giovedì 29 dicembre 2011

Buon 2012 dalla redazione di Tecnodiary2

La redazione di Tecnodiary2 si concede qualche giorno di sosta e vi augura Buon Anno.



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iPad 3: nuove indiscrezioni interessano batteria, e fotocamera

Secondo l’ultima indiscrezione di Digitimes, la prossima generazione di iPad sarà dotato di fotocamera ad alta definizione, e sfoggerà una batteria con capacità pressoché raddoppiata rispetto ai modelli attualmente in circolazione.


Il nuovo iPad, dovrebbe arrivare in due versioni distinte ma dotate di fotocamera da 5-8 megapixel prodotte da Samsung e Sony, esattamente come prospettato dai rumor meno recenti, “uno per il segmento high-end e l’altro per quello mid-range.” Entrambi dovrebbero garantire un’autonomia (e a questo punto ipotizziamo anche una potenza) notevolmente aumentata grazie all’uso di una batteria da ben 14000 mAH, contro i 6579 mAH attuali, ma dimenticate pure la variante “mini” da 7,85″:

In sostituzione del modello da 7,85 pollici di cui vi avevamo parlato, i venturi modelli di iPad avranno ancora uno schermo da 9,7″ ma con risoluzione QXGA da 1.536 × 2.048 pixel […]. Sono state progettate doppie barre d’illuminazione proprio per i nuovi iPad, per migliorare la luminosità dei pannelli.

Qualcosa tuttavia non torna. Il giornale parla infatti di una presentazione all’iWorld Expo, ovvero quel MacWorld cui Apple oramai non partecipa da due anni:

Apple ha in programma di svelare la sua prossima generazione di iPad -che arriverà in due versioni- all’iWorld previsto per il 26 gennaio 2012, secondo le fonti nella sua catena di approvvigionamento della componentistica.

Restate con noi per nuovi aggiornamenti a riguardo.

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mercoledì 28 dicembre 2011

Moshi Moshi 03i per iPhone

Oggi vi parleremo di un dispositivo curioso, che potrebbe fare al caso vostro per arricchire le già incredibili funzioni del vostro iPhone.


Progettato dal designer francese David Turpin, MM03i è un kit bluetooth per lo smartphone della mela in stile contemporaneo, rifinito con una trama lussuosa, disponibile nei colori nero o bianco lucido. E' dotato di iPhone dock integrato per la ricarica di quest'ultimo. L'altoparlante è di alta qualità e il microfono supporta la tecnologia multipoint Bluetooth 2.1, che consente di rispondere alle chiamate su due diversi dispositivi Bluetooth. Questo significa che è possibile rapidamente e facilmente collegare la Moshi Moshi 03i all'iPhone  o a qualsiasi altro dispositivo Bluetooth. Il caricabatterie è incorporato nella base. Il dispositivo è inoltre fornito di tappetino in silicone per proteggere il cellulare da usura.


Moshi Moshi 03i è disponibile al prezzo di €160.

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martedì 27 dicembre 2011

L'Antitrust multa Apple per 900 mila euro

Come riportato nel comunicato stampa, l’Antitrust ha sanzionato per complessivi 900 mila euro il gruppo Apple responsabile di pratiche commerciali scorrette a danno dei consumatori.


Grazie alle numerose segnalazioni arrivate dai consumatori e da alcune associazioni, le tre società del gruppo, Apple Sales International, Apple Italia S.r.l. e Apple Retail Italia sono state multate poiché:

    • presso i propri punti vendita e/o sui siti internet apple.com e store.apple.com, sia al momento dell’acquisto che al momento della richiesta di assistenza, non informavano in modo adeguato i consumatori sui diritti di assistenza gratuita biennale previsti dal Codice del Consumo, ostacolando l’esercizio degli stessi e limitandosi a riconoscere la garanzia convenzionale del produttore di 1 anno;
    • le informazioni date su natura, contenuto e durata dei servizi di assistenza aggiuntivi a pagamento AppleCare Protection Plan, unite ai mancati chiarimenti sull’esistenza della garanzia legale biennale, erano tali da indurre i consumatori a sottoscrivere un contratto aggiuntivo quando la ‘copertura’ del servizio a pagamento si sovrappone in parte alla garanzia legale gratuita prevista dal Codice del Consumo.
In sostanza Apple incentivava i clienti a sottoscrivere l’AppleCare anche se per legge la garanzia dei prodotti venduti in Europa è di 2 anni.


Apple nel corso del procedimento aveva già provveduto a rettificare in parte le informazioni fornite, come visibile nello screenshot qui sopra, infatti il limite di un anno e 90 giorni è riferito solo all’assistenza telefonica e non alla garanzia del prodotto.

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iPad 3: medesimo tasto home rispetto al predecessore iPad 2

Indiscrezioni dei mesi passati volevano iPad 3 rivoluzionato nel software come nell'hardware. Inquesti giorni però, in rete sono trapelate le immagini del primo componente esterno del futuro tablet della mela, ovvero il tasto home, che mantiene pressoché invariate la dimensioni e la forma di quello attualmente utilizzato sull’iPad 2.


Questo ridimensiona le prospettive che volevano l'upgrade del tablet Apple ridisegnato in modo marcato. Da queste immagini possiamo dedurre alcune importanti informazioni sull’iPad 3:


    • Il nuovo tablet Apple manterrà il tasto home, nonostante da tempo si mormori della sua possibile scomparsa, dato che nella versione di iOS 5 per iPad sono presenti le gesture a 4 o 5 dita che permettono di replicare tutte le funzionalità del tasto home;
    • Le dimensioni dell’iPad 3 saranno più o meno identiche a quelle dell’iPad 2, ma la parte interna del tasto home sembra suggerire un ulteriore risparmio di spazio all’interno del dispositivo, per ridurre ulteriormente lo spessore del tablet;
    • L’iPad 3 sarà molto probabilmente disponibile sia in versione nera sia in versione bianca, come l’attuale iPad 2,
    • La grande quantità di componenti dell’iPad 3 trapelati in rete dimostrano che la produzione del tablet è ormai prossima all’avvio o è già stata avviata.

Ecco l'immagine che circola in rete che ritrae i tasti home di iPad 2 e iPad 3: 


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sabato 24 dicembre 2011

Buone feste...

La squadra di Tecnodiary2 vi augura Buone feste, in attesa di nuove news dal mondo della tecnologia.


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Bio-batterie targate Sony

Sony, nel corso dell'Eco-Products di Tokyo svoltosi la settimana scorsa, ha mostrato al pubblico gli albori di una tecnologia che fa ben sperare per il futuro. Ne parla la BBC in questa news, fornendo qualche dettaglio in più e mettendo enfasi nel sottolineare la natura green del progetto.


