sabato 31 maggio 2014

Apple Home? Non montatevi la testa.

Nelle ultime settimane, si è tanto parlato del nuovo sistema di domotica, che Apple sarebbe pronta a lanciare, in vista del prossimo WWDC 2014.


Le informazioni che si inseguono sono confuse e contraddittorie, ma allora, cosa c'è di vero e quali sono le informazioni fuorvianti?

Partiamo dalle poche certezze che abbiamo: al prossimo WWDC che parte la prossima settimana, Apple presenterà agli sviluppatori un qualche tipo di novità relativa alla gestione delle case smart.

Si era arrivati addirittura a parlare di una sorta di tecnologia che facesse da trait d'union tra tutti i gadget della domotica già presenti sul mercato. In altre parole, una specie di piattaforma centralizzata che permettesse di unire sotto il medesimo tetto termostati, lampadine, serrature, sensori da giardino e climatizzatori di nuova generazione.

Per quanto suggestiva, questa ipotesi è davvero troppo ambiziosa, anche per i budget e le risorse di Cupertino e le ultime indiscrezioni, avallano quest'ultima considerazione.

Apple sta semplicemente mettendo a punto un nuovo programma di certificazione dei dispositivi e delle app presenti sul mercato. In sostanza, un banale "Made for iPhone" che permetta agli utenti di riconoscere al volo i prodotti nativamente compatibili coi propri gingilli iOS, e che faccia guadagnare ad Apple qualche spicciolo di royalties, né più né meno come avviene per i controller di gioco.


Ovviamente questo non potrebbe scaldare gli entusiasmi  degli addetti ai lavori e degli appassionati del marchio della Mela morsicata. Andiamo allora alla ricerca di qualche dettaglio che possa scaldare gli animi. 

Invece di preoccuparsi degli hub e di quel che potrebbe funzionare con gli altri dispositivi [...] i consumatori possono cercare l'etichetta MFi e essere sicuri così di poter tirare su il proprio sistema di domotica e di controllarlo attraverso i dispositivi iOS. Tecnicamente è possibile che l'utente possa controllare alcune funzionalità direttamente da telefono o tablet senza aprire l'app specifica, oppure, è possibile che l'app giusta venga aperta in automatico a seconda dell'hardware presente in casa o in seguito a un comando vocale.

scrive Gigaom,

Il che significa che non ci sarà alcun software Apple a gestire devices come il Nest (il termostato di Google) o le Philips Hue (la lampadina della casa olandese); per questi prodotti occorrerà ancora l'app nativa. 

Cupertino però si concentrerà sui prodotti con WiFi integrato, e si vocifera anche del controllo vocale attraverso il Bluetooth.

Ahinoi, per scoprirlo, dovremo attendere il WWDC in programma per lunedì 2 giugno. L'aspetto positivo è che ormai mancano poche ore.
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venerdì 30 maggio 2014

Account @libero.it sotto attacco? Parla Libero.it

Finalmente, anche Libero.it, ha deciso di interessarsi (o per lo meno, ha iniziato a farlo anche pubblicamente) al problema degli account violati. 


Il provider di servizi web sopra riportato, ha infatti pubblicato a questo indirizzo http://blog.libero.it/mondolibero/12829388.html, la posizione ufficiale in merito al problema relativo agli account di posta elettronica che abbiamo segnalato nel corso della giornata di ieri.

Ecco la dichiarazione del provider in versione integrale:

In merito ad alcune segnalazioni che ci sono pervenute relative ad attività di spam, desideriamo comunicarvi che i problemi che stanno interessando alcuni account di posta elettronica Libero.it hanno fatto partire le procedure di controllo, come previsto dalle nostre policy in tema di sicurezza. Al momento non è stata riscontrata alcuna violazione dei nostri server, la cui sicurezza è costantemente monitorata. Con l’occasione si ricorda che nei casi di spoofing (invio di spam apparentemente proveniente dal proprio account di posta) il modo più efficace di tutelarsi è seguire le raccomandazioni dei provider in tema di gestione e utilizzo delle password. Invitiamo tutti a consultare il seguente link, http://aiuto.libero.it/sicurezza/tutela-della-casella-di-posta/faq/7203.phtml in evidenza nella sezione di aiuto preposta.

Il provider sta quindi indagando a fondo sulla natura del problema, e suggerisce una dettagliata procedura per risolvere l'inconveniente e mitigarne le conseguenze.

Continua a restare valido il suggerimento di cambiare password di accesso al servizio e, soprattutto, di evitare di riutilizzare la stessa password per più servizi differenti specie se in abbinamento al proprio indirizzo email per la registrazione a servizi terzi.

Ma questa non pare nemmeno lontanamente la pezza adatta a questo annoso problema...

Si attendono ulteriori sviluppi non appena Libero.it avrà provveduto a completare le procedure di controllo e le proprie indagini. Speriamo sia il prima possibile.
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giovedì 29 maggio 2014

Account @libero.it sotto attacco? Ancora nessuna soluzione all'orizzonte.

Se come me, avete attivato un account @libero.it, qualche vostro contatto, potrebbe avervi fatto notare un'anomalia parecchio insidiosa e fastidiosa.


L'anomalia si è manifestata e aggravata nelle ultime 48 ore, infatti, è proprio in questo lasso di tempo che le segnalazioni di mail di spam provenienti da account di posta @libero.it, si sono intensificate.

Per esempio, mi è stato fatto notare da un mio contatto della rubrica, che inavvertitamente, o per meglio dire senza la mia volontà, è stata recapitata al suo account, una e-mail che invitava quest'ultimo ad iscriversi ad un certo sito, non ben identificato.  Questo è solo uno dei tanti casi di spam segnalati.

Le mail inviate hanno come oggetto il nome utente del mittente e come corpo del messaggio un link che conduce ad una pagina web presumibilmente zeppa di malware.

In questi casi vale sempre il consiglio di cambiare al più presto la password di accesso al servizio (cosa che prontamente ho fatto anche io), ma dal momento che in alcuni casi ci hanno segnalato che nemmeno il cambio della password ha avuto alcun effetto nel risolvere il problema dell'invio di mail compromesse, esiste il forte sospetto che i server di posta elettronica gestiti da libero.it siano stati in qualche modo compromessi.

Allo stato attuale delle cose, data la frammentarietà delle informazioni disponibili, non è possibile indicare una soluzione definitiva o temporanea. Alla luce della gravità del problema, si attende al più presto una posizione ufficiale di Libero Infostrada e chi ne gestisce il servizio.
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mercoledì 28 maggio 2014

Google Chrome cambia politica sulle estensioni non presenti sul Web Store

Attraverso un comunicato, Google ha reso pubblica la decisione di disabilitare le estensioni di Chrome non presenti su Chrome Web Store.


Con questa nuova politica, Google ha dichiarato guerra alle estensioni non presenti su Chrome Web Store, con l'obiettivo di garantire maggiore sicurezza sul browser proprietario.

