venerdì 11 ottobre 2013

La pirateria non uccide il cinema (Forse!)

I lobbisti del copyright e gli studiosi non smettono di litigare sull'argomento. Quando i primi attaccano la pirateria di volere uccidere l'indutria del cinema e della musica, i secondi tentano di dimostrare, numeri alla mano, che l'industria dei contenuti fattura ancora considerevolmente.


L'autorevole London School of Economics and Political Science ha appena prodotto uno studio sulla crescita dei guadagni dell’industria dei contenuti. Sia nella musica che nel cinema i guadagni non cessano di moltiplicarsi (per Hollywood +6 % di ricavi nel 2012 in confronto al 2011). Insomma le cifre non sembrano evidenziare nessuna forma di crisi.

Ovviamente non si è fatta attendere la risposta dei lobbisti della Motion Picture Association of America (MPAA) che hanno accusato la London School of Economics di dire falsità.  La MPAA ha messo le mani avanti con un altro studio ("perfettamente imparziale") che ovviamente conferma il loro punto di vista.

Peccato che questo studio nella prima pagina includa in bella mostra la seguente frase:

Ringraziamo la Motion Picture Association of America (MPAA) per avere sostenuto questo studio con finanziamenti generosi.

A dire il vero, non è la prima volta che, in fatto di file sharing e di musica, le opinioni discordano. A onor del vero, prescindendo dai sospetti sopra citati, altre voci seguono questa corrente: il più autorevole, data la portata del proprio lavoro in ambito musicale, è Ed O’Brien dei Radiohead, che sostiene:

Bisogna licenziare più musica, avere più siti come Spotify, più siti che vendono musica e abbassare i prezzi per diventare competitivi con i peer-to-peer. [...] Tutti cambiamenti che l'industria discografica potrebbe applicare in una settimana ed é incredibile come sia restia a farlo.

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