sabato 12 ottobre 2013

La Bibbia è d'ispirazione non solo ai fedeli, ma anche agli hacker

Altro studio, altre rivelazione. Sembra il tema degli ultimi anni. Questa volta gli sforzi dei ricercatori avevano l'obiettivo di sondare il terreno delle password.


Ars Technica si è interessata ai meccanismi di hack delle password. I ricercatori in tema di sicurezza Kevin Young e John Dustin hanno utilizzato libri scaricati da Project Gutenberg per contribuire a creare un enorme database di parole e frasi.

Hanno creato un database con il contenuto della Bibbia, di molti altri libri e di Wikipedia; successivamente hanno testato questi riferimenti, nel tentativo di craccare 344.000 password comunicate dalla società Stratfor nel 2011.

Quasi immediatamente, un diluvio di password, spesso anche abbastanza tenaci, sono state rivelate. Tra queste: "Riuscirò mai vederti la faccia?", "in principio era il Verbo", "Dalla genesi", "Datemi la libertà o datemi la morte"…

L'articolo prosegue spiegando come la coppia di esperti abbia usato YouTube , Twitter e altre fonti ricche di dati per aggiungere profondità e complessità alle loro tecniche di infiltrazione.

I vostri account potrebbero quindi non essere così al sicuro, specialmente se siete appassionati di riferimenti biblici. Prendetela come una curiosità. La notizia arriva dalla Francia e lascia un po' di dubbi. Sicuramente la Bibbia è il libro più venduto di sempre e quindi la diffusione è abbastanza capillare (non uniforme evidentemente), però non so se è altrettanto vero che, oltre ad averla comprata, l'abbiano anche letta.

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