lunedì 31 marzo 2014

Infinity TV usufruirà in estate di Chromecast

Se avete un televisore e fate spesso zapping fra i canali mediaset, sicuramente saprete, o per lo meno vi sarete scontrati con gli spot di Infinity, il nuovo servizio a pagamento del gruppo Mediaset.


Si tratta del servizio di film in streaming e noleggio del guppo del biscione. La novità, però, è insita nel fatto che Mediaset è pronto all'integrazione con il nuovissimo device Google Chromecast. La chiavetta di Google è stata lanciata in Italia pochi giorni fa e consente di connettere a internet ogni tv dotata di porta Hdmi.

Costa 35 euro e per lanciare un video dal cellulare alla tv dalle app compatibili basta schiacciare sull'icona di trasmissione e il link viene inviato via wifi. A quel punto lo smartphone diventa il telecomando mentre la riproduzione continua.


L'app Infinity sarà presto supportata da Chromecast, sull'onda di entusiasmo che ha già portato, in America, il supportato a Netflix. Altro servizio che presto potrebbe beneficiarvi è Sky Online. 

Le tempistiche dovrebbero essere contenute secondo Chiara Tosato, responsabile di Infinity; il tutto, infatti, dovrebbe essere implementato entro l'estate. Al momento Chromecast supporta app quali YouTube, Google Play (film e musica), oltre ad alcune app per la condivisione di file multimediali. 

Il mercato italiano è ancora relativamente vergine da questo punto di vista e il tempismo di Infinity potrebbe essere la chiave vincente su scala nostrana. L'arrivo del consolidato Netflix "taglierebbe le gambe" al servizio a pagamento reso disponibile dal biscione. 

Se il mercato musicale è in crisi sin dai tempi di Napster (1999), la crescita dell'ultimo periodo per via di servizi come iTunes e in particolar modo come Spotify e Deezer, sono davvero ben poca cosa. 

Discorso completamente diverso per il mondo cinematografico. Sarà per la qualità video dei file scaricati per via illegale, sarà per la difficoltà nel download oppure per lo "storage impegnativo", eppure questa pratica, non proprio lecita, non ha intaccato il mercato audiovisivo. E' anche vero, però, che servizi di distribuzione e noleggio film come Blockbuster ha avuto una fine davvero nefasta. 

A un certo punto, però, Società come Mega e Popcorn Time, hanno provato a scardinare il sistema, mettendo a disposizione migliaia e migliaia di film sui propri server. Questo deve aver fatto infuriare, e non poco, le major cinematografiche che in poco tempo sono riuscite a sopprimere i servizi sopra citati. 

Questa posizione dominante, negli ultimi anni, si è ulteriormente consolidata: nel 2013 i ricavi di Hollywood da box office sono stati in lieve crescita a 35,9 miliardi di dollari (dati Mpaa), mentre negli Usa l'home entertainment è cresciuto dello 0,7% a 18,22 miliardi di dollari: vendita, noleggio e soprattutto streaming stanno compensando il calo dei dvd (dati Digital Entertainment Group). 

La nuova frontiera della distribuzione di contenuti di intrattenimento sarà lo streaming? 

Se lo streaming rende più versatile e snella la fruizione del servizio, però, ha anche diversi limiti. Dovete sapere che un film, quando esce dalle sale cinematografiche, si trova d'innanzi a diverse finestre temporali, ovvero ha la facoltà di essere trasmesso su pay tv, noleggiato e così via. 

In Italia non esistono norme a riguardo, si tratta di una consuetudine definita dalle major. Fatto sta che le pay tv sono avvantaggiate rispetto allo streaming: succede anche negli Usa, dove Netflix ha un catalogo ampio ma datato, anche se ha già le prime serie tv prodotte in esclusiva e in generale offre le serie tv con un solo anno di ritardo. 

La partita quindi si gioca proprio su queste finestre temporali e su quanto labile il limite tra una finestra e quella successiva. Più i rapporti saranno stretti con le case di produzione e distribuzione. 

Mediaset da questo punto di vista è forte della comproprietà di Medusa.

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