domenica 31 maggio 2015

Google I/O 2015: ecco le novità

C'era grande attesa per l'I/O 2015, l'evento più importante dell'anno marchiato Google, ma quali sono le novità presentato da Big G?


Al Moscone Center, Sundar Pichai, dopo una breve introduzione dedicata ai numeri (Google ha oltre un miliardo di utenti fra YouTube, Maps, Chrome ecc.), ha presentato le nuove scommesse di Google che riguardano il settore mobile (con una nuova versione di Android), quello dell'Internet of Things, dalle tecnologie indossabili, dell'intelligenza artificiale e dei nuovi servizi dedicati alle foto.

Ecco nel dettaglio alcune delle novità presentate a San Francisco:

Android Pay - Se ne parlava da mesi, ma ora Android Pay sembra veramente dietro l'angolo. Il pagamento attraverso lo smartphone è stato uno dei pezzi forti dell'evento di oggi, anche perché diventa la vera sfida a Apple che in passato si era già mossa in questa direzione. Per rendere Android Pay immediatamente interessante, Google ha già stretto accordi con le più importanti compagnie telefoniche americane (T-Mobile, Verizon e At&T), così da preinstallare il servizio sui device che hanno Android 4.4 KitKat.

Android Pay sarà basato su tecnologia NFC, e basterà avvicinare lo smartphone al lettore per effettuare un pagamento. Già raggiunto l'accordo con importanti catene commerciali, tra le quali GameStop, OpenTable, Spring, Hotels.com, Groupon, Etsy, Expedia e Coca Cola. Il servizio sarà attivabile con carte di credito Visa, Mastercard, American Express e Discover.

Project Brillo - Google punta forte sull'Internet of Things. Project Brillo è la nuova piattaforma derivata da Android che permetterà agli sviluppatori e ai produttori di creare dispositivi connessi fra loro. L'esempio è quello della App di ricette che potrà dare al nostro forno (connesso) le istruzioni di cottura. Insieme a Brillo verrà introdotto anche Weave, e cioè il protocollo (un set di API per lo sviluppo) che consentirà agli oggetti connessi di comunicare tra loro. L'arrivo di Brillo non è imminente, ma dovrebbe comunque essere disponibile entro l'anno.

Android M - La nuova versione del sistema operativo per smartphone sarà denominato Android M. In realtà, per capire come si chiamerà realmente bisognerà attendere l'autunno. M sarà comunque l'iniziale, e per ora qualcuno parla dell'ipotesi "Milkshake".

Il sistema operativo arriverà entro fine anno, ma intanto è stata resa disponibile una release per sviluppatori. Pichai, nel presentare "M", ci ha tenuto a ribadire la forza dell'OS:

Ci sono attualmente più di un miliardo di utenti Android nel mondo: una cifra altissima rispetto a quelle di quando abbiamo lanciato il primo telefono Android nel 2008. Inoltre, sul mercato sono presenti 4.000 dispositivi Android unici, con più di 400 produttori e oltre 500 operatori

ha detto durante il Keynote.

Android M punterà forte sul sistema di pagamento integrato (del quale abbiamo scritto sopra) sulla batteria, sulla gestione delle applicazione (che saranno altamente settabili dall'utente) e sulla batteria. La durata della carica sarà notevolmente migliorata in stand by e ricaricare lo smartphone dovrebbe risultare molto più veloce grazie a nuovi standard Usb in arrivo. In fatto di App, sarà molto più facile per l'utente decidere quali informazioni possono essere usate dalle stesse, punto sul quale Android è stato molto attaccato ultimamente. Anche Google Now diventerà ancora più immediato, grazie a uno sviluppo ulteriore del deep learning. 

Google Photos - Se il vostro smartphone strabocca di foto, dimenticate il problema. Google Photos servirà anche a questo, poiché Google offrirà, tra le altre cose, spazio gratuito illimitato (a patto che le foto siano di risoluzione pari o inferiore a 16 megapixel e i video fino a 1080p). E se avete un iPhone, non temete, perché il servizio sarà disponibile anche su iOS, oltre che su Android e sul Web. 

Non è ancora chiaro se sarà possibile utilizzarlo semplicemente come archivio (tra l'altro ben fatto, poiché include i geotag e le date degli scatti), oppure si tratta di un social network vero e proprio. Basterà capire i parametri di privacy che si possono impostare. Ma sarà presto detto, dato che Google Photos è immediatamente disponibile. 

Google Maps l'offline - Una delle novità di maggiore interesse è l'introduzione del funzionamento in modalità offline di alcuni servizi come Google Maps, che, in casi di non copertura, funzionerà come un navigatore Gps. Fino a oggi Google Maps permetteva di scaricare il percorso prima di poterlo navigare offline. Tutto questo non servirà più, con grande gioia per chi si trova all'estero e ha bisogno delle mappe.

L'aggiornamento con questa funzionalità sarà rilasciato entro fine anno.
Leggi l'intero articolo

venerdì 29 maggio 2015

Nuovo smartphone Lenovo al Tech World

Provare a pensare alla tastiera dei vostri devices preferiti. L'innovazione che la vostra memoria possa ricordare è quella legata all'avvento del touchscreen.


E se si potesse andare oltre? E' quello che ha provato a fare Lenovo, durante il Tech World, mostrato un concept di uno smartphone dotato di tecnologie al laser, in grado di proiettare una qualsiasi schermata in maniera interattiva su una superficie piana.

Sul piano estetico non si discosta molto da un dispositivo tradizionale, ma internamente dispone di hardware esclusivo per rendere la funzionali, chiamata Smart Cast, possibile.


Il prototipo mostrato dalla Società cinese può essere usato tradizionalmente per proiettare l'immagine su un muro, ma facendo ruotare il modulo situato nella parte superiore del dispositivo si indirizza un'immagine interattiva sulla superficie su cui è poggiato lo smartphone.

Come avviene su alcuni accessori che proiettano una tastiera, infatti, Smart Cast rende qualsiasi superficie un touchscreen.

A differenza degli accessori di cui sopra, però, il prototipo Lenovo proietta immagini a colori, e non monocromatiche, e il suo uso non è limitato alle sole tastiere. È sì possibile utilizzarlo per scrivere in maniera più agevole che per dilettarsi con un pianoforte virtuale, ma è altresì possibile destreggiarsi con la frutta di Fruit Ninja sulla propria scrivania.

Al momento Lenovo non ha annunciato alcun dispositivo commerciale che farà uso della tecnologia, né l'hardware necessario che trasforma l'interessante funzione in realtà ma, un potenziale dispositivo con Smart Cast dovrebbe arrivare sul mercato nel prossimo futuro, anche se non sappiamo ancora la fascia di prezzo che andrà ad occupare.
Leggi l'intero articolo

Jonathan Ive "diventa grande"

Jonathan Ive, il noto designer di Apple, sta per ricoprire un altro ruolo a Cupertino: Chief Designer Officer dell'azienda.


