martedì 10 novembre 2015

Copertura Telecom in continua crescita

Lo scorso venerdì Telecom ha annunciato il bilancio del trimestre che si è concluso nel mese di settembre, rivelando alcuni numeri interessanti del gruppo.


I primi nove mesi del 2015 sono stati conclusi con un fatturato consolidato di 14,9 miliardi di euro, con una contrazione del 6,9% rispetto allo stesso periodo del 2014.


L'utile operativo ante-imposte e oneri finanziari (EBIT), è risultato pari a 2,9 miliardi di euro ed è anch'esso in decremento (-17,5%) rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Crescono invece gli "investimenti industriali", elemento che conferma l'attuazione del programma di accelerazione per lo sviluppo delle infrastrutture che dovrebbe concludersi nel prossimo 2017. 

Tramite lo stesso programma Telecom è riuscita fino ad oggi a coprire il 40% della popolazione italiana con connessioni in fibra a banda ultralarga, stima che si traduce in circa 10,2 milioni di unità abitative.

Il programma ha permesso inoltre di portare le più recenti reti 4G LTE all'86% della popolazione italiana.

Ad annunciarlo è stato Giuseppe Recchi, Presidente del Gruppo Telecom, che ha commentato così i risultati:

Abbiamo posato circa 1,2 milioni di km di fibra, ad una velocità di 180 km posati ogni ora. Abbiamo già raggiunto oltre il 40% della popolazione con la fibra e l'86% con la tecnologia LTE, anche grazie al forte impulso che abbiamo dato agli investimenti innovativi dedicati allo sviluppo di reti e servizi di nuova generazione, che oggi rappresentano il 40% del totale a livello domestico.

Telecom annuncia che nel mercato domestico si avvisa un "progressivo recupero di fatturato" rispetto ai trimestri precedenti. Questo soprattutto grazie al segmento Mobile che registra un ritorno al positivo con una crescita dell'1,5% rispetto allo stesso periodo del 2014.

In calo invece i ricavi dai servizi mobile rispetto all'anno scorso, ma mostrano un timido recupero sui risultati dei tre mesi precedenti. I ricavi da servizi fissi sono in calo dell'1,8%, anche se fanno meglio rispetto alle previsioni.

I numeri sulla copertura internet segnalati da Telecom sono senza dubbio lusinghieri, anche se purtroppo veri solo in realtà ben specifiche. La fibra e le reti LTE si stanno diffondendo a velocità mai viste prima, ma la loro disponibilità è oggi garantita solo in aree ben specifiche e centrali, laddove molte zone periferiche continuano ad essere servite solo da connessioni di qualità ben al di sotto della media europea e globale.
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sabato 7 novembre 2015

Rumor su HTC One X9: display 2k e fotocamera da 23MP

HTC One X9 è il nome di un presunto nuovo smartphone del produttore taiwanese appartenente alla linea premium "One", recentemente al centro di nuove indiscrezioni.


Le caratteristiche tecniche diffuse nell'ambito del social network cinese Weibo e fatte rimbalzare immancabilmente in rete tracciano il profilo di un terminale di fascia alta. 

Caratteristiche tecniche presunte: 

  • SoC Snapdragon 820 o Helio X20 (dato da definire);
  • Display con risoluzione 2K (diagonale non precisata);
  • 4 GB di RAM, memoria interna da 64 o 128 GB (ma potrebbe essere lanciato in versione con 3 GB di RAM e 32 GB di memoria interna per contenere il prezzo);
  • Fotocamera posteriore da 23 MP e anteriore da 4 MP Ultrapixel;
  • Batteria da 3500 mAh;
  • Scocca in metallo;
  • Doppio altoparlante BoomSound.

HTC One X9 sarebbe commercializzato al prezzo di 2.900 Yuan (circa € 435). Unitamente alle indiscrezioni sulle caratteristiche tecniche, è stato diffuso anche un presunto screenshot che ritrarrebbe il terminale.

A prima vista, non sembra essere molto differente dai modelli della linea Butterfly (qualche dubbio sull'attendibilità dello screenshot resta). 


