dichiarazioni del CEO Blizzard (Mike Morhaime):
Siamo molto soddisfatti che Diablo III abbia attirato così tante persone in tutto il mondo, e che queste persone abbiano voluto fare la prima sessione di gioco appena Diablo III è diventato disponibile, [...] Però ci dispiace che il nostro lavoro in fase di preparazione non sia stato sufficiente a garantire l'esperienza di gioco continua che molti nostri fan si aspettano. Voglio sottolineare ancora una volta che il nostro obiettivo è quello di assicurarci che i milioni di giocatori di Diablo III abbiano un'esperienza di gioco ottimale con il miglioramento continuo del nostro gioco. Li ringraziamo per il supporto continuo che ci danno.
Morhaime si riferisce all'instabilità dei server e alle notizie sulla compromissione di alcuni account di gioco, con la perdita dell'oro e dell'equipaggiamento.

Vi ricordiamo a onor di cronaca che Max Payne 3, altro papabile candidato alla vetta delle vendite (data la risonanza del titolo), si è finora fermato a 3 milioni di copie vendute.

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Diablo III: account violati o solo un bug?

Torniamo a parlare di Diablo III, e ahimè dobbiamo trattare gli ennesimi problemi riscontrati dagli utenti. Numerose segnalazioni sono giunte a Blizzard a proposito della scomparsa di oro e item in-game nel bel mezzo del gioco.


Secondo alcuni si sarebbe trattato dell'intromissione di hacker, che equivarrebbe a dire che il sistema di sicurezza allestito da Blizzard sarebbe stato, perlomeno in parte, violato. Blizzard ha risposto ufficialmente evidenziando come le cause dei malfunzionamenti potrebbero essere diverse, e che bisogna svolgere ulteriori indagini prima di giungere a una conclusione. Per evitare malfunzionamenti simili,  Blizzard nella persona di Bashiok (Community Manager) ha pubblicato sul forum di Battle.net la seguente comunicazione: 
Abbiamo considerato la situazione in maniera estremamente seria fin dall'inizio e abbiamo fatto tutto il possibile per verificare come e in quali circostanze queste compromissioni si sono verificate, [...] Nonostante le supposizioni e le teorie avanzate, non abbiamo individuato ancora un solo caso in cui un account è stato compromesso con metodi diversi da quelli tradizionali, ovvero entrando in account di altri conoscendo la password di questi. Anche se l'autenticatore non è garanzia al 100% della sicurezza dell'account, non abbiamo dati secondo i quali l'autenticatore sia stato violato.
Blizzard ha pensato a diverse soluzioni per rafforzare la sicurezza degli account di Diablo III, che presto avranno, lo ricordiamo, anche un valore monetario legato alla Casa d'aste a valuta reale. Prima di queste soluzioni è proprio il Battle.net Authenticator a cui fa riferimento Bashiok. L'autenticatore fornisce un metodo supplementare di autenticazione attraverso una password unica che viene generata ogni qual volta si fa l'accesso all'account di Diablo III da questo strumento simile ai dispositivi dati dalle banche per proteggere i conti correnti.

La versione digitale dell'autenticatore si chiama Battle.net Mobile Authenticator e fornisce la seconda chiave di sicurezza attraverso applicazione su dispositivo mobile. C'è anche il servizioBattle.net SMS Protect che consente di usare un telefono cellulare che gestisce messaggi testuali per monitorare l'account e fare il reset delle password, oltre che gestire l'abilitazione dell'autenticatore. Chi sottoscrive questo servizio può essere avvisato in caso di attività inusuale sul proprio account sempre tramite messaggio testuale.

Nonostante le rassicurazioni di Blizzard, molti utenti continuano a protestare su Battle.net con post con titoli come Ummm...tutti i miei soldi e i miei oggetti sono andati, mentre da altre fonti si batte la pista del possibile hack al sistema di sicurezza di Blizzard. Secondo alcune testimonianze, infatti, la compromissione dell'account è avvenuta mentre il giocatore era loggato nel gioco. Dopo essersi rivolti al supporto Blizzard, questi giocatori poi si sono sentiti dire che l'assistenza non aveva alcuna prova dell'avvenuta compromissione. Il fatto che Blizzard non sia cosciente di questi avvenimenti sui propri server farebbe pensare che la software house non ha il pieno controllo sulla situazione di pericolo. D'altra parte non è possibile escludere che questi inconvenienti possano essere dovuti a semplici bug nell'infrastruttura Blizzard.

Alcuni di questi utenti hanno comunque mandato una richiesta a Blizzard affinché venga fatto un rollback del personaggio riportandolo alla situazione, in termini di equipaggiamento e oro, precedente alla compromissione. Sembra che Blizzard acconsenta a questo tipo di operazioni, ma che tenga continuamente monitorata la situazione dei rollback. Chi ha troppi rollback o un account che presenta segni di più di un'intromissione potrebbe essere escluso dalla Casa d'aste a valuta reale.