Il principio su cui si fonda questo progetto è questo: una biobatteria in grado di trasformare in energia elettrica la carta da macero. Trasformando la carta, e quindi la cellulosa, in zuccheri si riesce a dar vita al “carburante” che alimenta le batterie riducendo così anche la quantità di rifiuti. La carta è stata posta in una particolare soluzione contenente acqua e enzimi, permettendone la decomposizione fino ad arrivare, fra le altre componenti, al glucosio. A contatto con ossigeno e altri enzimi, il glucosio ha generato idrogeno e ioni, in grado di generare energia in presenza di appositi elettrodi. Come residuo della reazione viene creata acqua e gluconolactone, utilizzato normalmente per la cosmesi e quindi a disposizione per altri utilizzi. Il principio di base non è molto distante da quello sfruttato in natura da formiche e termiti, che traggono la propria energia (non certo elettrica, ovviamente), direttamente dal glucosio ricavato dal legno e di conseguenza dalla cellulosa. Gli enzimi utilizzati sono gli stessi, con la differenza che Sony ha aggiunto il passaggio per convertire il glucosio in energia elettrica.

Rispettose dell’ambiente perché non utilizzano sostanze chimiche né metalli, le nuove batterie potrebbero risolvere molti dei problemi di chi spostandosi ha necessità di ricaricare un dispositivo come tablet e telefoni cellulari.

Si tratta ovviamente di una delle numerose tecnologie che ogni tanto vengono annunciate come possibili alternative agli attuali metodi di produzione, ma è pur vero che la ricerca non deve mai fermarsi, poiché non è detto che non si possa fare qualcosa di davvero funzionale ed economicamente sostenibile in futuro. A questo stadio è davvero presto per capire se la tecnologia mostrata da Sony sarà sostenibile o no.


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venerdì 23 dicembre 2011

Polaroid Z340: Back to the future (Part. 2)

Vi avevamo già parlato in un vecchio articolo del nuovo (se così si può dire) prodigio Polaroid Z340. Ora sono disponibili nuovi dettagli.


La Z340 ha uno zoom da 14 Megapixel con stampante integrata a colori capace di produrre una foto in circa 45 secondi (il caricatore è da 25 fogli). Inoltre è possibile in fase di pre-stampa intervenire con un pesante editing, tanto più che si può emulare nel risultato finale l'effetto dei vecchi scatti con cornice bianca. Ahimè, la batteria regge fino a 75 scatti e appunto 25 stampe (7x10) prima di esaurire completamente la sua autonomia.
Infine la nota dolente, infatti, la Z340 è acquistabile sul sito Polaroid (QUI) al prezzo di 299,99 dollari americati e i pacchetti da 30 fogli per la stampa sono disponibile al prezzo di 19,99 dollari americani.


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Display touchscreen: la produzione dei 7" supera quella dei 9.7"

Oggi parleremo di: iPad 2, Kindle Fire e Nook Tablet. Teniamo presente innanzitutto che lo schermo del primo è caratterizzato da una diagonale di 9.7 pollici, mentre gli altri due si fermino a 7 pollici. Allora perché li confrontiamo vi chiederete? Molto semplice: sono i tre tablet più venduti negli Stati Uniti.


Il successo di vendita dei piccoli ed economici tablet ha fatto si che a novembre la produzione dei display da 7 pollici abbia superato quella dei display da 9.7 pollici, i cui ordini sono calati dopo che Apple ha accumulato nei mesi precedenti sufficienti scorte per produrre gli iPad 2. D’altra parte avevamo già rilevato come alcuni fornitori avessero fermato determinate linee di produzione per adeguarle alla realizzazione dei nuovi Retina Display da 9.7 pollici destinati al prossimo iPad 3.

Il sorpasso potrebbe quindi essere solo momentaneo, anche se l’andamento della produzione dei display da 7 pollici negli ultimi mesi è sempre stato in crescita. Un fatto che potrebbe indurre Apple a considerare profittevole l’opportunità di produrre un eventuale iPad mini.


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giovedì 22 dicembre 2011

Ci sarà la pubblicità fra le news di Facebook

Dal prossimo mese di gennaio Facebook permetterà ai propri inserzionisti di inserire dei messaggi pubblicitari all'interno della colonna dedicata alle news, agli aggiornamenti di stato e alla pubblicazioni di immagini, insomma per intenderci quella più vista dagli utenti. 


Come riportato da TechCrunch, i messaggi pubblicitari avranno caratteristiche identiche a quelle delle notizie pubblicate dagli utenti e solo nell'ultima riga riporteranno l'indicazione Sponsored in grigio. Dalle poche informazioni disponibili pare che Facebook abbia per il momento intenzione di limitare l'invio a ogni singolo utente di un solo contenuto pubblicitario al giorno, questo per non compromettere troppo l'usabilità del servizio. Inoltre, ogni singolo utente dovrebbe poter ricevere solo informazioni pubblicitarie da Pages per le quali ha espresso un Like.

La nuova opzione si aggiunge alla serie di strumenti pubblicitari già offerti da Facebook che però per ora hanno interessato solo aree dell'interfaccia grafica non utilizzate per la pubblicazione di contenuti prodotti dagli utenti; in altre parole fino a ora è sempre stato ben chiaro quali fossero contenuti pubblicitari e quali invece fossero news provenienti dai propri contatti. La posizione scelta per i nuovi messaggi pubblicitari è sicuramente vantaggiosa e rientra nell'area dell'interfaccia grafica osservata con più attenzione da parte degli utenti, inoltre la scelta di rendere la pubblicità graficamente simile alle normali news aumenterà la visibilità di questi contenuti. Già in passato Facebook aveva provato nel 2006 e nel 2008 a inserire varie forme di pubblicità raccogliendo però pesanti critiche da parte degli utenti che la portarono poi a rivedere la propria strategia. TechCrunch offre un ampio quadro della situazione. Facebook già oggi costituisce un luogo privilegiato per gli inserzionisti: tralasciando le soluzioni pubblicitarie più o meno lecite la sidebar che contiene messaggi sponsorizzati al momento ha un CTR (Click Through Rate) superiore del 46% rispetto a advertising tradizionale. Le nuove soluzioni, qualora Facebook dovesse riuscire a trovare il giusto compromesso e a limitare le proteste degli utenti, potrebbe costituire una nuova e interessate opportunità per l'advertising online, infatti non bisogna dimenticare che Facebook è uno dei siti web più visitati a livello globale.

In questo scenario si potrebbe trattare non tanto di un'area dalla quale trarre ingenti profitti, quanto piuttosto di un importante segnale dato nel momento in cui la società di Palo Alto, da poco trasferita Menlo Park, si accinge alla propria quotazione in borsa.

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mercoledì 21 dicembre 2011

Facebook e Twitter: si trasferiscono, si espandono e si rinnovano

I dipendenti di Facebook hanno recentemente concluso il trasferimento in un campus alla periferia della città californiana di Menlo Park, poco lontano dal mare. È organizzato come un open space, ispirato all'esperienza degli studenti nei vicini atenei: gli sviluppatori software possono spostarsi con i laptop alla mano, riunirsi in gruppi di lavoro, accedere a internet con le connessioni wireless.


