martedì 8 luglio 2014

Il risparmio energetico mondiale passa dall'ottimizzazione dei protocolli per i dispositivi in stand-by

Un nuovo report di International Energy Agency punta il dito contro l'inefficienza energetica di alcuni apparecchi tecnologici. Se, al momento dell'utilizzo risultano funzionali e sempre più indispensabili, quando vengono messi in stand-by, quale sarà la loro efficienza?


Dagli studi condotti dalla IEA, le evidenze non lasciano spazio a dubbi: ogni anno ci costa circa 60 miliardi di euro.

Dite la verità, chi non vorrebbe una casa su misura d'uomo, che svolga esattamente tutti quei compiti più noiosi e faticosi, a cui la vita domestica ci ha abituati? 

Ecco perché la domotica ha preso sempre più piede nella nostra realtà abitativa. Quest'ultima però, non è altro che un insieme di sensori e di dispositivi elettronici "always-on" energivori. Per quanto si analizzo solo ed esclusivamente l'aspetto della comodità e, talvolta, della moda, si dovrebbero mettere in conto anche gli sprechi degli stessi apparecchi quando sono in "stand-by".

Proprio su questo verte la ricerca svolta dall'International Energy Agency, che nell'ultimo report, stabilisce che, complessivamente, ogni anno si sprecano 80 miliardi di dollari a causa dell'inefficienza tecnologica.

Secondo l'IEA, nel mondo sono presenti 14 miliardi di dispositivi connessi ad internet (modem, stampanti, console da gioco, apparecchi per la TV) che hanno consumato nel 2013 circa 616TWh (616 * 1012 watt per ora). 

Una quota pari a circa 400TWh è da attribuire esclusivamente alle tecnologie di standby poco efficienti. In prospettiva, si tratta di una cifra equivalente al consumo energetico combinato di Regno Unito e Norvegia, di un anno intero.

La radice del problema, secondo l'IEA, è da ricercare nella cattiva gestione energetica dello "stand-by di rete" dei dispositivi di oggi, ovvero il protocollo che consente al dispositivo di mantenere attiva una connessione di rete anche quando non in uso, in attesa di svolgere la propria funzione principale. Molti dispositivi di rete consumano in standby la stessa energia richiesta quando pienamente attivi, in base a quanto si legge sul resoconto dello studio di IEA.


Il fenomeno potrebbe addirittura evolversi in negativo entro il 2020, lasso di tempo in cui si potrebbe arrivare ad uno spreco quantificabile in 120 miliardi di dollari ogni anno. Entro la data fissata dall'agenzia arriveranno in commercio molte altre tipologie di dispositivi connessi ad internet, come lavatrici, frigoriferi, forni o termostati.

Non fare più uso di dispositivi connessi ad internet non è certamente la soluzione al problema. La IEA si rivolge ai produttori, ad esempio, consigliando loro l'uso di componenti elettroniche più parche nei consumi o l'adozione di software maggiormente ottimizzato. Solamente questa piccola pratica potrebbe abbattere il consumo annuo del 65%.

Nei prossimi anni, l'uso delle più recenti tecnologie e l'applicazione di misure volte all'efficienza energetica potrebbero tradursi in un risparmio di circa 600TWh (600 * 1012 watt per ora) che, secondo il report, potrebbero permettere di avere 600 milioni di tonnellate di anidride carbonica in meno nei nostri cieli, prodotta da ipotetiche duecento centrali standard a carbone da 500 Megawatt (10watt).

E l'utente finale, può fare qualcosa per arginare il fenomeno? Evidentemente ognuno di noi può premurarsi di disconnettere le spine a TV, decoder, modem, stampante per in estate, durante le ferie estive o comunque nei periodi in cui si sta lontano da casa per qualche giorno. 

Basterebbe questo, se fatto su scala mondiale, per risparmiare circa 65GWh (65 * 10watt per ora)

Se volete approfondire l'argomento e avere maggiori dettagli, potete consultare il PDF rilasciato dalla IEA a questo link.

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