Quest'ultima verrà lanciata definitivamente il 29 maggio e, come sappiamo, consentirà agli utenti di acquisire oggetti in-game da rivendere per soldi veri ad altri giocatori.
Sappiamo quanto possa essere frustrante essere vittime del furto dell'account e, come sempre, siamo concentrati per aiutare i nostri giocatori a mantenere integri i propri account Battle.net. Apprezziamo qualsiasi tipo di sforzo che ci aiuti nei nostri piani,
è un altro comunicato Blizzard, che rimarca come ogni lancio di un grande titolo sia sempre difficile e soggetto a questo tipo di problematiche.

Blizzard ha ricevuto già molte critiche per il lancio traumatico di Diablo III, anche per via dell'instabilità dei server di gioco quando si sono trovati nelle condizioni di maggiore carico. Le proteste hanno indotto Blizzard a rilasciare un messaggio di scuse in cui ammetteva che "i preparativi per il lancio del gioco non hanno tenuto conto di ogni evenienza".

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martedì 22 maggio 2012

gTar + iPhone: insegnanti di chitarra

Ha debuttato ieri sul palcoscenico di Techcrunch Disrupt (un raduno per appassionati di tecnologie) un prototipo di chitarra elettrica integrata con un iPhone: si chiama "gTar". L'obbiettivo di tale progetto è quello di abbassare le barriere di ingresso per i principianti attraverso un'applicazione software e led luminosi.


Deriva dall'intuizione di una startup californiana, Incident technologies. Ha uno spazio per ospitare un iPhone: il corso di apprendimento, gestito con un'applicazione software, segnala quali sono i punti da toccare sulle corde attraverso led che si illuminano. Come un percorso visivo che mostra in che modo seguire lo spartito.   Prevede un livello per principianti dove gli errori nell'esecuzione sono privi di suono. Diventa un gioco, ad esempio con l'assegnazione di punti per i progressi raggiunti. La batteria ha un'autonomia da sei a otto ore.

La società californiana ha realizzato il prototipo a Shenzhen (in Cina) e hanno lanciato la loro richiesta di un sostegno economico. Che ha convito subito. I microversamenti raccolti sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter saranno impiegati per fabbricare i primi modelli, previsti per la fine dell'estate. E sulla pagina di gTar si moltiplicano i suggerimenti per ulteriori evoluzioni.


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lunedì 21 maggio 2012

Woodstock: ecco l'erede di Zune

Vi ricordate Zune, il servizio musicale offerto da Microsoft mai del tutto decollato? Ecco, ora dimenticatelo; sta per arrivare il suo sostituto. Il nome in codice è "Woodstock".


Verrà probabilmente lanciato al prossimo E3 (Electronic Entertainment Expo), che aprirà i battenti a inizio giugno a Los Angeles. "Woodstock" sarà multipiattaforma, disponibile su Windows 8, Android, iOS e Xbox e infine per Windows Phone 8. Integrato con Facebook, permetterà di ascoltare musica in streaming dal browser senza nessun plug-in aggiuntivo, consentendo di costruirsi delle playlist di gruppo e condividere le tracce audio. La funzione scan and match, simile a iTunes Match, permetterà agli utenti di identificare le proprie collezioni musicali nel servizio.
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Skolkovo: la Silicon Valley russa?



Il quotidiano Izvestia afferma (ecco un'arrembante traduzione in italiano) che Apple e altre importanti società high-tech statunitensi sono sul punto di aprire un proprio centro di Ricerca e Sviluppo presso il parco tecnologico Skolkovo, situato vicino Mosca. E qualcuno l’ha già definita la Silicon Valley russa.

La notizia è piuttosto risicata:
Il tecnopolo di Skolkovo vicino Mosca è attualmente è in trattative con molte società di alto profilo come Apple, Google e Facebook per insediare le proprie strutture di ricerca e sviluppo nell’area. Skolkovo ha già stretto accordi con Microsoft, IBM, General Electric, Cisco e altri; nella visione dei sostenitori del progetto, la regione potrebbe diventare la Silicon Valley russa, sorretta da dozzine tra le principali società. Secondo la notizia, i portavoce ufficiali di Apple a Mosca hanno declinato di commentare tali indiscrezioni, ma il responsabile di Skolkovo Roman Romanovsky ha rivelato l’esistenza di un certo interesse nelle negoziazioni da ambo le parti. Non sembra che un accordo sia imminente, sebbene Romanovsky abbia manifestato la speranza che le trattative sfocino eventualmente in un accordo.
Per il momento, quindi, siamo di fronte ad una dichiarazione d’intenti o anche meno. Microsoft ha già pubblicato un comunicato stampa a riguardo, mentre da Cupertino tutto tace; tanto più che un centro di Ricerca&Sviluppo Apple lo sta già approntando in Isreaele. Si tratta di Anobit, una società specializzata in memorie flash acquisita all’inizio dell’anno senza neppure troppa fanfare mediatica.