Pochi muri divisori e molti divani. Hanno una piazza centrale, come in una piccola città. Il campus è disseminato di angoli cottura e distributori con snack gratuiti: in California anche le sedi delle più piccole imprese hitech ai primi passi hanno uno spazio dove preparare i pasti.

Il progetto prevede open space e la costruzione di un giardino sul tetto. La superficie è di 93mila metri quadrati (i lavori hanno richiesto un investimento di 250 milioni di dollari). Facebook prevede una rapida espansione nei prossimi anni e ha scelto di abbandonare l'edificio nella vicina Palo Alto, ormai troppo limitante. Ricordiamo che l'allora startup co-fondata da Mark Zuckerberg, e ora uno dei social network più frequentati (se non addirittura il più frequentato) del mondo, è nata proprio all'interno di un campus.

Anche Twitter si è da poco trasferita (anche se gli uffici resteranno nel cuore di San Francisco). Fino a due anni fa aveva circa un centinaio di dipendenti che, sono ormai diventati ben ottocento e secondo le stime di Twitter arriveranno a tremila in pochi anni. La prossima sede sarà un immenso edificio nel quartiere di Soma, una sorta di laboratorio per imprese hitech nel centro urbano, non troppo distante da un'altra azienda appena quotata in borsa, Zynga. Twitter, quindi, resta immerso nel tessuto urbano e non sceglie il trasferimento in un campus ma,  il peso della rapida avanzata degli ultimi mesi inizia a farsi sentire. Alcuni dipendenti di recente hanno abbandonato il social network: secondo indiscrezioni che circolano tra i blogger e nelle reti sociali online è la conseguenza tardiva del passaggio di consegne al vertice da Evan Williams a Jack Dorsey, dopo il varo dell'ultimo design che ha l'obiettivo di rendere Twitter più intuitivo e semplice da utilizzare, in modo da seguire facilmente gli interessi e scoprire amicizie. In sostanza la nuova veste grafica presenta quattro nuove schede e le relative funzionalità anche se in realtà si tratta delle stesse impostazioni di sempre: timeline, mentions, hashtag e “persone da seguire”.
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martedì 20 dicembre 2011

La frontiera dei dispositivi indossabili targati Apple e Google?

Secondo il New York Times, Apple e Google starebbero lavorando a dei dispositivi indossabili che permettano di aumentare le funzionalità offerte dai propri smartphone.


Apple ha condotto degli esperimenti su alcuni dispositivi che possono scambiare informazioni con un iPhone, ma questi prototipi potrebbero mostrare le informazioni anche su altri dispositivi Apple, come ad esempio l’iPod nano, il cui utilizzo come orologio da polso è incoraggiato dalla stessa Apple, che ha introdotto nuovi quadranti nell’ultimo aggiornamento firmware.

Una persona a conoscenza dei piani di Cupertino sostiene che un gruppo molto piccolo di dipendenti Apple abbia ideato e perfino portato allo stadio di prototipo alcuni dispositivi indossabili, tra questi una sorta di iPod con uno schermo curvo che si può arrotolare attorno al polso e comandare attraverso Siri, una sorta di iWatch evoluto, realizzato probabilmente con uno schermo OLED.

Lo scorso anno Apple aveva assunto Richard DeVaul, un esperto di computer indossabili, per lavorare ad un progetto segreto diretto da Jony Ive. DeVaul è però rimasto in Apple solo 18 mesi, prima di passare a Google, dove presumibilmente sta lavorando ad un progetto simile.



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Google sfida Apple a suon di Tablet

I veri competitor nel mercato dei tablet, per quanto tutti i maggiori produttori di pc e hardware in genere si siano tuffati a capofitto nel business, rimangono Apple e Samsung seppur quest'ultimo in modo marginale.


A dirlo è una ricerca condotta da IDC secondo la quale l’iPad ha conquistato il 61.5% del marcato mondiale dei tablet, con 11.1 milioni di esemplari venduti nel terzo trimestre del 2011, mentre Samsung si posiziona al secondo posto con una quota di mercato del 5.6% (nonostante la gamma più vasta di prodotti). Il rapporto tra i tablet Samsung e iPad venduti è in sostanza pari a 1:11.

Google però non si vuole arrendere al predominio Apple, infatti avrebbe deciso di lanciare nel giro di sei mesi un proprio tablet, ripetendo la strada già seguita con gli smartphone della serie Nexus. Il tablet di Google sarà un dispositivi di altissima qualità, probabilmente prodotto da Motorola, recentemente acquisita dal colosso di Mountain View.


A svelare questi dettagli è stato Eric Schmidt in persona in un’intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera. In tale occasione, Schmidt racconta di aver vissuto in Italia da bambino e di averla ritrovata a distanza di 50 anni molto cambiata, grazie sopratutto alla tecnologia che sembra essere la nostra unica ancora di salvezza:
Ti rendi conto che in un’Italia immutabile nelle sue bellezze e ricchezze culturali, ma anche nel caos del traffico a Roma o nel suo teatro della politica, la tecnologia è l’unico vero agente di cambiamento.

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lunedì 19 dicembre 2011

Windows 8: disegna la password sul touch

Oggi parliamo di una nuova modalità per effettuare il login sul proprio PC dotato di Windows8 (previsto per il prossimo anno) e di un display multi touch.


Qualora siate dotati di undisplay multi touch verrà visualizzata su di esso un'immagine predefinita, che potrete scegliere durante l'installazione e, sfruttando le gesture, sarà possibile disegnare su di essa una serie di elementi grafici. Il software è in grado di rilevare l'esattezza dei componenti grafici, l'ordine con i quali vengono realizzati sulla superficie sensibile e la modalità con la quale verranno realizzati.

Realizzando ad esempio una circonferenza attorno a un volto o disegnando una freccia il software verificherà il senso orario o antiorario con il quale si è realizzato il cerchio e il verso della freccia. Se il tutto coincide si avrà accesso al sistema operativo con l'utente associato a uno specifico profilo.

Stando a quanto riportato sul blog dedicato allo sviluppo di Windows 8 le modalità di autenticazione basate sulle gesture offrono ampie garanzie rispetto alla semplice introduzione di una password; a tal proposito Microsoft offre un'analisi comparativa tra il grado di sicurezza offerto da una classica password e quello garantito dall'utilizzo di gesture.

Chi utilizza abitualmente un tablet potrà eccepire che in certe situazioni è possibile identificare i simboli grafici che compongono il proprio login, ma anche nel momento in cui si tentasse di effettuare l'accesso al dispositivo inseguendo le impronte lasciate sul display non sarà sufficiente: Windows 8 controllerà infatti l'ordine e il modo con il quale circonferenze e tratti con il quali i simboli vengono disegnati. In questo breve video viene mostrata la nuova modalità di login.


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sabato 17 dicembre 2011

Italia "batte" Germania nelle installazioni di pannelli fotovoltaici

La diffusione di pannelli solari nel territorio italiano è destinata a raggiungere, entro la fine del 2011, una crescita di quasi il 100% rispetto a quanto è stato installato nel corso del 2010. Questa rapida crescita permetterà all'Italia di superare la Germania quale principale installatrice di nuovi impianti fotovoltaici a livello mondiale.


