mercoledì 18 giugno 2014

YouTube Music Pass: Google erge un muro per escludere le etichette indipendenti

La fruizione di video, ormai da anni passa da You Tube: chi di noi, infatti, non è mai curiosato sul sito posseduto da Google e chi non ha mai condiviso qualche video con amici, sul proprio social network o sul proprio blog?


Ebbene, qualcosa potrebbe cambiare: si tratta di una bomba che si starebbe sganciando in rete, la quale scatenerebbe uno tsunami di critiche e di disagi.

La fonte è interna all'azienda, infatti, un dirigente di YouTube avrebbe dichiarato al Financial Times, l'intenzione della piattaforma di inizierà a bloccare i video delle case discografiche, che rifiutano di siglare gli accordi di licenza del servizio YouTube Music Pass che sta per essere lanciato.

E' indubbio, che di prima istanza, non potrebbe sembrare altro che un attacco suicida, la mossa più sbagliata che Google possa fare. L'infelice strategia, rischia di svilire la vera essenza di YouTube.

E' passato quasi un decennio da quando YouTube ha fatto la sua comparsa, nel febbraio 2005 e da allora la piattaforma di video ha cambiato la storia di internet diventando meta preferenziale per qualsiasi cosa si stesse cercando, a prescindere della qualità e dalla tipologia di video ricercati.

Trailer dei film, video musicali, video curiosi e talvolta stupidi ma che talvolta divengono tormentoni della rete. Insomma, un canale alla portata di tutti e a misura d'utente.
 
Per l'utenza adolescente, YouTube è, di fatto, il mezzo più usato per ascoltare musica, per non parlare del fatto che i giovani artisti in cerca di visibilità trovano nel servizio video di Google il canale più accessibile per farsi conoscere. Inoltre, il servizio ID permette agli artisti indipendenti di guadagnare qualche soldo piazzando i link dai quali è possibile acquistare i loro lavori. 

Da YouTube sono nati personaggi radiofonici (Willwoosh), fenomeni televisivi (Cliomakeup), etc.. E' un servizio apprezzato un po' da tutti.

Nonostante l'enorme successo del servizio, Google negli ultimi anni sta cercando di dare un taglio diverso alla propria strategia di gestione: in sostanza sta cercando di monetizzare. Come? Ovviamente lanciando servizi premium per ricavare ancora più introiti sfruttando la sua posizione di dominio nel mercato.

Secondo il Financial Times, l'azienda di Santa Clara, avrebbe siglato un accordo con le tre maggiori case discografiche (Sony, Warner, Universal) e lo farà anche con un buon numero di etichette indipendenti arrivando al 90 per cento del mercato musicale.

Rimane un 10 per cento: il responsabile dei contenuti dell'azienda, Robert Kyncl, ha dichiarato al quotidiano economico che l'idea è quella di bloccare i video delle etichette indipendenti che non hanno siglato l'accordo "ed è una questione di giorni". Tra queste etichette figurano XL Recordings e Domino Records che vantano nelle loro scuderie artisti come Adele, Animal Collective, Arctic Monkaeys e altri molto popolari.

Alcune etichette si rifiutano di accettare le condizioni perché sostengono che, mentre le grosse aziende hanno raggiunto accordi molto remunerativi, le condizioni riservate alle etichette indipendenti sono, in confronto, pessime. Ma la situazione è chiara: se non accettano le condizioni di Google, sei fuori dalla piattaforma.

La forza della piattaforma è sempre stata la sua straordinaria apertura, la libertà con il quale i fenomeni della rete hanno potuto esibirsi e farsi conoscere. 

Fenomeni della portata di Psy e Justin Bieber (a prescindere da come la pensiate sulla loro musica), hanno raggiunto milioni di fan e si sono affermati proprio grazie a YouTube. Se, però, Google decide davvero di alzare un muro invalicabile e porre fine a questa apertura, YouTube come lo abbiamo sempre conosciuto, e che abbiamo tanto amato, sparirà per sempre.

La strategia delle "Grandi della rete" sembra sempre più chiara: aumentare il portfolio clienti con il conseguente consolidamento della posizione dominante, per poi cambiare la strategia che le ha rese grandi in corsa, monetizzando il grosso potenziale, detenuto nelle loro mani.

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