sabato 30 novembre 2013

eCall, l'auto del futuro (non troppo futuro)

Nel campo dell'automotive si stanno facendo molti progressi, grazie, soprattutto, all'introduzione di nuove tecnologie. Si sta lavorando in diverse direzioni, tra queste, senz'altro, l'eco-compatibilità e la sicurezza. 


Di "carburanti puliti" e di alimentazioni alternative, vi avevamo già parlato qualche mese fa, quando BMW presentava la sua prima auto completamente elettrica e successivamente, quando ci siamo occupati di Volvo e dei suoi progetti sulla ricarica wireless delle proprie auto elettriche.

Quest'oggi, invece, ci soffermeremo sull'aspetto "safety", con il progetto eCall, le interazioni Machine-to-machine.

Lo scorso mese di giugno, infatti, la Commissione Europea ha annunciato l'adozione di due proposte con lo scopo di garantire, entro il mese di ottobre 2015, la capacità delle auto di allertare automaticamente i servizi di emergenza e assistenza stradale, nel caso si verifichi un incidente grave, grazie all'impiego di un apposito sistema di telecomunicazione chiamato per l'appunto eCall.

Secondo le stime della Commissione Europea, la quale ha sottolineato come lo scorso anno sulle strade dell'Unione Europea si siano registrate 28 mila vittime di incidenti stradali e 1,5 milioni di feriti, il sistema automatico eCall potrebbe consentire di salvare fino a 2500 vite all'anno, grazie alla maggiore tempestività nell'invio dei servizi.

Il sistema si basa infatti sulla possibilità di inviare un messaggio di allerta anche nel caso in cui il conducente del veicolo sia incosciente o nell'impossibilità di effettuare una telefonata. La tecnologia eCall può potenzialmente avere sulla sicurezza stradale la stessa influenza che hanno avuto le cinture di sicurezza e gli airbag.

L'obiettivo della Commissione è la garanzia che a partire dall'ottobre 2015 tutti i nuovi modelli di autovetture e veicoli utilitari leggeri immessi sul mercato siano equipaggiati con il sistema eCall e che venga, parallelamente, realizzata l'infrastruttura necessaria a ricevere e gestire in modo adeguato le chiamate eCall nei centri di pronto intervento assicurando quindi la compatibilità, l'interoperabilità e la continuità del servizio su tutto il territorio dell'Unione Europea.


eCall si attiva automaticamente nel momento in cui i sensori del veicolo rivelano un urto grave: il sistema compone in maniera automatica il numero unico europeo di emergenza 112, stabilisce un collegamento con l'appropriato centralino di emergenza e comunica un set standard di dati relativi all'incidente che comprendono l'orario in cui è avvenuto, la posizione del veicolo e la direzione di marcia (elemento fondamentale per l'intervento nelle autostrade o nei tunnel). Il sistema può essere attivato anche manualmente, premendo un pulsante all'interno dell'abitacolo.

L'impiego di un sistema eCall interoperabile a livello europeo rappresenta una importante evoluzione in materia di sicurezza stradale: i dati ricevuti tramite il sistema eCall consentiranno ai servizi di emergenza di prestare una più rapida assistenza ai conducenti ed ai passeggeri incidentati, con una riduzione dei tempi di risposta dei soccorsi del 40 % nelle zone urbane e del 50 % nelle zone rurali.

Il sistema ovviamente avrà anche conseguenze secondarie sulla riduzione degli ingorghi causati da incidenti e sulla riduzione degli incidenti secondari provocati dalla mancata messa in sicurezza del luogo dell'incidente.

Chiaramente affinché sia possibile supportare la tecnologia eCall sarà necessario affidarsi ad una serie di presupposti tecnologici che apriranno molte opportunità per tutto il settore dell'auto. Tutte le realtà coinvolte nell'offerta delle tecnologie, dei componenti e dei servizi utilizzati nei vari aspetti di eCall potranno infatti trarre interessanti benefici e in special modo per le aziende automobilistiche vi sarà la possibilità di generare nuove fonti di fatturato grazie alla proposta commerciale di servizi a valori aggiunto basate sulle tecnologie e sulle apparecchiature necessarie al funzionamento di eCall.