Da adesso, quindi, Ive controllerà la divisione che si occupa del design industriale e delle interfacce utente. La notizia è trapelata da un profilo di Ive scritto da Fry per il Telegraph.

Il design dell'hardware sarà visionato quotidianamente da Richard Howarth, mentre del software si occuperà Alan Dye. Entrambi sono dipendenti Apple da molto tempo. Finora, Ive aveva il ruolo di Senior Vice President of Design e spiega così le ragioni per cui non dovremmo preoccuparci della novità:

Loro due sono molto bravi. Richard ha seguito il progetto iPhone fin dall'inizio. Ha visto tutto il percorso dai prototipi al primo modello che abbiamo rilasciato. Alan è geniale per il design di interfacce. La maggior parte del sistema operativo dell’Apple Watch si deve a lui.

Il rimpasto di ruoli dovrebbe, secondo lui, liberare Ive "da una parte del lavoro amministrativo e di gestione".

Fry spiega che la novità permetterà a Ive di viaggiare di più e "pensare più liberamente". Pare che uno dei primi progetti sarà passare un po' di tempo a lavorare negli Apple Store in giro per il mondo.
Leggi l'intero articolo

mercoledì 27 maggio 2015

Orsacchiotto Smart by Google

Anche se Mattel e altre Società di videogames per adolescenti avevano provato ad introdurre il concetto (tanto di moda) "smart" anche nel mondo degli infanti, nessuno finora ci era mai arrivato vicino.


Google X (la divisione misteriosa e un po' pazza di BigG) sta lavorando a questo progetto in modo sempre più convincente.

Quelli di Mountain View hanno depositato, presso lo U.S. Patent Office, un bizzarro brevetto, riguardante un orsacchiotto di peluche con svariate feature.

Non parliamo certo dell'orsacchiotto in stile anni 90', piuttosto di un device a forma di teddy bear, che risponde alla voce o ai movimenti del suo interlocutore umano, stando a quanto riportato nel documento (Foto 1). 

Foto 1

Foto 2

L'orso si rivolgerebbe al bambino, interpreterebbe i suoi ordini e li invierebbe via server a un dispositivo di controllo.

Il giocattolo di Google può quindi reagire ai comandi, esprimendo curiosità, girando la testa o grattarsela con la mano per far capire quanto è perplesso.

Il pupazzo di Google potrà essere usato per controllare con la voce il televisore, i dvd player e i dispositivi per la smart home come i termostati (Foto 2). 

Il peluche, inoltre, è in grado di registrare le conversazioni fra i piccoli, o, camuffato fra gli altri giocattoli, potrà servirvi da cavallo di Troia.
Leggi l'intero articolo

martedì 26 maggio 2015

Periscope su Android

Dopo aver conquistato gli utenti della Mela, Periscope, l'app per il live streaming, ora si prepara ad estendere la propria rete di utenti al mondo Android.


Da oggi Periscope è installabile su tutti i telefoni Android, aggiornati alla versione 4.4 KitKat.

Il funzionamento è analogo a quello già visto su iOS, ma con l'aggiunta di alcune specificità esclusive.

Per quanto riguarda le notifiche, gli utenti potranno scegliere tra la modalità Primo streaming (che si ha quando qualcuno che si segue su Twitter inizia la propria prima diretta) e la modalità Notifiche di condivisione (che avverte ogni volta che qualcuno che si segue su Twitter twitta un nuovo streaming).

Chi trasmette gli streaming ha le proprio dirette salvate automaticamente. Si ha quindi la possibilità di salvare alcuni megabyte per ogni streaming.

Se ricevete una telefonata o un SMS potete riprendere a vedere lo streeaming dal punto in cui avevate interrotto. In questo momento il live streaming video via mobile sembra essere la sfida del futuro. Tra Periscope, Meerkat, Peeq e Our Story di Snapchat, vedremo chi la spunterà in futuro.

Al via le scommesse: la nostra fiche va a Periscope.  
Leggi l'intero articolo

lunedì 25 maggio 2015

Nuovi esuberi in BlackBerry

Le multinazionali delle telecomunicazioni (e non solo), per rimanere tali, devono necessariamente correre, a volte a discapito della qualità del prodotto finale. 


Quando le aziende si sottraggono alla logica spietata del mercato e rimangono ferme a bearsi dei fasti passati, finiscono per sparire dalla circolazione o, per lo meno, subiscono delle conseguenze inevitabili.

Infatti, nonostante qualche settimana fa il CEO di BlackBerry (John Chen) avesse dichiarato che la compagnia si stava avviando sui giusti binari per tornare in utile, le notizie di oggi parlano di una prospettiva futura ben diversa. 

BlackBerry si starebbe preparando a nuovi esuberi. Si tratterebbe principalmente di figure legate al software e all'area di sviluppo applicativo, all'interno della business unit legata ai devices.

Sebbene Chen enfatizzasse le capacità di progettazione, indicandola come l'elemento cardine che ha permesso alla Società canadese di continuare a vendere dispositivi (nonostante i servizi rappresentano ad oggi la principale fonte di introiti), a questo punto le cose sembrano prendere una brutta piega.

Le indiscrezioni sono state rese note dal quotidiano statunitense Wall Street Journal. Non è chiaro, tuttavia, se i licenziamenti fanno parte di un piano, già annunciato lo scorso mese, per la chiusura degli uffici di BlackBerry in Svezia, misura che dovrebbe eliminare circa 100 posti di lavoro. 

Nessuna informazione è stata diffusa su questo nuovo giro di vite e i portavoce di BlackBerry non hanno rilasciato ulteriori commenti. Certamente questa misura non collima perfettamente con le dichiarazioni di Chen, il quale aveva sottolineato come la chiave per crescere nel lato servizi è legata a stretto filo con la progettazione dei dispositivi.

La società tuttavia deve ancora trovare un modo per migliorare il bilancio. Nel mese di febbraio BlackBerry ha presentato i risultati relativi al precedente anno fiscale, dove un punto di pareggio è stato raggiunto nel terzo trimestre, mentre il fatturato del quarto trimestre è calato del 32%.

La compagnia si sta concentrando in particolare sul cliente enterprise, con particolare attenzione al software e ai servizi: una strategia che secondo Chen porterà i suoi frutti, a fronte del sempre più numeroso avvio di programmi BYOD da parte dei dipartimenti IT delle aziende.
Leggi l'intero articolo

sabato 23 maggio 2015

Google Car sulle strade!

Qual è il requisito fondamentale per la diffusione su larga scala delle vetture autonome?


Ebbene, affinché queste possano sostituire le auto tradizionali, sarà necessario portale su strada e testarle in lungo e in largo.

E' quello che sta facendo Big G, che ha avviato le fasi di test già da qualche anno. Per vedere i primi veicoli su strada, in condizioni reali di circolazione su alcune strade della California, dovremo attendere l'estate. I test verranno comunque effettuati con un pilota a bordo.