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sabato 19 maggio 2012

Diablo III: un giro sul forum


Mercoledì 15 maggio è stato rilasciato il gioco RPG più atteso di sempre e, nonostante i problemi riscontrati nelle prime ore successive al lancio, i fans si sono dimostrati molto soddisfatti e i server, dopo una maggior intensificazione delle capacità a loro disposizione, sono riusciti a a soddisfare l'intera richiesta. Tuttavia abbiamo voluto sondate gli umori dei fans, "spulciando" nel forum italiano alla ricerca di nuovi elementi.

Più di un utente rileva di non rispondere alle specifiche minime richieste con un conseguente blocco dell'installazione (0%). L'anomalia risiede nel fatto che, all'epoca del rilascio della beta, la procedura veniva portata a termine.

Altri problemi sono stati riscontrati nei riconoscimenti di alcune schede video, anche se alcuni utenti fanno notare che tale problema è bypassabile attraverso una sorta di trucco attraverso il quale, alterando alcuni valori, il gioco si avvia ugualmente. Gli stessi utenti però fanno notare che è probabile che il gioco non girerà regolarmente (gioco rallentato o addirittura a scatti).

Gli altri problemi segnalati dall'utenza Blizzard sono di natura di compatibilità. Questo denota che questo non è un gioco alla portata di tutti i pc ma del resto già ce lo aspettavamo.


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venerdì 18 maggio 2012

Rischio di violazione di account iCloud

Alcuni utenti affermano che il proprio account iCloud sia stato compromesso. Per ora il thread sul forum del supporto Apple conta appena 37 risposte e 1.600 visite, ma il timore è che i server di Cupertino siano vulnerabili ai potenziali attacchi.


Alcuni utenti (seppur ancora pochi per gettare nel panico gli utenti, ma sufficienti per metterli in guardia) segnalano di aver scovato messaggi di spam all’interno del proprio account iCloud:
Gli utenti che hanno documentato il problema sono preoccupati che gli stessi server di Apple siano stati compromessi, dato che il vecchio metodo dell’individuazione della password tramite la forza bruta non poteva risultare pratico o efficace per alcuni di loro. Le mail di spam compaiono nella cartella "Inviata" di quanti sincronizzano i propri contatti con iCloud; il tema del messaggio è uno di quei finti annunci di lavoro del tipo "guadagna soldi col tuo computer."
Apple non ha ancora rilasciato comunicazioni ufficiali ma vi aggiorneremo qualora dovesse farlo. Per scrupolo date un'occhiata al vostro account di posta e se riscontrate anomalie scrivete al forum Apple. Una rondine non fa primavera ma molte rondini...

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Rare cerca personale per nuovi progetti

Secondo un'offerta di lavoro individuata da Superannuation Rare è alla ricerca di un senior product manager che lavori su differenti release AAA per console.


Sull'annuncio pubblicato si legge:
Raggiungerai un team di grande tradizione, responsabile di alcuni titoli che hanno riscosso grande successo.
I fan di Rare saranno contenti che il team non intende abbandonare le sue attuali proprietà intellettuali come Kinect Sports, e che al contempo ha pianificato di dedicarsi a proprietà intellettuali completamente inedite per le prossime piattaforme. 
Mentre lo sviluppo dei titoli di riferimento attuali verrà mantenuto, chi otterrà il lavoro raggiungerà uno studio che si sposterà su nuove aree e svilupperà nuove proprietà intellettuali per le future piattaforme.
Pare che quello che è stato lo sviluppatore di alcuni dei più grandi successi per console in ambito sparatutto in prima persona come GoldenEye 64 e Perfect Dark, tornerà al suo genere preferito. I lavori sul nuovo studio che si occuperà della next-gen sono peraltro iniziati il mese scorso, quando Rare ha assunto Simon Woodroffe, ex-game designer di Sega West.
I giochi sono la mia passione, così come sono la passione di Rare, per cui è il ruolo dei miei sogni [...] Mi piace molto lavorare con gente con grande talento e creatività e qui in Rare c'è un sacco di spazio. Mi impegnerò nella creazione di giochi validi che possano essere degni del pedigree dello studio,
ha detto Woodroffe.