Stando ai dati pubblicato da iSuppli, il totale delle nuove installazioni di pannelli fotovoltaici in Italia raggiungerà i 6,9 gigawatts, valore che di fatto è doppio rispetto ai 3,577 gigawatts installati nel corso del 2010. La Germania è stata capace di un risultato addirittura migliore nel corso del 2010, con 7,4 gigawatts, mentre nel corso del 2011 la base di nuove installazioni si è ridotta ad una potenza complessiva di 5,9 gigawatts.

Posizione Nazione 2011 (rispetto al 2010):

      1. Italia  6.900 (3.577);
      2. Germania  5.923 (7.408);
      3. Stati Uniti  2.703 (915);
      4. Cina  1.726 (537);
      5. Giappone  1.300 (990),
      6. Francia  963 (719).

La tabella riporta i dati delle 6 principali nazioni, in termini di Megawatts delle nuove installazioni praticate nel corso degli anni di riferimento. La crescita dell'Italia è stata rilevante ma notiamo come tutte le altre nazioni abbiano aumentato la potenza complessiva delle installazioni, con la sola eccezione della Germania.

Dal 2009 i cittadini tedeschi hanno potuto beneficiare di specifiche agevolazioni per l'installazione di impianti fotovoltaici; questo ha spiegato la forte crescita registrata nel corso degli ultimi due anni. La prima metà del 2011 è stata tuttavia caratterizzata da un forte rallentamento di nuove installazioni, con una netta ripresa nella seconda metà dell'anno non tale da raggiungere i valori dei 12 mesi precedenti

In Italia, invece, la spinta a nuove installazioni è stata molto forte nel corso del terzo e del quarto trimestre 2011, ciascuno capace di contribuire per circa 2 gigawatts. A livello globale nel corso del 2011 le nuove installazioni hanno contribuito per 23,8 gigawatts, con una forte crescita del 34% rispetto ai 17,7 gigawatts del 2010.

Forse  arrivato il momento di riconsiderare la nostra immagine di paese vecchio e poco incline alle buone abitudini del vivere sano in armonia con l'ambiente. Alla faccia dei cugini francesi che hanno visto ridimensionati i Megawatts prodotti.

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venerdì 16 dicembre 2011

iMessage continua a funzionare anche dopo la disattivazione di iPhone

Tutti i possessori di iPhone dovrebbero sapere che un bug di iMessage ruba l'identità dell'utente. Se qualcuno vi ruba l’iPhone, e avete maturato l’amara certezza di averlo perduto per sempre, l’unica cosa che vi resta è la cancellazione remota di tutti i dati così da limitare quantomeno i danni sulla privacy. 


Una volta effettuata l’operazione, però, diversi utenti hanno constato che iMessage continua a inviare e ricevere messaggi come se niente fosse.

A testimoniarlo c'è la storia di David Hovis: dei ladri hanno fatto piazza pulita a casa sua, compreso l’iPhone 4 della moglie che, subito dopo il fatto, è stato disattivato e reinizializzato da remoto. In seguito alla modifica della password dell’ID Apple, alla disattivazione della SIM e al recupero del numero di telefono, quindi, il giorno dopo i due hanno acquistato un telefono in tranquillità, sapendo che l’assicurazione avrebbe pagato il tutto. I problemi sono iniziati quando l’iPhone rubato è stato anche rivenduto ad un acquirente, il quale ha iniziato aricevere gli iMessage originariamente legati al numero della signora Hovis:
Hovis ha cominciato a scambiarsi messaggi col possessore dell’iPhone rubato - i suoi iMessage, manco a farlo apposta, arrivavano contemporaneamente sia al nuovo telefono della moglie che al vecchio - ma l’uomo si è dimostrato estremamente confuso e poco collaborativo, e l’intera situazione s’è fermata al palo.
E a quanto pare, almeno a leggere questo thread di Macrumors e queste pagine dell’assistenza Apple, il fenomeno non è circoscritto ma è più consueto di quanto si possa pensare.

Dal canto suo, Apple non sembra recepire le giuste preoccupazioni dell’utenza; chi scrive ipotizza che il bug sia legato profondamente ai meccanismi con cui l’intero protocollo iMessage è stato concepito, il che sottintende un errore macroscopico d’architettura. Forse, il vecchio numero di telefono viene conservato nei server Apple assieme all’UDID del telefono, ma si tratta di speculazioni dato che Cupertino non si è ancora pronunciata ufficialmente a riguardo.

Qualcuno è riuscito a parlare con un ingegnere Apple, ma la risposta non è stata soddisfacente:
[l’ingegnere] mi ha detto che non è un problema di sicurezza, e che dovevo disattivare iMessage nel dispositivo offendente. Quando ho fatto presente che non si può disattivare iMessage su un dispositivo che è stato rubato poiché non ce l’hai più fra le mani, l’uomo ha concordato:”esattamente, anche io ho scoperto che quando infilo al volo la mia SIM nei telefoni degli amici per attivarglieli, poi iniziano a ricevere/leggere/osservare tutti i miei messaggi.
Una risposta simile non è certo rassicurante, forse la spontaneità della risposta denota solamente un'ingenuità dell'ingegnere che sembra sottovalutare la portata di tale bug.

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giovedì 15 dicembre 2011

Olloclip: le lenti che trasformano il vostro iPhone in uno strumento professionale

Con un gioioso cinguettio su Twitter, Olloclip annuncia il suo arrivo sull’Apple Store, entrando nella “ristretta cerchia” di accessori ufficiali di terze parti acquistabili sul negozio online di Apple.


Si tratta di un set di piccole lenti (fisheye, macro, grandangolo) perfettamente compatibili con iPhone 4 e 4S, installabile con estrema facilità e molto apprezzato da chi ama scattare foto e filmare con il proprio smartphone. Non è il primo accessorio di questo tipo ma la semplicità di utilizzo è stata la chiave del successo direi planetario.

Molto furbamente Apple ha fiutato l’hype attorno ad Olloclip e l’ha inserito nello Store (al momento solo quello USA) in pieno periodo natalizio vendendolo a 70 dollari. Se volete donare effetti extra ai vostri scatti su Instagram, Camera+, Hipstamatic e ai vostri video, ora sapete cosa acquistare.

Ecco una dimostrazione delle potenzialità delle lenti Olloclip:


A questo indirizzo è disponibile una galleria fotografica riassuntiva.

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mercoledì 14 dicembre 2011

Alan Wake’s American Nightmare

Dopo un parto lunghissimo che ha preceduto la nascita di Alan Wake (14 maggio 2010) i programmatori di Remedy Entertainment, si sono già messi al lavoro per il sequel; ora, dopo nemmeno un anno stiamo già parlando del nuovo capolavoro targato Remedy Entertainment.


Senza troppi giri di parole, il nuovo action di casa Remedy, in arrivo su Xbox Live Arcade, si intitolerà Alan Wake’s American Nightmare.

