lunedì 22 giugno 2015

Who Has Your Back, WhatsApp e la sicurezza.

A fronte del quinto report annuale "Who Has Your Back" di Electronic Frontier Foundation (EFF), ora sappiamo che WhatsApp si è posizionata ultima posizione; ciò vuol dire che la sicurezza, non è fra le sue prerogative. Vi siete stupiti? 


Si tratta di un documento che stabilisce, sulla base di cinque criteri differenti, il rispetto della privacy degli utenti iscritti in un determinato servizio, e le pratiche di trasparenza utilizzate.

Per ogni criterio raggiunto viene consegnata una stellina, con il totale che rappresenta il punteggio finale.

Fra i criteri, EFF considera se il servizio segue le cosiddette "migliori pratiche del settore", se informa gli utenti circa le richieste di dati da parte dei governi, se rivela le politiche in materia di conservazione dei dati, se rivela le richieste governative sulla rimozione dei contenuti, o se si oppone alle pratiche governative circa l'introduzione volontaria di backdoor per l'accesso da remoto ai dati. 

Per le app di messaggistica naturalmente non si applicano le richieste di rimozione dei contenuti.

Questo è stato il primo anno di partecipazione da parte di WhatsApp, ma non rappresenta una giustificazione valida per l'ultima posizione. EFF afferma di aver informato in tempo la società di Koum, che avrebbe apparentemente avuto tutto il tempo necessario per operare tutti i cambiamenti rivolti al raggiungimento dei requisiti del report.

Ma in realtà WhatsApp ha fatto poco o niente per rispettare gli standard dell'industria sulla privacy e sulla sicurezza dei dati, secondo EFF.

Il client di messaggistica ha di fatto ricevuto una sola stellina, quella relativa alle backdoor governative. Il merito in questo caso va a Facebook, la società che ha acquisito WhatsApp e che ha sposato varie misure in tal senso.

La società di Zuckerberg di contro ha ottimi risultati, con quattro stelline complessivamente. Nel caso di WhatsApp non vengono rispettati nemmeno i requisiti inseriti nella prima categoria, quella delle migliori pratiche del settore.


Ed è una caratteristica decisamente interessante se si considera che WhatsApp è il client di messaggistica più diffuso in Occidente.

Fra i requisiti della macrocategoria infatti si include anche la richiesta di un mandato del giudice per l'invio di dati personali inseriti nel servizio. Mandato che nel caso di WhatsApp non serve, rendendo così disponibili tutti i dati personali degli utenti a chiunque li richieda senza troppe velleità burocratiche.

A metà classifica troviamo invece varie società come Amazon, Comcast, Microsoft, Google, Snapchat e Tumblr, tutte con tre stelline nel computo finale.

Ottimi i risultati ottenuti da Apple, nella prima posizione con cinque stelline in ex-aequo con Adobe, Dropbox, Wikimedia, WordPress e Yahoo!

Traete voi le conclusioni!

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