mercoledì 19 giugno 2013

Gli USA credono nell'energia solare: copre il 50% del fabbisogno

Un primo trimestre da record per il solare USA. Nonostante la crescita del mercato dello shale gas, le rinnovabili continuano a svolgere un ruolo importante all'interno del mix energetico a stelle e strisce e il solare sta frantumando record su record.


Secondo il Solar Market Insight, la consueta ricerca effettuata dalla Solar Energy Industry Association (SEIA) in collaborazione con GTM Research, quasi il 49% della nuova capacità elettrica installata negli Stati Uniti nel primo trimestre del 2013 è arrivata dal solare.

Un dato eccezionale: i 723 MW installati a inizio 2013 rappresentano infatti una crescita del 33% rispetto ai 544 MW del primo trimestre del 2012. Una crescita sostenuta in particolar modo dal mercato residenziale che, soprattutto in Arizona e California, ha fatto registrare eccelsi livelli di crescita. Addirittura in California, per la prima volta, il mercato residenziale è stato superiore a quello non residenziale.

Altro dato molto interessante da sottolineare riguarda il prezzo dell'energia. Si evidenzia da più parti come lo shale gas abbia fatto diminuire il prezzo del gas, ma si evidenzia troppo poco quanto sia diminuito anche il prezzo del solare. Secondo il Solar market Insight, infatti, il prezzo medio di un impianto fotovoltaico residenziale negli Stati Uniti è sceso sotto i 6 dollari per watt, mentre quello degli impianti non residenziali si è abbassato a meno di 4 dollari per watt.

Nel complesso, secondo il report, il fotovoltaico dovrebbe continuare a crescere: altri 4,4 GW dovrebbero essere installati entro la fine del 2013 con una crescita annuale di circa 9 GW fino al 2016. Meno poderosa la crescita del solare a concentrazione, anche se entro la fine dell'anno dovrebbero essere installati 900 MW. 

Insieme queste due tecnologie dovrebbero dunque portare entro la fine dell'anno all'installazione di 5,3 GW di energia solare un quantitativo sufficiente per soddisfare i fabbisogno di circa 960.000 famiglie americane. 

Siamo alla vigilia di una nuova rivoluzione solare negli Usa guidata dalla rapida espansione della generazione distribuita

ha dichiarato Shayle Kann, vicepresidente della ricerca presso GTM.

Rhone Resch, presidente e CEO della SEIA, ha invece sottolineato che l'attuale potenza cumulata di energia elettrica solare installata negli Stati Uniti può soddisfare il fabbisogno di 1,3 milioni di famiglie americane, una crescita che ha permesso all'industria solare americana di creare migliaia di posti di lavoro e di fornire energia pulita e conveniente.

Questa crescita, semplicemente, non si sarebbe verificata in assenza di politiche coerenti e di lungo termine che hanno contribuito a garantire un ambiente di lavoro stabile per 5.600 aziende solari della nostra nazione. Molte delle quali piccole imprese

ha concluso Resch. 

Fare parallelismi con l'Italia sarebbe davvero come sparare sulla Croce Rossa. Di sicuro il sole non è una risorsa scarsa. Forse, invece che pensare regolamentare la tassazione del gas importato dalla Siberia, piuttosto che dalla Libia, dovremmo puntare sulle fonti alternative. Sicuramente il territorio utile italiano è modesto, se paragonato agli Stati Uniti, ma è anche vero che la popolazione autoctona è decisamente più limitata e quindi, pure il fabbisogno energetico locale. Senza dimenticare l'alta professionalità degli ingegneri energetici italiani, che non hanno nulla da invidiare ai colleghi d'oltreoceano.

Ora come sempre la palla passa alla politica, che da sempre riesce a complicare le cose più semplici. Sarà in grado la burocrazia italiana di incentivare la diffusione dell'energia solare? Non è necessario essere pessimisti per arrivare alla medesima conclusione, anche perché fino ad ora non ci pare abbia fatto molto.

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