mercoledì 9 luglio 2014

Relazione tra videogames e cervello umano

Nel corso degli anni, diversi studi (vedi quella riportata da Time e quella riportata da nature.com), hanno cercato di evidenziare gli effetti benefici, prodotti dai videogiochi, sia sull'attività cerebrale che, per quanto riguarda il benessere del corpo.


Per quanto riguarda l'ultima categoria citata, si fa evidentemente riferimento a Kinect o a Nintendo Wii. 

Forse, però, ancora nessuno aveva riassunto, in breve, i risultati globali degli studi tematici; ebbene ci ha pensato Liberty Games che, con l'infografica riportata a fondo pagina, ha rimediato a tale mancanza.

Per parafrasare il l'egregio lavoro del sito dedicato ai giochi (elettronici e non), possiamo dire che il 40% della popolazione online ha giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi, con una differenza nella dedizione ai giochi, tra i due generi, che ormai è irrilevante. Il 20% dei genitori, inoltre, gioca insieme ai propri figli al fine di ottenere benefici per la salute.

Secondo gli studi, poi, i videogames portano ad una maggiore attività nella corteccia prefrontale destra e nell'ippocampo destro, producendo un incremento della materia grigia nel cervelletto. Tutte queste attività cerebrali porterebbero a benefici nel lungo periodo in termini di capacità di pianificazione strategica, formazione della memoria, orientamento e attività motorie.

Il tempo speso con i giochi d'azione può migliorare la capacità di lettura nei bambini dislessici, mentre un gioco come Pac-Man è in grado di rallentare l'attività cerebrale e ridurre l'ansia. Secondo un altro studio, il 17% degli impiegati di un call-centre ha verificato una minore produzione di cortisolo, il cosiddetto "ormone dello stress", per il fatto di aver giocato al videogioco di Matrix. Il 44% dei teenager depressi che hanno giocato Sparx, un videogioco integrato appositamente all'interno di alcune terapie cognitivo-comportamentali, ha superato completamente il proprio problema.

Starcraft, inoltre, è in grado di migliorare la flessibilità del cervello, mentre Tetris, sottoposto a chi ha partecipato alla ricerca per 30 minuti al giorno per un totale di tre mesi, ha aumentato lo spessore della corteccia cerebrale, il che migliora le abilità legate al linguaggio, alla memoria, oltre che la cosiddetta consapevolezza percettiva.

Insomma, mettendo insieme tutti gli studi sui videogiochi svolti nel corso degli anni, ci si rende conto come i tanto bistrattati videogiochi, in fin dei conti, consentano di avere benefici per ciascuna parte del nostro corpo.

Come sempre, è l'abuso a rendere la pratica controproducente.

Come anticipato, ecco l'infografica che ha ispirato il post:


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