Per ora, la strategia verrò applicata all'ambiente Windows, anche se non sappiamo ancora, in base a quali caratteristiche Google sceglierà di mantenere il supporto solamente ad alcune estensioni, fra quelle non disponibili sullo store specifico. Faranno eccezione le estensioni che appartengono ai canali Dev e Canary (per Windows) e a qualsiasi canale per Mac, Linux e Chrome OS.

Nella pagina FAQ si legge:

  • Gli utenti possono installare solamente estensioni ospitate su Chrome Web Store, ad eccezione delle installazioni in modalità sviluppatore e con policy Enterprise.
  • Le estensioni precedentemente installate, ma non ospitate sul Chrome Web Store, verranno disabilitate, ad eccezione delle installazioni in modalità sviluppatore e con policy Enterprise.

Inoltre, Google ha annunciato lo scorso novembre che le novità sarebbero state integrate su Chrome 33 nel mese di gennaio. A seguito delle richieste degli sviluppatori, tuttavia, la società ha deciso di prorogare la data al mese di maggio. La modifica nelle politiche è stata operata con Chrome 35, rilasciato alcuni giorni fa.

Una scelta che potrebbe fare discutere, ma giustificata da motivazioni più che valide secondo Google:

"Lavoriamo costantemente per mantenere gli utenti di Chrome al sicuro quando navigano su internet, con feature integrate come Safe Browsing, che blocca molti tipi di siti e download malevoli. Nel caso in cui un software malevole impone cambiamenti nelle impostazioni, abbiamo aggiunto il tasto "Ripristina impostazioni del browser", in modo da ritornare alle condizioni normali. Ma dal momento che i malintenzionati continuano a scoprire nuovi metodi per provocare mal di testa ai nostri utenti, abbiamo preso misure addizionali. 
I malware possono cambiare il modo in cui operano i browser, installando in maniera silente estensioni sul vostro sistema che possono iniettare annunci pubblicitari e monitorare le vostre attività online. Se notate inserti pubblicitari strani, pagine web non funzionanti o navigazione troppo lenta dopo l'installazione di un nuovo software o di un nuovo plugin, potreste essere coinvolti in un attacco. 
Da adesso, per proteggere gli utenti Windows da questo tipo di attacchi, le estensioni possono essere installate solamente se ospitate su Chrome Web Store. Con queste modifiche, le estensioni precedentemente installate potranno disabilitarsi e non potranno essere riabilitate o reinstallate fino a quando non verranno inserite sul Chrome Web Store."

Google ha anche rimosso dalla Home, dai risultati di ricerca e dalle categorie di Chrome Web Store tutte le app e le estensioni che usano le Netscape Plugin Application Programming Interface (NPAPI).

Anche in questo caso l'obiettivo è quello di migliorare la sicurezza, la velocità e la stabilità di Chrome riducendo la complessità del codice di base. Google ha pianificato di annullare permanentemente la pubblicazione di tutte le app ed estensioni basate su NPAPI nel mese di settembre. Le installazioni esistenti continueranno a funzionare, almeno fino a quando Google non rimuoverà del tutto il supporto alle NPAPI.
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martedì 27 maggio 2014

Solar Roadways reinventa i pannelli solari

Porre dei pannelli solari sul tetto o installare sterminate matrici di celle fotovoltaiche disposte su campi sterminati, vi sembra il modo migliore per sfruttare le energie rinnovabili (in questo caso quella solare)? 
  

Il futuro potrebbe essere ancora più ambizioso, grazie alle visioni del team di sviluppatori di Solar Roadways

Immaginate che tutte le strade siano equipaggiate con pannelli solari capaci di fornire l'energia necessaria a tutti gli abitanti di un/a determinato/a isolato/circoscrizione. Solo un messaggio visionario? No, sembra più futuribile del previsto. Questo prodotto esiste già, è stato sviluppato, appunto, dalla Società di Sandpoint.

Il prodotto attualmente è sotto la lente delle autorità competenti ed è stato finanziato attraverso il crowdfunding (nella fattispecie ricorrendo a Indiegogo).

From Earth Day (April 22nd) to May 31st, we are in the midst of an Indiegogo crowdsourcing campaign to raise the funding needed to gear up for production of our Solar Road Panels.

Insomma, grazie a questo sistema di pannelli modulari in grado di sopportare pesi si una certa rilevanza camion compresi (vedi foto e video). Questo dispositivo potrebbe essere installato su strade, parcheggi, piste ciclabili, campi da gioco e qualsiasi altra area estesa soggetta a traffico.







Il prototipo offre anche altre funzionalità come sistemi di riscaldamento per contrastare il deposito di neve, dei LED per aumentare la visibilità notturna e delimitare le strade e perfino la possibilità di immagazzinare e trattare l'acqua piovana.

Una volta accumulata l'energia solare, questi pannelli potrebbero anche essere in grado di ricaricare le auto elettriche.

Le strade solari sono state testate grazie al finanziamento dello US Federal Highway Administration.

L'unico nemico di questo progetto entusiasmate e rivoluzionario, potrebbero essere le briglie della burocrazia, soprattutto quella italiana.
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lunedì 26 maggio 2014

Che ne pensano i bambini delle vecchie tecnologie? Vediamolo in un video

Qualche tempo fa, durante un simpatico confronto con mio nipote (ragazzino nato nel '00), mi sono scontrato con il rapido upgrade che pervade il pianeta tecnologico.


Il termine di paragone è davvero spiazzante. Ingenuamente, riferendomi ad un lettore di musicassette classico (per tutti quelli nati negli anni '80 walkman), mi sono accorto di quanto il tempo trascorra veloce e, quando sia fulmineo ed inesorabile il ciclo di vita dei prodotti elettronici.

Proprio a questo tema si rifà il video riportato in basso, dove vengono messi a confronto un Apple II e dei ragazzini di diverse età: quale sarà la loro impressione e, perché no, come si presenterà la loro espressione?

Il terminale di Cupertino esordì tra la fine degli anni '70 e i primi degli '80: una vita fa, insomma. Come la prenderà il campione (di età eterogenea) di ragazzini intervistati? 

Lascio a voi il giudizio finale: 


Se mio nipote rispose: "che cos'è un Wolkman", oggetto cult degli anni '80, certo dovevo aspettarmi lo sbigottimento sui visi di questi ragazzini, di fronte ad un pezzo di storia, nemmeno troppo moderna, dell'elettronica. 

Riflettiamo un attimo su questo risultato: cosa c'è di tanto diverso nel mondo dei personal computer? Beh iniziamo col dire che, non è più il centro del business delle aziende multinazionali. Basta dare un'occhiata agli scaffali dei megastore di elettronica di consumo: se negli anni '90, qualsiasi store dedicava parecchi mq a questi ingombranti compagni di lavoro, da tempo sono stati sostituiti dai notebook e, negli ultimi 3 o 4 anni, dai tablet (davvero molto meno imponenti). 