Ecco un video di presentazione del nuovo capolavoro targato Remedy Entertainment:


Il gioco è stato completamente svelato il 10 dicembre al Video Game Awards di Los Angeles ed è possibile visionarlo seguendo il link QUI riportato.

Il trailer mostrato ai VGA 2011 include le frasi citate nel teaser che potete vedere nella nostra home e qualche scena in-game per cui c’è davvero poco da commentare. Anche perché potete osservarlo in calce a questa news.


Fonte video: Spike

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martedì 13 dicembre 2011

HP ritorna sui suoi passi: ancora un tablet basato su webOS

Pochi giorni fa HP aveva preso la  decisione di rendere open source webOS. Il sistema operativo per soluzioni mobile rimarrà quindi attivo e disponibile per tutti. L'annuncio non ha però lasciato spazio alle prospettive future, e a cosa HP intende fare con i dispositivi basati su tale sistema operativo.


I dettagli emergono nel corso di una intervista che il CEO di HP, Meg Whitman, e un membro del consiglio, Marc Andreessen, hanno rilasciato a TechCrunch. Secondo quanto riportato dai due personaggi, infatti, l'azienda continuerà lo sviluppo di proposte tablet. Questo magari non succederà nel 2012, ma molto probabilmente accadrà nel corso del 2013: HP insomma continuerà a sviluppare hardware per webOS.

La posizione societaria attuale differisce in modo totale da quanto espresso solo pochi mesi fa, nel corso dell'estate, in cui HP aveva dichiarato di voler abbandonare webOS e tutto l'ecosistema.

La possibilità che HP rientri sul mercato tablet nemmeno l'anno prossimo, ma solo nel corso del 2013 può spingere a fare qualche considerazione: Windows 8 sarà per allora arrivato e affermato sul mercato, iOS e Android avranno intanto fatto importanti passi in avanti. HP si troverebbe, allora, nella posizione di dover effettuare un gran lavoro per rimanere competitiva.

A conti fatti, quindi, se da un lato l'intenzione di voler continuare a sviluppare prodotti per webOS è sicuramente positiva e lascia sul mercato un ulteriore competitor, le basi non sembrano però essere proprio le migliori.
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lunedì 12 dicembre 2011

Chrome: browser più sicuro di Firefox e Internet Explorer

Il browser web è uno strumento sempre più importante e strategico: è lo strumento con il quale si accede a informazioni o servizi, è il programma usato per l'home banking o per l'utilizzo della propria carta di credito per servizi di e-commerce.


La nuova manovra salva Italia, che tenta di favorire la tracciabilità dei pagamenti forse (mi astengo dal commentare tale manovra in quanto non mi pare la sede più indicata), favorirà l'aumento di transazioni di questo tipo e catalizzerà l'attenzione dell'intera categoria dei pirati informatici e dei truffatori in genere che approfitteranno non solo dei più rodati del settore ma anche dei soggetti sprovveduti e costretti a loro malgrado (o per lo meno invogliati) a ricorrere a tale mezzo di pagamento. Il rischio maggiore risiede nel fatto che le informazioni personali spesso vengono condivise con soggetti terzi attraverso il nostro browser prescelto. C'è chi preferisce Chrome, chi Internet Explorer, chi Firefox e chi ancora Opera o chissà quale altro software meno quotato.

Per valutare la sicurezza dei browser è stato realizzato un apposito studio che confrontato in alcuni scenari critici e analizzato il comportamento dei differenti browser. Lo studio è stato realizzato dai ricercatori di Accuvant e i dettagli sono riportati in questo documento pubblico.

Nelle prove condotte si è evidenziata la buona funzionalità delle soluzioni di sicurezza integrate in Chrome: gli sviluppatori di Google basano gran parte della sicurezza del browser sul'utilizzo di un'efficace sandbox capace di isolare il comportamento del browser dal sistema operativo, controllando e limitando l'accesso alle risorse del sistema. Un approccio simile mette quindi a disposizione limitate possibilità al browser, tali a garantire l'impossibilità di azioni malevole.

Al secondo posto di questa classifica si posiziona Internet Explorer che però viene indicato da Accuvant come più "permissivo" rispetto al sandboxing offerto da Chrome. Ciò si traduce in concreto in maggiori possibilità di sfruttare vulnerabilità insite nel browser Microsoft per accedere a dati o risorse del sistema e attuare azioni malevole. Lo studio ha anche evidenziato le migliori caratteristiche di Chrome rispetto agli altri nella gestione dei plug-in e nella limitazione delle possibili azioni illecite messe in atto attravesro tali software.

Mozilla Firefox viene indicato al terzo posto nella ricerca di Accuvant e questo risultato è stato pesantemente influenzato dalle tecnologie di sandboxing non ancora messe a punto dagli sviluppatori.

Ecco un rapido confronto tra i tre browser principali:


Ora vi mostriamo il documento messo a disposizione da Accuvant nella sua interezza:


In seguito alla pubblicazione di questi risultati è arrivata una pronta replica di Johnathan Nightingale, Mozilla director of Firefox engineering, che però non smentisce e non critica più di tanto i risultati presentati da Accuvant. Nightingale si limita a affermare che Firefox integra una serie di tecnologie capaci di limitare i problemi di sicurezza, inoltre sottolinea come le tecnologie di sandboxing - sulle quali comunque Mozilla si dichiara interessata - sono solo una delle soluzioni possibili. Per inquadrare ancor meglio i risultati di Accuvant va rilevato che lo studio è stato commissionato da Google.

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sabato 10 dicembre 2011

Nuovo iMac con iTV incorporata


Secondo Brian Blair, analista di Wedge Partners, la prossima generazione di iMac, prevista per la prima metà 2012, includerà alcune nuove funzionalità che trasformeranno il desktop della Mela in un dispositivo che farà da ponte verso il vero e proprio televisore Apple, atteso invece per la seconda metà del 2012.

Pensiamo che questo abbia senso, perché mentre di solito pensiamo ad un nuovo televisore di grandi dimensioni appeso al muro, Apple potrebbe effettivamente iniziare con quello che ha già sulla linee di produzione e spingere lentamente la propria offerta da 27 pollici per salire gradualmente di dimensione a 32 pollici per poi passare al mercato dei 42, 50 e 55 pollici. In breve, crediamo che la TV di Apple sia inizialmente costituita da iMac che possono funzionare come un televisore, grazie alla piattaforma iCloud.

La cosiddetta iTV sarebbe quindi prima di tutto una soluzione software basata sui servizi erogati da Cupertino sulla piattaforma iCloud, che potrebbe essere ospitata anche sui tradizionali iMac, che manterrebbero invariata l’architettura hardware basata sui processori X86.

I televisori Apple dovrebbero invece essere basati sull’architettura ARM utilizzata da Cupertino nei dispositivi equipaggiati con sistema operativo iOS, adottando probabilmente il nuovo processore Apple A6.