La notizia arriva direttamente dal blog della compagnia di Mountain View. Dopo sei anni in laboratorio le Google Car usciranno finalmente per strada. In questi anni di sperimentazione sono state protagoniste solo di 11 incidenti e in nessuno di questi casi la responsabilità è stata imputata ai loro veicoli.

Questi nuovi prototipi integrano lo stesso software del Lexus RX450H attualmente testato da Google. Attualmente la Google Car svolge servizio alla velocità massima di 40 km/h, può trasportare due persone e, ovviamente, si guida da sola. Dispone di un bottone di arresto di emergenza in caso di bisogno.
Leggi l'intero articolo

Chip: il PC per tutti

Già il nome ingloba l'essenza del progetto: si chiama Chip e sta spopolando su Kickstarter. Ora vediamo perché.


Oggi parliamo di un computer minuscolo, facile da usare ma, soprattutto, super economico (costa solo 9 dollari).

Il device, permette di svolgere tutte le funzioni classiche di un normale computer, ci permette di giocare con i nostri videogiochi preferiti (tramite un controller bluetooth), di Lavorare in LibreOffice, salvando i documenti e di navigare in rete consultando la propria email su wifi. Oltretutto, include dozzine di applicazioni e tool preinstallati.

Il pubblico sembra gradire e lo testimonia il fatto che, dei 50.000 dollari richiesti per la campagna kickstarter, ne siano già stati raccolti addirittura 1.539.475.

Leggi l'intero articolo

giovedì 21 maggio 2015

Codice numerico? Touch ID? No, molto di più: arriva il riconoscimento cerebrale

Gli smartphone top di gamma, ormai da qualche tempo, stanno inseguendo il nuovo standard per il sistema di sblocco del terminale (ma non solo).


Se Apple ha fatto da traino alla tecnologia di riconoscimento mediante impronte digitali, sembra che ora stia cercando di spostare l'asticella molto più in alto.

Gli scienziati stanno infatti lavorando ad un sistema di riconoscimento, infinitamente più preciso di quello biometrico, che riceve gli impulsi direttamente mediante onde cerebrali.

Se prima era necessario scegliere ogni volta un codice di sblocco di quattro cifre (guai a voi se la dimenticavate), ora sui vostri iPhone, attraverso il Touch ID, è sufficiente apporre la propria impronta sul tasto home ed il gioco è fatto. Ma in futuro cosa ci dobbiamo aspettare? Il passo successivo sarà rappresentato dalle onde cerebrali.

Secondo Blair Armstrong del Basque Center on Cognition, Brain, and Language, in futuro utilizzeremo tecniche di riconoscimento molto più sofisticate dei dati biometrici e basate sulla risposta del cervello a determinati stimoli.

Le parole hanno significati differenti per ognuno di noi, e dunque producono impronte elettrochimiche che variano da individuo a individuo e che risultano uniche, proprio come le impronte digitali.

L'idea è di far leggere all'utente acronimi tipo FBI, DVD e così via, e di osservare le onde cerebrali tipiche che scaturiscono; infine si utilizza quei segnali per proteggere documenti e dispositivi.

Limiti del sistema: innanzitutto, quest'ultimo per funzionare necessita di elettrodi, in secondo luogo, introduce un approssimazione, con un margine d'errore del 0,6%.

Non è ancora sufficientemente pratico, né attendibile, per essere implementato su larga scala; nonostante ciò garantirebbe un'affidabilità maggiore rispetto agli omologhi tattili e visivi (retina).

Fino a quando però non si riuscirà ad ottenere una lettura decente dei valori cerebrali senza doversi appiccicare elettrodi sullo scalpo, tuttavia, Apple non potrà implementare questa tecnologia su iPhone. E visto quanto c'è ancora da studiare sull'argomento, mettiamoci pure una pietra sopra: con iPhone 6s e iPhone 7 ci dovremo contentare ancora del Touch ID.
Leggi l'intero articolo

mercoledì 20 maggio 2015

Bitcoin quotati al NYSE

Dopo le polemiche dei mesi passati, che sin dalla nascita della moneta elettronica hanno visto i BitCoin associati al mondo torbido del deep web, nella giornata di oggi si è posta la prima pietra verso la trasparenza. 


Il New York Stock Exchange ha annunciato, infatti, il debutto del NYSE Bitcoin Index (NYXBT), ossia un nuovo indice che rappresenta il valore in dollari di un BitCoin sulla base delle reali transazioni, che avvengono all'interno di alcuni servizi di cambio BitCoin selezionati, a seguito di una serie di valutazioni del NYSE stesso, con riferimento a determinati standard qualitativi.

Thomas Farley, presidente di NYSE Group, ha dichiarato:

Il valore del BitCoin è velocemente diventato un dato che i nostri clienti vogliono poter seguire dal momento che considerano la possibilità di transare, contrattare o investire con questo asset emergente. Come leader globali negli indici e amministratori di ICE LIBOR, ICE Futures U.S. Dollar Index, siamo lieti di portare trasparenza in questo mercato. Combinando la nostra infrastruttura tecnologica con le nostre competenze nel calcolo degli indici e nella gestione dei dati, continueremo a lanciare prodotti basati sui nostri standard rigorosi e sulla nostra metodologia proprietaria.

NYXBT fa uso di una metodologia che si basa su una serie di regole per l'analisi e la verifica di un insieme di dati di transazioni combinate per produrre un valore quotidiano obiettivo ed equo (in dollari USA) di un BitCoin. L'indice verrà pubblicato tramite il NYSE Global Index Feed e reso pubblicamente disponibile sulla pagina degli indici del NYSE.

Il NYSE Bitcoin Index terrà in considerazione inizialmente i dati delle transazioni di Coinbase Exchange, il principale servizio di cambio BitCoin negli USA.

Nel 2015 il NYSE ha condotto un piccolo investimento in Coinbase, piattaforma di trading e gestore di wallet BitCoin con oltre 2,8 milioni di wallet consumer, oltre 39 mila esercenti e 7 mila sviluppatori.

Il NYSE Index Committee supervisionerà le regole e la metodologia alle spalle di questo nuovo indice di riferimento: lavorando per assicurare che rifletta la reale natura del mercato BitCoin in evoluzione.

Il comitato identificherà e revisionerà le fonti di dati per il processo di calcolo dell'indice nel momento in cui sempre più servizi di cambio incontreranno i parametri del NYSE sugli standard di trasparenza, liquidità e governance.

Nei prossimi mesi, quindi, le quotazioni BitCoin potrebbero essere oggetto di speculazioni, ma d'altra parte è quello che è successo anche durante l'esordio sul mercato, con un incremento parabolico delle quotazioni.
Leggi l'intero articolo

martedì 19 maggio 2015

Apple aggiorna la linea MacBook Pro da 15" e iMac con display 5K

Apple ha annunciato da poco un aggiornamento nel parco dei propri sistemi con l'introduzione di nuove configurazioni e modelli per le famiglie MacBook Pro 15" con display Retina ed iMac 5K.


