venerdì 23 gennaio 2015

Compagnie telefoniche: Antitrust dixit!

TIM, Vodafone, H3G e Wind, dopo aver riservato un trattamento "speciale" ai propri clienti per anni, ora riceveranno lo stesso riguardo dall'Antitrust.


L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha infatti multato le maggiori compagnie telefoniche italiane per pratiche scorrette, condotte nei confronti dei propri clienti.

Nello specifico, si parla di sanzioni pari a 1,75 milioni di euro per Telecom e H3G e 800 mila euro per Wind e Vodafone per aver obbligato gli utenti delle proprie SIM al pagamento di servizi internet cosiddetti premium non esplicitamente richiesti.

L'Antitrust ha ricevuto numerose segnalazioni da parte di associazioni di consumatori e utenti riguardanti attivazioni di servizi non richiesti, con il relativo addebito da parte del proprio operatore sul credito telefonico. Si tratta per lo più di servizi accessibili durante la navigazione in mobilità mediante banner o pop-up.

Due le condotte scorrette operate dalle compagnie telefoniche italiane riscontrate dall'Antitrust: da un lato l'omissione di informazioni sul contratto, per quanto concerne la possibilità di ricevere servizi a sovrapprezzo o di bloccare tale opzione; dall'altro le procedure di attivazione automatica sono state considerate "aggressive" perché operate in assenza di qualsiasi tipo di autorizzazione al pagamento da parte del cliente o controllo da parte della società.

Nel caso di TIM e H3G, la condotta è aggravata dalla slealtà nei confronti degli utenti (ecco spiegata la pena più gravosa): le due compagnie hanno omesso, nei messaggi diffusi, informazioni

rilevanti o che determinavano l'accesso e l'attivazione del servizio a sovrapprezzo, senza un'espressa manifestazione di volontà da parte del'utente

Secondo quanto riportato dall'Antitrust, le condotte delle quattro aziende sono legate a uno "specifico vantaggio economico" derivante dalla commercializzazione dei servizi premium.

TIM, H3G, Vodafone e Wind condividono infatti una percentuale dei ricavi provenienti dai servizi erogati e non hanno attuato nessuna strategia per tamponare il fenomeno nonostante la consapevolezza del problema, comprovata dall'Antitrust.

L'Agcm ha giudicato le pratiche indicate "contrarie alla diligenza professionale" e in grado di falsare le volontà del consumatore.

Oltre alle sanzioni, l'Autorità ha vietato la diffusione e continuazione delle suddette pratiche, richiedendo agli operatori la comunicazione delle iniziative assunte per rispettare quanto stabilito entro i prossimi 60 giorni.

Ovviamente la rete si è scatenata, rimarcando i casi riscontrati dagli utenti. Molti rimarcano l'importanza della retroattività dei rimborsi che l'azienda dovrebbe elargire. 

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