La futura gamma Mac si troverebbe quindi accerchiata dai dispositivi iOS, in una tenaglia che potrebbe gradualmente stringersi con il debutto di notebook basati sull’architettura ARM (iBook ?) e su televisori Apple con diagonali di schermo inferiori ai 32 pollici.

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venerdì 9 dicembre 2011

Nintendo smentisce l'addio di Miyamoto, ideatore di Super Mario


Negli scorsi , in un intervista rilasciata a  Wired, Shigeru Miyamoto, uno dei più grandi ideatori di videogiochi  come  Mario, Donkey Kong, The Legend of Zelda, Pikmin, Starfox, F-Zeroaveva ha dichiarato:

Nei nostri uffici negli ultimi giorni mi è capitato di dire: 'sto per dimettermi, di andare in pensione', ma non voglio dire che ho intenzione di ritirarmi del tutto dallo sviluppo di videogiochi. Quello che voglio dire è che vorrei andare in pensione, lasciare la mia posizione attuale.

Con un comunicato ufficiale, pubblicato dalla Reuters, Nintendo rassicura i fan "Super Mario" e del suo ideatore Shigeru Miyamoto :

È assolutamente falso. Sembra si sia trattato di un fraintendimento. Ha detto di volersi prendere tutto il tempo necessario per educare le nuove generazioni. Non ha nessuna intenzione di dimettersi, per cui vi preghiamo di non speculare.

Ricordiamo che Miyamoto ricopre attualmente la posizione di general manager degli studi di sviluppo interni a Nintendo, ed è ovviamente direttamente coinvolto nello sviluppo dei giochi più importanti per 3DS e Wii.

Sempre nell'intervista Miyamoto ha aggiunto:

L'importante per me è essere in prima linea nello sviluppo dei videogiochi. Mi piacerebbe lavorare per un piccolo team di sviluppo formato da giovani talenti o, anche, creare un videogioco da me, sviluppato da una sola persona. Insomma, qualcosa di veramente piccolo.

Le dichiarazioni di Miyamoto a Wired hanno avuto immediato riscontro sui mercati, con un calo del 2% delle azioni di Nintendo che, chiaramente, si è affrettata a smentire tutto perché ci avviamo verso un omento cruciale, quello della stagione natalizia. Nintendo 3DS, dopo un avvio estremamente stentato che ha portato anche a una rapida riduzione del prezzo, adesso pare stia andando meglio sui mercati, ma questi progressi vanno consolidati proprio entro il mese di dicembre.

L'apprezzamento dello yen nei confronti di euro e dollaro che si sta verificando nell'ultimo periodo danneggia notevolmente gli affari di Nintendo fuori dal Giappone, perché ovviamente il profitto maturato all'estero viene ridimensionato nel momento in cui ritorna in Giappone.

Anche se le voci sulle dimissioni di Miyamoto sono al momento infondante, pare comunque probabile che il creatore di Mario prima o poi possa fare un passo indietro e lasciare la sua posizione di uomo immagine per Nintendo. Miyamoto, infatti, è l'icona che Nintendo utilizza per svelare i propri prodotti e il simbolo del  grande ruolo che la stessa Nintendo ricopre nel mondo dei videogiochi.

Dan Sloan, autore di un libro su Nintendo, l'ha definito una rockstar dello sviluppo di videogiochi e di console alla Reuters.

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martedì 6 dicembre 2011

Androidland: A Melbourne apre il primo Store interamente dedicato ad Android

In collaborazione con Telstra, l’operatore mobile telefonico australiano, Google ha aperto a Melbourne il suo primo negozio fisico dedicato agli smartphone e terminali Android. Si chiama “Androidland”e presto potrebbe venire esportato nel resto del mondo.


L’idea di prendere spunto dall’enorme successo degli store fisici con la mela non è una novità assoluta. Da principio ci aveva provato Redmond, la cui catena di negozi emulava perfino la figura del Genius, ribattezzata Guru. Ora però, riferisce Mike Isaac su Wired, è il turno di Mountain View:

Lo scorso giovedì, Google e la società di telecomunicazioni mobili australiana Telstra hanno aperto a Melbourne il primo negozio fisico a tema Android; una mossa per consolidare il brand Android e i dispositivi associati sotto un unico, grande, googoloso tetto.

Al suo interno, i potenziali clienti troveranno informazioni utili, dispositivi in esposizione, chioschi dedicati al gaming, speciali schermi interattivi e un ambiente vistosamente declinato nello stile dell’OS mobile di Google. Si tratta di una vetrina che potrebbe presto essereesportata in giro per il globo, così com’è avvenuto per il resto di noi:

Sì, sembra tutto praticamente identico alla strategia retail di Apple, ovvero un’iniziativa che si è scontrata con un iniziale scetticismo ma che subito si è dimostrata vincente… E’ possibile che l’apertura nel mercato australiano possa servire a Google come una sorta di esperimento. Se il progetto Androidland decolla, potrebbe avere un senso per la società l’espansione della sua presenza in altri mercati popolari come Giappone, Europa e, ovviamente, gli Stati Uniti.

Ecco un video di presentazione:


Dalle immagine pare un modo molto differente di approcciarsi al cliente rispetto ad Apple. Dopo il "clone" Microsoft ora (forse) una valida alternativa allo store della mela.


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lunedì 5 dicembre 2011

Assange torna alla carica: obiettivo iTunes

Dopo mesi di silenzi trascorsi a difendersi dalle accuse di molestie sessuali e a rifugiarsi negli angoli più reconditi della terra, Julian Assange è tornato con altre rivelazioni scottanti; questa volta rivolte al colosso della musica digitale iTunes.


Secondo Assange, in iTunes esisterebbe una falla usata dalla polizia e dalle società di sicurezza per controllare i computer degli utenti sotto sorveglianza. Chiunque usi un iPhone o Gmail, spiega il fondatore di Wikileaks, “è già fregato”.

In una intervista al Bureau of Investigative Journalism, Assange afferma che le moderne tecniche di monitoraggio permettono di controllare in tempo reale intere città e di conservare a tempo indeterminato ciò che viene scoperto. E tutto è reso possibile da app come il diffusissimo player multimediale di Cupertino:

iTunes ha una falla al suo interno usata sistematicamente da alcune società di sorveglianza per controllare qualsiasi computer, a prescindere da sistema su cui iTunes gira. E queste specie di backdoor esistono in qualunque telefono popolare, in qualunque computer popolare e qualunque programma per computer popolare. […] Alcune società vendono agli stati equipaggiamenti per registrare segretamente - e conservare a tempo indeterminato - la posizione di tutti i telefoni di una città con una precisione di 50 metri.

Insomma secondo il fautore dello scandalo wikileaks, nel momento in cui fa una telefonata o aggiorna il proprio stato su Facebook, qualunque cittadino è a rischio privacy. E la sentenza, infausta come non mai, è che tutti coloro i quali “possiedono un iPhone, un BlackBerry o utilizzano Gmail sono già fregati. La verità che è le società partner dei servizi segreti vendono ai paesi del mondo sistemi di sorveglianza di massa per tutti questi prodotti”. 