Sull'Apple Store sono comparsi i nuovi dispositivi, già pronti alla vendita. Siete pronti a sfoderare la vostra carta di credito e portarvi a casa un gioiellino tecnologico? 

L'aggiornamento era ormai nell'aria, data la scarsità delle scorse nei magazzini della Mela. In occasione del lancio, Phil Schiller (senior vice president per il Worldwide Marketing di Apple) ha rilasciato la seguente dichiarazione: 

Il riscontro avuto dal nuovo MacBook e dal MacBook Pro 13" con display Retina aggiornato è stato eccezionale e oggi siamo lieti di portare il nuovo trackpad Force Touch, una memoria flash più veloce e una maggiore autonomia della batteria anche sul MacBook 15" con display Retina. 
I clienti amano il rivoluzionario iMac con display Retina 5K e oggi, con un nuovo prezzo di partenza inferiore, ancora più persone potranno provare il miglior computer desktop che abbiamo mai realizzato.

Come sottolineato dallo stesso Schiller, il nuovo MacBook Pro 15" integra il trackpad Force Touch, che ha fatto il proprio debutto sul nuovo MacBook ed è già stato introdotto nella famiglia MacBook Pro a partire dal modello a 13".

Ricordiamo che il trackpad Force Touch assieme al Taptic Engine offrono nuove possibilità di interazione con il sistema grazie alla capacità di riconoscere le differenze di pressione che l'utente esercita sulla superficie del dispositivo.

Tra le altre novità, MacBook Pro 15" offre una maggiore autonomia operativa rispetto al precedente modello (9 ore invece di 8 ore) e maggiori prestazioni per quanto riguarda l'unità di storage Flash grazie all'interfaccia PCIe che offre una larghezza di banda fino a 2GBps.

Il nuovo MacBook Pro 15" è disponibile in due configurazioni: processore Intel Core i7 quad-core a 2,2GHz (Turbo Boost 3,4GHz), 16GB di memoria, unità flash da 256GB e sistema grafico Intel Iris Pro al prezzo di € 2.299 (IVA compresa); processore Intel Core i7 quad-core a 2,5GHz (Turbo Boost 3,7GHz), 16GB di memoria, unità flash da 512GB e sistema grafico AMD Radeon R9 M370X al prezzo di € 2849 (IVA inclusa). Le personalizzazioni effettuabili in sede di ordine includono processori Intel Core i7 quad-core fino a 2,8GHz (Turbo Boost fino a 4,0GHz) e unità flash fino a 1TB.

Per quanto riguarda invece la famiglia iMac 5K, Apple introduce la nuova configurazione da € 2.329 (IVA inclusa) che offre un processore Intel Core i5 quad-core a 3,3GHz (Turbo Boost fino a 3,7GHz), 8GB di memoria RAM, capacità di storage di 1TB (con hard disk meccanico), scheda grafica AMD Radeon R9 M290, quattro porte USB 3.0 e due porte Thunderbolt 2.

Il precedente iMac 5k "entry-level" a € 2.629 diviene ora il nuovo top di gamma, allo stesso prezzo. Tra le opzioni di configurazione selezionabile in fase d'ordine vi sono processori Intel Core i7 quad-core fino a 4.0 GHz (Turbo Boost fino a 4.4 GHz) e unità flash fino a 1TB.
Leggi l'intero articolo

lunedì 18 maggio 2015

Attacco a due banche in cambio di BitCoin

I siti web di Bank of China e Bank of East Asia, due delle principali banche asiatiche, sono stati oggetto di un attacco DDoS.


Secondo il sito Coindesk, dopo l'attacco, i cracker hanno intimato alle due banche di pagare un riscatto in BitCoin, minacciando ulteriori disservizi.

L'attacco è avvenuto nel fine settimana del 9 maggio ed è stato confermato da un portavoce di Bank of China:

I nostri sistemi di monitoraggio costante e le misure di contingenza per assicurare la sicurezza e le operazioni del sito web della compagnia hanno evitato che l'attacco colpisse i nostri servizi e le informazioni dei clienti. Il caso è stato reso noto alla polizia di Hong Kong.

Un portavoce delle forze dell'ordine ha dichiarato ai media locali che gli artefici dell'attacco, per ora ignoti, hanno richiesto un riscatto in bitcoin perché ulteriori azioni non vengano perpetrate: l'attacco DDoS, che ha inondato i siti web delle due banche con un grosso quantitativo di traffico fasullo per danneggiare l'accesso al servizio, avrebbe infatti avuto il ruolo di "avvisaglia" e non bisogna escludere che eventuali altre future azioni possano essere di stampo ancor più pericoloso.

Il gruppo di estorsori, conosciuti con la sigla DD4BC, è stato collegato ad una serie di attacchi DDoS ad organizzazioni in Svizzera, Nuova Zelanda e Australia, anche in questo caso condotti a scopo dimostrativo e legati ad una richiesta di riscatto di 25 BitCoin (poco più di € 5000).

Sarà DD4BC l'autore degli attacchi alle banche asiatiche?
Leggi l'intero articolo

sabato 16 maggio 2015

Mobile-Friendly anche per Microsoft Bing

Sul finire del mese scorso, Google si apprestava a modificare il suo algoritmo delle ricerche, suscitando molta curiosità.


Non si trattava di un semplice aggiornamento secondario, bensì del "cambiamento più radicale" degli ultimi anni. Il vero snodo, risiede nell'agevolazione delle ricerche praticate su smartphone, favorendo quei siti con caratteristiche idonee alla navigazione sui display più piccoli.

Anche Microsoft segue l'esempio di Big G e introdurrà a breve le stesse specifiche sul proprio Bing.


Il motore di ricerca di Redmond ha introdotto di recente il tag Mobile-friendly, caratteristica che a detta della società è stata accolta con particolare entusiasmo da parte degli utenti. La funzionalità al momento è solo informativa, ma "nei prossimi mesi" l'algoritmo darà priorità su smartphone ai siti mobile considerati mobile-friendly.

È tuttavia interessante rilevare che, a differenza dell'affine Google, le modifiche su Bing non avranno ripercussioni nel ranking siti considerati più importanti.

La stessa Microsoft specifica che "nonostante i cambiamenti miglioreranno il ranking delle pagine mobile-friendly, le pagine web rilevanti per una determinata query che non sono ancora mobile-friendly non verranno penalizzate". Nel corso delle prossime settimane, la società promette di rilasciare resoconti aggiornati sui progressi della novità a venire, mentre sarà pubblicato un tool che consentirà ai "Webmaster" di analizzare le proprie pagine web e capire dove modificarle qualora non siano riconosciute come Mobile-friendly.

Microsoft ha anche rilasciato i criteri con cui il proprio algoritmo calcola la cosiddetta "mobile friendliness". In prima analisi viene stabilito se la navigazione del sito risulta comoda su smartphone: menu, tasti e collegamenti sulla pagina devono essere sufficientemente larghi e distanti l'uno dall'altro.