La software house britannica è stata fondata nel 1982 e inizialmente si è specializzata soprattutto sulle piattaforme Nintendo, almeno fino all'acquisizione da parte di Microsoft, avvenuta nel 2002 per 282 milioni di euro. Tra i titoli di maggior successo di Rare ricordiamo Battletoads, Donkey Kong Country, GoldenEye 007, Star Fox Adventures e, in ambito XBox 360, Perfect Dark Zero, Kameo: Elements of Power, Viva Piñata, Banjo-Kazooie. Ora aspettiamo i nuovi titoli che Rare estrarrà dal cilindro.

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iCar nei progetti di Jobs

Prima della sua morte, avvenuta lo scorso 5 ottobre, Steve Jobs avrebbe voluto che Apple si lanciasse anche nel mercato automobilistico, lanciando nel mare delle auto la propria "iCar".


Lo ha rivelato Mickey Drexler, membro del consiglio d’amministrazione della società di Cupertino, durante una conferenza tenutasi qualche giorno fa:
Guardate il mercato delle auto; è una tragedia in America. Chi disegna le auto? […] Il sogno di Steve prima di morrie era di disegnare una iCar. Sarebbe stata probabilmente al 50% del mercato. Ma non l’ha mai disegnata.
Anche se la stima dell’impatto sul mercato può sembrare decisamente alta, così come il progetto di un’automobile lontano dal core business di Apple, c’è da dire che conoscendo la mente di Steve Jobs anche l’ipotesi di una iCar ci stupisce in modo contenuto.
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giovedì 17 maggio 2012

Prezzi e risoluzione dei nuovi Retina Display per laptop Mac

In un post di settimana scorsa, vi avevamo parlato del futuro dei display montati sui laptop Apple. La prossima generazione di Mac Pro e MacBook Air monterà dei Retina Display. Schermi ad altissima risoluzione da 13.3 e 15.4 pollici sono già disponibili sul mercato e nelle catene di montaggio, commenta l’analista Analyst Richard Shim di DisplaySearch; l’unico dubbio riguarda quanto costerà portarli sul Mac.


Apple ha creato un mercato per questo tipo di schermo e di risoluzione, iniziando dagli iPhone, passando poi ai tablet con il nuovo iPad ed ora mirando ai laptop. I fabbricanti di display ora producono schermi a risoluzioni ancora più alte, che stanno già facendo la loro apparizione nelle catene di montaggio.

Uno schermo Retina Display su un Mac avrebbe il suo prezzo. Questo lusso, spiega Shim, costerebbe alla Apple circa 126€ per un MacBook Pro da 15 pollici, rispetto ai 54€ dei modelli attuali. Su un laptop da 13,3", questo prezzo sarebbe invece di 105€, il che equivale a 54€ in più rispetto agli schermi usati attualmente. Shim avanza anche possibili caratteristiche tecniche per questi schermi. Uno schermo Retina da 15,4" avrebbe una risoluzione di 2880×1800, ossia 220 pixels per inch (PPI). Per fare un confronto, il MacBook Pro attuale ha una risoluzione di 1440×900 (110 PPI). UnRetina Display da 13,3" avrebbe una risoluzione di 2560×1600, con 227 PPI. Il MacBook Air attuale da 13,3" ha 1440×900 pixel (128 PPI).

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Virgin Atlantic dice si all'uso del cellulare

Il miliardario Richard Branson ci ha abituati a stranezze e stramberie varie, non ultima la Virgin Galactic, che ha investito nel progetto dei viaggi spaziali oltre 200 milioni di dollari. I voli partiranno dall’avveniristico Spaceport America, situato nello stato del New Mexico , unico aeroporto al mondo appositamente dedicato ai viaggi commerciali nello spazio.


Di fronte a tale progetto futuristico, la notizia che vi riporteremo a breve risulterà al quanto modesta ma sicuramente non da sottovalutare. La compagnia aerea Virgin Atlantic, come riportato dall'Huffington Post, ha messo in atto una nuova iniziativa, sicuramente attesa da molti e temuta da altri: su alcuni voli sarà possibile utilizzare il telefono cellulare, azione preclusa fino ad oggi su quasi tutti i voli.

La notizia sarà sicuramente gradita dai molti businessman che si trovano "isolati" dal mondo quando si trovano a oltre 10.000 metri da terra, mentre per altri passeggeri sarà sicuramente un fastidio sopportarli mentre parlano per ore al loro fianco. Ecco quindi che Virgin detta alcune condizioni: non saranno permesse più di sei chiamate contemporanee, e solo per motivi definiti eccezionali. Non vi sono limitazioni invece per lo scambio di messaggi o per l'accesso a internet dal proprio terminale, appoggiandosi al proprio operatore e senza quindi collegarsi ai costosi servizi di connettività offerti da alcune compagnie aeree. Il servizio, almeno inizialmente, sarà possibile grazie a un collegamento satellitare, disponendo di contratti o abbonamenti con gli operatori europei O2 e Vodafone, mentre i passeggeri USA dovranno averne uno con T-Mobile. Non sarà possibile telefonare in fase di atterraggio,decollo, o comunque finché non si sarà al di fuori dello spazio aereo USA per circa 250 miglia.