Il concetto di privacy è stato da tempo depauperato dall'incuria dei potenti, degli organi di stampa e di quelli governativi; però il panorama descritto da Assange mette i brividi e ricalca le strategie messe in atto durante la guerra fredda annientando la dignità delle persone, che si illudono di avere una propria vita e pensano di custodirla gelosamente a dispetto di quanto avviene realmente.

Forse il segreto sta nel "non avere nulla da nascondere".

Questo argomento esula in parte dal tema su cui si fonda questo blog ma abbiamo ritenuto interessante soffermarci su una piaga nel nostro tempo, tempo fatto da comunicazione globale con mezzi di comunicazione tecnologicamente avanzati ma del quale conosciamo solo alcune potenzialità. Questa inconsapevolezza ( o più diplomaticamente visione parziale)è solo nostra e non di quegli individui capaci di insinuarsi nelle nostre vite per controllarci o anche solo per evincerne informazioni da elaborare e sfruttare attraverso il marketing.

Forse le voci rese disponibili in rete riguardanti la falla di iTunes non sono vere o lo sono solo parzialmente, rimane il fatto che la posizione dominante di certi individui incombe sui cittadini inermi e tenuti allo scuro di ciò che non si vuole che essi sappiano.
 
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sabato 3 dicembre 2011

Nuovo Samsung Galaxy Nexus

Avevamo già parlato circa un mese fa della collaborazione tra Samsung e Googlee di Google Galaxy Nexus, il successore di Nexu One, prodotto da HTC e Nexus S, la cui progettazione era già toccata a Samsung. 


Si tratta quindi come noto dell'ultimo Googlefonino e, come tale, porta in dote l'ultima versione del sistema operativo mobile proprietario del colosso di Mountain View: Android Ice Cream Sandwich. Galaxy Nexus si presenta come una soluzione top di gamma, in grado di disporre di elementi hardware di prim'ordine ad ogni voce della propria scheda tecnica.

    • processore dual core (TI OMAP 4460) con architettura Cortex A9;
    • frequenza massima di 1,2 GHz;
    • memoria RAM da 1 GB;
    • memoria interna da 16 o 32 GB;
    • display da 4,65" Super AMOLED HD con risoluzione 1280x720 pixel;
    • fotocamera da 5 megapixel,
    • tecnologia Near Field Communication.

Il terminale nato dalla colaborazione tra Samsung e Google dovrebbe giungere sul mercato italiano proprio in queste ore tramite alcuni rivenditori online e in esclusiva con Vodafone per quanto riguarda gli operatori. I prezzi della soluzione, sono in linea con quelli dei terminali top di gamma e si aggirano in ogni caso intorno ai 600 euro.


Attraverso l'operatore Vodafone è possibile acquistare il terminale anche sottoscrivendo un abbonamento della durata minima di trenta mesi. Di seguito riportiamo il prospetto dei piani proposti da Vodafone per l'acquisto della soluzione in abbinamento a un abbonamento Smart+.

    • Smart 300+:30€ al mese più rata telefono di 20€;
    • Smart 600+:40€ al mese più rata telefono di 15€;
    • Smart 1200+:60€ al mese più rata telefono di 5€;
    • Smart 2000+:90€ al mese più rata telefono di 0€.

Esistono poi le opzioni "Stile Libero" e "Basic" che, a fronte del pagamento del traffico telefonico a consumo impongono una rata mensile di 20 euro per l'acquisto del terminale.

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venerdì 2 dicembre 2011

Kindle Store sbarca anche in Italia

È arrivato ufficialmente anche in Italia il più famoso negozio di libri in formato digitale. È operativo infatti dalle 11 di stamani il Kindle Store di Amazon.it.


Ecco cos'ha detto per l'occasione Diego Piacentini, vicepresidente di Amazon:

Sarà un Natale targato Amazon, perché in tempo di crisi il lettore digitale di libri Kindle è il regalo ideale.

Amazon, dopo aver aperto filiali in Gran Bretagna, Germania e un mese fa in Francia, oggi apre contemporaneamente in Italia e Spagna.

La piattaforma di libri digitali di Amazon è comunque fruibile anche senza bisogno del lettore con schermo a tecnologia di inchiostro digitale. Amazon ha da tempo realizzato infatti applicazioni per Windows e Mac, oltre che per i principali smartphone (iPhone, Android e BlackBerry, oltre a iPad e iPod touch). È sempre possibile, infine, utilizzare un normale browser per accedere direttamente online a tutti i propri libri acquistati su Kindle.

Nel negozio italiano sono presenti tutti i sei grandi editori del nostro Paese e un numero consistente dei piccoli.
I dati delle nostre analisi confermano un punto, cioè che chi compra Kindle poi compra il 30% di libri in più rispetto allo stesso profilo di lettore. 
sostiene Piacentini.

La rivoluzione del libro digitale che oramai negli Usa impatta per più del 10% del mercato complessivo compreso lo scolastico, in Italia è ancora in ritardo. Da noi è meno dello 0,5%.

Gli eBook quindi, non sono una tecnologia di passaggio ma sono il futuro e, per quanto sia difficile smuovere gli animi dei lettori e dei consumatori più in generale, sarà inevitabile una progressiva diffusione dei libri digitali anche in Italia. Il vicepresidente di Amazon è convinto infatti che una volta superata la diffidenza iniziale raggiungendo quota 1% del mercato, sarà molto più facile raggiungere i livelli degli Stati Uniti d'America.

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giovedì 1 dicembre 2011

Atari rinasce dalle proprie ceneri

Fondata nel 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dabney, Atari ha ricoperto un ruolo centrale nella storia dei videogiochi. Principalmente per avere creato alcuni dei brand più conosciuti degli anni '70 e '80 come Centipede, Breakout, Missile Command e Pong, ma anche per aver prodotto Atari 2600, che era sostanzialmente sinonimo di console nei primi anni '80.


Nel 1983, tuttavia, ha riscontrato i primi problemi economici, in concomitanza con la prima crisi dell'industria dei videogiochi e il suo sostanziale cambiamento. L'incapacità di adattarsi ai nuovi standard qualitativi e alle nuove strategie dei competitor aveva gettato Atari in una crisi che si è poi protratta fino ai giorni nostri. Nel corso degli anni è stata controllata da Warner Communications, Hasbro e, infine, da Infogrames. Quest'ultima l'ha acquisita interamente nel maggio del 2008, ma era già proprietaria della maggioranza della società, per undici milioni di dollari.

Il marchio Atari tuttavia possiede alcuni dei brand più popolari della storia dei videogiochi. Titoli che la gente è disposta a giocare e rigiocare, oggi soprattutto in ambito mobile. Attualmente, la società è composta da 65 impiegati e ha sedi a New York e in Francia. Oggi opera in maniera sensibilmente differente rispetto al passato, quando era leader dell'industria, ma continua a concentrarsi sui propri preziosi brand.