Quante volte avete sentito attribuire ai giovanissimi il termine di "nativi digitali"? I più piccoli sono in grado di gestire senza troppe difficoltà "il tablet o lo smartphone di papà o di mamma" eppure non hanno la minima idea di come si sia arrivati a dei dispositivi multitasking
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sabato 24 maggio 2014

Nuova frontiera di business per Google

Un frigorifero con termostato elettronico vi sembra un elettrodomestico all'avanguardia? Beh, allora chissà cosa pensate della domotica e dei controlli remoti, che vi permettono di controllare il vostro frigorifero, direttamente con il vostro fedele smartphone.


Google, però, sembra voler portare ad uno step successivo questa famiglia di prodotti, introducendo l'aspetto commerciale e l'aspetto tecnologico. Infatti, l'Wall Street Journal ha scovato un gruppo di documenti, risalenti al 2013 che, testimonierebbe il fatto che, Google sarebbe intenzionata ad estendere il servizio di banner pubblicitari proprietario, a dispositivi che non sono smartphone e computer.

La lettera, relativa al fatturato della divisione pubblicitaria della società, offre una breve analisi circa la visione del futuro di Google. È chiaro che la società abbia già individuato il percorso dell'evoluzione del settore mobile, che sarà sempre più legato agli oggetti di più comune uso quotidiano:

Gli utenti utilizzeranno i nostri servizi e visualizzeranno i nostri annunci su una sempre più ampia varietà di dispositivi in futuro, e pertanto i nostri servizi stanno progressivamente diventando sempre più indipendenti dal dispositivo in uso

scrive Google all'interno della documentazione.


Non sorprende, in effetti, che Google stia guardando al futuro del mondo della tecnologia per adattare proficuamente un modello di business che si è rivelato profondamente azzeccato nel corso degli anni. A suggellare il successo di Google ci pensano le nuove classifiche di Millward Brown, che posiziona il colosso di Mountain View al primo posto, fra i brand di maggior valore al mondo.

Sul piano pubblicitario è indispensabile considerare costantemente nuovi modi di agire per adattare l'approccio alle nuove proposte della tecnologia e alle richieste degli utenti, così come specifica Google:

In un breve periodo di tempo, il valore della parola mobile in Google è passato radicalmente da dispositivo a tablet+dispositivo [...] Ci aspettiamo che la definizione di mobile si evolva continuamente con l'ingresso di nuove categorie di dispositivi smart sul mercato

scrive la società.

Ad esempio, già fra un paio di anni, noi e altre aziende potremmo offrire banner pubblicitari e altri contenuti su frigoriferi, cruscotti delle automobili, termostati, occhiali e orologi, solo per citare alcune delle possibilità.

Si tratta di pubblicità mirate, che potrebbero addirittura dare un valore aggiunto a questi prodotti. Del resto Google ha acquisito recentemente Nest, rendendo pubblico il proprio interesse verso il cosiddetto "Internet of the Things", e la diffusione di nuove categorie di smart device.

La società ha contattato la fonte della notizia, specificando che l'affermazione non riflette "la roadmap di prodotti" prevista, e che non ha ancora pianificato l'ingresso nel mercato di tali funzionalità.
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venerdì 23 maggio 2014

Kazuo Hirai fa chiarezza sul futuro della divisione TV di Sony

Dopo le voci controverse sul futuro di Sony, del suo possibile smembramento e al potenziale contributo in nuovi segmenti di mercato, differenti dagli scenari calcati finora.


C'era bisogno di qualcuno che, dall'alto della sua autorevolezza, facesse luce sul futuro della Società: ci ha pensato Kazuo Hirai (CEO della Società), mediante un messaggio rilasciato da Reuters.

Il colosso nipponico, non ha alcuna intenzione di vendere ad altra azienda la propria divisione responsabile dello sviluppo e della produzione di televisori. 

Quello che l'azienda ha in previsione di portare avanti è invece una operazione di spin off della divisione TV, che verrà fatta confluire in altra azienda dal nome Sony Visual Products Inc. nei prossimi mesi così da poter meglio gestire il piano di riorganizzazione e rilancio interno. L'inizio dell'operatività per questa nuova azienda è previsto per il 1 Luglio 2014.

L'operazione di ristrutturazione interna della divisione TV dovrebbe permettere a Sony di tornare a fare profitti nella vendita di televisori entro la fine dell'esercizio fiscale 2014 (quindi 31 Marzo 2015). Negli ultimi anni l'andamento di mercato dell'azienda giapponese è stato caratterizzato da fasi particolarmente difficili, complice la crescita repentina dei concorrenti coreani, Samsung e LG in testa.

Per l'azienda l'obiettivo di 16 milioni di televisori venduti nell'esercizio fiscale 2014, criticato da più parti in quanto considerato al momento non alla portata, è raggiungibile ma anche se tale risultato non sarà colto l'impatto negativo sarà limitato dagli interventi messi in atto in questi mesi volti a limitare la profittabilità dalla vendita di TV.

Sony rimane in ogni caso ben focalizzata sul proprio obiettivo di mercato, che è quello di continuare lo sviluppo parallelo dei propri 3 core business mobile, imaging e games nel corso di questo trimestre fiscale e del successivo.

Lo sviluppo della divisione TV passerà anche attraverso un rapido spostamento verso prodotti di fascia alta, compresi quindi i nuovi modelli di tipo 4K, oltre ad una struttura complessivamente più elastica e così capace di rispondere più rapidamente ai cambiamenti nel contesto del mercato.
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giovedì 22 maggio 2014

Intel ISEF 2014: piccoli geni

Se pensate che Junior MasterChef sia roba da marziani, certo non avete assistito all'Intel International Science and Engineering Fair.


Altro che geni della cucina, altro che bambini prodigio dello showbiz. Per rendersi conto di quanto sia sbalorditivo questo evento, basta dare un'occhiata alle prime righe del comunicato stampa.

All'evento  hanno partecipato oltre 1700 ragazzi selezionati in 435 manifestazioni collegate che si sono svolte in 70 paesi. 

C'è spazio anche per i nazionalismi, infatti, tra i piccoli talenti, c'è anche un italiano e, per l'esattezza, è tra i vincitori dell'edizione 2014. Si chiama Giuseppe Dall'Agnese e si è guadagnato un posto nell'olimpo dei giovani inventori con un progetto sul funzionamento della chinasi p38 sviluppato al quinto anno del Liceo Scientifico Biologico "Elisabetta Vendramini" di Pordenone, nell'ambito di uno stage presso il Dulbecco Telethon Institute di Roma.

A Giuseppe è andato l'Exceptional Science Award dell'American Physiological Society. Il suo studio potrebbe aiutare a capire come regolare l'attivazione di questo particolare enzima e permettere così la messa a punto di nuove e più efficaci terapie per gravi malattie come il rabdomiosarcoma e la distrofia muscolare.

Il mondo ha bisogno di più scienziati, maker e imprenditori per creare posti di lavoro, stimolare la crescita economica e risolvere le sfide globali urgenti – ha dichiarato Wendy Hawkins, Executive Director dell’Intel Foundation -. Intel ritiene che i giovani siano la chiave dell’innovazione, e ci auguriamo che questi vincitori possano stimolare sempre più studenti ad occuparsi di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, le basi per la creatività.