Il testo deve essere riprodotto in maniera tale da essere leggibile anche con il livello minimo di zoom, e non deve essere necessario scorrere orizzontalmente nella pagina per continuare la lettura. Infine, l'algoritmo verifica se tutti i contenuti dlela pagina sonocompatibili con il dispositivo in uso.


È Mobilegeddon (Armageddon dell'informatica mobile) anche da parte di Microsoft quindi, che si appresta ad inchinarsi di fronte al nuovo master system: gli smartphone.

I consumatori utilizzano sempre più il loro smartphone per ottenere le proprie risposte in dieci paesi diversi [...] infatti su dispositivi mobile vengono effettuate più ricerche che su computer in 10 paesi diversi

È solo questione di tempo perché il mobile superi definitivamente il desktop per quanto riguarda la navigazione su web, ed è normale che i big del settore si adeguino al cambiamento.
Leggi l'intero articolo

venerdì 15 maggio 2015

Chris Urmson e la sua Google Car

Da tempo se ne sta parlando, ma ora sembra esserci qualcosa di ufficiale: la Google Car a guida autonoma è pronta per essere testata nelle strade pubbliche. 


Chris Urmson, direttore dell'ambizioso progetto automotive di Big G, mediante un post nel blog ufficiale, riporta che alcuni prototipi, già a partire da questa estate, scorrazzeranno per le strade di Mountain View (California). Le vetture saranno accompagnate da piloti per ragioni di sicurezza, e non potranno procedere ad una velocità superiore ai 40km/h.

I prototipi utilizzeranno lo stesso software delle Lexus RX450h a guida autonoma, anche se nelle prime fasi di test, avranno volante, acceleratore e freno, una sorta di passo indietro rispetto alla visione di Google per i prodotti della categoria, che nelle loro versioni finali non prevederanno alcuna interazione sulla guida da parte dei passeggeri. Per ora, volante e pedali sembrano proprio indispensabili.


Secondo Urmson, l'esperienza a bordo è paragonabile a quella all'ebrezza che vi potrebbe far provare un arzillo "americano settantacinquenne medio alla guida", una sorta di guida di piacere.

Non vediamo l'ora di capire come la comunità percepirà i nostri veicoli e come inizierà ad interagire con essi [...] E non vediamo l'ora di scoprire le nuove sfide da affrontare con i veicoli totalmente a guida autonoma. Ad esempio dove dovrebbero parcheggiare se non possono farlo in una specifica destinazione per via di una nuova costruzione o congestione del traffico. Nei prossimi anni, vorremmo pianificare dei piccoli programmi di sviluppo per capire come la gente vorrebbe utilizzare veicoli come il nostro

 ha scritto Urmson. 
Leggi l'intero articolo

giovedì 14 maggio 2015

Netflix anche in Italia a 7,99 €

Invidiosi dei servizi via cavo americani? Come noi siete in attesa delle produzioni Netflix, che già da parecchi mesi sono stati resi disponibili, arrivino sui nostri devices? 


Ebbene, dopo molti sforzi da parte della Società, ostacolata dai colossi Sky e Mediaset (con i servizi Premium e Infinity), approda anche nel Bel paese, ma dovremo aspettare il periodo pre-natalizio.

Secondo quanto riporta Repubblica, il grosso fornitore di contenuti video avrebbe raggiunto un accordo con Telecom che gli permetterebbe di arrivare nel nostro Paese.

Netflix è ormai un punto di riferimento oltreoceano, dove si stima che circa un terzo del traffico internet sia veicolato dal servizio di video streaming. Le console stanno alla base di questo tipo di servizio, visto che molti americani le usano proprio per accedere a Netflix (già le console di precedente generazione supportavano il servizio) e questo ha portato alla proliferazione di micro-console dedicate al video streaming come Amazon Fire TV e la recentemente annunciata NVIDIA Android TV. Inoltre, Xbox One è pensata alla base per fondere i contenuti videoludici con quelli televisivi.

Complessivamente Netflix conta 60 milioni di abbonati e recentemente è sbarcata anche in Europa, debuttando prima nel Regno Unito e poi in Francia nello scorso settembre. 18 dei 60 milioni di abbonati risiedono al di fuori degli Stati Uniti, permettendo a Netflix di raggiungere i 5,5 miliardi di ricavi nello scorso anno fiscale.

Le major del mondo del cinema e le telco (Società di telecomunicazioni) saranno le maggiori beneficiarie dell'avvento di Netflix, tuttavia bisognerà monitorare il fronte dei diritti sul calcio.

Qualora Netflix decidesse di entrare nel settore, potrebbe prospettarsi l'ennesima transizione e l'ennesimo ciclone.

Per ora sappiamo che l'abbonamento sarà proposto a 7,99 euro al mese, e questo dovrà far pensare i dirigenti dei principali competitor.
Leggi l'intero articolo

mercoledì 13 maggio 2015

Il destino di Wind e H3G converge

Nei prossimi tre mesi, due delle principali Società di telecomunicazioni del Paese, 3 Italia e Wind, si fonderanno, almeno stando al report di Bloomberg.


L'indiscrezione rimbalza ormai da tempo nei vari canali mediatici, ma solo ora sta prendendo forma: Hutchison Whampoa e VimpelCom pare abbiano "raggiunto il consenso" sui nomi che guideranno la nuova compagnia unica.

Le due cordate alla guida di 3 Italia e Wind, dovrebbero essere ormai alle ultime battute di una lunga campagna di mediazione, che potrebbe portare alla creazione dell'operatore telefonico più grande in Italia in termini di volumi. Si raggiungerebbe infatti quota 30 milioni di utenti sotto un unico tetto per un profitto complessivo di 6,4 miliardi di euro annui, superando così sia TIM che Vodafone sulla Penisola.

Le due controparti si sono date un tempo limite di tre mesi per perfezionare gli ultimi accordi, con le prossime settimane saranno assai critiche per il futuro delle due Compagnie. Secondo Bloomberg, ai vertici della nuova compagnia ci sarà Maximo Ibarra, già attuale CEO di Wind Telecomunicazioni, mentre l'ad di 3 Italia, Vincenzo Novari, avrà il ruolo di supervisore per conto di Li Kashing di Hutchison nel consiglio d'amministrazione.

L'unione di Wind e 3 Italia deve essere vista nell'ottica delle strategie di consolidamento delle infrastrutture di rete nel mercato europeo, e ciò permetterebbe all'Italia di recuperare posizione nella speciale classifica dei Paesi con le infrastrutture più moderne. Attualmente il Bel Paese occupa l''ultima fra le principali nazioni UE.

La fusione di Wind e H3G, inoltre, ridurrebbe da 4 a 3 i network wireless italiani. E' evidente che le conseguenze sarebbero molteplici, per ora, però, attendiamo la formalizzazione dell'accordo, prima di trarre conclusioni affrettate.
Leggi l'intero articolo

martedì 12 maggio 2015

Stampanti 3D e medicinali!

