sabato 14 giugno 2014

Fpm, Iab e Fapav unite contro la pubblicità online sui siti pirata (è guerra!)

La pubblicità presente sui siti web, è sin dalla sua introduzione, un fastidioso fenomeno. Provate ad immaginare quanti milioni di dollari possa generare una strategia di marketing simile.


Credete siano gli unici introiti pubblicitari generati dal web? Oltre al traffico web consueto, è inutile dire che va considerato anche quello pirata, che a dispetto di quanto si possa immaginare, è tutt'altro che trascurabile: parliamo di circa 230 milioni di dollari.

Un'economia sommersa che IAB Italia (associazione dell'advertising interattivo), FPM (federazione contro la pirateria musicale) e FAPAV (federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi) vogliono contrastare per annullare i proventi generati mediante la diffusione di contenuti protetti da diritti d'autore.

I tre enti hanno presentato un Memorandum of Understanding (MoU), una "iniziativa di autoregolamentazione" che propone il blocco delle inserzioni pubblicitarie su tutte quelle piattaforme web che generano profitti illegalmente.

Il MoU è stato presentato giovedì all'interno di un evento a Roma voluto dalle tre associazioni, in cui per la prima volta si è richiesta una collaborazione diretta con l'industria pubblicitaria.

Il presente Memorandum of Understanding ha come oggetto la definizione e l'attuazione di un'iniziativa di partnership per il contrasto alle piattaforme web illegali, la cui peculiare finalità risulta essere quella di favorire lo scambio non autorizzato o la diffusione abusiva di contenuti protetti dal Diritto d'Autore

si legge all'interno del documento diramato dagli enti promotori (scaricabile da qui, dal sito de Il Sole 24 Ore).

Consolidando i rapporti di collaborazione fra enti per la tutela dei diritti d'autore e inserzionisti pubblicitari, si tenterà di contrastare il mercato parallelo della pubblicità nei siti "palesemente illegali, che deprimono la catena del valore editoriale e contrastano lo sviluppo di un mercato legale di distribuzione delle opere dell'ingegno".

L'obiettivo è quello di realizzare un sistema in linea con i dettami europei "che inibisca l'allocazione degli spazi pubblicitari in quei siti web che violano sistematicamente il diritto d'autore", e farlo attraverso la collaborazione con gli addetti ai lavori che forniscono tali spazi.

Nel mirino del MoU presentato ci sono tutti quei siti che contengono contenuti che violano il diritto d'autore, che non hanno finalità commerciali legali, che non sono stati autorizzati alla divulgazione dei contenuti tutelati e che hanno già ricevuto specifiche segnalazioni per reiterata violazione delle leggi.

Le parti eventualmente impegnate negli accordi avranno il dovere di consegnare informazioni a cadenza mensile alla IAB, per segnalare i siti che violano le leggi sul diritto d'autore e che generano profitto tramite le inserzioni pubblicitarie. Gli enti e gli inserzionisti costituiranno un Comitato Tecnico Paritetico che avrà il fine di attuare gli obiettivi del MoU, stabilendo le regole da seguire per l'implementazione.

La ricerca citata durante l'evento da Enzo Mazza, Presidente di FPM, fornisce cifre eloquenti: l'advertising su siti illeciti genera 226,7 milioni di dollari su 596 siti monitorati, con un profitto netto dell'83%.

Insomma: "Che la guerra abbia inizio!".

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