venerdì 13 febbraio 2015

Xiaomi pronta per conquistare l'Occidente

Apple, Samsung, HTC e Sony, ma forse le sorprese più grandi, ce le riserveranno i nuovi colossi cinesi.


E' ormai evidente l'immenso potenziale delle aziende cinesi come Lenovo e la stessa Xiaomi, oggetto del nostro post di oggi.

L'ex di Google, Hugo Barra, ha rivelato ufficialmente i piani di quest'ultima per il mercato occidentale. Il produttore cinese si appresta ad aprire uno store Mi.com negli Stati Uniti, in cui inizialmente verranno commercializzati solamente accessori, come auricolari o fitness band. Il negozio virtuale sarà lanciato entro la fine dell'anno, ma non ci sono piani per la vendita dei celebri smartphone della società per il prossimo futuro.

Quello che sembra un primo timido approdo sul suolo occidentale da parte di Xiaomi, potrebbe avere dietro un piano ben più solido e definito. Se da una parte la vendita di accessori non è comparabile al mercato degli smartphone, dall'altra è ormai evidente che Xiaomi sta puntando agli USA, e la vendita di accessori non potrebbe essere che una prima pallida mossa per un più vasto piano d'assedio nei mercati occidentali.

Bisogna riconoscere a Xiaomi un notevole coraggio nel proporre dispositivi assolutamente comparabili ai top di gamma di Samsung e HTC a prezzi notevolmente inferiori.

I cinesi puntano a guadagnare sull'ecosistema che sussiste intorno agli smartphone venduti, grazie ad una piattaforma che almeno in Oriente è stata in grado di reggersi da sola e a produrre proventi per la società.

A prescindere dalle qualità intrinseche dei prodotti, però, è difficile prevedere la reazione del pubblico occidentale agli smartphone cinesi.

Dopo alcune società, come Huawei, adesso anche Xiaomi prova a conquistare il mercato occidentale, ma al momento è molto difficile prevedere quale sarà il futuro del brand che, anche se è stato in grado di mettere sotto scacco Apple e Samsung in Cina, potrebbe faticare molto per ottenere risultati paragonabili anche fuori dai propri confini nazionali.

Riuscirà la Cina ad allontanare da sé il luogo comune (il più delle volte suffragato da prove inequivocabili e incontrovertibili) che la vorrebbe fabbrica dei cloni? Riuscirà ad imporsi per i suoi prodotti qualitativamente all'altezza della concorrenza?

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