Le stampanti 3D sono ormai da tempo oggetto dei nostri post, grazie alla loro capacità di adattarsi a molteplici campi applicativi.


Si è parlato più volte di quarta rivoluzione industriale, e questa notizia non fa altro che consolidare questa corrente di pensiero.

Oltre al mondo industriale, una delle realtà più coinvolte in questa rivoluzione pare quella della medicina, grazie alla possibilità di realizzare protesi ed impianti in maniera più semplice ed economica di quanto possibile con le tecniche tradizionali.

Le potenzialità della stampa 3D, oltre alle frontiere meccaniche delle protesi raggiunge ora un nuovo livello, lambendo il campo farmaceutico.

Nella produzione dei farmaci si è seguito per anni un approccio "universalistico" mentre il futuro della medicina si sta spostando maggiormente sulla personalizzazione delle cure invece che sulla produzione di massa. Per poter arrivare in maniera efficace a questo traguardo sarà opportuno individuare un modo che consenta di personalizzare le cure in maniera rapida e precisa.

Partendo dal presupposto che le dimensioni e la forma di una pillola possono incidere, in maniera significativa, sull'effetto che il farmaco ha sul corpo umano, un gruppo di ricercatori della UCL School of Pharmacy, University College London, e di FabRX, ha pubblicato recentemente i risultati di una ricerca titolata.

Il documento prende il nome di "Effect of Geometry on Drug Release From 3D Printed Tablets" e all'interno dello stesso viene dettagliato come un metodo di estrusione a caldo possa essere sfruttato per produrre pillole e pastiglie dalle forme particolari, altrimenti difficili da realizzare.
Leggi l'intero articolo

lunedì 11 maggio 2015

Il Governo promuove Enel nella realizzazione della rete in fibra

Il Governo Renzi ha deciso di assegnare il piano che stanzia 6,5 miliardi in cinque anni per la fibra ottica.


Il vincitore designato, con qualche sorpresa, è Enel. Il presidente del consiglio e il ministro delle infrastrutture hanno preferito la strada dell'ente pubblico alla privata Telecom, già forte del suo know-how.

Secondo Repubblica, il piano prevederebbe di "riaffermare il ruolo statale nelle autostrade telematiche strategiche".

Entro la fine di maggio il Governo dovrà definire modalità e quantificazione degli incentivi per la realizzazione della nuova rete. L'azienda guidata da Starace, e controllata dal Ministero del Tesoro, 

ha le caratteristiche per diventare il candidato migliore per accelerare sulla banda di ultima generazione

secondo il Governo.

Secondo il report dell'esecutivo, Enel può già contare su una rete capillare e si è impegnata a portare avanti il progetto in tempi molto stretti, ovvero tre anni per cablare tutta l'Italia e accantonare la vecchia, e criticatissima, rete in rame.

Il cardine della nuova operazione ruota attorno la cosiddetta "posa aerea", per la quale il cavo della fibra ottica potrà essere steso anche sui tralicci elettrici.

Enel non gestirà il servizio, senza quindi alterare il mercato e la concorrenza rispetto alla situazione attuale, ma si impegnerà ad implementare la rete, mentre gli utenti continueranno a interfacciarsi con i consueti operatori o con eventuali nuovi ingressi.

Ovviamente questo potrebbe far lievitare i prezzi d'erogazione del servizio, in quanto la gestione della linea e la realizzazione della stessa, non sarebbero più interne all'azienda erogatrice. 

L'assegnazione del progetto a Enel fa parte di un piano del Governo per ristrutturare da zero il settore delle Telecomunicazioni in Italia. La stesura di un documento, però, è assi meno complicato della realizzazione del progetto che vi è esposto, quindi rimaniamo in attesa di saperne di più, per poter giudicarne l'operato del Governo.

E che la fibra ottica si diffonda in ogni dove.
Leggi l'intero articolo

sabato 9 maggio 2015

Ricerche Internet: mobile batte desktop

Ormai, praticamente tutti hanno uno smartphone, questo però oltre ad aver cambiato l'esperienza multimediale, ha anche rivoluzionato il mondo delle ricerche internet.


Era già nell'aria l'anno scorso da alcune società di analisi di mercato, e martedì è stato confermato anche dalla stessa Google in un comunicato stampa.

Il PC (o Mac) non è più la prima fonte di ricerche sulla rete:

I consumatori utilizzano sempre più il loro smartphone per ottenere le proprie risposte in dieci paesi diversi [...] infatti su dispositivi mobile vengono effettuate più ricerche che su computer in 10 paesi diversi

fra questi troviamo anche USA e Giappone.

Big G non ha elaborato ulteriormente questi dati: non sappiamo quali siano gli altri paesi, né quando il sorpasso sia avvenuto di preciso; in dieci paesi del mondo, tuttavia, sul motore di ricerca più diffuso al mondo vengono impartite più query da smartphone che da postazione desktop. Non sono purtroppo stati rilasciati dati più specifici.

Nella categoria dei desktop, anche se pare abbastanza controverso, rientrano anche i tablet, quindi nella definizione di mobile Google considera esclusivamente smartphone e phablet.

Se a Mountain View hanno pensato di rilasciare queste informazioni, dovremmo ora capire quale fosse l'obiettivo della stessa.

Da tempo Google ha avviato un processo di valorizzazione del canale mobile, coinvolgendo anche i partner commerciali, editoriali e pubblicitari (inserzionisti). 

In passato, Google aveva introdotto la dicitura Mobile-friendly a fianco dei siti ottenuti in risposta nella ricerca, proprio per indicare che i contenuti fossero adatti alla visione su smartphone. Per rientrare nella categoria è necessario osservare alcune regole, con l'obiettivo di migliorare l'esperienza d'uso sul sito per chi accede da un dispositivo con display di dimensioni ridotte.

Solo alcune settimane fa, il "Mobile-friendly" è diventato un elemento indispensabile per ricevere una certa priorità nelle ricerche effettuate da dispositivi mobile, ed il motivo potrebbe essere spiegato dalla statistica rilasciata sommariamente da Google negli scorsi giorni.
Leggi l'intero articolo

venerdì 8 maggio 2015

Il Futuro di Windows: Jerry Nixon dixit!

Siete pronti per l'upgrade dei vostri OS Windows? Ormai come saprete, a breve Microsoft rilascerà l'ultima release del proprio sistema operativo desktop. E se fosse l'ultima rilasciata da MS?


A insinuare il dubbio è proprio una fonte vicina a Redmond? Quali potrebbero essere gli scenari? Cosa avrà voluto dire l'uomo Microsoft?

Nella serata di giovedì, Jerry Nixon (Developer Evangelist Microsoft) ha dichiarato:

Stiamo per rilasciare Windows 10, e visto che Windows 10 è l'ultima versione di Windows, stiamo ancora lavorando su Windows 10. 

La frase è da intendersi in valore assoluto o relativo? Proviamo a capire un po' meglio il significato di queste parole.