Il primo premio, però, è andato all'americano Nathan Han, un 15enne di Boston che si + dilettato nello sviluppo di uno strumento software di apprendimento automatico per studiare le mutazioni di un gene legato al tumore al seno. Utilizzando i dati provenienti da banche dati pubblicamente accessibili, Han ha esaminato le caratteristiche dettagliate di molteplici mutazioni del gene oncosoppressore BRCA1, al fine di "insegnare" al software che ha sviluppato a distinguere tra le mutazioni che causano la malattia e quelle che non lo fanno. Lo strumento che ha ideato offre un tasso di precisione dell'81% e potrebbe essere utilizzato per identificare con maggiore precisione minacce tumorali derivanti da mutazioni del gene BRCA1. Ha ricevuto il Gordon E. Moore Award, un premio da 75.000 dollari istituito in onore del co-fondatore Intel nonché scienziato.

Un altro 15enne, il tedesco Lennart Kleinwort ha ricevuto uno dei due Intel Foundation Young Scientist Award di 50.000 dollari. Kleinwort ha sviluppato un nuovo strumento matematico per smartphone e tablet in grado di offrire funzionalità di dispositivi palmari che in precedenza richiedevano strumenti informatici più sofisticati e costosi. La sua app consente agli utenti di disegnare a mano curve, linee e figure geometriche sullo schermo touch e di assistere al rendering da parte del sistema in forme ed equazioni che possono poi essere manipolate a piacere.

Shannon Xinjing Lee, 17 anni, di Singapore ha conquistato l'altro Intel Foundation Young Scientist Award di 50.000 dollari per aver sviluppato un nuovo elettrocatalizzatore che può essere utilizzato per le batterie del futuro. I ricercatori stanno indagando modi per rendere pratiche le batterie ricaricabili zinco-aria, dato che sarebbero più sicure, più leggere e con densità energetica sei volte superiore rispetto alle batterie agli ioni di litio, il che le rende ideali per veicoli ibridi. Lee ha scoperto che il catalizzatore al carbone attivo da lei sviluppato, che ha realizzato interamente con melanzane cinesi carbonizzate, otteneva prestazioni nettamente superiori rispetto a un catalizzatore commerciale più sofisticato nei test di stabilità e durata, e sarà inoltre ecologico e poco costoso da produrre.

Oltre ai vincitori, più di 500 finalisti hanno ricevuto premi e riconoscimenti per la loro ricerca innovativa, tra cui 17 vincitori "Best of Category", ognuno dei quali ha ottenuto un premio di 5.000 dollari. La Intel Foundation ha inoltre elargito un finanziamento di 1.000 dollari alla scuola di ciascun vincitore e alla manifestazione affiliata che rappresentava. Inoltre, la Intel Foundation ha offerto a un numero selezionato di studenti premi esperienziali, tra cui un viaggio di 11 giorni in Cina per partecipare al più grande concorso scientifico nazionale del paese, parlare con i ricercatori dell'Intel Lab di Shanghai e visitare la Base di ricerca sui Panda di Chengdu.

La somiglianza del vincitore al maghetto più famoso fra i teen ager sarà casuale?
"Non ci sono più i bambini di una volta!"
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mercoledì 21 maggio 2014

Uso improprio del riconoscimento facciale

Il Dott. Joseph J. Atick è considerato uno dei pionieri nel campo della tecnologia per il riconoscimento facciale. Per quanto sia una tecnologia in via di sviluppo e abbia preso piede su social network e software sempre più sofisticati, la notizia non riguarda direttamente gli step evolutivi che quest'ultima ha subito.


Quest'oggi parleremo del Dott. Atick e delle sue ultime dichiarazioni. Dopo essersi prodigato nella diffusione della propria intuizione tecnologica (riconoscimento facciale e biometrico), ora si è lanciato in appelli allarmisti contro di essa.

L'inventore mettere in guardia l'opinione pubblica dai rischi della sua creazione.

Perché mai? Secondo quanto dichiarato, se posta in cattive mani (agenzie governative, potenti corporation "ingorde"), il riconoscimento facciale, potrebbe diventare un'arma liberticida.


Tra gli esempi più recenti: Google ha finalmente fatto marcia indietro sul suo servizio di riconoscimento facciale integrato nei suoi Google Glass. L'NSA, dal canto suo, è stata accusata di spionaggio via webcam dagli utenti di Yahoo.

Per tutte queste ragioni il dottor Atick lavora attualmente alla realizzazione di alcune linee guida applicate all'utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale.

Alcuni pensano che voglia impedire all’industria di evolversi […] In realtà cerco semplicemente di aiutare a fare le scelte più giuste.

Certo, è quasi ovvio osservare che non ci voleva molto a immaginare quale uso avrebbe potuto essere fatto delle tecnologie di riconoscimento facciale.

Ora, ve lo immaginate il vademecum del raziocinante utilizzatore del Trinitrotoluene, ai più conosciuto come tritolo (o TNT)? Si, utilizzatelo ma... fatene buon uso eh? Seguite le linee guida del chimico tedesco Joseph Wilbrand.

A voi le conclusioni. Pensarci prima no?
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martedì 20 maggio 2014

Caso Blackshades: FBI arresta 97 persone

Ieri è stata effettuata una maxi retata da parte dell'Europol e dell’FBI. L'obbiettivo era sgominare il giro di "cybercriminali" che avevano utilizzato un tool, denominato BlackShades, per infettare circa mezzo milione di computer in tutto il mondo con lo scopo di rubare informazioni sensibili o mettere in atto vere e proprie estorsioni nei confronti delle vittime.


Il gruppo di cracker aveva creato una rete di distribuzione del software, coinvolgendo oltre 100 persone: l'operazione, in particolare, ha portato all'arresto di ben 97 persone in 16 Paesi del mondo.

Blackshades è un software che, oltre ad offrire funzionalità tradizionali e assolutamente legittime comuni a tutti i software di controllo remoto e che permettono ad esempio l'uso da casa di un sistema che si trova sul luogo di lavoro, mette a disposizione anche una serie di caratteristiche meno "nobili", come ad esempio la capacità di inviare attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), il controllo della webcam, l'esecuzione di attività di keylogging, il blocco o il reinstradamento di indirizzi URL, il download di altro malware nonché, la richiesta di un riscatto per restituire alla vittima il controllo del proprio sistema.

Secondo l'FBI Blackshades ha compromesso circa mezzo milione di computer, portando alla sottrazione di informazioni finanziarie, al furto di identità e ad episodi di estorsione. Adam Kujawa, ricercatore nel campo della sicurezza informatica che ha per primo parlato di Blackshades come minaccia nel corso del 2012, ha osservato che il programma è stato pubblicizzato come uno strumento per controllare l'attività del coniunge o dei figli, o in generale chiunque sospettato di manomettere il proprio PC.