Sono sostanzialmente due le opzioni che i produttori avranno a disposizione per l'implementazione della tecnologia eCall:

  • la prima, e più semplice, è quella che prevede di sfruttare, tramite un opportuno collegamento via cavo o bluetooth, lo smartphone e la SIM card del conducente;
  • la seconda prevede l'integrazione di una SIM all'interno del sistema di infotainment della vettura.

La Commissione Europea raccomanda la seconda opzione, dato che nel primo caso le funzionalità eCall si renderebbero disponibili solamente nel caso in cui il guidatore ricordi di collegare il proprio telefono alla vettura, minando quindi alla base l'efficacia della tecnologia. L'integrazione della SIM rappresenta invece una strada che elimina queste incertezze e, inoltre, apre una serie di nuove possibilità sul mercato e di benefici per l'utente.

Le automobili moderne dispongono di una serie di soluzioni di assistenza alla guida che operando spesso in sinergia tra loro hanno consentito di incrementare notevolmente la sicurezza stradale. Si tratta di sistemi che sono basati su una vasta gamma di sensori che monitorano sia lo stato del veicolo sia le condizioni della strada e dell'ambiente circostante. Le auto possono produrre quindi una grande quantità di informazioni utili, a patto di essere in grado di estrarre queste informazioni e di tradurle in qualcosa che abbia un significato. Si tratta di informazioni che potrebbero essere di utilità ancor maggiore, oltre che per i servizi di assistenza alla guida, quando divenga possibile condividerle anche "all'esterno" della vettura, sfruttando appunto una SIM integrata nel veicolo per comunicare e trasmettere questi dati a terzi: tra veicoli, verso centri di informazione, con la casa produttrice dell'auto, al rivenditore. Si tratta di una declinazione del paradigma conosciuto con il nome di machine-to-machine (M2M), un sottoinsieme del più ampio universo della cosiddetta Internet of Things.

Machine-to-machine, ovvero una comunicazione che avviene esclusivamente tra dispositivi, senza che sia necessaria l'interazione dell'uomo.

Secondo gli studi di alcuni analisti il paradigma machine-to-machine applicato al settore dell'auto permetterà di generare nel 2012 199 miliardi di fatturato. E uno dei principali motori di crescita è proprio l'implementazione di eCall promossa dalla Comunità Europea.

L'implementazione della tecnologia eCall seguendo l'opzione dell'integrazione all'interno dell'auto di una SIM (e di un sistema di comunicazione cellulare) comporterà inevitabilmente dei costi aggiuntivi per i produttori di automobile.

A questo proposito che David Levine, Global Head of Automotive Business Develoment di Vodafone, osserva:

La principale tendenza sull'agenda di chiunque sono i big data, ma nel mondo delle comunicazioni machine-to-machine sono gli small data ad essere importanti. Le comunicazioni M2M stanno aiutando i produttori a meglio comprendere le prestazioni ed il comportamento di guida dei loro veicoli. Ciò permette ai produttori di sviluppare ed evolvere nuove relazioni con i clienti e a proporre nuovi ed innovativi servizi a valore aggiunto.

Il paradigma M2M applicato al settore delle auto permette di stabilire un nuovo canale di comunicazione bidirezionale tra l'automobile ed il fornitore dei servizi: di norma quando un'automobile lascia la concessionaria vi torna solamente per espletare le esigenze di manutenzione programmata o per interventi di riparazione. Con l'avvento dell'M2M sarà possibile stabilire un legame più solido tra il cliente e la concessionaria, con la possibilità di proporre una serie di servizi su minsura in grado di differenziare l'offerta da quella della concorrenza.