Ovviamente queste informazioni sono frutto di indiscrezioni, pertanto potrebbero essere smentite dalla stessa HTC. Assumendo ciò, si può cogliere la volontà del produttore taiwanese di rendere ancor più articolata la serie One, introducendo l'inedita sottocategoria "X" che si somma alla recente serie "A" ed alla collaudata serie "M". La sua forte ispirazione ad iPhone, pare rimanere circoscritta al solo design!
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venerdì 6 novembre 2015

HTC One A9: da Unieuro a € 649,90

Finalmente è arrivato anche in Italia, e per fare il suo ingresso dalla porta principale dai canali e-commerce ha scelto la catena Unieuro.


Parliamo di HTC One A9, il nuovo smartphone della casa costruttrice taiwanese, che ha lanciato anche in Italia il proprio device, offrendolo ad un prezzo pari a quello di listino, fissato da HTC, pari ad € 649.90.

Come abbiamo già sottolineato in più occasioni, già nelle prime ore successive alla sua presentazione, ci troviamo di fronte ad un prezzo decisamente eccessivo se rapportato alla scheda tecnica del dispositivo che, in ogni caso, proverà a ritagliarsi il suo spazio all’interno del mercato Android provando a giocare la carta del design evidentemente ispirato all’iPhone 6S di Apple. 

Per ora, il nuovo HTC One A9 è disponibile in Italia nella sola colorazione argento ma già nel corso dei prossimi giorni, con l’avvio della fase di commercializzazione completa dello smartphone, la disponibilità anche delle altre versioni del terminale dovrebbe rapidamente aumentare.

A seguire, riportiamo la scheda tecnica del nuovo HTC One A9:

  • Display AMOLED da 5 pollici di diagonale con risoluzione Full HD;
  • SoC Qualcomm Snapdragon 617 Octa-Core (un Quad-Core Cortex A53 da 1.2 GHz ed un Quad-Core Cortex A53 da 1.5 GHz);
  • 2 GB di memoria RAM;
  • 16 GB di memoria interna espandibile tramite microSD sino ad un massimo di ulteriori 2 TB;
  • Fotocamera posteriore da 13 Megapixel;
  • Fotocamera anteriore da 4 Megapixel con tecnologia Ultrapixel;
  • Dimensioni 145.75 x 70.8 x 7.26 mm;
  • Peso 143 grammi;
  • Sistema operativo Android 6.0 Marshmallow

Come detto anche in precedenza, il nuovo HTC One A9 è disponibile in versione argento da Unieuro al prezzo di € 649,90.


Le spese di spedizione sono quantificabili in € 7,49 ma è possibile scegliere il ritiro gratuito presso uno dei tanti punti vendita Unieuro sparsi sul territorio nazionale.
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giovedì 5 novembre 2015

Stampanti 3D, tessuti molli e organi

Gli ingegneri della Carneige Mellon University hanno sviluppato una nuova tecnica di stampa 3D che permetterà di stampare tessuti viventi molli come quelli degli organi.


L'aspetto più interessante è che, per fare tutto ciò, è sufficiente una comune stampante 3D attualmente in commercio (circa $ 1.000).

Quando si pensa alla stampa 3D è naturale immaginare l'impiego di materiali rigidi come plastiche, resine e metalli. La stampa 3D di tessuti molli ha richiesto particolari accorgimenti perché quanto stampato potesse mantenersi coeso, chiedendo quindi l'impiego di reticoli o anime rigide. 

Un oggetto stampato con materiali morbidi non riesce infatti a supportare il suo stesso peso man mano che viene stampato strato per strato e, di conseguenza, non è in grado di mantenere la sua forma. L'impiego di reticoli o anime rigide ha però l'effetto collaterale di incrementare il tasso di rigetto di un eventuale impianto. Il processo è quindi complicato e costoso. 


La tecnica usata dai ricercatori della Carneige Mellon prevede l'impiego di un gel per supportare l'organo mentre viene stampato.

La stampante inietta il materiale all'interno del gel e una volta che l'organo è stato completato ed è in grado di supportare se stesso, il gel può essere disciolto in acqua riscaldata alla temperatura del corpo umano, lasciando l'organo perfettamente formato. 

Le stampanti 3D ad uso medicale hanno di norma un costo di svariate centinaia di migliaia di dollari e richiedono operatori specializzati. La possibilità di ridurre il costo di una macchina di stampa ha la conseguenza di poter ridurre anche il costo del singolo organo stampato, che sono costituiti principalmente da collageni, alginati e fibrine, materiali abbastanza comuni in campo medico. 

