martedì 24 giugno 2014

Brevetti software a rischio: arriva una sentenza della Corte Suprema USA

Secondo una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti d'America, i brevetti software non sono validi se equiparabili ad un'idea astratta. 


Questa è la sentenza che potrebbe cambiare le carte in tavola nel mondo della tecnologia, per come lo conosciamo noi ora. 

Nell'epilogo di un contenzioso legale tra Alice Corporation Pty. Ltd. e CLS Bank International ha avuto un esito del tutto inaspettato: è stato deciso, infatti, che i brevetti software non sono ammissibili quando corrispondono ad idee astratte. Da sempre questo tipo di idee, afferma la Corte non sono brevettabili.

Ad Alice Corporation sono stati riconosciuti una serie di brevetti per un software che individua un patteggiamento tra due parti e elabora istruzioni per le istituzioni impegnate a concretizzare l'accordo. La giustizia ha definito "generico" il software e mancante della capacità di portare alcuna evoluzione tecnica o miglioramento al funzionamento del computer.

Clarence Thomas, Giudice della Corte Suprema, ha osservato:

I brevetti al centro del caso rivelano uno schema di implementazione computer per mitigare il rischio di patteggiamento tramite un intermediario terzo. Sosteniamo che le affermazioni in esame sono equiparabili all'idea astratta del patteggiamento intermediato e che la mera richiesta di una generica implementazione computer non trasforma quest'idea astratta in un'invenzione brevettabile.

I sostenitori dell'open source, come la Electronic Frontier Foundation, ritengono che la sentenza sia un passo nella giusta direzione per mettere un freno al cosiddetto "patent-trolling" e migliorare l'esperienza dell'utente. 

Daniel Nazer, avvocato per l'EFF, ha dichiarato:

Crediamo che elimini molti dei peggiori brevetti che vi sono la fuori, oltre ai ridicoli ed eccessivi brevetti software. Molti brevetti dei patent troll sono ora più opinabili di quanto fossero in precedenza. Penso che vi sarà più attenzione al creare prodotti che le persone vogliono e metterli sul mercato, invece che nel farsi la guerra con i brevetti.

Gli analisti del settore ritengono però che la decisione non porterà particolari cambiamenti o riferimenti di brevettabilità, pur con i brevetti spesso oggetto di dibattiti accesi e considerati catalizzatori di innovazione da un lato e, al contrario, strumenti dannosi dall'altro.

Chi richiederà il riconoscimento di un brevetto, dovrà cercare di immaginare cosa sia un software generico e cosa sia una reale invenzione.

Coloro i quali richiedono un brevetto software dovranno argomentare che le loro innovazioni non sono generiche implementazioni di idee standard. Chi invece si troverà a mettere in discussione questi brevetti dovrà riuscire a dare una definizione la più ampia possibile di generic computer implementation e dimostrare che ogni brevetto software attaccato implica tecnolgie computing già note e idee astratte

ha osservato Florian Mueller, analista che segue da vicino i numerosi contenziosi legali del mondo della tecnologia.

La sentenza sarà comunque oggetto di varie interpretazioni ed è possibile in ogni caso l'invalidazione di molti brevetti software. Saranno necessario almeno due o tre anni prima che sia possibile avere una buona comprensione delle implicazioni pratiche di questa decisione.

La decisione della Corte Suprema giunge a circa un anno di distanza dall'introduzione del Patent Litigation and Innovation Act nella Camera dei Rappresentanti, il cui scopo sarebbe quello di dare giusti strumenti per combattere i patent troll e rendere i contenziosi meno onerosi.

La proposta di legge aveva ottenuto il supporto del Presidente Obama, ma è stata rimossa dall'agenda del Senate Judiciary Committee lo scorso mese dal Senatore Patrick Leahy.

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