venerdì 6 marzo 2015

Gabe Newell ceo di Valve esalta HTC Vive

HTC Vive è uno dei tanti caschi per la realtà virtuale che sono stati presentati all'ultima edizione del Game Developers Conference.


Il dispositivo made in Taiwan si è distinto per la solidità dell'esperienza in realtà virtuale che riesce ad offrire e per le basse latenze rispetto al tracciamento della testa dell'utente.

Tutto ciò è possibile grazie alla base SteamVR e alle tecnologie fornite da Valve, come Steam Lighthouse.

Problema non certo secondario legato alle tecnologie fino ad ora utilizzate per la realizzazione dei caschi per la realtà virtuale, è l'insorgere della nausea da simulazione (o motion sickness).

Infatti, se i produttori di hardware VR non abbatteranno questo limite, rischieranno di escludere buona parte (se non tutta) della potenziale clientela da tutto il discorso realtà virtuale.

Lo 0% delle persone che hanno provato Vive ha sofferto di nausea da simulazione

ha detto l'istrionico CEO di Valve, Gabe Newell, al New York Times.

Questo dipende proprio dall'impiego di un display a bassa persistenza, dall'alto refresh rate del dispositivo e dal sistema di tracciamento Lighthouse.

HTC Vive, tramite Lighthouse, tiene traccia della precisa posizione dell'utente all'interno della stanza e lo fa attraverso due basi che emettono raggi laser, posizionati in diversi punti della stanza. I laser sono in grado di monitorare la posizione dell'utente e tutti i suoi movimenti all'interno di uno spazio di 4,6 metri quadrati.

Risolvere il problema della nausea è cruciale se si vuole introdurre la realtà virtuale sul mercato

ha detto ancora Newell.

Il refresh rate di HTC Vive è di 90hz e questo richiederà l'elaborazione delle immagini a 90fps. Il dispositivo si compone di due schermi, ciascuno indirizzato a un occhio e capace di riprodurre le immagini alla risoluzione di 1200x1080. Vive può contare su 70 differenti sensori, tra i quali un giroscopio MEMS e un accelerometro.

Questa volta HTC non ha lasciato nulla al caso!

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