sabato 26 luglio 2014

Wet Computing: lo storage allo stato liquido

Foto, password, documenti e dati di ogni tipo. Ogni dispositivo smartphone, tablet e computer, porta con sé l'implicita conseguenza di dover salvare un numero, sempre più consistente, di dati.


Dato che la compressione dei file in alta qualità è ancora fuori portata (o forse non interessa alle case produttrici), i ricercatori di tutto il mondo si stanno impegnando, per studiare nuovi modi di immagazzinare informazioni binarie.

Qualcuno sembra aver dato una risposta a questo vuoto tecnologico, che da anni procede a passi lenti e alquanto costosi per i consumatori. A quanto pare ci ha pensato un pool di ricercatori, costituiti da una rappresentanza dell'Università del Mitchigan e di New York, il quale ha dimostrato come nanoparticelle di plastica, depositate in un liquido, possano formare cluster a un bit: un blocco essenziale per lo storage.

La tecnica, denominata "wet computing", imita altri processi biologici trovati in natura, come il DNA nelle cellule vive.


I 30 secondi di video sopra riportati, mostrano le particelle in azione.

Non finisce qui, infatti, i ricercatori spiegano come la portata di questa scoperta possa andare ben oltre:

Configurazioni uniche di particelle creano stati differenti. Un cluster di memoria di quattro particelle connesse ad una sfera centrale può avere due stati, come un bit convenzionale. Ma un cluster da 12 particelle, per esempio, può avere 8 milioni di stati unici, arrivando a 2,86 byte di dati o a 22,9 bit convenzionali. Il gruppo di simulazione ha mostrato che un cucchiaio di soluzione che contenga un cluster da 12 nanoparticelle può arrivare a immagazzinare 1TB di dati.

Uno storage su una scala del genere sembra poco realistico, al momento, per non parlare dei costi.

Ma Sharon Glotzer, un professore di ingegneria chimica dell'Università del Mitchigan, ha dichiarato che si assicureranno di usare materiali economici che possano leggere e scrivere informazioni.

Non illudetevi, la possibilità di avere decine e decine di terabyte di storage in una bottiglia d'acqua, è assai futurista. E' ancora tutto in fase embrionale e, probabilmente, verrà implementato prima nel mondo della robotica, ma se saprete attendere, sicuramente vi ritroverete fra le mani uno smartphone con capienza abnorme, dotato di un'unità di storage allo stato liquido.

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