Il sito di Mark Zuckerberg, in collaborazione con la società irlandese Storyful, lancia un filtro per le notizie pubblicate dagli utenti, per diffondere contenuti social selezionati e verificati da un team di esperti.
Nell'era delle breaking news "annunciate" dai social network, Mark Zuckerberg ha pensato di rendere la vita più facile ai giornalisti e alle redazioni, lanciando un nuovo strumento: FB Newswire.
E' una specie di agenzia di stampa 2.0, accessibile sia su Facebook sia su Twitter, che raccoglie informazioni, foto e video pubblicati dagli utenti e verificati dal team di Storyful, la società irlandese acquistata dalla News Corporation nel 2013 per 25 milioni di dollari.
FB Newswire aggrega contenuti condivisi pubblicamente dagli utenti di Facebook e dalle organizzazioni internazionali testimoni di avvenimenti di primo piano - afferma Andy Mitchell, Director of Media Partnership del social network di Zuckerberg - il tutto a disposizione dei giornalisti che vorranno includere le informazioni nei loro articoli". Facebook sempre più come fonte di notizie, dunque. Con una novità: Newswire si pone come filtro autorevole dei contenuti pubblicati dagli iscritti. E del fact-checking, che solitamente richiede ulteriori sforzi alle redazioni giornalistiche, si occuperà proprio Storyful, il cui team editoriale ha sviluppato in questi anni una notevole esperienza nella selezione e nella verifica delle storie "che vale la pena raccontare.
L'obiettivo, insomma, è quello di evitare le bufale legate alle breaking news. Come quando, nelle ore successive al passaggio dell'uragano Sandy sulla costa orientale degli Stati Uniti, a ottobre 2012, sulle pagine dei social network si diffusero rapidamente false foto di squali a due passi dalle abitazioni del New Jersey.
Un altro esempio: ancora oggi, in seguito a terremoti, è facile che i social propongano immagini che si riferiscano a scosse avvenute nello stesso luogo ma in passato. E' successo lo scorso due aprile, quando la terra ha tremato violentemente in Cile e su Facebook e Twitter si sono diffuse le riprese delle telecamere di sicurezza di locali e uffici risalenti a un terremoto del 2010.
FB Newswire rappresenta, in definitiva, un ulteriore sviluppo del citizen journalism. E per Zuckerberg costituisce l'ennesimo affare:
I giornalisti e i mezzi di comunicazione sono diventati parte integrante di Facebook, spiega Mitchell, gli editori apprezzano i nostri sforzi, premiati dal traffico generato da Facebook verso i siti di informazione che è quadruplicato nell'arco del 2013.
Nel giorno del suo debutto FB Newswire si è occupato della visita in Giappone sia di Obama, in particolare del suo incontro con il robot Asimov (vedi sotto), sia del cantante pop Justin Bieber, della copertina del Time dedicata a Beyoncé Knowles, la persona più influente del pianeta secondo la rivista americana, e del tentativo fallito di "selfie" da parte dell'astronauta americano Rick Mastracchio.
La vera notizia, però, è la sempre più consolidata inutilità del servizio ormai sempre più tardivo dei telegiornali classici, che si basano sulla multimedialità degli smartphone dei cittadini. Non potremmo farne a meno e andare direttamente alla fonte? Invece che attendere le notizie del TG, peraltro quasi mai nude e crude ma preconfezionate, consulteremo direttamente Newswire. Ormai ognuno di noi ha in casa un pc; per non parlare dello smartphone, che da qualche anno è diventato il prolungamento dei nostri arti superiori.
Altro tema che emerge da questa notizia, sembra essere il sempre più crescente potere di Facebook: il timido social network che collegava tra loro una cerchia ristretta di "secchioni universitari" è diventato un referente imprescindibile della rete. Per quanto possa essere amata o detestata, la creatura di Zuckerberg si è insediata subdolamente nelle nostre vite. Questo potrebbe essere l'ennesimo step, della colonizzazione digitale dell'ambizioso Mark.
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