giovedì 6 giugno 2013

Sorvegliare e impollinare le coltivazioni? Si, grazie alle api robot

Sicuramente nei giorni scorsi, fruendo delle news dei vari TG, avrete saputo delle polemiche inerenti ai pesticidi neonicotinoidi (antiparassitari a base di nicotina). 


A sollevare la questione della pericolosità dei pesticidi erano state diverse organizzazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, ma la campagna informativa, nonostante le petizioni del popolo di internet, non ha avuto gli effetti sperati. La votazione è terminata senza una maggioranza, con 13 Stati favorevoli al divieto (tra cui Italia, Francia, Spagna e Polonia), 9 contrari e 5 astenuti

Risultato? La proposta presentata oggi dalla Commissione europea di vietare per due anni l'uso di pesticidi che mettono in pericolo la sopravvivenza delle api non è stata accolta. 

"Se l'ape scomparisse dalla faccia della terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita"

A sostenerlo era l'illustre Albert Einstein. Non si tratta solo di miele, cera e pappa reale, le api sono implicate in diverse produzioni agricole e insieme ad altre specie rendono possibile il fenomeno dell'impollinazione.

Purtroppo, dagli anni novanta, la salute delle api, in tutto il mondo, è stata in pericolo anche grazie all'incremento dei punti di prova di nuovi pesticidi tossici, creati da aziende come Shell e Bayer fra le altre.

A questi problemi di contaminazione si deve anche aggiungere che, per colpa della sempre maggiore diffusione degli OGM, la perdita di biodiversità genetica ha causato non pochi problemi alle piccole api. Negli Stati Uniti si sta diffondendo un'epidemia devastante, la Colony Collapse Disorder (CCD). 

Quest'ultima sta decimando gli alveari statunitensi e stando alle parole di Einstein, ben presto potrebbe diventare una minaccia anche per il genere umano. La Colony Collapse Disorder è tra le epidemie più minacciose ma non è di certo la prima, nel 2009 tre ricercatori unirono le forze con l'Università di Harvard e del Northeastern con lo scopo di creare delle api robot, la razza droide non ha lo scopo di soppiantare le api di madre natura ma di monitorarle e proteggerle.

Il progetto si chiama "Micro Air Vehicles" e prevede la realizzazione di veicoli robotici di dimensioni estremamente ridotte. Le api robot, per fluttuare in aria, utilizzano dei muscoli artificiali per il controllo del volo. Il progetto Micro Air Vehicles non è nato con lo scopo di sconfiggere la CCD ma i ricercatori hanno affermato che questi piccoli robot potrebbero avere un ruolo fondamentale nella lotta alla decimazione delle api. Il drone è nato con lo scopo di "studiare la mentalità delle api": il vero punto di forza delle api è proprio la mentalità alveare. L'alveare è una comunità ricca di responsabilità e coordinazione.



Le api hanno tutte lo stesso scopo, proteggere la regina, così passano la loro vita alla ricerca di cibo per garantire la continuità della specie. Mentre proteggono la regina, le api operaie si intersecano con il nostro sistema alimentare mediante l'impollinazione. Gli scienziati vorrebbero creare un robot con gli stessi istinti e la stessa determinazione delle api operaie e credono che presto, saranno in grado di programmare le api robotizzate per vivere in un alveare artificiale, coordinandone differenti algoritmi per poter comunicare tra di loro sui diversi metodi di impollinazione e la posizione di particolari colture. 

Naturalmente, i rapporti pubblicati dal laboratorio descrivono anche potenziali usi militari, come sorveglianza e mappatura.

0 commenti:

Posta un commento

 
Tecnodiary2 © 2011