L'anno scorso, quando lanciava Windows 8.1, Microsoft aveva già in mente Windows 10 e aveva già iniziato a svilupparne l'idea e il codice. Allora, gli impiegati al lavoro sul progetto non potevano di certo sbottonarsi sull'argomento e sul futuro della piattaforma, restrizione oggi assente poiché al momento non sono previsti ulteriori aggiornamenti per Windows 10.

Sebbene le parole di Nixon suonino come se Microsoft stesse pensando di eliminare qualsiasi release futura di Windows, in realtà la società sta sviluppando un concetto di cui discute ormai da tempo, e in cui Windows 10 è una parte fondamentale. Parliamo di "Windows as a service", ovvero un software sviluppato in modo che può essere continuamente aggiornato come se fosse un servizio. Il concetto alla base di Windows 10 è proprio questo.

È probabile di fatto che Windows 10 sarà l'ultima major release del sistema per parecchio tempo, probabilmente prendendo come esempio quanto fatto da Apple con Mac OS X. Ma questo non significa che lo sviluppo sul sistema operativo sarà cessato, anzi tutto l'opposto. Separando ad esempio le singole componenti del sistema operativo e le applicazioni, sarà molto più semplice aggiornarle singolarmente laddove necessario, il tutto indipendentemente dalla parte centrale del software di base.

Commenti recenti su Windows 10 riflettono il modo in cui Windows sarà fornito come servizio, in cui verranno rilasciati aggiornamenti costanti nel corso nel tempo [...] Non possiamo rivelare le strategie future che abbiamo per il branding, ma possiamo confermare che Windows 10 rimarrà aggiornato e alimenterà una serie di dispositivi molto diversi fra di loro, da Surface Hub ad Hololens e Xbox.

ha dichiarato Microsoft a The Verge.

Niente di ufficiale quindi, tuttavia è probabile che le modalità di aggiornamento siano molto più simili a quelle di un software tradizionale che rispetto a quanto offriva Microsoft in passato.

Del resto Windows 8.1 veniva già offerto sullo store ufficiale lo scorso anno, attraverso modalità che Microsoft vuole estremizzare con la prossima major release.

Del resto, tale teoria potrebbe spiegare anche il motivo per cui è stata scavalcata di netto la versione "9" passando da 8 a 10: 10 è un numero più "completo e assoluto", proprio come la X usata dalla concorrente Apple. Questo, però, potrebbe essere semplicemente un modo per prendere le distanze dal fallimentare Windows 8, che sin dall'inizio (proprio come per Windows Vista) ha lasciato molto delusi. Inutile dirvi che, noi di Tecnodiary2, propendiamo più per la seconda.
Leggi l'intero articolo

giovedì 7 maggio 2015

Nick Hayek e il futuro degli indossabili

Tecnodiary2 è da sempre alla ricerca di notizie sul mondo della batterie, soprattutto alla luce del fatto che sempre più dispositivi ci accompagnano nell'arco della giornata.


I devices, di dimensioni sempre più piccole, fanno ormai capolino su polsi, a cavallo del naso e nelle tasche di tutti noi. 

Se molti degli indossabili in circolazione, ad oggi, non riescono a superare la giornata in maniera agevole, e l'intera settimana su singola carica è sostanzialmente utopica sui modelli con display avanzati, la prospettiva futura deve decisamente virare, come ha dichiarato Nick Hayek (CEO di Swatch), durante un'intervista al settimanale svizzero Handelszeitung. 

Lo stesso Amministratore Delegato del marchio svizzero interpellato dal settimanale si è espresso così:

Chiunque riesca a portare sul mercato una batteria per smartwatch che non devi caricare per almeno sei mesi ha un serio vantaggio sui concorrenti. Stiamo lavorando intensamente su questo problema con il nostro gruppo di ricerca Belenos ed il produttore di batterie Renata. [...] Arriveremo sul mercato l'anno prossimo con una batteria rivoluzionaria installabile non solo negli orologi ma anche nelle automobili.

Contattato da Reuters, un portavoce della società ha confermato quanto dichiarato da Nick Hayek, che è nello specifico il più grande produttore di orologi al mondo in termini di volumi di vendita.

Swatch ha già annunciato alcuni smartwatch con una buona autonomia, ma parliamo di modelli fortemente specifici come ad esempio Touch Zero One, pensato soprattutto per i giocatori di volley. È chiaro che il settore sta aspettando una tecnologia come quella promessa da Hayek, ma sarà sufficiente per decretare il successo della categoria e, soprattutto, l'annuncio del CEO di Swatch sarà rispettato l'anno prossimo?

Se da una parte Apple Watch sembra aver riscosso un ottimo successo di pubblico iniziale, di contro Google ha fatto un mezzo fiasco con Android Wear. Si tratta di prodotti che hanno più senso per alcune nicchie di mercato (runner, amanti del fitness), ma ancora forse non pronti per il pubblico di massa.

L'autonomia è uno dei più grossi problemi, è vero, ma molti utenti si chiedono ancora cosa riesca a fare uno smartwatch meglio di altri prodotti sul mercato, e quali siano i reali vantaggi di averne uno al polso. Il tutto condito da prezzi di listino molto, forse troppo elevati rispetto agli orologi più tradizionali. Attendiamo quindi l'evoluzione delle batterie e la miglior integrazione tra le app disponibili al momento.
Leggi l'intero articolo

martedì 5 maggio 2015

Drumi: lavatrice portatile current-free

Come da sempre andiamo predicando, la tecnologia è da noi apprezzata, soprattutto quando si mette al servizio della realtà quotidiana, e non quando risulta autoreferenziale e baldanzosa. 


Ed è per questo che oggi parliamo di bucato! A onor del vero il post di oggi si occuperà di lavatrici, però, niente funzioni smart questa volta.

Se siete sempre alla ricerca di una lavanderia a gettoni aperta, avete a cuore il risparmio casalingo e non avete spazio in casa, allora la soluzione studiata da Yirego, è quella che fa per voi. 

Drumi è una lavatrice portatile che non necessita dell'alimentazione classica. A differenza di ciò che si potrebbe pensare, non è pensata solamente per gli amanti del camping, infatti,essendo dotata di cestello da 22 centimetri, è in grado di accogliere sei o sette capi.

Il vero punto forte è rappresentato dal fatto che non necessita né di prese, né di generatore né di pannelli solari. Non ha infatti bisogno di elettricità, ma solo di un po' di olio di gomito, anzi, di piedi per attivare la pompa a pedale.


Una volta riempita di 5 litri di acqua, la macchina si muove come uno sciacqua insalata gigante, ma al contempo lava i vostri panni sporchi.

Yirego Drumi è disponibile in pre-ordine al prezzo di 129 dollari, ma bisognerà attendere il mese di luglio per le consegne.
Leggi l'intero articolo

lunedì 4 maggio 2015

Elon Musk, Tesla e il suo Powerwall

Il marchio Tesla è famoso soprattutto per l'auto elettrica super sportiva, di cui abbiamo parlato più volte.