Il sito di Blackshades è stato posto sotto sequesto dall'FBI. Il procuratore del distretto sud di New York ha aperto tre rinvii a giudizio correlati all'operazione, e due dal 2013. Tra gli imputati vi è Alex Yucel, il presunto titolare di Blackshades che è stato incriminato nel mese di dicembre 2013 con le accuse di associazione a delinquere per frode informatica, di distribuzione di software malevolo, associazione a delinquere per accesso fraudolento a dispositivi informatici e per furto di identità. Pare che l'FBI abbia condotto l'operazione per vari mesi anche dopo la cattura di Yucel per poter individuare un maggior numero di persone coinvolte.

La realtà alle spalle di Blackshades ha raccolto oltre 350 mila dollari nel periodo compreso tra settembre 2010 e aprile 2014. Blackshades è uno dei molti esempi di una nuova tendenza verso strumenti hacker facili da usare e che possono essere acquistati e messi in opera senza particolari abilità. Il giro di vite potrebbe comunque essere un segnale di come le autorità attorno al mondo stiano iniziando a considerare queste minacce con la dovuta serietà.
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lunedì 19 maggio 2014

LG Lifeband Touch: anche LG nel nuovo mondo degli wearable

LG Electronics si lancia definitivamente nel mondo wearable, con l'arrivo anche in Italia di LG Lifeband Touch, il braccialetto dedicato a chi vuole tenere sotto controllo la propria forma fisica, senza rinunciare alle funzionalità smart. 


Il device coreano è dotato di collegamento Bluetooth che lo connette allo smartphone e display OLED full-touch che permette di gestire numerose feature, per rimanere sempre connessi, gestire le applicazioni fitness e rimanere in forma in modo facile e intuitivo.

L'interazione tra Lifeband Touch e il tuo smartphone permette di visualizzare le notifiche delle chiamate e dei messaggi, controllare l'ora e gestire le playlist musicali in riproduzione. Inoltre risponde anche ai gesti: basta alzare il braccio per consultare l’ora oppure coprire il display con una mano per escludere la suoneria di una chiamata in arrivo.


Il dispositivo è anche è dotato di altimetro, accelerometro a tre assi e contapassi, per monitorare tempo, distanza percorsa e calorie consumate durante la giornata oppure durante le sessioni di allenamento. 

LG Lifeband Touch, è compatibile con Android e iOS grazie all'app LG Fitness, che si sincronizza anche alle app dedicate al fitness più diffuse, come MyFitnessPal, Runkeeper e MapMyFitness, oppure ai cardiofrequenzimetri Zephyr e Polar. 

Sarà disponibile in due taglie, una media e una large, e arriverà in Italia a fine maggio al prezzo di 149,90 euro.
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sabato 17 maggio 2014

Arriva la tregua nella "guerra fredda" tra Apple e Google.

La "guerra fredda" tecnologica è finalmente finita? Finalmente è stata scritta la parola fine nel caso che ha fatto storia e che ha coinvolto due dei colossi più amati dai geek di tutto il mondo. E' terminata la cosiddetta guerra sui brevetti tra Apple e Google.


In ballo c'arano miliardi di dollari, numerosi brevetti e due Società leader nel mondo del web e dei gioiellini tecnologici.

Il contenzioso risale al 2010 e sta avendo fine, solamente in questi giorni. Cos'ha fatto desistere le due rivali? Quale accordo è stato raggiunto?

Le due regine della Silicon Valley hanno deciso di (momentaneamente) di mettere fine a tutti i ricorsi legali ancora pendenti e creando le condizioni per trovare un accordo che regoli il mercato mondiale degli smartphone.

Apple e Google - si legge in una nota congiunta - hanno deciso di cancellare tutte le cause legali attualmente esistenti direttamente tra le due società. Apple e Google hanno inoltre hanno deciso di lavorare insieme attorno ad alcune parti della riforma dei brevetti. 

Le cause miliardarie tra questi due big dell'elettronica consumer sono state addirittura 200 tra gli Stati Uniti e l’Europa. La prima causa Apple-Google risale al lontano 2010, quando la casa di Mountain View accusò Apple di aver violato molti brevetti, incluso quello fondamentale nella telefonia che permette ai cellulari di operare sulla rete 3G. Di contro l'azienda di Cupertino accusò Motorola, quindi Google, di aver “rubato” alcuni segreti su alcune funzioni degli smartphone. 

Secondo gli esperti, questa tregua agevola ambedue le aziende, sfiancate da costi legali inimmaginabili. Pare che solo per uno di questi numerosi processi, la sola Apple abbia speso circa 32 milioni di dollari nelle sole spese processuali. Tuttavia, l'accordo non dovrebbe risolvere anche il feroce scontro giudiziario tra Apple e Samsung, il principale produttore di cellulari ad adottare la tecnologia Android. In questo caso i processi dovrebbero andare avanti. Anzi, secondo Brian Love, professore di legge alla Santa Clara University, l'intesa con Google, potrebbe essere il segnale di una nuova strategia di Apple e cioè la volontà di "concentrarsi ancora di più nella battaglia contro Samsung". 

Dello stesso avviso anche Michael Risch, professore alla Villanova University che definisce l'accordo di oggi "per lo più simbolico".

Il cuore del problema nasce da Motorola che, ormai da tempo non intimorisce i rivali, assicurandosi peraltro un utenza di nicchia, un po' nostalgica forse. Apple deve aver pensato: "Il gioco non vale più la candela". Nonostante l'immagine, probabilmente, subirà un trascurabile danno, le perdite economiche provocate da tale epopea legale, lo superano abbondantemente. 
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venerdì 16 maggio 2014

La strada dei dischi ottici la traccia Pioneer con i supporti da 256GB e oltre

Una decina di giorni fa, vi avevamo parlato di una nuova prospettiva, nel panorama dei supporti di registrazione e di back-up. In quel caso, si rivalutava il "nastro magnetico": poco conta la tipologia di supporto, quel che conta è l'intenzione di rivalutare le tecnologie, ritenute dai più obsolete: le notizia odierna, infatti, riguarda i dischi ottici.  


Dopo Sony, quindi, anche Pioneer Corporation esplora l'angolo della sua memoria storica, per portare ai fasti di un tempo il disco ottico.

L'azienda giapponese ha rivelato in settimana i lavori sullo sviluppo di un nuovo disco ottico in grado di aumentare considerevolmente la disponibilità di spazio presente su un Blu-ray disc tradizionale. La società punta a fornire almeno 256GB su singolo disco. La tecnologia utilizza una struttura basata su un layer guida che gestisce i restanti layer. Si tratta di un concetto di molto differente rispetto agli standard convenzionali utilizzati nei dischi ottici, in cui layer guida e layer di registrazione si trovano tutti allineati. In questo modo il disco di Pioneer consente di impilare i vari layer uno sopra l'altro, moltiplicando le possibilità in termini di storage delle tecnologie attualmente disponibili.

Un disco ottico progettato con la nuova tecnologia di Pioneer riuscirebbe ad avere fino ad otto layer (rispetto ai quattro possibili con le tecnologie odierne), ognuno da 32GB, per un totale di 256GB di storage. 