Il servizio è stato inaugurato nella giornata di ieri su un Airbus A330-300 nella tratta fra New York e Londra, ma sono circa venti i voli a cui verrà esteso questo servizio entro la fine dell'anno. Già a partire dal 2008 Emirates ha messo a disposizione un servizio simile, seguita poi da Oman Air e Royal Jordanian, ma quella di Virgin è la prima iniziativa per una compagnia occidentale, quelle più restrittive sul tema sicurezza.

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mercoledì 16 maggio 2012

L'update diAvira rischia di bloccarvi il pc

Quanti di voi utilizzano Avira come antivirus? Forse non molti ma, coloro che ne possedessero una copia, probabilmente, dopo un aggiornamento rilasciato dalla società, si saranno accorti dell'inutilizzabilità del PC.


Il blocco del sistema avviene nella fattispecie con le copie del software con licenza commerciale e più precisamente con il componente AntiVirProActiv.

L'aggiornamento alla versione 8.2.10.64 del software con definition list 7.11.30.24 portava all'erronea segnalazione di processo critico per:

    • \windows\system32\dllhost.exe
    • \windows\system32\explorer.exe
    • \windows\system32\iexplorer.exe
    • \windows\system32\notepad.exe
    • \windows\system32\regedit.exe
    • \windows\system32\rundll32.exe
    • \windows\system32\taskeng.exe
    • \windows\system32\wuauclt.exe

Il problema rendeva il PC inutilizzabile al momento del boot e coinvolgeva anche alcuni prodotti Microsoft (Microsoft Office e Microsoft Works) e di terze parti come Documents To Go, Garmin, Google Talk. Dalle ultime informazioni pare che solo le versioni di sistema operativo a 32bit siano rimaste coinvolte. 

Come riporta ZDnet.com citando il forum di Avira la situazione problematica è stata gestita nelle prime ore in modo confusionario, con il suggerimento di workaround che ha risolto solo in parte il problema. La situazione è completamente rientrata quando è stato ridistribuito un nuovo update di aggiornamento anche se per ammissione stessa della società non è possibile stimare quanti siano i sistemi coinvolti in questo problema.
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Chrome anche su dispositivi iOS?

Conoscete bene le rivalità tra Apple e Google ma sapete anche che quando si tratta di affari, si scende spesso a compromessi per raggiungere obbiettivi economici superiori; ecco perché non ci stupisce la notizia trapelata attraverso Macquarie Equities Research, nella persona di Ben Schacter (analista). 


Secondo quest'ultimo, Chrome potrebbe presto debuttare su App Store in versione nativa per iOS. Il tutto dovrebbe svolgersi entro la fine del 2012. In una recente nota agli investitori, Schacter scrive:
È in arrivo il browser Google Chrome per iOS. Google potrebbe già aver inviato il codice di Chrome per iOS ad Apple per l’approvazione. […] In ultima analisi, se, come riteniamo,  Google dovesse introdurre il suo browser Chrome per i dispositivi iOS, ciò potrebbe portare enormi benefici nel suo posizionamento mobile operazionale e strategico.
L’analista sembra sicuro d’un debutto entro il secondo trimestre dell’anno in corso, e comunque entro l’anno, al netto (ipotizziamo) di eventuali lungaggini burocratiche.

In virtù degli accordi stipulati, Apple intasca all’incirca il 50-60% della distribuzione dei profitti derivanti dalle query su Google originate da Safari mobile. Per intenderci, ogni milione lordo di dollari di ricerche effettuate sui dispositivi iOS si traduce in 600 milioni di dollari per Cupertino e 400 per Google. Se quello stesso milione fosse originato dal proprio browser, Google terrebbe per sé l’intera torta. In ogni caso, le bocche degli uomini di cupertino non avrebbero di cui sorridere.

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Diablo III: ancora problemi

Ieri vi abbiamo parlato di problemi riscontrati dagli utenti nella ricerca di autenticazione e di creazione del personaggio, ma ora come vanno le cose? Giocare al nuovo Diablo III è piacevole come ci eravamo immaginati in questi 10 anni d'attesa?


Oltre all'impasse dell'autenticazione e della creazione del personaggio, i videogiocatori che hanno cercato di autenticare la propria copia dell'RPG più atteso di sempre hanno dovuto fare i conti con altri bug fastidiosi. Anche i più fortunati che sono riusciti ad accedere e procedere all'autenticazione hanno avuto i loro grattacapi, infatti, secondo quanto segnalato da alcuni lettori  ci sarebbe un bug contrassegnato da un "errore 3006". Alcuni videogiocatori hanno segnalato di aver dovuto chiudere il gioco subito dopo l'incontrato con un Templare.