Non è solamente il costo basso, ma con l'uso di software open source abbiamo accesso a parametri di stampa che possiamo regolare con accuratezza e ottimizzare quel che facciamo e migliorare la qualità di quel che stampiamo. Questo ci ha permesso realmente di accelerare lo sviluppo di nuovi materiali e di innovare in questo campo. E stiamo anche contribuendo a rilasciare il nostro progetto di stampante 3D sotto licenza opensource

ha commentato Adam Feinberg, professore associato di Scienza dei materiali, Ingegneria e Ingegneria Biomedica per la Carneige Mellon University.

Che dire, senz'altro l'ennesimo passo in avanti della tecnologia moderna. Ecco perché l'introduzione della Stampante 3D è considerata la quarta rivoluzione industriale. Ha un potenziale che poco alla volta ci sta mostrando i suoi frutti.  
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mercoledì 4 novembre 2015

Twitter ridefinisce i suoi tratti distintivi, uniformandoli a Periscope e Vine

Vine, Periscope e Twitter, fra le applicazioni più gettonate fra il pubblico giovale le prime due, più trasversale la terza, sono anche estremamente interconnesse.


Oltre ad appartenere alla medesima Società, possiamo dire che l'una rappresenta un banco di prova per le altre, grazie ad alcune feature riscontrabili riscontrabili su tutte e tre le app.

Ed è così per il nuovo cuore su Twitter, caratteristica ripresa da Periscope ed ora integrata all'interno del social network di microblogging da 140 caratteri sostituendo la precedente stellina dei tweet preferiti.


I cuori di Periscope sono stati accolti a braccia aperte, ed è per questo che saranno introdotti anche su Twitter e Vine rendendoli il linguaggio condiviso della community globale di Twitter

ha dichiarato la compagnia. La società ha anche spiegato la logica del cambiamento:

L’obiettivo è di rendere Twitter più semplice da usare e anche più gratificante. La stella a volte può aver creato confusione, specialmente per i nuovi utenti: sono tante, infatti, le cose che possono piacerci, ma non tutte possono essere le nostre preferite.

In sostanza Twitter sta cercando di unificare il linguaggio dei simboli fra le tre applicazioni proprietarie, modificando però anche il concetto di base e rendendolo molto più simile ai "like", ai "Mi piace" della concorrenza:

Il cuore è un simbolo universale che ha un significato analogo in tutte le lingue e culture del mondo. Il cuore è più eloquente, permette di trasmettere una serie di emozioni e connette facilmente le persone tra loro.

La società è sicura del successo della novità, e scrive:

I test condotti hanno dimostrato che la nuova icona piace a tutti.

I cuori sono disponibili a partire da alcune ore sui client Twitter ufficiali per iOS, Android e Windows 10, ed anche su TweetDeck.

La novità è arrivata anche sulla web-app navigabile via browser, sulla web-app di Vine e sul client di Vine per Android. Non è ancora arrivata, ma arriverà presto, su Vine per iOS e su Twitter per Mac.
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martedì 3 novembre 2015

Nasce la lobby per i servizi finanziari tecnologici

Apple, Amazon, Google, PayPal e Intuit hanno annunciato la formazione di Financial Innovation Now, una lobby di servizi finanziari che ha lo scopo di orientare le politiche della Casa Bianca con l'emergere di nuove tecnologie. 


Uno degli obiettivi del gruppo è portare la classe dirigente ad adottare un approccio evolutivo nella finanza, un cambiamento stimolato dalle nuove tecnologie emergenti nella Silicon Valley, quali Apple Pay, Android Pay e i servizi di PayPal tra gli esempi più significativi.

Brian Peters, executive director di Financial Innovation Now ha dichiarato: 
Una trasformazione tecnologica sta rendendo i servizi finanziari più accessibili, più affidabli e più sicuri. La sfida a Washington è di assicurarsi che i policymaker siano consapevoli di ciò e non applichino vecchie regole a nuove tecnologie.
Non si tratta solo di tecnologie per i pagamenti in mobilità, dato che Financial Innovation Now cerca di abilitare processi di compensazione in tempo reale, delineare regole per i prestiti online, creare protocolli aperti di autenticazione e promuovere le app finanziarie connesse ad Internet. 

Altre aree di interesse includono la prevenzione di frodi, l'abbassamento dei costi al consumatore e la democratizzazione delle tecnologie di pagamento. Infine il gruppo osserva che due miliardi di persone attorno al mondo non sono serviti da basilari servizi finanziari, tra cui una decina di milioni di abitazioni nei soli Stati Uniti.

