mercoledì 8 febbraio 2012

iTV (Apple): parla l'analista di Barclays

L'analista di Barclays Capital, Ben A. Reitzes, ha stimato che nel 2012 il mercato dei televisori LCD raggiungerà un volume di 230 milioni di unità vendute. Secondo Reitzes la cosiddetta iTV di Apple, se proposta ad un prezzo medio di 1500$, potrebbe conquistare il 5% dei consumatori, con oltre 10 milioni di esemplari venduti.


Questo significa che Apple potrebbe incassare circa 17 miliardi di dollari dalla vendita di questo nuovo dispositivo, una cifra non indifferente se si considera che ammonterebbe a quasi il 10% del fatturato della Mela, stimato per quest’anno in circa 183 miliardi di dollari.

Il mercato si aspetta che il televisore Apple sia qualcosa di veramente innovativo (all'altezza di Apple) che vada a posizionarsi in una nuova fascia di mercato, così come è avvenuto con il lancio dell’iPhone, che ha rivoluzionato il concetto di smartphone, ed il debutto dell’iPad, che ha ridefinito il concetto stesso di tablet.

Reitzes ritiene probabile che il lancio della iTV possa avvenire verso ottobre, in modo da catturare le vendite del periodo natalizio, cosa che in un certo senso potrebbe avvalorare l’ipotesi dell’uscita dell’iPhone 5 verso giugno, per non sovrapporre il ritorno mediatico di due annunci di questa portata.

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martedì 7 febbraio 2012

Il design director del team di Saints Row e Red Faction contro i giochi di seconda mano per Xbox di prossima generazione

Se la prossima Xbox avesse un sistema che blocca l'esecuzione dei giochi usati sarebbe "un fantastico cambiamento per la nostra industria". La pensa così il design director di Volition, Jameson Durall, secondo quanto scrive nel blog AltDevBlogADay. Durall non si ferma qui, visto che offre a Microsoft un'idea per implementare il nuovo sistema.


Funzionerebbe come il modello che regola i codici per i DLC, con ogni codice che si associa a un account Xbox Live, [...] Ogni disco verrebbe associato a una chiave unica, in modo che sia indissolubilmente legato a un unico account Xbox Live. L'ideale sarebbe collegare il gioco direttamente alla console in modo che possano giocare anche i membri della famiglia senza che l'account principale sia loggato, mantenendo lo stesso tipo di funzionamento attuale.
Si risolverebbero diversi problemi per i produttori di videogiochi, come il noleggio dei giochi, [...] Apprezzo molto le società che si occupano di noleggio, perché acquistano i giochi, consentono alla gente di provarli e, se le persone rimangono soddisfatte, possono anche comprare il gioco. [...] Microsoft potrebbe inoltre implementare il proprio servizio di noleggio, dando ai giocatori un codice che attiva il gioco per X giorni in cambio di una piccola quantità di denaro. Il sistema potrebbe funzionare anche nel caso si prestasse il gioco o per i download digitali delle versioni complete. Microsoft darebbe una piccola percentuale dei guadagni per ogni noleggio allo sviluppatore originale del gioco.
Un altro problema riguarda il semplice prestito di un gioco a un amico, ma si potrebbe implementare qualcosa di simile alla politica di Amazon a proposito dei prestiti dei Libri Kindle. La licenza per giocare potrebbe essere trasferita da un Gamertag all'altro per un intervallo di tempo limitato e il proprietario originale non sarebbe in grado di giocare all'interno di quell'intervallo di tempo.
 sostiene Durall. 

Con l'attuale generazione di console i produttori di hardware e gli sviluppatori hanno cominciato a guadagnare in maniera importante grazie alla diffusione dei DLC e di altri contenuti di espansione. C'è stato un tentativo di limitare la diffusione dell'usato, e di marginare di più con la vendita del nuovo, ma questi sistemi non hanno sempre ottenuto quanto sperato. Sono, inoltre, fortemente osteggiati dalla clientela. Con l'introduzione di una nuova generazione di console, tuttavia, la base installata attuale andrebbe completamente persa nel caso di giochi pensati solo per la nuova generazione, e questo impedirebbe di continuare ad avere il volume di vendite di videogiochi attuale.

