sabato 10 gennaio 2015

Cyber Intelligence Sharing and Protection Act: e tre!

Dopo 2 anni, il Cyber Intelligence Sharing and Protection Act (CISPA) torna in auge prepotentemente. La bozza che è già stata respinta nel 2012 e nel 2013, sulla scia delle preoccupazioni destate dal linguaggio eccessivamente generico della proposta e dalla minaccia alla privacy degli individui. 


Di cosa si tratta? Per chi non lo sapesse, parliamo della proposta di legge statunitense che, se dovesse essere convertita in legge, permetterà la condivisione di informazioni sul traffico web per agevolare le indagini in episodi di minaccia, alla sicurezza delle reti e nelle vicende di cybercrime.

Dutch Ruppersberger, rappresentante dei democratici per lo stato del Maryland, sta ora pianificando di avanzare nuovamente la controversa proposta di legge.

La storia del CISPA, come anticipato, è abbastanza travagliata: nel 2012, infatti, la proposta di legge è fallita per i motivi già esposti. E' stata riproposta nel 2013, da Ruppersberger e da Mike Roger, rappresentante dei Repubblicani per lo stato del Michigan. In quel periodo però lo scandalo PRISM legato alle attività di sorveglianza dell'NSA ha compromesso la fiducia dei cittadini nella capacità delle agenzie governative di rispettare la loro privacy, portando ad un clima in cui la proposta non ha trovato accoglimento.

Ruppersberger potrebbe ora cercare di sfruttare un altro evento esterno ai palazzi del potere per cercare di agevolare una nuova presentazione del CISPA, ovvero le vicende legate all'infiltrazione nei sistemi informativi di Sony Pictures.

Sebbene, infatti, i malumori dei cittadini contro le pratiche di sorveglianza NSA non si siano sopiti, gli eventi citati hanno spinto il Presidente Obama a incoraggiare leggi più robuste in materia di cybersicurezza, aprendo quindi uno spiraglio per la reintroduzione della proposta CISPA.

Senza significativi cambiamenti all'impianto del CISPA, è comunque piuttosto improbabile che il Presidente decida di firmare la rediviva proposta. E' stata infatti la minaccia del veto presidenziale ad affossare la bozza nel 2013, nonostante il passaggio nella Camera dei Rappresentanti a maggioranza repubblicana sia nel 2012, sia nel 2013.

Lo stesso Ruppersberger in un'intervista ha inoltre ammesso la difficoltà nel poter trovare nuovi voti bipartisan per una legge che ha poco appeal sul pubblico, senza contare che il co-autore Rogers si è dimesso dal congresso lo scorso anno.

Speriamo non emulino le gesta dei colleghi italiani! Sarebbe del tutto deleterio lo sforzo fatto finora.

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