Una notizia positiva però arriva dal fronte della lingua: malgrado le previsioni alla vigilia del lancio, la lingua italiana è prevista (almeno per chi gioca su Mac). Non solo è stato tradotto tutto il gioco e tutte le schermate interne ma lo stesso lavoro è stato effettuato anche per i video iniziali. Questo è però da considerarsi vero a metà, infatti, per chi ha effettuato l'acquisto in digitale tramite sito della Blizzard, non sarà possibile godere di alcuna traduzione nella nostra lingua, salvo il download successivo della patch, già disponibile. 

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martedì 15 maggio 2012

Diablo III: problemi nell'attivazione

Mercoledì 15 maggio: dopo un'attesa infinita è arrivato il giorno del rilascio del titolo RPG più atteso di sempre; oggi è il giorno di Diablo III. Come sta andando il "debutto in società"?


Sin dalle prime ore di gioco, il numero di utenti online è stato così alto che gli sviluppatori hanno dovuto sospendere temporaneamente Battle.net, il servizio che consente di giocare online,  l’unica modalità prevista per il gioco, essendo impossibile iniziare partite offline. Bizzard promette che risolverà tutti i problemi al più presto, per esempio aggiungere nuovi server per smaltire le procedure di autenticazione e creazione del personaggio.
Stiamo risolvendo i problemi legati a login e creazione del personaggio dovuti al traffico. Abbiamo aggiunto nuovi server e messo i nostri website offline
si legge nel tweet pubblicato da Blizzard sul profilo Twitter ufficiale di Diablo. 


Diversi giocatori europei hanno trovato difficoltà ad accedere in Diablo III nelle prime ore del mattino, quando il gioco è stato attivato definitivamente. Le stesse problematiche si stanno ripetendo adesso per i server americani, visto che negli Usa Diablo III diventa disponibile proprio in queste ore.
Per favore considerate che a causa dell'alto volume di traffico, il login e la creazione del personaggio potrebbero essere più lenti del normale [...] Se non potete fare il login e creare il vostro personaggio per favore attendete e riprovate. Abbiamo momentaneamente spento i nostri server di Battle.net e lanciato un maggior numero di server per smaltire il traffico. Speriamo di risolvere questi problemi nel minor tempo possibile e apprezziamo la vostra pazienza.
si legge in un comunicato ufficiale Blizzard.

Ora, però, le cose sembrerebbero convergere verso la normalità, e gran parte dei giocatori italiani sia adesso in grado di giocare senza intoppi.

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Siri... Siri delle mie brame, chi è lo smartphone migliore del reame?

Qualche giorno fa, un utente smaliziato ha chiesto a Siri quale fosse il miglior smartphone in circolazione; ironia della sorte la risposta è stata proprio "Nokia Lumia 900", rivale di Apple (anche se sta avendo difficoltà di "decollo"). Sul web si scatenarono i fan dei rispettivi smartphone, e non solo.


Per quanto non fosse una vera e propria notizia, gli uomini di Cupertino provvedettero provvidenzialmente alla correzione del "blasfemo risultato" della ricerca. Dal canto suo, Nokia, forte della sua posizione dominante, ha approfittato della situazione per ammonire Apple e il suo atteggiamento atto, a suo dire, a manipolare i risultati scomodi in funzione della propria  convenienza.

Se fino a qualche giorno fa Siri dipingeva lo smartphone con sistema operativo windows Phone 7 per eccellenza come il miglior smartphone di sempre, ora la musica è cambiata. Ora, alla stessa domanda, Siri risponde con: "Quello che stai tenendo in mano ora" oppure "Stai scherzando, vero?" o ancora con "ma perché, esistono altri telefoni?".

Era inevitabile la risposta di Nokia che come previsto non si è fatta attendere. La responsabile della comunicazione di Nokia Tracy Postill ha pubblicato una nota sul Sydney Morning Herald di oggi accusando Apple di manipolazione dei risultati:
A dire di Apple, Siri sta lì per aiutare gli utenti, ma chiaramente se a loro non piacciono le risposte, modificano il software di conseguenza.
Il problema è che nei database del motore di ricerca WolphramAlpha, cui Siri si appoggia per calcolare la miglior risposta possibile e l’eventuale lista dei risultati, l’iPhone 4S figura solo al quattordicesimo posto, scalzato dal Lumia 900 che invece sta al primo.


L'incidente diplomatico quindi poteva essere evitato consultando l'ordine della lista di del database a cui fa riferimento Siri; certo è che spendere più di 650€ per sentirsi dire che lo smartphone migliore è quello della concorrenza sa un po' di beffa e soprattutto non è certo da una società perfezionista e dedita alla forma come Apple.

