sabato 10 ottobre 2015

MakerBot licenzia il 20% dei dipendenti

Ci risiamo, MakerBot, per la seconda volta in sei mesi, sta licenziando il 20% dello staff, citando "dinamiche di mercato" e l'incapacità di raggiungere "traguardi ambiziosi" quali ragioni principali.


La compagnia sta inoltre liberando uno dei due immobili occupati ad Industry City, un complesso di produzione situato a Brooklyn. La compagnia apporterà anche qualche modifica al team dirigenziale per "meglio concentrarsi sulle persone e sull'ecosistema MakerBot 3D".

L'annuncio è stato dato dal CEO Jonathan Jaglom in un post sul blog ufficiale della compagnia: 

Stiamo affrontando sfide molto difficili in Makerbot. In tutto il settore della stampa 3D stiamo vedendo un tasso di crescita molto lento e anche MakerBot è stata toccata

ha dichiarato Jaglom a The Verge. 

Si tratta, come detto, della seconda tornata di licenziamenti dopo che Jaglom ha assunto il comando di Makerbot negli scorsi mesi. Egli ha lavorato precedentemente per Stratasys, una grande società impegnata nel mondo delle stampanti 3D che ha acquisito MakerBot nel corso del 2013 con un esborso di 400 milioni di dollari.

L'acquisizione ha però messo sotto pressione MakerBot, con la stessa Stratasys che ha fissato obiettivi monetari e di produzione piuttosto pesanti.

Ci sono stati obiettivi che credevamo di poter raggiungere quando li abbiamo definiti. Ciò che abbimo previsto, pianificato e sperato sta diventando molto gravoso

ha affermato Jaglom. 

Al di là delle difficoltà del mercato della stampa 3D, comunque ancora emergente, non v'è da dimenticare che MakerBot sta attualmente affrontando anche un contenzioso legale dopo che gli azionisti hanno avviato una causa collettiva accusando la compagnia e Stratasys di aver commercializzato consapevolmente estrusori di stampa difettosi.

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