lunedì 18 gennaio 2016

Mike Hearn: il declino dei BitCoin?

Mike Hearn, esponente di rilievo della Bitcoin Community ha deciso di abbandonare completamente il mondo della criptovaluta, spiegando come le profonde divisioni all'interno della piattaforma e, importanti problemi tecnici, abbiano sancito il fallimento dell'"esperimento Bitcoin". 


Quali sono le ragioni di questa fuga? Hearn afferma che la blockchain (il pubblico registro di tutte le transazioni Bitcoin) è ormai giunta al suo limite fisiologico di poter processare non più di 3 transazioni al secondo (precedentemente si era parlato di 7 transazioni al secondo, ma l'incremento della complessità delle operazioni di verifica ha compresso il limite), aspetto che rende il sistema Bitcoin non competitivo se paragonato ad altri sistemi di pagamento come PayPal o VISA


Il limite è stato raggiunto poiché al momento della definizione delle regole del sistema fu introdotto un limite di 1MB, inizialmente temporaneo, alle dimensioni dei blocchi della catena perché le operazioni di calcolo potessero essere il più agili possibile.

Il limite non è mai stato rimosso perché, Hearn sostiene, l'implementazione delle adeguate misure correttive andrebbe a ledere gli interessi di un piccolo gruppo di persone che ha opposto una aspra resistenza al cambiamento. 

Uno dei principali punti di forza di Bitcoin era l'idea che la sua sicurezza si basasse intrinsecamente sull'alta partecipazione al sistema, poiché sarebbe improbabile che milioni di persone commettano una frode nello stesso momento.

La piattaforma è stata pensata in modo tale che per prendere il controllo della rete Bitcoin bisognasse essere in possesso della maggioranza della potenza elaborativa complessiva della rete. Per quanto ciò sembrasse impossibile qualche anno fa, Hearn afferma che pochi miner cinesi controllano ora più del 50% della capacità computazionale della rete Bitcoin. 

Questi miner, disponendo della maggior parte della capacità di computazione della rete, sarebbero sempre tra i primi a validare le transazioni. Ciò è compensato dal "Great Firewall of China" che controllando, e rallentando, il traffico in ingresso e in uscita dal Paese, permette agli altri miner di poter competere ad armi quasi pari. Se il limite di 1MB fosse rimosso, i gruppi cinesi sarebbero in una condizione di significativo svantaggio e i miner concorrenti avrebbero una miglior posizione competitiva per validare le transazioni.

Ed ogni blocco che viene individuato comporta una ricompensa di 50 bitcoin per il miner che lo ha trovato, corrispondenti a circa 10 mila dollari. Ecco spiegata la resistenza al cambiamento. 

I tentativi di rimuovere il limite di dimensione dei blocchi ha innescato qualcosa di simile ad una guerra civile nella comunità Bitcoin, che si è separata in due fazioni: chi vuol mantenere lo status quo e chi crede che le misure correttive permetteranno al sistema di prosperare in futuro.

Questa fazione, del quale Hearn ha fatto parte, ha ideato un fork del software, chiamato Bitcoin XT, che ha permesso ai singoli miner di esprimere una preferenza sul problema. Si è trattato di fatto di una vera e propria votazione democratica su come risolvere la situazione di stallo. 

La mossa ha spinto la fazione avversa, che gestisce Bitcoin.org, a vietare tutte i riferimenti a Bitcoin XT sostenendo che la piattaforma avrebbe rappresentato una criptovaluta completamente nuova e differente. Hearn sostiene inoltre che un hacker russo sia stato ingaggiato per affossare il progetto. 

Hearn critica anche gli sviluppatori di Bitcoin Core, i quali sarebbero stati fermi sulle posizioni che la crescita "infinita" del sistema non possa essere sostenuta in futuro e che andrebbe a minacciare l'impostazione decentralizzata della criptovaluta. 

Secondo Hearn la situazione di Bitcoin è ormai compromessa. Qualcuno ha già iniziato a raccogliere il lavoro che Hearn ha condotto fino qui, ma lo stesso programmatore mostra un certo scetticismo sul futuro della criptovaluta.

La posizione integrale di Hearn è disponibile in questo intervento.

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