Ora però pare che Atari abbia trovato il suo posto nel mondo (dei videogames) insinuandosi nel settore mobile, che ben si sposa con il tipo di videogiochi facenti parte del proprio portfolio. La compagnia ha infatti lanciato la sua collezione Greatest Hits per iOS nello scorso aprile, con 18 rivisitazioni dei classici Atari. Nella prima parte di questo mese, inoltre, la stessa collezione è stata proposta in formato Android. Due settimane fa, poi, Atari ha portato la nuova versione di Asteroids, già presente su Android, anche su iOS.

L'8 dicembre sarà un'altra data importante nel percorso che sta guidando Atari verso il mobile perché lancerà Breakout: Boost, una nuova versione del classico arcade del 1976, su iOS. Il gioco includerà i tradizionali cinque livelli in cui si devono spezzare i mattoncini, con ulteriori 200 livelli inediti acquistabili tramite micro-transazioni in-app.

Breakout avrà anche nuove caratteristiche di controllo che, tra le altre cose, consentiranno ai giocatori di incrementare la velocità per avere un livello di difficoltà più sostenuto. Ci saranno nuovi power-up, upgrade per i proiettili, diverse varietà di mattoncini, la possibilità di salvare i progressi e l'integrazione con OpenFeint e Game Center.


Per sostenere la nuova strategia, Atari ha rivisto alcune posizioni dirigenziali, assumendo nuovo personale. Tra le nuove assunzioni troviamo Gui Karyo, un veterano dell'industria dei videogiochi che ha già lavorato per Mindspark, Majesco e Marvel, e che occuperà la posizione di EVP of Development & Operations.

L'esperienza nello sviluppo di videogiochi social e i processi di rinnovamento aziendale permetteranno ad Atari di trovare nuovi modelli di business incentrati sui giochi freemium e sulle micro-transazioni. Certo il gap da colmare con le aziende leader del settore è enorme, non solo dal punto di vista del marketing ma anche dell'esperienza del personale. Atari sta assumendo nuovi sviluppatori esperti del settore e, stando a quanto ha fatto sapere il suo CEO, sta valutando nuove opportunità per coinvolgere la community di sviluppatori sulla modernizzazione dei classici giochi che fanno parte del suo portfolio.

Tuttavia, l'inserimento nel settore di alcuni colossi come Electronic Arts insegna che riproporre dei giochi già disponibili su altri formati in chiave social e mobile non è sufficiente. Nonostante gli ingenti investimenti, vedi l'acquisizione di PopCap per 750 milioni di dollari, EA non riesce ancora a colmare il gap con Zynga. Quest'ultima, infatti, è in grado di produrre continuamente giochi innovativi, sostenuti da idee brillanti per il settore in cui agisce. Atari ha dunque bisogno, parallelamente alla riproposizione dei vecchi classici, di trovare delle strategie innovative.

Se si guardano i risultati finanziari si trova un'ulteriore conferma della convenienza dei nuovi modelli di business. Le vendite digitali, infatti, costituiscono il 63,6% del totale delle vendite di Atari, mentre nella prima parte dell'anno scorso questo valore era fermo al 20,1%. Le digital revenue erano infatti di 6,3 milioni di dollari l'anno scorso, mentre adesso raggiungono i 10,5 milioni di dollari. Ciò ha consentito ad Atari di ridurre le sue perdite operative fino a 2,6 milioni di dollari, il che costuisce un miglioramento del 61,2% rispetto allo stesso periodo del precedente anno fiscale.

In definitiva, se da una parte Atari può imparare da Zynga le tecniche di fidelizzazione dei clienti e della creazione di contenuti freemium e sociali, dall'altra può farsi forte della longevità dei propri titoli che forse proprio per la loro semplicità riescono a fidelizzare l'affiliazione dei giocatori.

In ultima istanza però bisogna considerare che nemmeno Zynga viaggia a vele spiegate a quanto pare. Quanto appena scritto sembra essere confortato dal mercato azionario che stando a quanto riportato da  Reuters sottostimerebbe il pacchetto azionario Zynga offerto a 10 miliardi di dollari rispetto ai  15 e 20 miliardi di dollari previsti.

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mercoledì 30 novembre 2011

Kinect 2: notevoli passi in avanti

La nuova generazione di Microsoft Kinect sarà in grado di leggere le labbra.


Eurogamer ha dichiarato che il dispositivo sarebbe anche in grado di rilevare le emozioni attraverso il tono di voce dei giocatori e le loro espressioni facciali.

Può essere cablato dritto su qualsiasi numero di tecnologie che basta prendere fenomenale di dati ad alta risoluzione direttamente al processore principale e diritto alla RAM principale e chiedere, che cosa vuoi fare con esso?

dice Eurogamer.

La prossima generazione di Xbox, sarà presentata l'anno prossimo,  e sarà disponibile in due configurazioni differenti, una più economica e una più performante dotata di drive ottico, hard disk e della retrocompatibilità dei videogames fin'ora prodotti.

Lionhead, softwarehouse che ha dato alla luce titoli come Fable, starebbe lavorando ad un progetto interno denominato 'Fable Next', che lancerà in concomitanza del lancio dellla console Microsoft.

Xbox 360 ha venduto più di 55 milioni di unità in tutto il mondo dalla sua uscita nel mese di ottobre 2005, la nuova console Microsoft riuscirà a replicare o addirittura superare questi numeri?

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martedì 29 novembre 2011

Sotheby’s mette all'asta il contratto di fondazione di Apple Computer Inc.

Siete fan accaniti del marchio della mela morsicata? Siete collezionisti di cimeli della storia? Ma soprattutto, vete a disposizione parecchie centinaia di migliaia di dollari da investire in tali cimeli?


Se la vostra risposta è affermativa allora potrebbe interessarvi quanto rivelato da Bloomberg, il quale ha annunciato che il contratto di fondazione di Apple Computer Inc., firmato il primo aprile del 1976 da Steve Jobs, Steve Wozniak e Ron Wayne sta per finire in un’asta della Sotheby’s. La sua valutazione complessiva, appunto, spazia tra i 100.000$ e i 150.000$.

Il pacchetto contempla i documenti necessari alla creazione della società, nonché quelli della dipartita di Wayne ad appena 12 giorni di distanza dalla sua fondazione, per i quali gli sono stati liquidati 800$ in un primo momento, e 1500$ in seguito. E’ davvero un pezzo di storia contemporanea:

Questo è il documento di fondazione in termini di storia della finanza, storia sociale e storia della tecnologia

ha affermato Richard Austin, il responsabile dei libri e dei manoscritti presso Sotheby’s, New York.

La storia dei documenti, a dire della prestigiosa casa d’aste, risale alla metà degli anni ‘90, quando Wayne -con un’altra mossa sbagliata nei tempi, più che nella misura ritenne che Apple fosse a un passo dalla bancarotta. Fu in quel periodo che vendette gli originali ad un commerciante di manoscritti, il quale li ha tenuti gelosamente nascosti fino ad oggi. Un investimento davvero niente male, visto che frutteranno qualcosa tra i 100.000 e i 150.000 dollari.



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