martedì 23 dicembre 2014

Caso The Interview qualche giorno dopo!

Ne abbiamo parlato noi, tutte le testate giornalistiche della rete e qualsivoglia telegiornale, compresi i più beceri.


Ebbene il risvolto politico del caso "Sony Gate" ha suscitato un grande interesse nell'opinione pubblica, che ha visto minata la libertà di espressione. Sebbene questo non sia estraneo ai paesi con formazione comunista, questa volta, la situazione ha prevaricato gli interessi dell'occidente. Questo ha fatto storcere il naso a parecchi personaggi illustri: Mr. Obama in testa al gruppo! 

Il gruppo "Guardiani della Pace", che aveva violato il network di Sony Pictures, aveva infatti minacciato attacchi terroristici "in stile 11 settembre" se il film The Interview avesse raggiunto le sale. L'intervento di Obama correlava poi apertamente i "Guardiani della Pace" all'esecutivo della Corea del Nord.

Ma la nazione asiatica ha respinto queste accuse e ha invitato gli Stati Uniti ad aprire un'indagine congiunta per capire insieme quali siano i reali responsabili dell'attacco.

La storia, però, non è finita con il ritiro dalle sale del film "The Interview", ma lo spiegheremo al termine dell'articolo. 

Non si ha ancora la certezza sulla provenienza dell'attacco del gruppo hacker, anche se le agenzie governative USA (FBI in testa) hanno individuato il luogo da cui è partito l'attacco, ovvero la Corea del Nord

La CNN, però, l'assedio ai danni di Sony Pictures, ha avuto luogo è riuscito grazie al furto delle credenziali di un amministratore di sistema. La fonte è anonima, naturalmente, ma pare sia interna alla squadra di forze dell'ordine che indaga sull'accaduto.

La fonte rivela che le credenziali rubate sono quelle che li hanno condotti a concludere l'attacco e non "un lavoro dall'interno" come si era pensato all'inizio.

NBC News, dal canto suo, ha riferito che l'attacco è arrivato dal territorio della Corea del Nord e che era mirato a simulare la colpa di Taiwan. E infatti nei primi report, la fonte dell'attacco risultava un hotel di Taiwan.

Inoltre, la stampa statunitense riporta che l'amministrazione Obama sta svolgendo incontri ad alto livello per rispondere alla minaccia e potrebbe annunciare entro poche ore quali passi intende intraprendere.

Passati attacchi da fonti cinesi sono finiti in cause legali. Non è chiaro se il governo statunitense stesso deciderà di denunciare la Corea del Nord. Insomma, un attacco informatico rischia di trasformarsi in una crisi diplomatica.

Ma ora la buona notizia: se è vero che Sony Pictures ha provveduto prontamente al ritiro del film sotto minaccia, ora qualcosa sembra essere cambiato. La rivincita è servita... più o meno!

Infatti, l'avvocato di Sony David Boies ha partecipato al programma Meet the Press della NBC, dicendo che il film The Interview verrà prima o poi distribuito.


Sony lo ha semplicemente posticipato [...] Ma sta lottando affinché il film venga distribuito. Non conosciamo le modalità secondo le quali avverrà la distribuzione, ma è certo che prima o poi verrà distribuito


sono state le parole di Boies. 

L'avvocato è anche tornato sull'attacco informatico subito da Sony Pictures di cui abbiamo ampiamente parlato, definendolo come "un attacco sponsorizzato da una nazione e diretto contro una società americana e i suoi dipendenti".

Ha poi aggiunto che Sony apprezza il sostegno ricevuto dall'FBI per le indagini sull'attacco.


Il governo adesso sta lavorando seriamente sul caso e sta cercando di capire come sia possibile proteggere la sicurezza nazionale in casi come questo. [...] Non è un problema solamente di Sony [...] Ma è un problema di sicurezza nazionale. E il governo deve affrontarlo".

 ha continuato Boies.

Il Presidente Obama è intervenuto sulla questione nei giorni scorsi, dicendo che "gli Stati Uniti reagiranno nella maniera adeguata", ma ha anche criticato Sony per aver ceduto alle richieste dei terroristi.

Ovviamente la rete non è rimasta in silenzio, infatti, nelle scorse ore internet è andata in tilt in Corea del Nord. I collegamenti internet in questa nazione sono normalmente limitati e tenuti sotto controllo dal governo locale, ma nelle ultime ore sono saltati del tutto. I motivi non sono ancora chiari, ma secondo alcuni esperti potrebbe trattarsi di una ritorsione americana all'attacco dei pirati informatici a Sony Pictures.


Non ho mai visto prima un'instabilità e interruzioni del genere in Corea del Nord [...] Normalmente ci sono salti della connessione, non problemi continui. Non sarei sorpreso se si trattasse di un qualche genere di attacco


ha affermato Doug Madory, direttore di analisi internet al Dyn Research, citato da Abc News. 

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