La nuova tecnologia di Pioneer può essere utilizzata anche su dischi dual-sided, estendendo le potenzialità di storage fino a 512GB. Nonostante il progressivo emergere di SSD meno costosi e HDD ad altissima capacità, Pioneer si mostra estremamente fiduciosa sulla nuova tecnologia.

Con i nuovi dischi, il produttore punta soprattutto alle realtà professionali che necessitano di un supporto valido e affidabile per l'archiviazione digitale e che sia al tempo stesso conveniente dal punto di vista economico.

L'approccio di Pioneer risulta interessante anche per via della sua piena compatibilità con le specifiche ottiche della tecnologia Blu-ray. I drive attuali in commercio avranno tuttavia bisogno di un firmware aggiornato per poter leggere efficacemente i nuovi supporti. Pioneer non ha ancora annunciato la disponibilità commerciale dei nuovi dischi ottici, promettendo il raggiungimento di un massimo di 1TB di storage utilizzando una struttura a dodici layer.

In questo modo, Pioneer si pone in vantaggio rispetto a Sony e Panasonic che collaborano per lo sviluppo di ArchivalDisc, supporto ottico del tutto nuovo da 300GB con l'obiettivo di raggiungere il terabyte di storage su singolo disco, ma che non vanta alcuna compatibilità con le tecnologie attualmente diffuse.
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giovedì 15 maggio 2014

Microsoft cambia strategia sull'abbinata Kinect e Xbox One

Molti, si sono affrettati ad acquistare una console next-gen e probabilmente si saranno posti il problema di scegliere fra Xbox One o PlayStation 4.


Molti hanno propeso per la console di Sony, proprio per il risparmio di cento euro rispetto alla console rivale. Un'altro deterrente, potrebbe essere il "bundle obbligato" con cui viene venduta la console di Redmond.

A differenza di Xbox360, con la nuova generazione, Microsoft ha pensato di inserire nella confezione, anche il sensore di movimento kinect 2, e di ottimizzarne l'integrazione, dedicando parecchie risorse della CPU a quest'ultima.

Molti acquirenti di Xbox One, hanno concluso l'acquisto malgrado avrebbero fatto a meno di kinect. 

Analizzando i dati d'utilizzo, una cospicua percentuale di utenti, utilizza kinect soprattutto per le funzionalità relativa ai comandi vocali. Quindi perché implementare un devices così complesso da 100 euro, quando con una manciata di euro, si poteva realizzare un dispositivo per il comando vocale?

Inoltre il gap prestazionale tra le due console, è ancora abbastanza evidente (anche se il parco titoli attualmente disponibile è ancora limitato e l'ottimizzazione dei videogames non è ancora rodata).

L'ambiguità della scelta di inglobare kinect nella confezione sin dal lancio, pare ancora più controversa, dopo le dichiarazioni di Yusuf Mehdi (Head of Xbox Business Strategy and Marketing di Microsoft Corporation).

Durante una dichiarazione a Polygon, ha parlato dello sforzo di Microsoft, per individuare i vantaggi della separazione di kinect da Xbox One. Sembrerebbe che una scelta simile potrebbe consentire di sfruttare la capacità di calcolo prima dedicata al sensore di movimento per altri scopi, come il rendering dei videogiochi.

Stiamo valutando insieme agli sviluppatori di videogiochi come poter sfruttare questa capacità di elaborazione e vi faremo sapere a breve

ha dichiarato Mehdi.

Secondo precedenti comunicati di Microsoft, il sistema riserva il 10% della capacità di elaborazione ai servizi di sistema, tra cui la modalità Affianca e, appunto, kinect.

Sostanzialmente, la console deve gestire i comandi vocali impartibili tramite kinect, che in qualsiasi momento potrebbe essere sollecitato per l'attivazione di una funzione o il lancio di un'applicazione, e la componente di tracciamento delle parti del corpo. Mentre con Xbox 360 queste operazioni erano gestite dal codice dei singoli giochi, con Xbox One è il sistema che deve direttamente occuparsene. La nuova console, infatti, in qualsiasi momento potrebbe essere chiamata a gestire un comando vocale, perlomeno fin quando kinect è stato componente essenziale del sistema.

Questo 10% di capacità di elaborazione, quindi, potrebbe essere adesso in parte liberato, anche perché Microsoft potrebbe aver dedicato a kinect più potenza di quella effettivamente necessaria, pensando a futuri aggiornamenti e all'aggiunta di nuove funzionalità via kinect.

Microsoft aveva già detto in passato che sempre più risorse sarebbero state liberate dal sistema operativo di base della console, e concesse finalmente agli sviluppatori. Sappiamo bene, infatti, come molti giochi girino a una risoluzione nativa inferiore su Xbox One rispetto a quanto accade su PS4.



Ora, da qualche giorno circola la notizia dell'uscita a breve di una Xbox One senza kinect per 399 euro e ciò potrebbe far pensare che la compagnia abbia preso coscienza di un proprio errore. Ma Yusuf Mehdi non lo ammette, anzi, rilancia:

Sono convinto che vendere Xbox One insieme a kinect sia stata la scelta giusta, volevamo offrire una nuova esperienza per la next-gen e credo che ci siamo riusciti. Basta guardare i dati: l'ottanta per cento degli utenti Xbox One usa il dispositivo kinect e la funzionalità relativa ai comandi vocali è estremamente utilizzata. Abbiamo fatto la scelta giusta vendendo Xbox One insieme a kinect, ma ora è il momento di offrire ai nostri consumatori una scelta più ampia.
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mercoledì 14 maggio 2014

Corte di Giustizia Europea ammonisce Google: il diritto all'oblio di internet è sacro

Udite, udite: la Corte di Giustizia europea ha riconosciuto il diritto all'oblio su Internet e ha stabilito che Google, su richiesta degli utenti, deve cancellare i risultati di ricerca "irrilevanti" o datati.


Il "diritto a essere dimenticati", secondo la Corte di Giustizia, sussiste quando le informazioni presenti sul motore di ricerca sono "inadeguate, irrilevanti o non più pertinenti", oppure legate a un episodio di molto tempo prima.

Tutto il putiferio sopra riportato, nasce da una situazione apparentemente comune e risale al 2010. Il caso vede da una parte un cittadino spagnolo e dall'altra il quotidiano "La Vanguardia", Google Spain e Google Inc.

Quando il nome del cittadino spagnolo veniva ricercato su Google, l'elenco dei risultati mostrava dei link verso due pagine del quotidiano che annunciavano una vendita all'asta di immobili organizzata a seguito di un pignoramento effettuato per la riscossione coattiva di crediti previdenziali nei suoi confronti. Il caso era del 1998 e dunque ampiamente superato, mentre la permanenza del risultato significava una macchia indelebile nel curriculum dell'uomo (Mario Costeja Gonzalez). 

Il gestore di un motore di ricerca su Internet è responsabile del trattamento effettuato dei dati personali che appaiono su pagine web pubblicate da terzi

così si sono espressi i giudici della Corte Europea in merito alla causa. Tuttavia, ha riconosciuto l'eccezione dell'interesse pubblico di un'informazione.