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lunedì 14 maggio 2012

Apple interessata a Loewe? Smentita

Appleinsider nei giorni scorsi aveva pubblicato un articolo in cui diceva di essere venuta a conoscenza di una segreta trattativa in corso tra Apple e Loewe.


Per chi non lo sapesse, Loewe è una prestigiosa e storica azienda tedesca che dal 1929 produce televisori e sistemi audio, alcuni di questi compatibili con i dispositivi Apple e con il protocollo AirPlay.

In questo articolo, si parla dell'acquisizione di quest'ultima da parte di Apple. Da Cupertino sarebbe giunta un'offerta di 87,3 milioni di euro. Ricordiamo che Loewe è quotata sul mercato 58,79 milioni di euro. La notizia sembrava attendibile, forse anche avallata dal legame che lega Apple ad alcuni azionisti della società tedesca; azionisti del calibro di Sharp (28,83%) e LaCie (11,17%). Inoltre l'interessamento poteva essere volto all'acquisizione di tecnologie, brevetti ed attività commerciali dell’azienda tedesca (visto l'imminente arrivo di iTV)


E' giunta oggi, però, la smentita di Loewe. 

Un portavoce di Loewe a smentito la voce, assicurando che nessuna trattativa di acquisizione è in corso con Apple, scrive il giornale tedesco Heise. Nell’aprile scorso, un altro rumor circolava sul possibile acquisto di azioni della Sharp da parte di Apple, sempre con lo scopo di estendersi nel mercato dei televisori LCD; anche se alla fine fu la Foxconn ad avere la meglio concludendo l’affare, acquistando il 10% della Sharp.

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sabato 12 maggio 2012

Ie anche su Xbox360. Microsoft al lavoro

The Verge, che nell'ultimo periodo, sembra essere a stretto contatto con diverse fonti interne a Microsoft, rende noto che la società di Redmond starebbe attualmente testando una versione modificata di Internet Explorer 9 sulle console Xbox 360. 


Com'è questa nuova versione di Explorer per la console Microsoft? Secondo The Verge, quest'ultimo sarebbe costruito sulla base del sistema di ricerca vocale Bing già presente nel software della console. Mentre il sistema attualmente esistente è unicamente in grado di cercare contenuti tra i media memorizzati nel disco rigido di Xbox 360, il browser Microsoft consentirebbe definitivamente di navigare su internet. Inoltre Xbox 360, in futuro, consentirà agli utenti di navigare su qualsiasi sito presente su internet. Non sarà indispensabile utilizzare Kinect per navigare, ma la tecnologia allestita da Microsoft è comunque già pronta per permettere agli utenti di esplorare i siti web tramite gesti.

The Verge non ha dettagli sulla data di disponibilità di Ie per Xbox, ma ritiene che all'E3 ne sapremo di più. Più o meno nello stesso periodo è anche attesa la release candidate di Windows 8 con altre novità relative a Internet Explorer 10.

Xbox 360 è l'unica tra le console di nuova generazione a non includere il supporto per la navigazione su internet. Con questa notizia, dunque, Xbox 360 sembrerebbe colmare una lacuna piuttosto grande rispetto ai rivali. Questo permetterebbe agli utenti di non passare da Windows a Xbox per la navigazione su internet.

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venerdì 11 maggio 2012

Retina Display anche sui futuri MacBook?

Il futuro di MacBook sta molto a cuore ad Apple, infatti, a Cupertino, gli uomini della mela solo al lavoro per migliorare l'integrazione dei loro portatili con la tecnologia Retina display. Quest'ultima sarebbe in grado di sviluppare una risoluzioni sensibilmente più elevate rispetto l'attuale standard.


Per quanto i lavori siano coperti da segreto, nascosto all'interno dell'aggiornamento OS X 10.7.4, spunta tre le altre migliorie anche una nuova icona per l'applicazione TextEdit (nella versione precedente dell'OS la risoluzione massima di tale icona era di 512x512 pixel, ma dopo l'aggiornamento questa è aumentata a 1024x1024 pixel, con un conseguente aumento della capacità occupata che passa dai 209 KB a 1,7MB). A vedere aumentare le dimensioni dell'icona sono anche altre appliczione, come la Dashboard e l'Address Book.

Andare a raddoppiare la risoluzione di tali icone fa capire in modo diretto come Apple sia intenzionata a introdurre, con i nuovi Mac, risoluzione più elevate portando il concetto di Retina display mutuato dai melafonini e dagli iPad. 

Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, Apple sarebbe in procinto di presentare un MacBook Pro con risoluzione di 2880x1800 pixel entro la fine dell'anno. Tale risoluzione sarebbe il doppio esatto dell'attuale 1440x900 pixel che è al momento possibile trovare su MacBook Pro da 15".

