lunedì 22 dicembre 2014

La cura contro l'assuefazione da internet gaming made in Cina

La ludopatia, in particolare in Italia, è una piaga davvero difficile da debellare. Provate a pensare all'approccio dello Stato italiano per affrontala, e ora provate a leggere il post di oggi. 


Seppur le due situazioni trattate divergano, almeno in parte, è curioso (a tratti addirittura spaventoso) notare come occidente e oriente affrontino in modo diametralmente opposto una patologia così simile.  

Tutto è partito da un reportage fotografico realizzato da Fernando Moleres, presso su un centro di riabilitazione contro l'assuefazione, provocata dal gioco su internet.

Fernando Moleres è un fotografo pluripremiato che ha già documentato alcune delle violazioni dei diritti umani più eclatanti al mondo: dal lavoro minorile in Guatemala, alle sovraffollate carceri della Sierra Leone.

Più recentemente, Moleres si è recato in Cina per documentare le drastiche procedure di riabilitazione, adottate in questa nazione contro i disturbi generati dal gioco su internet.

La Cina con il "boom economico" si è trovata a suo malgrado in una situazione mai accaduta prima. Niente violazione dei diritti umani questa volta, eppure i metodi adottati per risolvere il problema sembrano davvero barbari.


L'istruzione è un potente strumento di riabilitazione


ha sottolineato Moleres, eppure le procedure militari adottate in Cina sono davvero discutibili, sebbene sembra ormai chiaro che sia necessario adottare procedure drastiche per arginare un fenomeno così dilagante (in rapida espansione, e non solo in Cina) come quello dell'assuefazione da internet gaming,

I disordini provocati dall'internet gaming non sono stati ancora completamente definiti, e studi in materia sono in corso in Europa e negli Stati Uniti. L'American Psychiatric Association (APA) li ha già definiti come un "nuovo fenomeno", in cui il gioco online compulsivo comporta "ripercussioni di tipo clinico e genera condizioni di disagio". Ma l'APA deve condurre ancora ulteriori studi al fine di classificare tali disturbi dal punto di vista formale.

Alcuni paesi asiatici, invece, hanno già iniziato ad affrontare il problema, e lo stanno facendo in maniera decisa. Secondo dati ufficiali, in Cina si trovano circa 113 mila internet cafè.

Costituiscono le uniche opportunità per accedere a internet per le fasce meno abbienti della popolazione, mentre i centri aperti per 24 ore diventano addirittura dei luoghi per passare la notte e per dormire. Ma nelle grandi città, gli internet cafè sono anche i luoghi preferiti dagli appassionati di videogiochi oltre che di incontro al fine di condividere la propria passione per il gaming.

Secondo il reportage di Moleres, pubblicato da Al Jazeera America, in Cina ci sono attualmente 632 milioni di utenti di internet e, secondo le autorità locali, il 10% dei minori che navigano su internet soffrono di assuefazione.








Il centro di riabilitazione a sud di Pechino che Moleres ha visitato ha in trattamento 62 ragazzi e 6 ragazze. Il centro è diretto da un medico militare, Tao Ren, che stima che in Cina ci sono circa 24 milioni di assuefatti da internet gaming come lo sono i suoi pazienti.

Gli adolescenti che si trovano nel centro vengono monitorati costantemente, anche perché qualcuno di loro ha tentato di fuggire. Vengono sottoposti a procedure molto rigide e in certi casi brutali (basta vedere le foto).

I tecnici del centro studiano in particolare gli effetti provocati dai videogiochi sull'attività neurologica del loro cervello. Il lavoro e le esercitazioni militari servono a migliorare l'attività cerebrale e a spezzare l'assuefazione.

Secondo Tao Ren, diversi fattori contribuiscono a determinare questo stato di assuefazione. I pazienti, infatti, smettono di avere rapporti con i genitori, i quali, con il migliorare dell'economia cinese, spendono sempre più tempo nelle sedi di lavoro e rimangono solo per una minima parte della giornata a casa.

La Cina, inoltre, impone ancora delle restrizioni all'ingrossamento delle famiglie, e questo fa sì che molti adolescenti non abbiano fratelli. Restano da soli a casa e spesso impiegano il tempo giocando al computer.

Questo contesto culturale spinge molti adolescenti a individuare delle "credenze e pratiche condivise" negli internet cafè e nelle community online. Ma il lavoro di Moleres non è solo incentrato sulla Cina, visto che il fenomeno della dipendenza dalla tecnologia assume sempre più una connotazione globale.


È un fenomeno che oggi affligge soprattutto i giovani di alcune nazioni asiatiche, ma che presto può raggiungere anche i nostri giovani

conclude il fotografo.

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