Elon Musk, CEO della Società, ha recentemente dichiarato la sua ambizione di differenziazione del business. La vera vocazione della Società sono le fonti di energia.

Oggi parliamo di Tesla Powerwall, il nuovo fiore all'occhiello della Società di Palo Alto. Si tratta di una batteria ricaricabile ideata per l'utilizzo in casa o in azienda. Una sorta di batteria per smartphone ma molto più grossa e del peso di circa 100 kg (dimensioni 130 cm x 86 cm x 18 cm), da appendere su un muro.

Dotata di capacità pari a 7 kWh (oppure 10 kWh), accumulata con al tecnologia a polimeri di litio, sarà venduta negli USA a 3000,00 USD (3500,00 USD per la versione più capiente), al quale andranno aggiunti circa 500 USD per la messa in opera. La tensione è di 350 - 450V con 5.8 A nominali e 8,6 A di picco.

Ma a cosa serve? Come ben sappiamo, molti dei problemi legati alla produzione di energia e al suo successivo utilizzo sono legati alla non contemporaneità dei due eventi. Esistono picchi di utilizzo quando l'energia magari non viene prodotta a sufficienza, inoltre è possibile immagazzinarne solo una piccolissima parte per un successivo utilizzo.

L'ambizioso progetto Tesla Powerwall si propone di risolvere almeno parte dei problemi in un colpo solo. Sebbene esistano già soluzioni simili in commercio, i prezzi della concorrenza sono molto più elevati e garantiscono una vita media della batteria decisamente inferiore, tanto da non essere ritenute ancora convenienti nemmeno nel lungo termine.

Tesla promette invece una vita media di Powerwall di 10 anni, con un prezzo decisamente inferiore. Da qui il motivo dell'ampio risalto mediatico che si sta meritando questo prodotto: almeno sulla carta è la prima proposta di questo tipo a risultare conveniente e potenzialmente molto interessante. 

I vantaggi maggiori si avranno in abbinamento a sistemi fotovoltaici o microeolici, ma Tesla ha in serbo molto di più per i suoi utenti. Il vantaggio per chi possiede strumenti di autoproduzione di energia sono evidenti: il surplus di energia che ora viene rivenduto a prezzi stracciati ai grandi distributori può essere dirottato su Powerwall, che sarà in grado di erogarla quando servirà nell'arco della giornata o della notte.


Questo si traduce immediatamente in un minor esborso per acquistare direttamente energia quando i pannelli non bastano, oltre ad utilizzare le batterie quando i pannelli non producono nulla o quasi, come avviene ad esempio di notte. Inoltre, chi non possiede pannelli solari può sempre scegliere di caricare Powerwall quando l'energia costa meno, utilizzando quella accumulata nelle fasce orarie in cui l'energia ha un costo più elevato. 

Vantaggio non di poco conto è anche la possibilità di avere energia in caso di blackout, poiché di base può fungere come da gruppo di continuità per il sistema casa o azienda. Per queste ultime è possibile installarne anche più di una, ovviamente. Nella testa di alcuni appassionati sarà forse nata una domanda, ovvero se sono state prese contromisure contro il surriscaldamento: la risposta è sì, poiché Tesla nomina un sistema di controllo a liquido nella pagina delle specifiche.

La commercializzazione non avverrà solo negli USA, infatti, dopo l'estate arriverà anche in Germania, per poi approdare anche altri paesi europei, fra cui l'Italia.
Leggi l'intero articolo

venerdì 1 maggio 2015

WINDOWS 10 per Raspberry e Arduino!

In occasione di BUILD 2015 Microsoft ha colto l'occasione per annunciare un'importante partnership con Arduino che rende Windows 10 il primo sistema operativo certificato Arduino.


Si tratta di un'iniziativa che permetterà a sviluppatori e maker di semplificare la realizzazione di dispositivi smart combinando le capacità hardware di Arduino con le capacità software di Windows.

Gli inventori dell'era moderna potranno quindi sfruttare Universal Windows Platform per creare le interfacce utente per controllare i dispositivi creati su base Arduino.Banalmente, Arduino sarà in grado di controllare dei motori di una videocamera di sicurezza e l'impiego di UWP per creare l'interfaccia utente, collegare la videocamera al cloud, processare le immagini per la rilevazione di movimento e aggiungere funzionalità di riconoscimento vocale e /o facciale. I maker possono inoltre utilizzare Windows Remote Arduino e Windows Virtual Shields, entrambi rilasciati in forma di librerie open source.


Con Windows Remote Arduino si potrà accedere alle funzionalità dei dispositivi Windows 10 come se fossero fisicamente collegate ad un Arduino Shield e appoggiarsi alle funzioni di Arduino direttamente da Universal Windows Application. In questo modo diventa possibile per gli sviluppatori estendere Universal Windows Platform Application con comandi Arduino, eseguiti su un dispositivo Arduino connesso via wireless. Questo apre la strada a nuovi scenari, nuove possibilità di impiego e nuovi campi di applicazione a fronte della possibilità di combinare le capacità dei dispositivi Windows 10 con quelle dei dispositivi Arduino.

Con Windows Virtual Shields per Arduino diventa possibile sfruttare le capacità dei dispositivi Windows 10 tramite protocolli wireless. Un Lumia 530, per esempio, include molte funzionalità Arduino Shield che permettono ai maker di connettere facilmente dipsositivi e sensori per poter creare, ad esempio, un progetto Arduino comprensivo di GPS, connettività web, display touch e numerose altre tecnologie.

La nuova partnership conferma il fortissimo interesse di Microsoft verso il mondo dei maker e di Internet of Things, già mostrato in occasione dell'edizione 2014 di Maker Faire Rome e reiterato nelle scorse settimane con l'annuncio, tutto italiano, della partnership con STMicroelectronics per stimolare la diffusione di IoT in Italia.

Le novità sul fronte Windows 10 non riguardano solamente il microcontrollore italiano, infatti, anche il microprocessore britannico è stato interessato dalle news Microsoft.

Se qualche tempo fa vi avevamo annunciato che Windows 10 sarebbe stato rilasciato in forma gratuita su Raspberry Pi, ora non possiamo fare altro che confermare. MS ha messo a disposizione l'anteprima del nuovo sistema operativo per il piccolo computer ed è attualmente scaricabile.

L'anteprima per sviluppatori Windows 10 IoT Core Insider è disponibile per il download, non solo per i Raspberry Pi, in realtà, ma anche per altri piccoli dispositivi. Microsoft è la prima ad ammettere che è ancora una versione piuttosto grezza, quindi nel caso decideste di provarlo, preparatevi ad avere a che fare con qualche bug (ma non credo vi stupireste! E' pur sempre Windows). Ovviamente le segnalazioni saranno raccolte al fine di mettere una pezza ai bug riscontrati.
Leggi l'intero articolo
 
Tecnodiary2 © 2011