In sostanza, l'Ue conferma il cosiddetto "diritto all'oblio" dei singoli cittadini nei confronti della facoltà di ricercare notizie sulla propria persona su un motore di ricerca. Nel caso in cui, a seguito di una ricerca online a partire dal nome, l'elenco di risultati mostri un link verso una pagina web che contiene informazioni sulla persona in questione, questa può rivolgersi direttamente al gestore del servizio di ricerca per la soppressione del collegamento.

Se poi chi è responsabile del servizio, in questo caso Google che gestisce ben oltre il 90% delle ricerche in Rete nel Vecchio Continente, non da seguito alla domanda, ossia non rimuove il link in questione, il soggetto può avvalersi delle autorità per ottenere la soppressione del risultato sulla sua persona non gradito.

Il tutto ovviamente in base a determinate condizioni, dato che la corte stessa riconosce che, poiché la soppressione di link dall'elenco di risultati potrebbe avere ripercussioni sul legittimo interesse degli utenti di Internet, occorre ricercare un giusto equilibrio tra l’interesse generale dei navigatori e il diritto al rispetto della vita privata e il diritto alla protezione dei dati personali.

La reazione di Google non si è fatta attendere ed è stata rilasciata da un portavoce di Mountain View:

Si tratta di una decisione deludente per i motori di ricerca e per gli editori online in generale. Siamo molto sorpresi che differisca così drasticamente dall'opinione espressa dall'Advocate General della Corte di Giustizia Europea e da tutti gli avvertimenti e le conseguenze che lui aveva evidenziato. Adesso abbiamo bisogno di tempo per analizzarne le implicazioni.
La sentenza della Corte europea, interpellata in via pregiudiziale da un giudice spagnolo, individua due profili assai importanti: il primo direi inedito, riguarda la responsabilità diretta del gestore di un motore di ricerca per il trattamento dei dati personali, anche se si tratta di dati ripresi da siti web, che li hanno già diffusi, in ragione del ruolo che i motori di ricerca svolgono nella società moderna, il che vuol dire che il loro gestore deve trattare i dati personali, anche cancellandoli, ove richiesto, se ne sussistono i presupposti; il secondo riguarda la distinzione tra il sito web che ospita i dati e il motore di ricerca che li visualizza, mediante appositi link, il che vuol dire che i singoli siti potranno mantenere intatto il loro archivio, magari de-indicizzando i dati obsoleti

La sintesi è dell'avvocato Caterina Malavenda, esperta di diritto dell’informazione che spiega l’importanza di quanto stabilito dai giudici Ue per la privacy dei cittadini, ma anche per la tutela della memoria storica.

Il problema riguarda ora non più i singoli siti, ma i motori di ricerca, che diventano responsabili dei loro risultati, fornendo del singolo una visione complessiva e strutturata delle informazioni che riguardano il singolo individuo, semplicemente digitandone le generalità e che rispondono davanti alle autorità del Paesi Ue nei quali abbiano anche solo una filiale.
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martedì 13 maggio 2014

50 miliardi di dollari per la fusione At&t + DirecTv. Per ora solo voci!

Continuano le voci su una possibile acquisizione di DirecTv da parte di At&t. Le indiscrezioni, lanciate a inizio mese dal Wall Street Journal, sono state riprese lunedì a mercati chiusi da Reuters, che citando fonti interne alla trattativa ha alzato l'asticella del deal fino a quasi 50 miliardi di dollari.


L'ex monopolista telefonico At&t avrebbe offerto 90-95 dollari per azione del colosso della tv satellitare, per un accordo in arrivo nel giro di qualche settimana.

Non è ancora chiaro quanto denaro l'accordo porterà nelle casse di DirectTv circa 48 miliardi di dollari, garantendo un premio del 20% rispetto ai corsi di Borsa precedenti le prime voci di inizio maggio. Lunedì il titolo DirecTv scambiava in after hours in progresso del 6% a quota 92,50 dollari.

La tv online sta completamente trasformando il mercato televisivo americano, dando il via a una corsa da parte dei colossi hi-tech e delle telecomunicazioni per trovare uno spazio e fare profitti.

Dal canto suo At&t potrebbe liberare parte del suo traffico dando più banda agli utenti di internet da casa Allo stesso tempo DirectTV rappresenta un settore strategico che tuttavia negli ultimi mesi è cresciuto molto lentamente: per questo potrebbe usare i satelliti per fornire agli utenti la connessione a internet e così competere direttamente con i gruppi di telecomunicazioni.

Questa operazione darebbe vita a un gigante della pay-tv in Usa, in grado di competere con l'altro colosso emergende, nato dalla fusione di Time Warner Cable e Comcast (operazione da 45 miliardi di dollari che deve ancora superare pesanti ostacoli regolatori).

Le prime due Società, già in passato, avevano cercato di percorrere la strada della fusione, senza riuscire ad arrivare a un'intesa. Il panorama sta evidentemente cambiando.
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lunedì 12 maggio 2014

INNOIO: l'arte dell'oriente

Navigando in rete, alla ricerca di "giocattoli tecnologici" ci siamo imbattuti in qualcosa di davvero inusuale, niente gadget inutili, ingombranti e nostalgici.


Niente devices privi di logica e gusto, periferiche dal difficile impiego comune e dalla razionalità dubbia: oggi, vi faremo conoscere INNOIO (per coloro che già non la conoscessero), l'azienda coreana che ama la videoproiezione. 

Da Seul arrivano i mini-videoproiettori, adatti a trasformare il vostro smartphone o il vostro tablet in un'esperienza da sala cinematografica, in qualsiasi istante.

Ce n'è uno per ogni target: quello consumer, quello business e persino quello per i vostri bimbi.

Quello che ha attirato maggiormente la nostra attenzione da internauti è stato di gran lunga "Smart Beam Art", dall'aspetto molto simile ad un cubo di Rubik e dalle colorazioni simili a quelle adottate da Google per il proprio marchio.






Lo stesso dispositivo è disponibile anche in versione monocromatica (grigio) ed è il vincitore del prestigioso premio "Product Design Award 2013". Un gran bel biglietto da visita non vi pare?

Smartbeam riconosce automaticamente il segnale video proveniente dal dispositivo a cui lo si collega e seleziona automaticamente la modalità più adeguata al vostro Galaxy, iPhone, Smartphone, Ultrabook, Macbook, PC, iPad, Tablet PC. Insomma, vi basterà collegarlo e potrete iniziare ad utilizzarlo da subito.

E' possibile visualizzare l'immagine riprodotta dal vostro piccolo schermo, fino ad un ingrandimento pari a 100".

Caratteristiche del display DMD DLP 

    • Luminosità 35 ANSI lumen max 
    • Sorgente luminosa a LED RGB 
    • Formato di visualizzazione 4:3 
    • Risoluzione VGA (640 x 480) 
    • Rapporto di contrasto 800:1 
    • Dimensioni dell'immagine: da 60,0 cm a 2 m

La seconda tipologia di periferiche è stata battezzata IC300B, probablmente meno accattivante della prima tipologia, ma altrettanto performante. Quest'ultimo sfrutta la tecnologia NFC.


