martedì 26 gennaio 2016

Morto uno dei padri dell'AI

Il pioniere nell'ambito dell'intelligenza artificiale, Marvin Minsky, è scomparso nelle scorse ore all'età di 88 anni, dopo aver trascorso gran parte della sua vita scientifica fra ottimismo, entusiasmo e delusione.


È stato uno dei fondatori del concetto stesso di intelligenza artificiale e ha dato un apporto considerevole nell'ambito con invenzioni fondamentali che hanno previsto alcune delle tecnologie estremamente celebri e diffuse nei giorni nostri.

Tra queste la sua personale creazione di una rete neurale realizzata usando tubi a vuoto, un sistema progettato per emulare la rete neuronale del cervello degli esseri umani.

La sua idea è alla base del concetto moderno di deep learning e machine learning, con gli addetti ai lavori dei giorni nostri che possono godere dei vantaggi offerti dalla maggiore potenza computazionale dei sistemi di oggi rispetto agli anni in cui operava Minsky. A sfruttare in maniera notevole le tecnologie di cui parliamo troviamo nomi come Google e Facebook.

Negli anni '50 Minsky disegnava altre invenzioni allora futuristiche, come ad esempio il suo progetto della mano robotica. Ha inventato il primo display grafico da indossare sulla testa, quello che potremo definire il precursore della realtà virtuale, categoria che si sta affacciando sul mercato consumer solo dopo oltre 60 anni.

L'informatico e scienziato statunitense ha contribuito a creare il fenomeno della IA nel 1956 quando, insieme a John McCarthy, organizzava un incontro fra scienziati informatici al Dartmouth College.

È stato proprio in quell'occasione che sono nate le prime speranze, che è nato l'ottimismo sull'idea dei sistemi informatici "pensanti". In gioventù dopo aver prestato servizio nella Marina Militare americana Minsky ha studiato matematica, ma è stato proprio il campo dell'intelligenza umana, oltre a quella delle macchine, ad aver occupato il resto della sua vita. Ha fondato insieme a McCarthy l'AI Lab del Massachussets Institute of Technology (MIT). Negli anni '60 Minsky era fra i più ottimisti e sognatori nel campo.

Allora, lo scienziato prevedeva che i computer sarebbero diventati in breve tempo intelligenti come gli esseri umani, entusiasmo andato però esaurendosi nel corso degli anni. Nei primi anni '80, infatti, lo stesso Minsk avvertiva i sostenitori della nuova ondata d'entusiasmo di non abbandonarsi ad ottimismi senza validi motivi. E in effetti nel corso delle decadi successive l'intelligenza artificiale non è riuscita ad emergere fino agli scorsi anni, con l'arrivo degli algoritmi di machine learning e deep learning.

Nonostante la rinascita delle speranze degli ultimi anni, però, Minsk continuava a mostrare scetticismo sui recenti progressi della tecnologia. Al Technology Review tenuto dal MIT l'anno scorso lo scienziato sosteneva che di fatto l'intelligenza artificiale non si fosse evoluta molto negli ultimi due decenni, chiedendo un ritorno all'era degli inventori individuali contrapposti alle grandi multinazionali che hanno assunto la padronanza del mondo delle ricerche sull'IA con fini lucrativi.

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