Ecco l'opinione di Durall:
Dobbiamo fare qualcosa per risolvere questi problemi o l'industria crollerà definitivamente. [...] La gente spesso non si rende conto degli enormi costi di produzione che sono necessari per creare le profonde esperienze di gioco che mettiamo sugli scaffali per soli 60 dollari. Non si rende conto di quanto ci faccia male quando acquistano un gioco di seconda mano e come piratare un gioco sia semplicemente un furto. Forse un piano per educarli risolverebbe il problema.
Forse qualcuno dirà che non sto considerando i negozi che rivendono i giochi e il tipo di impatto che una politica del genere avrebbe su di loro, ma bisognerebbe considerare che questo tipo di negozi andava bene anche prima che il mercato dell'usato si ampliasse.

Volition, una software house che appartiene a THQ, ha recentemente completato i lavori su Saints Row The Third e su Red Faction Armageddon. Attualmente è impegnata su InSane, il nuovo gioco realizzato in collaborazione con il regista Guillermo Del Toro, e su Secret Project Y, nome in codice di quello che potrebbe essere Saints Row 4.

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lunedì 6 febbraio 2012

Più Crash su iOS che su Android

Nell’ultimo studio redatto da Crittercism, una società di consulenza e analisi, ha confrontato Android e iOS e ha decretato il Sistema Operativo mobile di Cupertino, il più avvezzo ai crash delle app di terze parti. Le ragioni di tale fenomeno sono da imputare ad svariate possibili cause e non di rado è colpa degli utenti.


La statistica si concentra sulla proliferazione dei crash registrata a novembre e dicembre 2011, e tocca la bellezza di 23 varianti d’iOS e ben 33 di Android (nel grafico qui sopra, tuttavia, sono solo 22 per iOS e 17 per Android, ed esclusivamente dall’1 al 15 dicembre scorso), segno che molti utenti non aggiornano mai il proprio telefono; e tra tutti, iOS 5.0.1 è quello con la percentuale maggiore di chiusure inaspettate: ben 28,64%, causate soprattutto dalla sua relativa giovinezza. Seguono, all’interno dell’ecosistema Apple, iOS 4.2.1 col 12,64%, iOS 4.3.3 col 10,66% e infine iOS 4.1 con l’8,24%. Grossomodo, quindi,3/4 dei crash totali sono riconducibili ai gingilli con la mela.

Numeri d’un certo spessore che trovano la loro ragion d’essere in una grandissima varietà di motivazioni, afferma il CEO di Crittercism Andrew Levy. Potrebbe infatti trattarsi di problemihardware o software, ma anche di collegamento coi sensori GPS e fotocamera; potrebbe trattarsi d’una momentanea interruzione dei servizi Internet, di problemi nella connessione 3G e WiFi o durante il passaggio dall’uno all’altro standard. Talvolta è la scarsità di RAMnei dispositivi più vecchi a complicare le cose, altre volte le piccole incompatibilità col supporto lingue; i sistemi pubblicitari in qualche occasione creano instabilità loro malgrado, e lo stesso iAd ha dato più di qualche filo da torcere a pubblicitari e sviluppatori.

A questo occorre aggiungere che gli OS mobili, e di conseguenza le App di terze parti, vengono aggiornati con ritmi frenetici, ma soltanto una certa fetta d’utenza si tiene al passo con gli update. In ogni caso, il grafico che vedete qui sopra è normalizzato, il che significa che è oggettivamente più probabile un crash su iOS che su Android, al di là del fatto che che le app iOS siano molto più numerose e utilizzate mediamente per molto più tempo. Senza contare che gli update su Android arrivano praticamente in tempo reale mentre su App Store devono prima passare al vaglio di Apple bruciandosi così qualche settimana in più. Nessuno dei 214 milioni di avvii censiti nel periodo di riferimento, però, aveva a che fare con l’ultima variante di Android, ovvero la 4.0:

Mi aspetto che, col recente lancio di Ice Cream Sandwich e dei nuovi telefoni Nexus S phone commercializzati durante lo studio, il medesimo fenomeno si ripeterà così come è avvenuto su iOS.