La concessionaria avrebbe la possibilità, ad esempio, di impiegare le informazioni diagnostiche inviate dall'automobile per identificare ed eventualmente prevenire problemi alla vettura, comunicando al cliente se è il caso di effettuare un'ispezione o un intervento di manutenzione. I produttori di auto possono inoltre collaborare con un ecosistema di partner, come già avviene da parte di alcune case automobilistiche, per offrire servizi di informazione e intrattenimento, come lo streaming di video e di musica o l'accesso ad applicazioni che possano migliorare l'esperienza di guida e di viaggio, tramite la rete cellulare dell'auto. Il pubblico, dinnanzi a queste possibilità offerte dalla tecnologia, inizierà presto ad aspettarsi l'offerta di servizi aggiuntivi come ad esempio il tracciamento di un veicolo rubato (come avviene con i sistemi notebook, ad esempio), l'assistenza automatica in caso di guasti o lo sblocco remoto della vettura, previa opportuna verifica dell'identità, nel caso in cui si siano smarrite le chiavi.

L'applicazione di M2M al mondo dell'automobile porterà però una serie di novità e di benefici che non saranno semplicemente commerciali e circoscritti al settore dell'auto ma si rifletteranno anche sui consumatori. Questo genere di tecnologie, ad esempio, può consentire il tracciamento del comportamento di guida del proprietario del veicolo (a patto, ovviamente, che il guidatore acconsenta) raccogliendo una serie di informazioni che potrebbero trovare un'utile applicazione nel mondo assicurativo.

La disponibilità di informazioni legate allo stile di guida del proprietario di una vettura permetterebbero infatti la costruzione di modelli assicurativi basati sull'uso del veicolo e quindi in grado di definire meglio il grado di rischio, permettendo ai guidatori più cauti di realizzare risparmi più o meno consistenti sul pagamento del premio assicurativo, oltre che incentivare abitudini di guida più sicure e migliorare ulteriormente la sicurezza stradale.

L'effettivo utilizzo di una vettura è un elemento di particolare valore anche per le compagnie di autonoleggio o per quelle realtà che si trovano ad amministrare e gestire una flotta di veicoli che avrebbero la possibilità di approntare un sistema di controllo che prevede, ad esempio, il pagamento di una penale nel caso in cui l'utilizzatore del mezzo abbia tenuto un comportamento poco virtuoso nella cura del veicolo e/o nel consumo di carburante. In questo modo vi sono quindi le potenzialità di estendere la vita del veicolo, ridurre la perdita di valore nel tempo e ammortizzare meglio i costi di acquisto delle flotte.

Allo stesso modo vi potranno essere ripercussioni positive anche sul mercato delle auto di seconda mano, con la possibilità da parte del cliente di verificare nel concreto le dichiarazioni del venditore e di approfondire che uso sia stato fatto della vettura da parte del proprietario precedente.

Nel complesso tutti questi casi che abbiamo mostrato fino ad ora hanno la potenzialità di condizionare in maniera positiva il modo in cui le persone guidano l'automobile, a tutto vantaggio della sicurezza stradale, del portafoglio di molti consumatori e, ottimisticamente, anche dell'impatto ambientale.

Il progressivo popolamento delle strade con veicoli "smart" e connessi permetterà ai gestori del servizio pubblico di migliorare la propria offerta al cittadino. E' infatti immediatamente comprensibile come tutti i dati raccolti e generati dalle vetture possano essere impiegati per desumere una vasta gamma di informazioni legate alle condizioni del traffico e delle strade, portando ad una migliore comprensione del sistema viabilistico.

Il flusso di informazioni dettagliate e in tempo reale, riferite ad esempio alla velocità dei veicoli e all'occorrenza delle frenate, può circolare sia tra le vetture (consentendo quindi ai conducenti di essere aggiornati con le condizioni del traffico ed evitare quindi eventuali ingorghi), sia verso le autorità che avranno così modo di intervenire tempestivamente e quando opportuno per deviare il traffico verso itinerari alternativi allo scopo di allentare gli eventuali episodi di congestione.