Il gruppo crede che questo divario sia colmabile facendo leva su Internet, le piattaforme mobile e sulle altre tecnologie moderne,

Forse ancor più importanti per i membri fondatori come Apple sono iniziative per accrescere la fiducia del pubblico verso le piattaforme emergenti. Il gruppo infatti sostiene come standard di sicurezza e di riduzione delle frodi possano ampiamente migliorare la protezione del consumatore e spingere l'innovazione. 

In generale, Financial Innovation Now cerca di spostare il modo di pensare al settore per superare il vecchio sistema brick-and-mortar e avvicinarsi alle moderne soluzioni che si basano sugli smartphone e sul cloud.
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lunedì 2 novembre 2015

Facebook ritocca la policy! Anzi NO!

Di nuovo novità sul fronte delle politiche di Facebook: quest'ultima, infatti, ha annunciato una serie di migliorie, al fine di rendere più intuitive le procedure di rettifica nei casi di eliminazione ingiusta dal servizio.


Di cosa si tratta? Fb ha introdotto nuove politiche sui "nomi reali", le stesse che obbligano i nuovi utenti ad inserire il loro vero nome sul social network, e non solo un nickname come spesso si usava fare precedentemente online.

I cambiamenti permettono agli utenti che riportano eventuali errori di dare maggiori informazioni agli addetti del social network.

Si tratta di una policy che è stata aspramente criticata da varie associazioni in una recente lettera aperta. Il disagio è sia di tipo professionale (a volte i professionisti vorrebbero evitare di evitare di divulgare il proprio nome pubblicamente) oppure professionale (vedi per esempio il caso delle persone con identità sessuale in via di cambiamento o, comunque, non ancora definito).

Alle critiche, però, risponde Alex Schultz (VP of Growth di Facebook) in una lettera aperta rilasciata dalla società.

Vogliamo ridurre il numero di persone a cui viene chiesto di verificare il proprio nome su Facebook quando queste utilizzano già il nome con cui sono conosciute [...] Vogliamo rendere più semplice per la gente confermare il proprio nome se necessario.

A tal fine, differentemente da quanto avviene adesso, gli utenti a cui viene richiesta la conferma del nome potranno aggiungere un contesto o eventuali dettagli per giustificarlo. Questo serve ad aiutare il team addetto a "capire meglio la situazione":

Ci aiuterà anche a capire meglio le ragioni per cui le persone non possono confermare il loro vero nome.

Allo stesso modo, Facebook chiederà di fornire ulteriori dettagli agli utenti che segnalano gli altri per la violazione della politica sui nomi reali. Aggiungendo un passaggio all'intero processo, la società riceverà probabilmente un numero inferiore di richieste e impedirà agli utenti di utilizzare le politiche sui nomi come arma potenziale sul servizio social. Entrambe le modifiche verranno distribuite nel servizio a partire dal mese di dicembre.

Non cambia tuttavia la base. Le politiche sui nomi resteranno infatti invariate per rendere Facebook un posto più sicuro, almeno a detta di Schultz:

Quando la gente utilizza il nome con cui è conosciuta è molto più responsabile di quello che dice, rendendo molto più difficile nascondersi dietro l'anonimato per molestare o truffare qualcun altro.

Di seguito trovate la lettera per intero pubblicata da Facebook.

Nella serata di oggi, però, Facebook ha rettificato la propria posizione, dando così ragione alle organizzazioni per la difesa dei diritti della comunità Lgbt, transgender e dei Nativi Americani, che hanno obbligato Facebook a rivedere la regola per l'uso di pseudonimi e soprannomi.

Dopo la polemica, la società fondata da Mark Zuckerberg si era scusata e aveva promesso modifiche alla sua policy.

Nel frattempo gli utenti scontenti avevano minacciato di trasferirsi su Ello, un social network che si è rapidamente guadagnato il titolo di anti-Facebook, proprio perché permetteva l'iscrizione con un nome di fantasia. Aveva ricevuto richieste di accesso da parte degli utenti anche al ritmo di 40mila all'ora. Ma dopo la fiammata iniziale, di Ello si è persa traccia.

Il Social Network ha deciso di aprirsi per mettere a tacere le critiche di una comunità influente dal punto di vista mediatico, ma anche per non perdere utenti. E dunque valore.
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