In ogni caso, ci troviamo ben al di sotto dell’1% di casistica; troppo poco per rendere frustrante l’uso quotidiano di tali sistemi. E a proposito, tra tutti i crash avvenuti su dispositivi Apple, il 74,41% ha avuto luogo su un iPhone, il 14,81% su iPod touch e solo il 10,72% su iPad.






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sabato 4 febbraio 2012

Dotcom rimane in carcere. Nuova udienza il 22 febbraio

Via abbiamo già parlato abbondantemente del caso MegaUpload. Notizia recente riguarda Kim Dotcom, al secolo Kim Schmitz, fondatore di Megaupload, e la conferma della sua permanenza in carcere.


Lo ha deciso la Corte Suprema neozelandese, adducendo ancora una volta il pericolo di fuga: il 38enne, infatti, con tutte le risorse che ha a disposizione (inclusi un elicottero e un jet privato) se rilasciato su cauzione potrebbe lasciare il Paese ed evitare così l’estradizione negli Stati Uniti, dove lo attende un processo per violazione di copyright, racket e riciclaggio di denaro. A nulla sono serviti i vari tentativi del suo legale difensore, Paul Davison - le condizioni di salute di Dotcom non sono idonee al regime carcerario, sua moglie è a casa in attesa di due gemelli e il possesso di elicottero e jet non sono garanzia di fuga - il giudice McNaughton è stato irremovibile: Dotcom resterà in carcere almeno fino al 22 febbraio, giorno della nuova udienza per estradizione.

Intanto, ed è forse questo che interessa di più i vecchi utenti di Megaupload, proseguono i tentativi per poter recuperare i file di fatto congelati con la chiusura del servizio da parte dell’FBI. Mentre le compagnie di hosting Carpathia Hosting e Cogent Communications Group dovrebbero mantenere in vita quei file per almeno altre due settimane, la Electronic Frontier Foundation si sta impegnando per il loro recupero.


Per tutti gli aggiornamenti del caso vi consigliamo di monitorare i siti internet comunicati dalla Carpathia (www.carpathia.comwww.megaretrieval.com) attraverso i quali gli utenti verranno avvisati, con almeno una settimana di anticipo, nel caso in cui si decida di cancellare tutto.

In ogni caso noi ci terremo informati sul caso e vi aggiorneremo.


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venerdì 3 febbraio 2012

Nuovo iPad 3. A febbraio o a marzo?

Il blog giapponese Macotakara qualche settimana fa aveva fatto sapere che nel corso del mese di Febbraio, forse in occasione dell’anniversario della nascita di Steve Jobs, ci sarebbe stato l’evento di presentazione del tanto atteso iPad 3.


Febbraio comunque suonava un po’ strano, anche perché proprio alla fine del mese c’è  il Mobile World Congress 2012 di Barcellona, quindi l’attenzione mediatica sarebbe stata rivolta altrove.

Nella giornata di oggi, il sito ha precisato che la fonte della notizia, un fornitore asiatico, ha fatto sapere che Apple terrà a Febbraio un evento diverso dal solito, classificato come “strano”, piuttosto che un Evento Speciale dedicato appunto all’iPad 3. La stessa fonte ha sottolineato che a febbraio non ci sarà alcuna presentazione di prodotti inediti, quindi è probabile una conferenza simile a quella dello scorso gennaio dedicata all’educazione.

Il blog giapponese ha inoltre dato conferma che la presentazione ufficiale dell’iPad 3 dovrebbe avvenire a marzo, anche se non c’è ancora una data precisa a riguardo (molti puntano sul 3 Marzo). Intanto, il giornalista Jim Dalrymple dell’autorevole sito The Loop ha fatto sapere che non ci sarà alcuna conferenza a febbraio.

Le strategie sono sempre state un po' controverse ma alla fine hanno (quasi) sempre portato i loro frutti. Non stupiamoci più di nulla quando si parla di Apple. Rimanete collegati per conoscere le nuove indiscrezioni provenienti dal web.

