lunedì 28 dicembre 2015

Legge anti-terrorismo: governo cinese richiede password e chiavi di cifratura

La Cina approva all'unanimità una nuova legge anti-terrorismo. Sin da subito ha sollevato critiche e preoccupazioni, confermando le perplessità e le obiezioni avanzate negli ultimi mesi dalle principali aziende tecnologiche e dal governo di Washington.


Tra le varie norme stabilite dalla nuova legge, le compagnie che operano su internet in Cina dovranno fornire, quando richiesto, chiavi di cifratura e password al governo. 

Beijing sostiene che l'accesso a questi dati è una misura necessaria per difendersi dal terrorismo. Ma nel mondo occidentale sono molte le preoccupazioni che ruotano attorno alla prospettiva di consegnare queste informazioni, senza alcun vincolo, al governo cinese considerando gli episodi di censura e di cyberspionaggio contro le aziende statunitensi e le agenzie governative di altri Paesi.

Nel corso dell'anno il Presidente USA, Barack Obama, ha espresso la propria preoccupazione sull'allora bozza della legge, osservando come le norme rappresentassero una pericolosa backdoor per i servizi internet.

Abbiamo chiarito che questi sono elementi che dovranno essere cambiati se vorranno continuare a fare affari con gli USA

dichiarò allora Obama, alludendo al fatto che le leggi anti-terrorismo pensate dal governo cinese rappresentassero inoltre l'occasione per dare uno svantaggio alle compagnie occidentali nel Paese asiatico. 

La Cina getta acqua sul fuoco: Li Shouwei, membro dell'Assemblea Nazionale del Popolo, e coinvolto nella stesura della legge, ha affermato:

Le regolamentazioni della legge anti-terrorismo non andranno ad influre sulle operazioni ordinarie delle società e non useremo la legge per creare backdoor che violino i diritti di proprietà intellettuale delle aziende. La legge non arrecherà alcun danno alla libertà di parola e di culto delle persone. 

La nuova legge entrerà in vigore dal prossimo 1 gennaio. Nonostante quanto stabilito dalla legge, varie compagnie tecnoogiche come ad esempio Apple non possono disporre delle chiavi di cifratura dei singoli dispositivi e non potrebbero, quindi, fornire l'accesso ai dati dei clienti anche dietro una richiesta del governo.

La legge potrebbe rappresentare l'innesco di una battaglia tra le preoccupazioni sulla privacy e le opportunità di business, dal momento che l'eventuale estromissione dal remunerativo mercato cinese è una prospettiva che molte compagnie semplicemente non potranno accettare. Tuttavia, fino ad ora, non vi sono ancora informazioni su cosa accadrà se tali compagnie non potranno soddisfare le richieste del governo.

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