martedì 9 luglio 2013

Domotica: aspetti energetici in Italia

Quante volte avete pensato a quanto desiderereste automatizzare la vostra casa per minimizzare gli sforzi e i tempi di esecuzione delle più banali operazioni domestiche? Il più delle volte, però, la risposta è stata una e una soltanto: "ma quanto mi costa? E' davvero troppo!"


Oggi però vogliamo vedere il problema da un altra prospettiva, un punto di vista green. Il costo cospicuo degli impianti non va spalmato solo sul beneficio evidente della comodità ma, va preso in considerazione anche il risparmio energetico derivante dall'ottimizzazione dei flussi energetici e dalla gestione dell'energia (e non solo).

Il problema del risparmio energetico nell'edilizia è molto sentito, poiché gli edifici sono strutture altamente energivore. Alcuni dati Enea relativi all'ultimo Rapporto Energia – Ambiente del 2012, mostrano che i consumi energetici in ambito civile (ed in questa categoria rientrano anche gli edifici), nel 2010 sono aumentati del 5,9%, raggiungendo il 35% circa degli impieghi finali (quantificabili in totale in 138,6 Mtep). È necessario interrompere con urgenza questa spirale non virtuosa, promuovendo una generale riduzione dei consumi di energia, attraverso l’attuazione di politiche di risparmio come indicato anche a livello internazionale, per ridurre l'effetto serra e la dipendenza da mercati esteri.

È necessario, inoltre, agire sull'efficienza degli impianti: anche un uso oculato contribuisce all'obiettivo di aumentare il risparmio energetico. e direttive comunitarie, la legislazione nazionale, così come la normativa tecnica, sono documenti che indicano obiettivi, traguardi, priorità, tempi, strategie da adottare per il conseguimento del miglioramento dell’efficienza e de risparmio.

Approfondiamo un aspetto tecnologico emergente che attualmente è in fase di lancio: la domotica. Questa, utilizzando la terminologia del marketing, consente "oltre la legge" con un approccio proattivo nella gestione del consumo di risorse energetiche, il loro risparmio. Di essa viene fatto un piccolo cenno anche nella legislazione ed in particolare nella Direttiva 2002/91/CE all'articolo 5, dove si tratta di sistemi di riscaldamento e d climatizzazione a distanza (per complessi di edifici o condomini).

Con questo neologismo, dal punto di vista etimologico, si coniugano ed integrano due elementi: "domus" ovvero casa, ed "informatica" che, riuniti in un unico termine, valgono a dire "casa automatizzata" oppure "casa intelligente" o secondo la terminologia anglosassone, ripresa anche dalla normativa tecnica EN 15232, building automation and control system (BACS).

Entrando più nello specifico, la domotica è quella disciplina che si pone l’obiettivo di integrare, cioè far dialogare, le tecnologie dell’impiantistica tradizionale già presenti negli edifici, con quelle innovative al fine di ottenere nuove e moderne funzionalità.

Scopo della domotica è quello di migliorare la qualità dell’abitare e di vita nell'edificio per gli occupanti (l’impiantistica necessaria può essere installata anche post-edificazione). Essa lo trasforma in un ambiente nel quale è possibile vivere o lavorare efficientemente, controllare i livelli di benessere e di salute, garantire praticità e sicurezza, rispettare la natura ed appunto risparmiare energia razionandone l’utilizzo. Grazie alla domotica i diversi impianti che attualmente compongo le nostre case non sono più considerati come "pezzi finiti ed autonomi", ma come parte di un sistema più grande e complesso che è l'impiantistica integrata nella struttura edile. In pratica i diversi impianti, prima di eseguire un'operazione, dialogano fra loro e comunicano con la restante parte dell’impiantistica facente parte del sistema.

Senza entrare nello specifico della tecnologia e nei dettagli della comunicazione fra impianti ed utente finale, bast ricordare che la domotica sfrutta i principi delle reti e la comunicazione utilizza diversi standard come protocolli d trasmissione che comprendono i bus, le onde convogliate oppure le radiofrequenze. Nell'impianto sono presenti alcun sensori che raccolgono le informazioni da trasmettere a dei dispositivi che li intercettano e successivamente li inviano a quelli di segnalazione, rivolti agli utenti finali. Fra i dispositivi di segnalazione vanno ricordati i supporti della telefonia mobile e dai tablet (ed ora anche dall'automobile con dispositivi adattati ad essa), attraverso i quali è possibile intervenire in caso di necessità, anche a notevole distanza.

