venerdì 25 gennaio 2013

Rivalutato il ruolo dei Videogiochi. Lo dice uno studio australiano

Vi siete chiesti spesso, come possono i vostri figli, perdere tanto tempo di fronte ad un videogames? Avete pensato che è solo tempo perso e non produce nulla di buono? Bene, ora dovrete ricredervi.


Un nuovo studio, infatti, dimostra che spendere tempo sui videogiochi invece che sulla TV può risultare più proficuo per i più giovani, ovviamente anche in funzione del tipo di videogioco.

I ricercatori del laboratorio Games Research and Interaction Design della University of Technology del Queensland, Australia, hanno infatti esaminato gli effetti dei videogiochi e degli spettacoli televisivi sui bambini tra i 2 e i 5 anni. 

Si scopre che i videogiochi sono in grado di stimolare i bambini sia dal punto di vista mentale che da quello fisico, e per questo risultano una scelta migliore rispetto alla TV. Alcuni giochi, inoltre, richiedono una moderata attività fisica, mentre altri necessitano di un qualche tipo di interazione. 

I ricercatori, alla fine del loro studio, hanno determinato che i videogiochi possono educare i bambini ad essere attivi e ad esercitare le loro capacità cognitive. "Tali giochi sono in grado di migliorare il rendimento scolastico, le abilità sociali e l'autostima", spiega la dottoressaPenny Sweetser (nella foto), che ha diretto i lavori. 

Tuttavia, continua la Sweetser, i videogiochi da soli non possono essere d'aiuto per i più giovani. I genitori devono impegnarsi affinché i loro figli migliorino effettivamente le proprie capacità cognitive. 

Quello dell'università del Queensland è un rapporto sui videogiochi incoraggiante, visto che nell'ultimo periodo il media videoludico è stato accusato di alimentare la violenza e di essere in qualche modo alla base degli eccidi di massa che si sono verificati negli Stati Uniti. Proprio qualche giorno fa, il Presidente Barack Obama ha incoraggiato i ricercatori a svolgere delle indagini per valutare l'impatto dei giochi violenti sulle menti dei più giovani, soprattutto a fronte delle ultime vicissitudini che hanno portato dei ragazzi, più o meno grandi, a compiere gesti folli, all'interno di scuole e nei luoghi di ritrovo più frequentati a quell'età.

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