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giovedì 2 febbraio 2012

Malaware: ecco i dati del 2011

Sono stati resi disponibili da Panda Labs i dati riguardanti il fenomeno malware relativi all'anno appena concluso. La società stima di aver individuato 26 milioni di nuovi sample, una cifra di tutto rispetto considerando che il numero totale di nuove rilevazione compiuto da Panda Labs è pari a 88 milioni.


Questo trend è in forte crescita anche rispetto al precedente anno 2010 ma, il 2011 è stato un anno importante anche per i molti attacchi e le parecchie azioni di hacking, e si ricordi a puro titolo di esempio al colosso giapponese Sony o ai vari enti governativi presi di mira da Anonymous. Inoltre, anche Panda Labs rileva un incremento del malware veicolato attraverso i social media.

Symantec invece ha da poco diffuso le prime rilevazioni effettuate nel 2012 e ci offre una panoramica più a breve termine relativa ai trend in corso. Il Symantec Intelligence Report ha identificato oltre 10.000 domini compromessi con uno script redirect scritto in PHP, che contiene nel nome un riferimento al Nuovo Anno. Questi script redirect sono ospitati su siti web fraudolenti e i link a quest’ultimi inclusi nelle email di spam.

Ci aspettiamo di vedere anche livelli di spam e malware molto alti che sfruttino alcuni dei maggiori eventi sportivi dell’anno. Stiamo già rilevando riferimenti alle Olimpiadi di Londra come ingrediente delle frodi 'alla nigeriana' o di altri schemi fraudolenti

ha affermato Antonio Forzieri, Security Practice Manager, Symantec.

Tra i molti numeri riportati nel documento Symantec ci limitiamo a quanto rilevato in merito allo spam, un problema sempre più importante che crea non pochi problemi alle infrastrutture e la cui risoluzione non è certo immediata. Il rapporto globale tra lo spam e il traffico email a gennaio 2012 è salito di 1,3 punti percentuali rispetto a dicembre 2011, ovvero al 69,0%. Il recente aumento significa quindi che lo spam è quasi tornato allo stesso livello di novembre 2011.

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mercoledì 1 febbraio 2012

Nuovi sviluppi nel caso MegaUpload Part 2

Parliamo ancora di Megaupload, sempre sotto i riflettori e sempre più guai in vista per chi fino a ieri si trovava a capo del network. In seguito alle indagini condotte dagli inquirenti emergono nuovi dettagli che parlano di un possibile furto di contenuti da YouTube a partire dal 2006, con la finalità di arricchire l'archivio dei video e di conseguenza attirare l'utenza.


Diverse fonti, fra cui Digitalspy, stanno sollevando un altro vespaio che potrebbe avere conseguenze davvero nefaste per gli indagati. Il dipartimento di giustizia americano, che ha chiesto l'estradizione per Kim "DotCom" e gli altri membri esecutivi del network, è venuta in possesso di uno scambio di email fra Mathias Ortmann e Bram van der Kolk, avvenuta nel 2006 ma che include elementi per aggravare ulteriormente la posizione degli indagati.

Ortmann e Van Der Kolk, che sono fra gli accusati della prima ora insieme al fondatore, dovranno rispondere al più presto degli scambi incriminati, che riportiamo con traduzione:

Van der Kolk: "Do we have a server available to continue downloading of the YouTube's vids? Kim just mentioned again that this has really priority." ("Abbiamo server disponibili per continuare a scaricare i video da YouTube? Kim ci ha ripetuto che è davvero importante")

Ortmann: "Hope YouTube is not implementing a fraud detection system now... praying. Well we only have 30% of their videos yet. In my opinion it's nice to have everything so we can decide and brainstorm later how we're going to benefit from it." ("Speriamo che YouTube non implementi un sistema di controllo... preghiamo. Abbiamo solo il 30% dei contenuti. Ritengo che non sarebbe male avere tutto, per decidere poi come farci dei soldi").

La posizione degli indagati sembra sempre più cupa. A noi non resta che attendere, osservando gli sviluppi per capire quando e in che moto questa vicenda finirà.

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