Infine il dispositivo a portata di bambino: si chiama Edu Beam ed è stato penato per tenere compagnia ai vostri figli, raccontando e mostrando storie, favole e fiabe.


Un device dal sapore retrò, che unisce la tecnologia alla tradizione.
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sabato 10 maggio 2014

Facebook: recruiting new players

Quando si parla di "acquisizione di utenti" ci si riferisce a quelle strategie volte a convincere la gente a scaricare e provare un gioco free-to-play. Probabilmente sarete rimasti "vittima" di una di queste strategie marketing nel corso della vostra avventura nel mondo del web, nella vostra esperienza multimediale, utilizzando un qualsiasi smartphone o tablet.


Parlando di giochi per i quali non si deve pagare in anticipo, e che offrono acquisti in-app, la promozione verso il pubblico di massa è in realtà molto complessa, oltre che costosa.

Gli sviluppatori sono chiamati a rivolgersi a una serie di network pubblicitari diversi, il che richiede molto tempo e denaro. Ma Facebook può essere una soluzione ideale per le software house.

Nordeus, artefice del famoso Top Eleven, è uno delle Società che è riuscita a trarre i maggiori vantaggi da questo tipo di iniziative, come riporta GamesBeat.

L'acquisizione di nuovi utenti sul mercato globale per il nostro gioco può essere molto difficile [...] Dobbiamo usare una pletora di reti diverse per raggiungere i nostri obiettivi, ma Facebook si distingue dalla massa per le sue prestazioni e l'atteggiamento innovativo

ha detto Ratko Bozovic, player acquisition manager di Nordeus.

Tra il pubblico di Facebook si contano 375 milioni di utenti che accedono ai giochi almeno una volta al mese. Si tratta di un numero enorme, che offre un potenziale sterminato per gli sviluppatori di videogiochi. Nel corso degli ultimi mesi, questo dato ha fornito la possibilità di costruire prodotti pubblicitari ad hoc che consentano agli sviluppatori di sfruttare questo immenso pubblico.

Ci sono un paio di cose che stanno andando particolarmente bene in questo momento [...] Prima di tutto, all'inizio del 2013 abbiamo lanciato gli annunci pubblicitari per l'installazione di nuove mobile app. Quando navighi Facebook sul telefono e scorri il news feed puoi vedere un annuncio di questo tipo quando scorri giù oltre tre o quattro notizie

 ha dettoRick Kelly, global director of gaming sales di Facebook, a GamesBeat. Questo sistema è stato implementato nell'app Facebook sia per iOS che per Android.

Sui dispositivi mobile, App Installs è stato uno dei nostri prodotti pubblicitari con le migliori prestazioni, e ha portato a circa 350 milioni di installazioni a oggi", ha detto il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, durante la conference call con gli investitori ad aprile. "Più del 60% delle app con i maggiori guadagni dell'App Store e del Google Play Store usano App Installs, il che è impressionante per un prodotto lanciato a gennaio dello scorso anno.

Kelly dà una spiegazione sul perché questa feature sta ottenendo dei risultati talmente positivi.

Gli utenti che ricevono il messaggio stanno già utilizzando il dispositivo su cui giocheranno, e quindi è davvero un processo molto semplice di tipo click-to-download. È molto efficace per gli sviluppatori di videogiochi, perché tutto avviene sul dispositivo in cui il prodotto verrà consumato.

Questo sistema si rivela molto efficace anche per app differenti rispetto a quelle videoludiche, come quelle inerenti i viaggi o i servizi finanziari. "Ma gli sviluppatori di videogiochi traggono i vantaggi maggiori", aggiunge Kelly.

Ci sono così tanti sviluppatori che richiedono questa funzione che non siamo in grado di visualizzare tutti gli annunci che ci vengono pagati.

Fra gli sviluppatori più blasonati che sfruttano gli annunci di Facebook troviamo Supercell (Clash of Clans), Warner Bros. (per Infamous Gods Among Us) e Gree (per Knights & Dragons).

Per via della portata, della possibilità di rivolgersi a un target preciso e del layout utilizzato, ci siamo resi conto che gli annunci su Facebook sono una delle soluzioni di investimento più efficaci per la maggior parte dei nostri giochi

ha detto Zand Ushijima, director of user acquisition di Gree.

Oltre a questa feature, comunque, Facebook offre agli sviluppatori molti altri strumenti per indirizzare gli annunci a specifici tipi di persone. Il social network mette, ad esempio, a disposizione dei "targeting clusters" preconfezionati, che consentono agli sviluppatori di arrivare direttamente a certi tipi di utenti. Potrebbero essere per esempio quegli utenti che normalmente si dimostrano non interessati ai videogiochi.

Abbiamo il 'cluster' dei giocatori hardcore, quello dei giocatori di console e quello di chi è solito dedicarsi ai giochi di casinò [...] Fondamentalmente , abbiamo esaminato i diversi generi che alla gente piace giocare e costruito i targeting cluster più facili da usare per gli inserzionisti.

 ha detto Kelly. 

Ma Facebook ha la possibilità di mettere gli inserzionisti in contatto con gli utenti in maniera ancora più granulare attraverso uno strumento chiamato "custom audiences". Questa è una caratteristica che consente agli sviluppatori di intercettare parti specifiche del database dei loro clienti, come le persone che hanno fatto un acquisto negli ultimi 30 giorni.

Questo consente, tra le altre cose, di spendere soldi in maniera mirata per mantenere fidelizzati i giocatori di vecchia data di un determinato titolo. Lo studio potrebbe realizzare un'offerta personalizzata per quei giocatori che hanno fatto acquisti negli ultimi 30 giorni o di altro tipo verso coloro che non acquistano da molto tempo.

Facebook è una piattaforma costruita in modo da collegare il giusto tipo di utenti al giusto tipo di inserzionisti

ha detto Bozovic.

Naturalmente, il metodo dei "cluster" preconfenzionati funziona solamente se gli sviluppatori sono in possesso dei dati giusti, un requisito che si differenzia in base al gioco da promuovere. "Sono richiesti molti test per massimizzare il potenziale della pubblicità su Facebook", dice ancora Bozovic.

Per Top Eleven, che oggi annovera circa 12 milioni di giocatori, questi discorsi sono particolarmente calzanti, soprattutto nel tentativo di mantenere fidelizzati i giocatori di vecchia data.

Nordeus ha visto un ritorno del 5/600% sulla base dell'investimento pubblicitario fatto su Facebook [...] Usano le funzioni di pubblico personalizzato per chiedere ai giocatori esistenti di tornare in gioco per continuare da dove hanno lasciato.

ha detto Kelly. 

Per un gioco come Knights & Dragons, questo tipo di strategia ci ha permesso di ampliare le nostre tecniche di player-acquisition, e abbiamo anche imparato molto dai comportamenti dei nostri giochi esistenti [...] Conoscere i nostri clienti e le loro attitudini è molto importante per il marketing e per il team di sviluppo. Questi dati ci aiutano a creare ciò che vogliono i giocatori.

ha aggiunto Ushijima. 
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