Tutti i dati raccolti dai sistemi di assistenza alla guida, come ad esempio ABS e stabilizzazione, possono inoltre sbloccare una miglior consapevolezza della condizione del manto stradale specie durante l'insorgenza di fenomeni metereologici avversi e identificare con precisione (incrociando ad esempio i dati provenienti dai sistemi di assistenza alla guida con quelli dei sistemi di posizionamento satellitare) la presenza di ghiaccio sulla sede stradale, disponendo un più efficiente spiegamento dei mezzi spargisale.

Allo stesso modo le informazioni generate dalle sospensioni dei veicoli possono venire in aiuto alle autorità e alle società di manutenzione nel rilevare tratti di strada sconnessi, che possono essere così riparati prima di trasformarsi in buche capaci di creare danni o di rappresentare una minaccia per la sicurezza di conducenti e pedoni. In questo modo potrebbe essere possibile organizzare meglio gli interventi di manutenzione, minimizzando i tempi di chiusura delle strade e i relativi costi e disagi.

E' importante osservare che attualmente già esistono tutti i presupposti tecnologici necessari per rendere realtà tutti gli esempi fin qui proposti nel corso dell'articolo e che, anzi, alcuni produttori di automobili (BMW, Peugeot, Ford, Citroen giusto per citarne alcuni) già hanno inserito nelle proprie offerte commerciali una serie di servizi basati sulla connettività, sia tramite SIM integrata, sia tramite soluzioni alternative quali, ad esempio, un dongle USB.

Nei prossimi anni i servizi basati sul concetto di M2M rappresenteranno sempre di più una parte chiave delle offerte dei produttori di automobili, i quali potranno inoltre avvalersi dei dati raccolti con ciascuna generazione di vetture per meglio progettare e commercializzare le generazioni successive. Si tratta quindi di una vera e propria rivoluzione (potenziale, almeno in questa fase) per il settore dell'auto alla luce delle innumerevoli possibilità di innescare un cambiamento per molteplici aspetti, dal comportamento del conducente fino al modo in cui le auto vengono progettate e, infine acquistate. Le possibilità sono veramente infinite e limitate solamente dalla capacità e dall'intuito degli ingegneri hardware e software.

Ma, è fin troppo evidente che questo tipo di panorama futuro, non porterà solamente benefici, o meglio, porterà con se polemiche per quanto concerne la privacy. Già con l'introduzione della geo-localizzazione dei moderni smartphone, si ha avuto l'impressione (e non solo quella) che la grande quantità di informazioni, provenienti da questa raccolta capillare, e a disposizioni delle grandi multinazionali, sia uno strumento molto pericoloso e potenzialmente dannoso per la privacy di ognuno di noi. M2M avrebbe una portata simile, se non superiore, il che aumenta esponenzialmente il rischio.

Alcuni utenti della rete, fanno notare che, già alcune compagnie assicurative offrono, a pagamento, un dispositivo aggiuntivo, che svolge funzioni simili a quelle presentate finora. Sottolineano anche che con questo accorgimento, colui che processa le informazioni ricevute, ha per le mani la possibilità di controllare ciò che il conducente del veicolo fa o non fa.

Altri utenti, fanno notare che, già alcune case automobilistiche implementano questo sistema (o similare), ma è fornito a discrezione dell'acquirente, che potrà abilitare la funzione come optional. In questo caso, la privacy verrebbe tutelata e, se qualcuno decidesse di equipaggiare la vettura con tale sistema, lo farebbe spontaneamente.

D'altro canto, così facendo, verrebbe meno il principio di M2M e la tecnologia non sarebbe più efficace, o per lo meno non fino in fondo. Sarà possibile garantirlo? Ora non rimane che capire se, l'equipaggiamento delle autovetture con eCall, sarà obbligatorio o se passeranno ancora molti anni prima di poter passare all'atto pratico. Per ora possiamo solo trarre le nostre conclusione e fare il classico bilancio costi-benefici, formulando un verdetto personale.

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