lunedì 25 giugno 2012

AWARE-2: fotocamera da un gigapixel

In ambito fotografico abbiamo visto ripartire con un certo slancio la corsa ai megapixel, ma ci sono applicazioni dove questa gara è molto più avanti, spingendosi al limite del gigapixel.


L'agenzia per la ricerca del Dipartimento della Difesa statunitense ha infatti messo a punto un apparecchio in grado di riprendere immagini a 0,96 gigapixel (pari a 960 megapixel). I ricercatori hanno dovuto optare per un'apparecchiatura composta da una grossa lente sferica e da decine di singole fotocamere, in quanto il design a singolo sensore e singola ottica incontrerebbe problemi al momento insormontabili, dati anche da limiti fisici.


La strada dell'utilizzo di più fotocamere può portare tranquillamente, secondo i ricercatori della Duke University di Durham, in Nord Carolina, ad apparecchi in grado di raggiungere i 50 gigapixel di risoluzione. Il dispositivo di ripresa ha dimensioni non certo tascabili, misurando 0,75x0,75x0,5 metri, ma la miniaturizzazioe dell'elettronica potrà portare a strutture più compatte: la parte relativa all'ottica e ai dispositivi di ripresa è infatti responsabile di solo il 3% del volume dell'apparecchiatura, pesante al momento 93 kg. 


AWARE-2, questo il nome della super fotocamera, al momento è in grado, utilizzando 98 fotocamere da 14 megapixel ciascuna, di riprendere immagini con angolo di visione 120°x42°, ma completando le posizioni disponibili con 220 sub-fotocamere, potrà arrivare a coprire un'immagine circolare di 120°, arrivando a circa 2 gigapixel di risoluzione. A causa della sovrapposizione di alcune porzioni dell'immagine e dell'eliminazione delle zone periferiche meno illuminate, la risoluzione delle immagini risulta inferiore alla somma dei pixel messi a disposizione dalle singole fotocamere. Non si tratta solo di un colosso dal punto di vista delle dimensioni: AWARE-2 è un apparecchio anche avido di energia, la ripresa di un singolo scatto richiede 430W di potenza. Ogni immagine è la combinazione di tre scatti a 8-bit uniti con tecnologie HDR in un file a 32-bit, poi riportato a 8-bit tramite tecnologie di tone mapping.

Risulta assai chiaro che l'applicabilità di una tale macchina troverà spazio in qualche applicazione spaziale  o per esempio su qualche drone da ricognizione.Per ora sembra impensabile l'utilizzo in quotidiano sulle nostre fotocamere digitali, oltre per le dimensioni di tale dispositivo, vorrei porre l'attenzione sullo spropositato impegno di potenza.

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