Risulta fondamentale nell'impostazione dell’impiantistica la flessibilità, ovvero essere in grado di evolvere nel tempo, presentando quindi delle proprietà dinamiche. Basti pensare a caso in cui un futuro si dovesse estendere un edificio con dei nuovi ambienti; di conseguenza si avrà la necessità d implementare in essi il controllo della domotica. La possibilità di poter effettuare dei cambiamenti alla struttura diventa quindi fondamentale per una buona evoluzione del sistema, lasciando sempre aperte le possibilità di espansioni future, che comprendano anche nuove funzionalità.
I vantaggi per la gestione della casa sono consistenti, a fronte di un costo iniziale contenuto che si ammortizza in 4-5 anni e per il quale si può ottenere la detrazione di imposta del 65% per il risparmio energetico in 10 anni (fino a tutto i 2013 per singoli edifici ed al 30/6/2014 per i condomini, grazie al recente decreto legge 4 giugno 2013, n. 63). A titolo d esempio:

  • monitoraggio delle condizioni ambientali (comfort indoor);
  • controllo accurato e puntuale dell’energia con profili finalizzati al risparmio energetico;
  • regolazione del sistema di condizionamento, dell’impianto di illuminazione, degli elettrodomestici e dei sistemi d sicurezza (valvole per il blocco del gas, ad esempio);
  • gestione degli allarmi tecnici e delle videocamere volti a preservare la salute degli occupanti nonché la sicurezza delle strutture edilizie ed impiantistiche;
  • gestione dei carichi elettrici contro "sforature" dei limiti contrattuali di potenza elettrica ed i conseguenti rischi d interruzione dell’approvvigionamento (soprattutto nel periodo estivo, quando la domanda è più elevata).

In fase d'uso e di esercizio si possono ottenere dei risparmi notevoli riconducibili a circa il 25% per costi energetic rispetto ai sistemi tradizionali (un calcolo più preciso lo consente la già menzionata norma EN 15232), grazie a comand temporizzati (spegnimento degli impianti in assenza di chi occupa i locali/accensione poco prima che gli occupant rientrino nell'abitazione), controllo delle persiane e degli scenari (ad esempio l'accensione degli elettrodomestici nelle ore non di punta ovvero quando l'accensione contemporanea di più utenze comporterebbe il superamento della potenza disponibile), controllo degli ambienti, ecc. Non dimentichiamo che oltre al risparmio energetico si ha anche contemporaneamente una minore produzione e quindi emissioni di gas serra dai sistemi edifici, in particolare anidride carbonica (CO2), ottemperando così anche ai disposti del Protocollo di Kyoto.

Esistono diversi livelli di automazione degli edifici. Similmente a quanto avviene con la certificazione energetica, anche per questo aspetto viene definita una classe di automazione o meglio di BACS e di technical building management (TBM), indicata con le lettere dell’alfabeto maiuscolo secondo quanto riportato dalla norma tecnica EN 15232:

  • Classe D: impianti tradizionali
  • Classe C: dotazione minima dei dispositivi BACS (domotica base)
  • Classe B: dotazione avanzata di BACS e TBM
  • Classe A: alte prestazioni dei sistemi BACS e TBM.

Pertanto le classi migliori sono quelle cui vengono attribuite le prime lettere; peggiorando la situazione si scala verso le ultime.

La situazione italiana non è in questo senso molto brillante. Nella maggior parte degli edifici, anche di nuova costruzione, la domotica è poco applicata forse perché si ritiene che costi troppo; pertanto il rapporto costi/benefici è ancora considerato eccessivamente elevato e tale da non giustificare l’applicazione su larga scala. Per l’Italia, poi, si deve segnalare lo scetticismo comune della popolazione verso l’innovazione tecnologica, forse connesso ad una scarsa disinformazione oppure ad un’informazione poco corretta veicolata sui media sui reali vantaggi di questa tipologia impiantistica.

Gli edifici, anche quelli di nuova costruzione, ricadono di conseguenza nella quasi totalità dei casi nella classe peggiore, rappresentata ovviamente dalla "D". Similmente, se non ci sarà un’evoluzione informativa, c’è e ci sarà da aspettarsi che anche in fase di progettazione futura (o di ristrutturazione di quelli esistenti), gli edifici non ne verranno dotati. Dovranno trascorrere ancora alcuni anni nel nostro Paese prima che l’impiantistica descritta passi da una soluzione tecnologica d'élite e disponibile per pochi ad una di “largo consumo”, quindi facilmente accessibile per una pluralità di utenti.

Per completezza di informazione, descriviamo alcune possibili estensioni delle applicazioni della domotica al di fuori del mondo edilizio abitativo esaminato fino ad ora. L’applicazione più ovvia e più facile da realizzare è rappresentata dall'utilizzo esteso a tutti gli edifici compresi quelli ad uso "produttivo" ossia per attività economiche ed aziendali (uffici, industrie, ecc.). Sempre nel mondo dell’impresa, essa si sta dimostrando utile nel contribuire a migliorare la sicurezza per i lavoratori addetti a macchinari ed impianti. Ciò permetterebbe di ridurre i rischi imputabili all'utilizzo ed in particolare quello meccanico, nelle sue molteplici manifestazioni (taglio, contusione, puntura, ecc.).

Poter controllare a distanza un macchinario, compreso il suo arresto in sicurezza, in cui opera un lavoratore che per distrazione oppure malfunzionamento si pone in condizioni infortunistiche, riduce notevolmente i costi in ambito aziendale e sociali.

0 commenti:

Posta un commento

 
Tecnodiary2 © 2011