sabato 24 dicembre 2011

Bio-batterie targate Sony

Sony, nel corso dell'Eco-Products di Tokyo svoltosi la settimana scorsa, ha mostrato al pubblico gli albori di una tecnologia che fa ben sperare per il futuro. Ne parla la BBC in questa news, fornendo qualche dettaglio in più e mettendo enfasi nel sottolineare la natura green del progetto.


Il principio su cui si fonda questo progetto è questo: una biobatteria in grado di trasformare in energia elettrica la carta da macero. Trasformando la carta, e quindi la cellulosa, in zuccheri si riesce a dar vita al “carburante” che alimenta le batterie riducendo così anche la quantità di rifiuti. La carta è stata posta in una particolare soluzione contenente acqua e enzimi, permettendone la decomposizione fino ad arrivare, fra le altre componenti, al glucosio. A contatto con ossigeno e altri enzimi, il glucosio ha generato idrogeno e ioni, in grado di generare energia in presenza di appositi elettrodi. Come residuo della reazione viene creata acqua e gluconolactone, utilizzato normalmente per la cosmesi e quindi a disposizione per altri utilizzi. Il principio di base non è molto distante da quello sfruttato in natura da formiche e termiti, che traggono la propria energia (non certo elettrica, ovviamente), direttamente dal glucosio ricavato dal legno e di conseguenza dalla cellulosa. Gli enzimi utilizzati sono gli stessi, con la differenza che Sony ha aggiunto il passaggio per convertire il glucosio in energia elettrica.

Rispettose dell’ambiente perché non utilizzano sostanze chimiche né metalli, le nuove batterie potrebbero risolvere molti dei problemi di chi spostandosi ha necessità di ricaricare un dispositivo come tablet e telefoni cellulari.

Si tratta ovviamente di una delle numerose tecnologie che ogni tanto vengono annunciate come possibili alternative agli attuali metodi di produzione, ma è pur vero che la ricerca non deve mai fermarsi, poiché non è detto che non si possa fare qualcosa di davvero funzionale ed economicamente sostenibile in futuro. A questo stadio è davvero presto per capire se la tecnologia mostrata da Sony sarà sostenibile o no.


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