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giovedì 10 maggio 2012

Telecom mette sul mercato La7

La notizia del giorno è senza ombra di dubbio è quella trapelata in queste ore decisione di Telecom di mettere sul mercato la sua controllata Ti Media. In altre parole, il colosso delle comunicazioni avrebbe intenzioni di vendere La7.


La notizia circolava già da qualche giorno negli ambienti finanziari ma il consiglio di amministrazione di Telecom che ha approvato i conti dei primi tre mesi dell'anno ha confermato le voci trapelate in rete. L'ufficializzazione  però è arrivata attraverso un comunicato di poche righe e alquanto stringato: 
Nell'ambito del processo di focalizzazione sulle attività core ribadito nel piano Industriale 2012-2014, il consiglio di amministrazione di Telecom Italia ha deciso l'avvio del processo di dismissione delle attività nel settore dei media. Tale dismissione contribuirà al conseguimento dei target di riduzione dell'indebitamento già annunciati.
La dirigenza Telecom aveva già provato a risanare il gruppo ma in 26 anni Ti Media non è mai riuscita a chiudere un bilancio in utile; ecco perchè la decisione di vendere. L'obiettivo è quello di fare cassa per ridurre il debito della controllante (ovvero Telecom Italia).

Allo stato dei fatti, La7 diventa una società a sé. 
Il Consiglio di amministrazione di Telecom Italia Media ha avviato un'operazione di ristrutturazione societaria mediante separazione degli asset televisivi facendoli confluire in una società ad hoc
come si legge in una nota della seconda società che, fino a oggi, è stata per il 77% di proprietà Telecom Italia. Accanto alla nuova società autonoma di La7 sorgerà una seconda società con tutto ciò che riguarda gli asset tv: torri, sistemi di trasmissione, i tre mux, ovvero i multiplex, quei dispositivi che «moltiplicano» un unico collegamento in più canali trasmissivi. Secondo alcune valutazioni circolate ieri sera, il valore di mercato di Ti Media (Telecom Italia Media) che ha chiuso il 2011 con un una perdita da 83 milioni, in crescita dai 54,4 milioni del 2010, sarebbe stimabile intorno ai 160 milioni di euro.

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mercoledì 9 maggio 2012

Alan Wake's American Nightmare per PC

La versione PC di Alan Wake's American Nightmare sarà disponibile dal 22 maggio, secondo l'annuncio ufficiale di Remedy Entertainment. Su PC lo spin-off di Alan Wake avrà una grafica in alta risoluzione e caratteristiche appositamente pensate per il PC. 


Remedy (la società finlandese che sviluppa il gioco) ha deciso di rilasciare il secondo capitolo di Alan Wake su PC dopo il successo riscosso con il gioco originale, con il quale ha recuperato i costi di produzione in soli due giorni. Ricordiamo che Alan Wake's American Nightmare è disponibile nella versione Xbox 360 dal 22 febbraio.

Il prezzo di base della versione digitale è € 13,99, mentre successivamente Alan Wake's American Nightmare arriverà anche nella tradizionale versione scatolata.

Alan Wake's American Nightmare è uno spin-off standalone che offre azione intensa e la nuova modalità arcade Fight till Dawn. Introduce diverse novità pensate sia per i giocatori con esperienza in Alan Wake sia per coloro che non hanno giocato il titolo originale.

La campagna single player ispeziona gli aspetti più oscuri del Night Springs, che in Alan Wake è una trasmissione nello stile della serie televisiva Ai Confini della Realtà. American Nightmare contiene una rappresentazione esagerata e aggressiva di quel mondo, dove gli orrori della finzione si materializzano nella realtà. Quando Wake si ritrova nel mondo alternativo del Night Springs deve dare la caccia al suo doppio malvagio, Mr. Scratch. Serial killer sovrannaturale, Scratch è ossessionato dalla scomparsa della moglie di Wake, Alice. Per sopravvivere nel buio più totale, Wake deve imparare a controllare la realtà e a discernere i segreti del Night Springs armato della sua fidata torcia elettrica e di qualsiasi arma di fortuna che riesce a trovare.


Nella nuova modalità arcade Fight till Dawn i giocatori devono sopravvivere agli attacchi incessanti. Dalla sua parte ha un'arsenale di tutto rispetto con armi vecchie e nuove, tra le quali una riproposizione degli Uzi, arma tanto cara a Remedy fin dai tempi di Max Payne. Le zone di sicurezza e ulteriori armi sbloccabili consentono di avere una tregua momentanea durante i furiosi combattimenti. L'obiettivo è sopravvivere fino all'alba, mentre online ci sono le classifiche per confrontarsi con gli altri giocatori.

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